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Autore: Ghillyam    12/03/2016    10 recensioni
Se una terrestre portata finalmente a far parte del mondo da lei tanto amato può sembrare un inizio banale per una storia, non lo saranno una profezia misteriosa, il ritorno delle tre streghe più temibili della Dimensione Magica, storie d'amore appassionanti e una minaccia così terribile da ribaltare ogni equilibrio finora conosciuto... ma questo forse dovreste deciderlo voi.
[Dall'ultimo capitolo]
«C’è qualcosa di strano, ragazze, lo sento.»
«Già, comincio a pensarlo anche io. Prima Timmy, adesso Bloom e gli altri sono ancora là dentro. E del mio anello nessuna traccia.»
«Senza contare che Darcy non si è ancora fatta vedere.» concluse Musa.
Sentendosi chiamata in causa la strega delle Illusioni non poté più trattenersi e finalmente rivelò la sua presenza. Avrebbe voluto guadagnare più tempo per permettere alla maggiore di riprendersi, ma le tre bamboline si stavano rivelando più perspicaci del previsto ed era meglio mettere a tacere i loro dubbi prima che riuscissero a mettere insieme i pezzi e capire che ad aiutarle c’era qualcun altro.
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai, Crack Pairing | Personaggi: Musa, Nuovo personaggio, Trix, Winx
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una nuova realtà



Quando riaprì gli occhi, Irene come prima cosa vide una distesa infinita di alberi, che si estendeva in ogni direzione e circondava la piccola radura dove si trovavano lei e le Trix.
Oh mio dio, le Trix! pensò euforica la ragazza. Allora non si era immaginata tutto, l'avevano davvero portata con loro; un nuovo sorriso le illuminò il volto, non si era mai sentita così viva come in quel momento.
All'improvviso, però, un pensiero che fino ad ora non aveva considerato, si fece strada nella sua mente: che cosa avrebbero detto la sua famiglia e i suoi amici? Sua madre come si sarebbe sentita non vedendola tornare? E sua sorella? Non si sentiva in colpa per essersene andata così, era da quando aveva sette anni che non si sentiva a proprio agio nella sua vita, ma non per questo voleva che la sua scomparsa fosse un problema.
«Merda.» disse tra sè e sè, dando voce ai suoi pensieri.
«Qualche problema, ragazzina?»
La voce impaziente di Stormy la riscosse e Irene si voltò verso le tre streghe, che la guardavano con un'aria interrogativa.
«No, sto alla grande -rispose lei con un po' troppa enfasi- Ma, ecco, una piccola domanda tecnica: i miei genitori, ehm...loro si ricorderanno di me o...?»
«Non si ricorderanno niente.» rispose Darcy, agitando una mano avanti e indietro come per scacciare un moscerino.
Irene tirò un sospiro di sollievo, anche se con una punta di rammarico dentro.
«E adesso mettiamo le cose in chiaro...» cominciò Icy solo per essere subito interrotta dalla ragazza, che dentro di sè si stava domandando se quella fosse davvero la strada migliore da prendere, ma del resto aveva bisogno di far capire fin da subito da quale parte stava.
«Qui comandate voi, se faccio scherzi sono fregata e l'obbiettivo è quello di sconfiggere le Winx e conquistare la Dimensione Magica, giusto? In ogni caso sono a disposizione.»
«Ti avverto, terrestre, interrompimi ancora una volta e rimarrai congelata in questa foresta a lungo.»
Irene annuì anche se non riuscì a trattanere una smorfia di soddisfazione di fronte allo sguardo perplesso e stupito che si erano scambiate Darcy e Stormy; lei stessa ammetteva di essere stata imprudente, ma non voleva perdere tempo a sentirsi dire cose che già sapeva, preferiva di gran lunga sapere perchè gli servivano lei e il suo anello e cos'era la profezia di cui avevano parlato.
«Sorelle, penso sia meglio spostarci.»
«Darcy ha ragione, andiamo.»
Le Trix si incamminarono verso l'interno della foresta, seguite da Irene che stava morendo dalla curiosità e dalla voglia di fare domande: sentiva che di lì a poco sarebbe esplosa se non avesse avuto la possibilità di esprimere ad alta voce tutta la sua gioia. Mentre camminavano, Irene continuava ad osservare le figure delle streghe davanti a lei e ogni minuto che passava ne era sempre più ammaliata, erano davvero affascinanti e se prima lo pensava solamente adesso ne era più che convinta: si muovevano con eleganza e austerità, inoltre l'aura malvagia che emanavano era così potente che riusciva a percepirla anche attorno a sè. Solo l'anno prima, se le avessero detto che le antagoniste del cartone animato che le piaceva tanto da bambina (e anche da ragazza) un giorno sarebbero arrivate e avrebbero fatto irruzione nella sua scuola per trovare lei, avrebbe sicuramente pensato ad una presa in giro ben architettata per prendersi gioco delle sue speranze infantili, invece adesso, era davvero lì con loro e per quanto tutti le avessero sempre detto che parteggiare per i cattivi era sbagliato lei sentiva che per quanto la riguardava era la scelta giusta: doveva esserci un motivo che la spingeva in quella direzione e lei non vedeva perchè contrastarlo.
