Storie originali > Introspettivo
Segui la storia  |       
Autore: Luxovica    18/03/2016    1 recensioni
Parla di alcuni ragazzi che sperimentano cose nuove,da qui il titolo 'la prima volta'. Sono giovani,spensierati,innamorati,ribelli,come tutti i ragazzi di oggi,come me. Questa storia infatti prende spunto da cose realmente accadute a me,o ai miei amici. Ci sono le prime volte di tutti i personaggi,prime volte in ogni campo. Sesso,droga,alcol ecc. Parlano della vita dei ragazzi di oggi,di ieri,di domani. La dedico alle mie amiche.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

DAVIDE

Ero riuscito a dimenticarla,finché un giorno non l'ho rivista per strada. Stava guardando una vetrina dall'altra parte della strada,era bellissima,come sempre. Aveva i capelli biondi,ma non quel biondo comune,un biondo sul castano chiaro,un biondo stupendo,legati in una coda. Indossava un vestitino blu,delle converse bianche e,una borsetta bianca. Me la ricordavo quella borsa,l'avevamo comprata insieme.

Mi aveva respinto,non ricambiava i miei e stessi sentimenti e,non l'avevo più vista da quel giorno. Mi aveva spezzato il cuore e non glie lo avevo perdonato. So che a 18 anni hai tutta la vita davanti,ma in quel momento,mi era crollato il mondo addosso,la vita mi era scivolata via dalle mani. Non avevo più il controllo,ma sapevo che a 18 anni non si ha il controllo di niente.

Ci siamo conosciuti a scuola,io in quinto,lei in terzo.  L'avevo notata subito,il primo giorno di scuola. Era meravigliosa nei suoi jeans grigi attillati,nelle sue vans alte nere,e nella sua maglia nera. Capelli biondo-castano,pelle bianchissima,labbra rosse e carnose,occhi nocciola da cerbiatto,naso alla francese e il sorriso più bello che io avessi mai visto. 

Non sapevo cosa fare,non sapevo come fare per conoscerla. C'è voluto un mese per farmi coraggio e presentarmi e non fu così semplice. Di solito mi viene naturale presentarmi,parlare o provarci con le ragazze,ma con lei ero bloccato,non so perché.

Poi un giorno ne parlai con un mio amico,il più discreto forse. Francesco. Si era trasferito da poco,ma eravamo diventati subito amici,mi fidavo di lui. E poi con gli altri di queste cose non ne potevo proprio parlare. Escogitammo un piano e,alla ricreazione di quello stesso giorno,l'avremmo messo in atto.

Lei era con delle amiche,seduta sulle scale vicino ad una di loro. Una con i capelli rosso naturale,alta,magra,bella anche,ma non quanto lei. Si chiamava Maria Sole,ma le amiche la chiamavano Sole e,faceva parte del piano per conquistare la ragazza dei miei sogni,anche se lei non era al corrente. 

Io e Francesco arrivammo alle scale,ci mettemmo davanti a loro e mi bloccai. Fortunatamente lui se ne accorse in tempo e iniziò a parlare al posto mio. «Ciao,mi chiamo Francesco e lui è Davide»disse porgendola mano a Sole. Dopo qualche secondo mi affrettai a dire«E voi?Come vi chiamate?» 

Sole rispose«Io Sole,lei Viola.»

VIOLA,che nome stupendo pensai. 

Francesco,attenendosi al piano disse,con molta nonchalance«Stasera c'è una festa,al B2,un locale vicino Termini. Vi va di venire?»

Viola e Sole si guardarono per un po',poi quest'ultima rispose «Ok dai,va bene. A che ora?»

Questa volta cercai di rispondere io,ignorando il battito accelerato del mio cuore. 

«Alle 22:30. Ci…ci incontriamo lì davanti?»

Le ragazze si guardano di nuovo e poi ci guardano.

Viola rispose«Ok,allora alle 22:30,davanti al B2.» Lo disse con la voce più bella del mondo. Poi ci salutammo. 

