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Autore: La Tigre Blanche    13/03/2016    2 recensioni
[Fafiction pseudostorica: a ogni peccato corrisponderà una data più o meno precisa collegata ad esso. Ha un ordine cronologico ed è ambientata tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVII circa(?). Accenni a qualche paring, perché se l'OTP chiama, io rispondo- Spero vi piaccia!]
Superbia, Avarizia, Accidia, Ira, Ingordigia, Invidia e Lussuria. Sette peccati, un solo peccatore: Spagna. Perché anche chi ha sempre un bel sorriso stampato sul volto ha un lato oscuro. E Antonio ne è l'esempio più lampante.
1. Soberbia.
2. Avaricia.
3. Pereza.
4. Ira.
5. Glotonerìa.
6. Envidia.
7. Lujuria.
"« Pensavo che—»
« Che cosa? » Il tono di voce di Prussia suonava così dannatamente sbagliato – era esasperato, sofferente, non l’aveva mai sentito così; « Che volessi solo portarmelo a letto? Le persone non sono solo corpi da scopare, Spagna! » esclamò con una punta di rabbia – la sua però era una rabbia triste che strideva con l’immagine classica del prussiano sorridente, e ciò lo destabilizzò a tal punto da mettersi sulla difensiva. [...]
« Questo, Prussia, non vale per me. »"
*
SpUk | SpAus | PruAus | PruSpa
Genere: Angst, Dark, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Spagna/Antonio Fernandez Carriedo
Note: Lime, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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3. Accidia – Pereza

{Inghilterra/Spagna  – 1558-1559}

 

« No. »

Il sorriso di Spagna si incrinò appena. Socchiuse lievemente gli occhi e piegò il capo di lato, certo di aver capito male:

« ¿Como? » Chiese infatti, il volto illuminato da un sorriso dolcissimo – le iridi smeraldine avevano uno sguardo così buono e speranzoso che Inghilterra si trovò col fiato mozzato. Si schiarì la voce e prese un respiro profondo, volgendo lo sguardo fuori dalla finestra:

« Non… penso sia il caso di sposarci nuovamente. Il corpo di Mary Tudor è ancora caldo ed Elizabeth non credo sia pronta ad un matrimonio con Felipe. » All’udire quelle parole, il sorriso si spense poco a poco, fin quando sul bel volto di Antonio non rimase altro che un’espressione confusa:

« Possiamo aspettare, insomma, noi ci amiamo, non vedo perché non dovremmo risposa—

« No! » Lo interruppe bruscamente Arthur, con un tono di voce quasi esasperato; « Antonio… » qui Inghilterra prese un sospiro profondo, per poi alzare lo sguardo verso l’altro – e Spagna si sentì morire dentro quando negli occhi del suo amato non vide altro che gelo, semplice gelo; « Io non ti amo. E non ti sposerò di nuovo. »

 

Antonio piegò il capo di lato, scure occhiaie che incorniciavano i suoi occhi smeraldini, persi nel vuoto. Si sistemò meglio sotto le coperte e lasciò scivolare una mano oltre il materasso, lasciandola dondolare nel vuoto. Le parole pronunciate da Inghilterra erano state nient’altro che mero veleno per il suo cuore – aveva sentito chiaramente il fiele che avvolgeva la sede dei propri sentimenti, la stritolava, la distruggeva, riducendola in brandelli. Aveva assimilato il significato intrinseco di quelle parole un poco alla volta e la sensazione provata era stata simile alla somministrazione in dosi di un amaro farmaco mortale. In un attimo, Arthur aveva sgretolato una delle sue più radicate convinzioni. L’amore di Inghilterra era una delle poche cose davvero importanti per lui – era un qualcosa di concreto in cui credere, la sua unica luce in quel mondo di tenebre – e il vedere smentita questa sua verità lo aveva annullato nel suo intimo, aveva spento quell’ultima fiammella di umanità rimastagli in petto.