«Ti vuoi muovere, ragazzina?»
Irene accellerò il passo e le affiancò; avevano fretta e questo era palese, ma per capirne il motivo aveva bisogno di qualche risposta in più ed era sicura che le avrebbe ottenute se avesse dimostrato che potevano fidarsi, non che credesse che l'avrebbero fatto presto, ma tanto valeva provarci.
«Dunque, fatemi capire -iniziò Irene- Voi tre avete bisogno di questo anello e...di me. Sia chiaro che io vi aiuterò molto volentieri, ma, per sapere, a che punto della storia siete più o meno? Immagino che abbiate già incontrato Darkar e Valtor, ma non sono sicura che ci sia già stata la parte Stregoni e tutto il resto; però voi siete libere e questo non mi torna quindi o lavorate per qualcuno oppure non viene raccontata tutta la storia.»
Chissà chi si è preso la briga di farlo tra l'altro aggiunse Irene nella sua testa, mentre le Trix la guardavano sbigottite e sospettose.
«Icy, questa qui non mi convince per niente.» sibilò Stormy all'orecchio della maggiore, che però la ignorò e si concentrò sulla loro nuova "prigioniera" «Come fai a conoscerci così bene come sostieni? Sei solo una terrestre.»
«Conoscete la TV, d'altronde esiste anche qui, no? Bhe, nel mio mondo è stato grazie ad essa che ho conosciuto tutto questo e soprattutto le vicende delle Winx e le vostre quindi sono abbastanza informata, ma penso ci sia di più e per aiutarvi, perchè, credetemi, voglio farlo, mi serve sapere a che punto della storia siete.»
«Nessuno è mai dalla nostra parte a meno che non sia costretto, perchè tu sì?» chiese Darcy con un'aria pensierosa dipinta in volto; probabilmente stava ragionando intensamente.
«Mi piacete un sacco -rispose con un alzata di spalle Irene, ma accorgendosi che forse non era una risposta abbastanza esauriente riprese- Non lo so spiegare bene, ma vi ho preferite da subito rispetto alle fate, è stato un istinto immediato e non sapete che nervi ogni volta che Bloom e le altre cinque vincevano. Certo che però, anche voi, se aveste chiacchierato un po' di meno e agito di più adesso sareste in vantaggio se non già vincitrici e, poi, non ha senso sottoporsi a gente che non vi ripsetta quando da sole avete fatto più di tutti gli altri insieme, siete fortissime eppure vi sprecate così, è assurdo!»
La ragazza era partita in quarta non appena aveva avuto modo di lasciar fluire i suoi pensieri, e anche se sapeva che avrebbe fatto meglio a fermarsi non credeva di farcela: era da così tanto tempo che voleva sfogarsi riguardo a certe note dolenti sulla faida Trix/Winx che adesso non riusciva a smettere; per sua fortuna, o forse no, la interruppe bruscamente Stormy «Non ti conviene andare avanti a criticare i nostri metodi, ragazzina.»
«Ehm, scusate. Però quello che ho detto è vero. Okay, okay, ne riparleremo quando non sarete ancora indecise sull'uccidermi o meno.» disse, vedendo l'occhiataccia rifilatale dalla strega delle tempeste che, chiaramente, stava perdendo la pazienza.
«Ci siamo.»
Icy uscì dal sentiero per addentrarsi maggiormente nella foresta buia, dove, racchiuso tra le radici nodose di uno degli alberi più grossi, che sembrava stato fatto crescere apposta per quello, si trovava un portale. Le Trix lo oltrepassarono senza esitazione e così fece Irene, tremendamente curiosa.
Il luogo che si trovò davanti era molto diverso da quello che aveva immaginato: erano all'interno di una casa, una casa decisamente lussuosa.
C'erano un soggiorno, la cucina e al piano di sopra probabilmente almeno tre bagni e più camere da letto; assomigliava ad una casa terrestre sebbene qua e là si notassero oggetti ed elettrodomestici propri dell'Universo di Magix oltre a svariati libri di magia e scaffali pieni di strani ingredienti; le pareti erano dipinte con colori scuri (in particolare blu, viola e porpora) e il pavimento era in legno, come il resto dei mobili.
