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Autore: Dama degli Intrighi    13/03/2016    1 recensioni
-Come vi chiamate?- chiese Niall, sedendosi su un sgabello appena lasciato libero
-Non dovreste essere voi a presentarvi visto che siete nuovi?- lo squadrò Cat, appoggiandosi al bancone. Si stava divertendo troppo a giocare così con loro.
-Io sono Zayn, il biondo è Niall, il riccio è Harry e quello che avete appena deriso è Liam- risponde il moro
-Io sono Mad, lei è Amy e la rossa è Cat- risponde Mad, sfidandoli con lo sguardo.
-Fate come di cognome?- chiese Harry immediatamente, trovandole un poco famigliari.
-Noi non abbiamo cognome. Siamo spiriti liberi- risponde Cat passando uno straccio sul bancone davanti ai ragazzi.
-Quanto liberi?- chiede Zayn, squadrando dalla testa ai piedi Mad. Di sicuro non poteva essere la Walker, lei mica aveva un corpo così da urlo.
-Quanto basta per divertirsi- risponde Cat con un sorriso furbo, facendo un occhiolino al ragazzo biondo.
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E voi sapete divertirvi? Leggete questa ff e ditemelo!
Alcool, intrighi, musica, pazzia, amore e molto altro ancora al VanityFox di New York.
Genere: Avventura, Comico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Un anno e mezzo dopo…
DRIIIIIIIN!!!
-Ma che cazz...?-
-Aaaah! Che mal di testa!- la rossa si rigirò nel letto, affondando la testa sotto al cuscino, come uno struzzo farebbe con la terra.
-Amelia! Spegni quella cazzo di sveglia!- urlò la più vecchia delle tre che era anche la più lontana da quell’aggeggio infernale che non la smetteva di trillare.
-Arrivo, arrivo! Sclerotiche!-
Un cuscino lanciato con precisione buttò per terra la sveglia appoggiata sul comodino, che smise all'istante di perforare i timpani alle tre ragazze.
-Che palle, non mi voglio alzare....- borbottò la castana tornata bella distesa sotto le coperte.
-Ho un mal di testa allucinante...- continuò la rossa, rigirandosi ancora e coprendosi di più anche con il piumino.
-Alzate quelle chiappe, adesso!- le riprese la mora, che si sta svegliando a malincuore.
-Eddai, Madison. Abbi un po' di pietà per le tue sorelline- piagnucolò da sotto il piumone Catherine.
-No! Così la prossima volta impari a non finire i cocktail che i clienti lasciano sul bancone-
-Tutto quel ben di Dio sprecato...- commentò Amelie sfregandosi gli occhi con le mani.
-Catherine, alzati o ribalto il letto. Amelia, vale anche per te!-
-E’ Amelie! A-M-E-L-I-E! Ah!-
Un altro cuscino tirato con precisione colpì la giovane Walker in pieno viso e la fece urlare.
Sono sempre loro, solo un anno e mezzo dopo a quando le avevamo lasciate.
Tutte tre frequentano la University of New York. Madison è al terzo anno, Catherine al secondo e Amelie è la nuova matricola del gruppo. Studentesse nella norma di giorno, ma di notte sono capaci di trasformarsi in ragazze sexy e letali. Le bariste del Vanity Fox, il pub di proprietà di loro cugina Holly.
Era successo qualche mese prima. Le tre sorelle Walker avevano ricevuto un messaggio dalla loro cugina preferita. Aveva acquistato un locale a New York, cercando di avviare un bar notturno, ma era stato un fiasco e i lavoratori si erano quasi tutti licenziati. Eppure il locale era buono, prometteva bene. Loro erano corse subito in suo aiuto e la scena era stata più o meno questa...
 
FLASH-BACK
-C’è nessuno?- Domandò Madison entrando nel locale vuoto.
Era tardo pomeriggio e Madison e le sue due sorelle si erano ritagliate un paio di ore per correre da Holly. Erano arrivate all’indirizzo che lei aveva indicato ed erano entrate in quello che pareva un bar. L’insegna era spenta e probabilmente non funzionava nemmeno da quanto era vecchia. Si leggeva “lounge-Bar”, ma non era il massimo come nome.
-Io non ci verrei mai qua- commentò Amelie un poco disgustata.
L’interno non era male: ampio, con un prive, tanti tavoli ben disposti. Un lungo e affascinante bacone lucido, il pezzo forte pensò Catherine avvicinandosi a questo e accarezzandolo.
-Ha fascino- commentò a mezza voce.