Aveva passato ore infinite nel letto, digiunando completamente, lo sguardo vacuo puntato verso la finestra, immerso nella più totale apatia. Non sentiva nulla, semplicemente non riusciva a provare un qualcosa di diverso dall’indifferenza totale nei confronti del mondo esterno. E, immerso tra le sontuose coperte del proprio baldacchino, una mano penzolante dal materasso, continuava a chiedersi il senso di tutto ciò: perché continuare a vivere se la ragione della sua vita lo aveva tradito in quel modo?

Poi accadde: la presa salda di una manina gli strinse l’indice, e il gesto fu accompagnato da piccoli e silenziosi singhiozzi. Spagna mosse il capo, sporgendosi dal materasso per intravedere il visetto arrossato di Romano – il piccolo piangeva silenziosamente, le sopracciglia aggrottate e le lacrime che scorrevano in caldi fiotti lungo le morbide colline delle sue guance.

« P-per favore… » Pigolò il Sud Italia, i singulti che gli scuotevano le membra delicate; « per favore, non abbandonarmi, bastardo! » esclamò più forte e altri lacrimoni gocciolarono dalle ciglia scure e folte; « Io… io ti voglio bene… » e lo sguardo ambrato si abbassò, le gote che si coloravano di rosso per aver messo da parte il suo orgoglio in quel modo.

E Antonio abbozzò un sorriso lieve e stanco, il primo dopo giorni – Romano era la sua adorata colonia, il suo prediletto, e vederlo in quello stato gli scaldò il cuore. Allungò una mano e gli carezzò debolmente i capelli:

« Va fuori a giocare, Romano… » mormorò, per poi voltarsi e dirigere lo sguardo oltre la finestra, quel sorriso che, seppur sbiadito, ancora gli ornava le labbra. E, per un attimo, il mondo gli parve meno grigio. Fu solo una scintilla nel grigio della propria egoistica indolenza, un bagliore che venne subito divorato avidamente dal proprio oblio ovattato – e il pianto sempre più isterico di Romano arrivava lontano, troppo lontano per poter essere considerato.

 

 

 

Angoletto spagnolegg—ah, no, giusto. Spagna non può parlare in spagnolo con altre nazioni perché non capirebbero nulla. E, poiché la lingua per le comunicazioni in quel tempo era il latino ed io col latino mi prendo a cazzotti, ho deciso di mantenere il tutto in italiano. uvu

 

 

Note pseudostoriche sconclusionate:

 

LA MIA OTP, OMAIGOSH PERCHE’ CONTINUO A FARMI DEL MALE IN QUESTO MODO?!

Ok, detto questo, passiamo pure ai riferimenti storici che, ahimè, mi colpiscono dritta nel mio corazòn anglospagnolo(?). Inizio col dire che nel 1558 Maria I Tudor detta la Sanguinaria, moglie di Filippo II di Spagna eccetera eccetera, muore per un tumore – pace all’anima sua. Fin qui tutto bene, se solo il bel Filippo(???) non avesse deciso di proporre un matrimonio a Elisabetta I per mantenere saldi i rapporti tra Spagna e Inghilterra. Ecco, il punto è questo: Elisabetta non ha manco risposto alla sua proposta. Neanche un “ti vedo solo come un amico”, nada de nada. Da qui non vi dico i filmini mentali angst che sono andati a sfogarsi in parte in questo capitolo, in parte in una storia scritta tempo fa che potete trovare QUI. Il capitolo è il più lungo e, come avete notato (wow) ha una sorta di intro, necessaria per capire il contesto insomma! ^^”

Spero di aver centrato il peccato, non è stato facile far sembrare Antonio uno stronzo egoista che pensa solo a deprimersi e a far la vittima (povero il mio ciccino culattone(?)) e spero di essere riuscita nell’impresa! Uvu

Al prossimo capitolo, besos,

 

La Tigre Blanche

   
 
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