Era strana la sensazione che provavo in quel momento. Avevo avuto tante,tantissime ragazze,ma non avevo mai provato nulla del genere. Sembrava felicità,vera felicità,cosa che in 18 anni non ero mai riuscito a sfiorare nemmeno con un dito. Una ragazza,una sconosciuta,mi aveva reso felice,per pochi secondi di conversazione,come era stato possibile? Non ho mai creduto all'amore a prima vista e,non ci credo ancora,perché so perfettamente che non esiste. Ma quello gli somigliava. 

Ero spaventato. Provavo qualcosa di nuovo,qualcosa di diverso,qualcosa di ingestibile. Non riuscivo a togliermi quel sorriso da ebete dalla faccia,che mi faceva sembrare un coglione. Non riuscivo a far smettere quella sensazione nello stomaco,che tutti chiamano comunemente farfalle.

Quella sera ci incontrammo davanti al B2,all'orario stabilito,ci salutammo e poi entrammo. Era bellissima,come sempre. Tutina nera,calze nere,cardigan nero e la cosa bella,è che indossava le scarpe basse,nere. Amavo sempre di più quel colore. 

Una bella serata. Abbiamo ballato,bevuto,ci siamo divertiti. 

A quella serata ne seguirono altre e,altre ancora. Diventammo un gruppo. Io,Francesco,Viola,Sole,Gabriele,Federica,Lorenzo e Denise. Un gruppo fatto di persone diverse,ma che si amalgamano bene. 

Poi un giorno il fattaccio. Dopo alcuni mesi che tenevo i miei sentimenti chiusi in una scatola,nel fondo del mio cuore,sono cresciuti sempre di più. Non mi ero mai innamorato,ma lei era diversa,l'avevo capito subito,dal primo sguardo. Quindi,un giorno,presi tutto il coraggio da ogni parte del mio corpo e le andai a parlare. 

Ero agitato come mai prima. Confessare i tuoi sentimenti ad un'altra persona,significa mettersi a nudo,confessare le tue debolezze,le tue paure. Significa condividere una parte di te. 

Quel giorno pioveva,e non avevo l'ombrello,avrei dovuto capire che quello era un segno. Dovevo capire che sarebbe stata una giornata di merda. 

Andai sotto casa sua,suonai e poi lei scese. Perché? Perché era così fottutamente bella? Le gambe iniziarono a tremare,appena usci dal portone del suo condominio. Un palazzo non molto alto,sul rosa,con i balconi pieni di fiori viola. Tutti per lei.

Ci mettemmo sugli scalini,riparati dai balconi del palazzo. Iniziammo a parlare tranquillamente e poi non ce la feci più. «Senti,io devo dirti una cosa importante»dissi.

«Dimmi»rispose. 

Il mio cuore batteva così forte,talmente forte che credevo di vomitarlo. Spensi la sigaretta sul marciapiede,mentre lei continuava a fumare la sua e,non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso.

Poi finalmente,dopo un silenzio molto imbarazzate dissi«io..io ho capito una cosa che riguarda te…e anche me. Noi.»

«Cioè?»si limitò a dire spegnendo la sigaretta.

«Io credo di essermi innamorato di te. Anzi lo so.»

Ci fu un altro vuoto,molto più imbarazzante del precedente. Non diceva nulla. Guardava per terra ed io guardavo lei.

«So che non te lo aspettavi»ero riuscito a dire solo questo. Lei abbozzò un sorriso,che mi fece crollare il mondo sotto i piedi. E pensai che ormai il peggio era passato,la cosa più difficile l'avevo detta. La figura di merda,nel peggiore dei casi,l'avevo già fatta,perciò,cosa avevo da perdere? In quel momento mi venne l'ispirazione. Avevo mille cose da dire,ma non sapevo come dirle. E poi pensai -vaffanculo,le dico.-

«Dal primo giorno che ti ho vista ho capito che eri diversa. Nessuna ragazza mi aveva mai fatto quell'effetto. Ti ho vista da lontano,ti ho osservata per più di mese da lontano e,poi mi sono fatto coraggio per parlarti. 