Madison la seguì e con un salto acrobatico, merito di anni da cheerleader, si piazzò dalla parte opposta. Prese un canovaccio e se lo mise in spalla. Poi afferrò un bicchiere e facendolo prima roteare in aria, lo riprese e lo mise sul bancone con un leggero “clock”. Poi fece un occhiolino ammiccante e fingendo di masticare una gomma sorrise alla sorella.
-Che ti porto, bellezza?-
-Un bicchiere d’acqua, non sono nemmeno le cinque- rispose Catherine divertita.
Madison guardò in alto e sbuffò.
-Qui non si serve acqua- disse la mora facendo l’indignata.
-Ma andiamo! Che guasta feste- esclamò  Amelie che le aveva raggiunte.
Le due sorelle, la più grande e la junior, si scambiarono un batti-cinque mentre la rossa rideva.
-Complici…- commentò ancora.
-Sempre!- rispose prontamente Amelie prima di andare dietro al bancone. –Potrei abituarmici-
-Lo spero!- intervenne una voce famigliare alle ragazze.
Era Holly, apparsa da una porta laterale, probabilmente che dava su una stanza adibita a ufficio del Boss.
-Ehy bellissima!- la salutò Madison sollevando il canovaccio.
-Menomale che siete arrivate! E’ un piacere rivedervi ragazze. Amelia, che grande che sei diventata-
-E’ Amelie, è più bello- la corresse la castana ridendo, prima di correre incontro alla cugina e abbracciarla.
-Cosa ti serve? Delle bariste?- domandò Catherine, arrivando subito al sodo.
-Intraprendente- commentò scherzosa Holly. –Comunque si, potete?-
-E lo chiedi?- esclamò Madison tornando al di qua del bancone con un altro salto. –Io sono nata per fare la barista sexy-
-Anche io!- si fece avanti Amelie.
-Non hai ventuno anni, potrebbe essere un problema- fece notare Catherine, troppo realista per i gusti di tutti. –E potrebbe anche essere un problema di tutte noi se i rettori del college vengono a sapere che lavoriamo come bariste in un locale di notte-
Holly si rattristò perché pensandoci bene avrebbe potuto mettere davvero nei guai le sue cuginette. Madison tirò una gomitata a Catherine che strillò.
-Io ho un’idea!- intervenne Amelie, furba. –Perché non ci inventiamo delle identità da usare qui in questo locale? Catherine, tu potresti essere Cat e tu Madison Mad. Io invece sono Amy e ho 21 anni-
-Certo, e sul documento invece ne hai ancora venti.- incrociò le braccia la rossa.
Amelie tutta soddisfatta si mise a frugare nella propria borsa e tirò fuori un documento falso dove c’era scritto che si chiamava Amy ed era maggiorenne. Le tre ragazze rimasero sorprese e la prima a parlare fu Madison. La ragazza guardò la cugina e aprì le braccia in segno di resa.
-Ti toccherò assumere una rossa, una mora e a quanto vedo una bionda!-
-A una condizione!- si intromise, per l’ennesima volta, Catherine.
Una strana luce furba negli occhi, quasi insolita dato il carattere pacato e risolutore della rossa, fece si che le altre tre ragazze la guardassero con interesse, pronte a sentirsi dire la cosa più impensabile.
-Dimmi, ti ascolto- la sollecitò Holly.
-Il nome del locale. Quello che ha non si può sentire. Io proporrei qualcosa di più accattivante. Che ne dici di “VanityFox”?-
FINE FLASHBACK
 
…E le ragazza avevano del talento per questo nuovo lavoro. Non erano comuni bariste, erano in grado di mandare in visibilio i clienti, incantandoli con balletti e esibizioni di canto per poi fargli spendere tutti i soldi in loro possesso al bancone del bar. Più bevevano, più guadagnavano. Ogni ordine era uno spettacolo acrobatico tra salti, ruote e bottiglie per aria prese al volo.
Capitava che facessero prendere fuori all’alcool e allora c’erano anche spettacoli pirotecnici che per ora erano sempre andati bene. Nessuno dei loro compagni di università sapeva delle loro identità nascoste e loro stavano ben attente a non farsi scoprire.
-Ragazze, siete pronte?- urlò dal piano di sotto Catherine
-Se Madison mi lasciasse la piastra!-
-Se Amelia mi desse i miei trucchi!-
La mezzana, dal piano di sotto, sbuffò spazientita. Quelle due erano impossibili. Finalmente dopo altri 10 minuti erano tutte pronte a recitare la parte delle studentesse sfigate. Perché così erano considerate a scuola da loro.