Notando l'espressione sorpresa della ragazza, Darcy spiegò «È un incantesimo illusorio potenziato. Dopo caverne e tronchi d'albero volevamo qualcosa di sofisticato, ma tu lo sai già.»
Irene si strinse nelle spalle e non disse niente. Faceva uno strano effetto trovarsi in un luogo che per le streghe doveva essere riservato, ma le faceva piacere avere la possibilità di conoscerle almeno attraverso quello, dato che le probabilità che si sarebbero aperte con lei dal punto di vista personale erano infinitesimali.
«Andiamo di là.» disse Icy, dirigendosi verso il salotto. Irene notò che tutte e tre avevano indossato i loro abiti civili e abbandonato le tute da trasformazione non appena erano entrate.
Stormy e Darcy si sedettero sul divano, mentre Icy prese posto su una poltrona e lei rimase in piedi.
«Illuminaci su quello che sai.» la invitò o, meglio, le ordinò la strega del ghiaccio.
«In sintesi: so che avete avuto da sempre scontri con le Winx e che vi siete alleate diverse volte per sconfiggerle, ma avete fallito. E non sapete quanto mi dispiaccia -aggiunse rapidamente- Conosco abbastanza bene i vostri complici e so che sono fuori combattimento, per ora almeno. Per un certo periodo, dopo Valtor, siete rimaste a Roccaluce, di nuovo, mentre le Winx erano sulla Terra per scovare l'ultima fata terrestre e lì si sono scontrate con gli Stregoni del Cerchio Nero che hanno sconfitto e da qui in poi siete voi a dovermi illuminare.»
«A quanto pare non sei così informata, ragazzina.»
«Ho detto in sintesi. E poi perché proprio ragazzina come appellativo?»
«Perchè lo sei.»
Irene non replicò, decise che ragazzina dopotutto non sarebbe stato un gran trauma se era Stormy a chiamarla così e, inoltre, non ci teneva ad inimicarsela più del dovuto: ora si che capiva quando le davano della testarda, impulsiva e diffidente.
«Stormy, piantala -la rimbeccò Darcy, prima di aggiungere- Il tuo nome però non lo sappiamo.»
«Irene.»
«Che nome insulso -commentò Icy- Per stare qui ti serve un nome meno da terrestre
«Ma anche Stella e Aisha sono nomi terrestri.» obbiettò Irene solo per rendersi conto subito dopo che se voleva far valere le sue ragioni probabilmente far riferimento alle Winx non era una buona idea.
«Come non detto -disse- Ma come dovrei chiamarmi?»
«Noia è appropriato, oppure Menzogna.» propose Stormy con un sopracciglio inarcato e portandosi le braccia dietro la testa come se quella situazione non la riguardasse affatto.
Irene si chiese perchè ce l'avesse così tanto con lei; sapeva che non sarebbe stata la più facile da gestire, ma non credeva così tanto.
«Sorellina, oggi sei peggio del solito.» asserì Icy, lanciando uno sguardo stranito verso la strega delle tempeste, che in risposta si limitò a sbuffare.
«Ci sono!» esclamò Darcy, sbattendo una mano sul bracciolo del divano.
«Sentiamo un po'.»
«Erin è perfetto, è praticamente un anagramma del suo nome ed è più particolare.» spiegò la strega delle illusioni.
«Può andare.» concordò Irene o, meglio, Erin.
«E a proposito del punto della storia in cui siamo -riprese Icy- Le fatine hanno sconfitto gli Stregoni circa cinque mesi fa e noi tre siamo uscite da Roccaluce nello stesso periodo per...buona condotta.»
«Ah. Okay.» disse la ragazza senza sapere come ribattere a quell'ultima informazione.
Per un po' tra le quattro calò il silenzio e Irene si sentì perforare da tre paia d'occhi; ringraziò il cielo quando la maggiore delle Trix ordinò a Stormy di accompagnarla nella sua camera.
«Vorrai scherzare, spero -protestò l'altra- Non farò da baby-sitter!»
«Oh, si, che la farai.»
«Non credo mi serva la...» provò ad intromettersi la ragazza senza successo, mentre Darcy guardava la scena divertita come se quella fosse una normale abitudine.
«Non discutere con me, sorellina. Lo sai che non ti conviene.»
«Non ho certo paura di te, Icy. Non mi ridurrò a sorvegliare una ragazzina impertinente.»
«Lo farai, invece, così magari capirai che non stiamo perdendo tempo!»