Il tuo viso è…perfetto. I tuoi occhi nocciola mi incuriosivano,mi incuriosiscono,nascondono qualcosa,ne sono certo. Le tue labbra,rosse e carnose,bellissime,nascondono il tuo sorriso,che è ancora più bello. Sei tutta bella.

Ok,non ho la reputazione da bravo ragazzo lo so. Sono uno stronzo. Mi scopo le ragazze per il gusto di farlo. Ma quando ti ho vista…quando ti ho vista la prima cosa che ho pensato non è stata portarti al letto. Ho pensato a me e te allungati sotto un albero,con una canna magari,che ci sta sempre bene,mentre parliamo di tutto. Ho pensato a noi due a Via Del Corso a fare shopping. Tu che entri in tutti i negozi e io che tengo le buste. Ho pensato a quelle labbra e,a come sarebbe bello baciarle delicatamente,come quando mi rado la barba,con tutta la dolcezza del mondo. Non so perché il mio cuore abbia scelto proprio te,ma non ci posso fare nulla,è vero quando si dice che al cuore non si comanda. E non so nemmeno perché continui a guardarmi,senza dire una parola,facendomi sentire un perfetto imbecille. Viola,io ti amo. L'ho detto. E in realtà mi è sembrata la cosa più facile del mondo. Ora,ti prego,dì qualcosa.»

Rimase in silenzio qualche altre secondo,guardando la pioggia che cadeva sull'asfalto. Poi mi guardò,mi sorrise e disse«Sei una delle persone migliori che abbia mai conosciuto,non sei affatto uno stronzo…ma scusami. Si non me lo aspettavo,hai ragione e,so che tu non ti aspettavi o almeno non speravi questa risposta. Davide,io ti voglio molto bene,ma ti vedo solo come un amico. Mi sento io una perfetta imbecille,una stronza,ma lo hai detto tu,al cuore non si comanda. Vorrei che rimanessimo amici,ma so che per te non sarà facile,perciò lascio la decisione  a te. Qualsiasi cosa deciderai andrà bene,anche se significherebbe perdere un amico fantastico come te. Mi dispiace veramente tanto.» 

VAFFANCULO. Avrei voluto dirle solo questo,ma non dissi nulla,me ne andai e basta. Mentre mi allontanavo sotto la pioggia,mi chiamò,ma non mi girai. Piansi. Piansi per una ragazza,come cazzo è possibile? Di solito sono loro che piangono per me. Sarà il Karma. 

Friendzonato capite? Che cagata di giornata. 

Fortunatamente le lacrime si confondevano con la pioggia,così mi sentivo meno coglione. 

Avevo dichiarato i miei veri sentimenti per la prima volta ed ero stato respinto,per la prima volta. Sentivo il mio cuore implorarmi di far smettere quel dolore lancinante,ma non potevo farci nulla,mi sentivo peggio di lui. Mi sentivo uno schifo. Ero solo un diciottenne come tanti altri,che soffriva per amore,come tanti altri e,che pensava che l'amore poteva beatamente andarsene a fanculo,come molti altri. Il primo amore e la prima delusione amorosa,i primi di una lunga serie. 

Avevo detto ti amo per la prima volta,con le migliori intenzioni,ed è come se mi avessero sputato in un occhio e preso a calci dappertutto. La creatura più bella dell'universo,aveva buttato nel mio piccolo mondo,una bomba atomica. Quando si sarebbe riparato tutto? Quando sarei andato avanti? In quel momento pensavo che non sarebbe successo mai. E purtroppo,dopo averla rivista oggi,ho capito di pensarlo ancora. 

Avevo cambiato scuola,avevo cambiato gruppo,tornando a quello vecchio,e locali,per non vederla più. Esagerato lo so,però dovevo. 

E poi eccola,di nuovo sul mio cammino,di nuovo nella mia vita. Bellissima come sempre. Ed eccolo,è tornato anche il dolore più grande che avessi mai provato. Ed eccomi di nuovo a camminare senza fermarmi. Anche quando mi ved,e grida il mio nome.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Luxovica