Madison si mise al volante della mini coupé con la bandiera inglese e le sorelle presero posto una accanto a lei e l'altra nel sedile posteriore. In pochi minuti, dopo qualche manovra tra il traffico newyorkese, furono nel campus della loro università.
-Ragazze, guardate là!- esclamò Amelie indicando verso un gruppo di ragazzi.
-E che cazzo, ma non è possibile!- sbottò Madison rassegnata ormai a tutto quello.
-Se il buongiorno si vede dal mattino....- sospirò Catherine controllando nella borsa di aver preso tutti i libri.
-…Sarà una giornata di merda- concluse Madison parcheggiando e scendendo dall’auto seguita dalle sorelle.
Davanti all'entrata di una delle facoltà c'era il solito gruppetto di quattro montati, i classici fighetti  freschi di confraternita che ci sono in ogni università. Facevano parte della squadra di baseball e quel Malik ne era anche il capitano. Gli passarono di fianco, tenendo lo sguardo basso e ignorandoli. Una frase però non sfuggì alle orecchie di Amelie.
-Ho sentito di un locale niente male. Il VanityFox, dicono che le bariste sono la fine del mondo-
Amelie lanciò un'occhiatina alle sorelle che sorrisero divertite. Se solo avessero saputo che erano loro quelle “fighe”. Si diressero verso la sala comune, chiacchierando sommessamente prima di doversi salutare per le lezioni.
-Che ora avete?- chiede Catherine, controllando la sua piccola agendina color verde-acqua che aveva appena tirato fuori dalla borsa.
-Matematica avanzata...- ringhiò Madison. Provava un certo odio per quella materia e per il professore che continuava ad andare troppo veloce.
-Io storia dei padri pellegrini- rispose Amelie sbuffando. –E tu?-
-Letteratura comparata con quel somaro di....-
-Guardate chi si vede? Il trio delle sfigate!- si sentì urlare all’improvviso.
-Styles- conclusero insieme le tre sorelle, riconoscendo al volo quella voce poco gradita.
-Buongiorno anche a voi... stavo per dire splendori, ma a vedervi non si direbbe proprio- gli diede corda Malik che era subito dietro il ragazzo riccio, seguito dal resto della compagnia.
-Ma quanto siete spiritosi- gli rispose Madison, fulminando il pakistano con lo sguardo.
-Abbassa lo sguardo, Walker- la minacciò Horan con un cenno del mento, sfidandola a non ascoltarlo.
Una mano di Catherine si posò sulla sua spalla, cercando di calmare la sorella maggiore. Dovevano stare alle regole del gioco. Styles fece uno sgambetto ad Amelie, facendola cadere a terra insieme ai libri.
-Ehy! Razza di idiota!- urlò Madison, che non ci vedeva più dalla rabbia.
Non fece in tempo a fare un passo verso la sorella, che si trovo sbattuta contro al muro.
-Attenta come parli, Walker Senior. Ricordati a chi devi portare rispetto- le soffiò a pochi centimetri di distanza, Malik.
Dopo un'occhiata di puro disprezzo se ne andarono ridacchiando.
-Amelie, stai bene?- chiese Catherine, avvicinandosi alla minore.
-Sì, ormai non mi fa nemmeno più male-
-Madison, che ti è saltato in mente?- si rivolse a lei Catherine una volta che ebbe accertato che la sorellina stesse bene.
-Non ce la faccio più, Catherine. Dover fare la parte della sfigata sottomessa non fa per me.- rispose passandosi nervosamente una mano tra i capelli scuri.
-Lo so, ma è la regola. Dopo quell’evento di qualche anno fa è così, lo sai. Se ci ribelliamo è possibile che ci scoprano e spifferino a tutti del nostro lavoro.-
-Ancora non capisco cosa ci sarebbe di male- sbuffò Amelie.
-Se dovessero sapere che sei l'Amy del Vaniti Fox, la tua reputazione passerebbe da sfigata a puttana- risponde Madison immediatamente.
-Detto un po' troppo alla "Mad" ma è così- aggiunge Catherine, ridacchiando divertita.
L’orologio del campus batté l’ora e le tre sorelle furono costrette a separarsi per seguire le rispettive lezioni.
 
Anche quella giornata di università era finita e le sorelle Walker si ritrovarono davanti a una buona tazza di caffè nella sala ritrovo.
-Aaah... sono distrutta...- si lamentò Amelie, scivolando su una delle sedie.
-A chi lo dici- sbuffò Catherine imitandola.
-Com'è che di solito sono io quella ridotta in quelle condizioni?- ridacchiò Madison sedendosi davanti alle sorelle e sorseggiando il caffè bollente.