I toni si erano scaldati e Irene vide comparire nelle mani delle due streghe delle sfere di energia rosse e azzurre. Darcy era ancora immobile sul divano, le braccia incrociate al petto e gli occhi che passavano da una sorella all'altra; Erin le si avvicinò «Fanno sempre così?» domandò.
«Per mia fortuna, sì.»
«Grande. Non si sono mai viste scene del genere, bisognerebbe parlare con chi ha deciso di censurarle.»
Ancora una volta Irene si ritrovò a pensare a chi potesse essersi preso la briga di narrare tutte le vicende di fate e streghe, sopratutto considerando che anche la Terra era stata più volte nominata eppure dove viveva lei non se n'era mai saputo niente.
«Eh va bene! -ringhiò Stormy quando per un pelo la sua scarpa non finì congelata- Ma me la paghi. E tu muoviti.» disse, facendo un cenno stizzito in direzione della ragazza.
Irene la seguì e, salendo una rampa di scale (Caspita, è un gran bell'incantesimo! pensò la terrestre), arrivarono in un corridoio con quattro porte; Stormy le indicò la sua. Erin entrò e si stupì nel vedere un letto enorme, un armadio gigante in legno di quercia, una scrivania, una poltrona, dalla quale, attraverso una finestra, si poteva vedere un paesaggio marittimo stupendo, e uno specchio, che occupava parte della parete opposta alla scrivania. I muri erano di un colore blu scuro che cambiava sfumature grazie alla luce del lampadario appeso al soffitto. C'era anche una porta che dava su un bagno interno.
«Wow!» esclamò Irene.
«Tieni per re i tuoi commenti -la zittì la strega- La stanza di fronte è di Icy, quella qui accanto è di Darcy e la mia è infondo al corridoio, se ti serve qualcosa non disturbare me.»
Detto questo, Stormy stava già per uscire, ma Erin la fermò «So di essere troppo entusiasta e di parlare troppo, ma lo faccio perché, insomma, siete voi; conoscervi era un sogno e adesso è realtá, devo metabolizzare e poi la smetterò, ma per ora ho bisogno di dirvi quanto siate importanti e voglio aiutarvi quindi se riuscissi a sopportarmi sarebbe un vantaggio per entrambe.»
Aveva parlato tutto d'un fiato e appena smise respirò profondamente.
«Cambiati e poi scendi, c'è ancora da discutere.»
«In effetti non mi avete ancora detto niente.» sussurrò Irene, ma il suo commento non sfuggì a Stormy che sprezzante disse «Fino a prova contraria tu non sei nessuno.»
Poi uscì e l'ultima cosa che la ragazza sentì fu la porta della camera della Trix sbattere violentemente.
Anche Erin chiuse la sua e vi si appoggiò, un turbine di emozioni che la invadevano. Dopo qualche minuto si rimise in piedi ed aprì l'armadio: all'interno vi erano una miriade di vestiti e scarpe stupendi che la lasciarono a bocca aperta e automaticamente la portarono a chiedersi perchè cavolo a Magix non si cambiassero mai.
Dopo quello che le sembrò un secolo finalmente decise cosa indossare: aveva optato per una gonna blu a balze e una corta maglietta color verde acqua con una manica a sinistra e dalla parte destra una spallina sottile. Le scarpe le aveva scelte da ginnastica, non sarebbe riuscita a camminare tutto il giorno con i tacchi, ed avevano lo stesso colore della maglietta. Aveva anche trovato alcuni braccialetti e una collana da aggiungere al tutto.
Mentre si toglieva jeans e felpa, il telefono le cadde dalla tasca e subito lo raccolse.
Cavoli, mi ero dimenticata di averlo. Speriamo che funzioni anche in questo mondo.
Irene lo accese e tirò un sospiro di sollievo vedendo che c'erano quattro tacche di ricezione: non avrebbe dovuto comprare un cellulare nuovo.
Lo posò sul letto e poi si vestì. Guardandosi allo specchio si accorse di come il suo aspetto fosse cambiato: ora assomigliava incredibilmente alle persone che vivevano a Magix. Le gambe si erano allungate e la pancia era più piatta, gli occhi marroni sembravano più grandi e luminosi, mentre le labbra rosate erano più sottili e i capelli color rame non erano minimamente fuori posto. Era ancora tridimensionale, o almeno credeva, però le sembianze erano proprio quelle di un cartone animato.
Adesso sì che faceva davvero parte di quel mondo.

 
 
 



NdA: questo è un capitolo di transizione, ma spero che vi sia piaciuto ugualmente. Prima di dare il via alla storia vera e propria ho bisogno di chiarire alcune cose per cui anche il prossimo sarà abbastanza blando, ma non temete: arriverà anche l'azione!

   
 
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