-Sopporta tu Horan per due ore di fila- rispose Catherine.
-Horan si è seduto di fianco a te?- chiese scioccata Amelie, mettendosi dritta sulla sedia sentendo quella notizia
-Purtroppo sì, che palle-
-Povera sorella- commentò Madison, abbracciando l’aria drammaticamente poiché non aveva la sorella sotto tiro.
-Forza, andiamo a casa- le spronò Catherine che non vedeva l’ora di uscire da quell’edificio.
Fecero per lasciare la sala, ma immancabilmente Catherine andò a scontrarsi contro qualcuno. E puoi dire le tue preghiere se quel qualcuno è Liam Payne.
-Ma che cazz... ancora voi Walker?- sbottò, guardandole male.
-La lezione di stamattina allora non vi è bastata- ridacchiò Horan scrocchiandosi le nocche delle mani.
-Sentite come ve lo dobbiamo dire? Non vogliamo guai- sbuffò Catherine cercando di fare la diplomatica.
-A quanto pare non sembra, visto che vi abbiamo costantemente tra le palle- rispose Malik, incenerendo Madison con lo sguardo.
-Siete voi che siete ingombranti- gli rispose a tono lei, incapace di tacere.
-Sta attenta Walker, potrei farti molto male- la minacciò. Come se fosse una novità.
-Bla, bla bla, quanto parli...-
Amelie e Catherine la guardarono con occhi e bocche spalancate. Stava disubbidendo a tutte le regole. Se continuava così si sarebbe fatta scoprire!
-Non finisce qua- la minacciò il ragazzo con sguardo freddo, prima di allontanarsi con il suo gruppetto.
-Stai giocando con il fuoco, Madison- l’avvertì Catherine.
-Ma non sarò io a bruciarmi- sorrise lei per rassicurarla.
Amelie rise, adorava quel lato della sorella. Le ragazze uscirono finalmente da lì e raggiunsero l’auto. Salirono in macchina e tornarono a casa. Avevano tante cose da fare per prepararsi alla serata e poco tempo per farle tutte.
 
Dopo aver mangiato iniziano a prepararsi.
-Amelia, se vuoi che ti tolga il colore, muoviti!- urlò Mad dal bagno, aspettando la sorella.
-Arrivo, sorellona! E sono AMELIE- le rispose a tono lei, catapultandosi su per le scale, lasciando Catherine a sistemare la cucina.
Amelie stava piegata sul lavandino, mentre Madison, dopo averle bagnato i capelli, sparse in modo omogeneo lo shampoo sui suoi lunghi capelli marroni e in poco tempo tutto il colore che quella mattina la ragazza si era applicata, tutta roba naturale ovviamente, se ne andava giù per lo scarico.
Dopo circa 25 minuti Amelie non è più castana e liscia, ma bensì bionda e riccia.
-Wow, sorellona sei sempre più brava!- esclamò Amelie, guardandosi allo specchio e mettendosi in posa.
-Cosa faresti senza di me?- recitò Madison, prima di essere coinvolta in un abbraccio dalla sorellina.
-Ti voglio bene, sei la migliore- disse dandole un bacio sulla guancia.
-Vai ad aiutare Catherine e mandamela qua, che tocca a lei-
Le sorelle si diedero il cambio e Madison procedette a camuffare anche l’altra sorella, questa volta con una tinta sul rosso-fuxia applicabile con dei semplici pennarelli per capelli. Dopo pochi minuti, una dozzina, anche Catherine era perfetta con capelli mossi e con riflessi fuxia.
Madison, invece, si fece applicare delle extension azzurre e si pettinò i capelli sistemandoli tutti solo su un lato, lasciandoli cadere morbidi su una spalla.
Quando le tre ragazze buttarono un'occhiata all'orologio erano già le 16 e 30: avevano solo un'ora e mezza per vestirsi e truccarsi. Pantaloni jeans rigorosamente corti, scarpe comode da ginnastica coordinate con le t-shirt corte che indossavano. Qualche bracciale, orecchini non troppo lunghi per evitare appigli indesiderati e, per Madison, tatuaggi in bella vista.
Alle 18 le nostre ragazze erano tutte e tre splendide e completamente trasformate. Non erano più le tre studentesse considerate delle sfigate che avevano fatto una brutta figura a una festa per matricole e il cui video era ovunque in rete. No, ora erano tre ragazze di una bellezza disarmante e pronte a fare impazzire i loro clienti anche quella sera.
Perché le sorelle Walker in realtà sono Le Ragazze del Vanity Fox!
  
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