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Autore: Heya_17    20/03/2016    2 recensioni
«Sai, tutti parlano di te a scuola» disse un giorno Sarah, tra una chiacchiera e l’altra. «Spesso fermano me o Cole per i corridoi e ci chiedono come stai. Io rispondo sempre che presto ti risveglierai, mentre Cole ignora la domanda e passa avanti. Ho paura che lui stia perdendo le speranze, ma io non lo farò, amica mia!» Tirò su con il naso e riprese a parlare. «Abbiamo così tanti progetti da realizzare: il college, sposarci, avere una famiglia… Non puoi rinunciare a tutto questo. Mi avevi promesso che saremmo rimaste per sempre insieme e che avrei fatto da testimone al tuo matrimonio con Cole e tu al mio con non so ancora chi.» La sua voce cominciò a tremolare. «Tu mantieni sempre le tue promesse. Ti prego, Ingrid, svegliati!»
[...]
Tutti mi dicevano – alcuni con certezza e altri un po’ più insicuri – che presto avrei riaperto gli occhi, ma fui costretta a deludere le loro speranze, perché il 13 maggio 2013 morii.
Ho lottato per loro, lo giuro. Ho provato ad essere forte come loro mi chiedevano, scongiuravano, provai a mantenere la promessa fatta a Sarah, ma non ci riuscii.
- Tratto da "Prologo - L'incidente."
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Fra due parossismi si torce il filo della nostra sorte: lo scandalo del morire e l'eufemismo del vivere.»
- Gesualdo Bufalino, Il malpensante.

 


La vita è un susseguirsi di avvenimenti, potrebbe somigliare ad un libro di cui noi siamo gli scrittori. Siamo noi a decidere cosa vogliamo che accada e cosa no o, almeno, questo è quello che vorrebbero farci credere gli scrittori smielati come Nicholas Sparks.
La verità è che non siamo noi a scegliere cosa ne sarà del nostro futuro ma quell’entità che tutti chiamano destino.
A qualcuno il proprio destino piace, sembra fantastico e non vorrebbe che nulla cambiasse di ciò che gli ha riservato per la propria vita. Sì, sto parlando di gente come Paris Hilton. Però ci sono persone a cui il destino fa schifo.
In realtà, questo destino è imprevedibile. Sa essere buono, ma allo stesso tempo crudele. E' sempre pronto a farti qualche sorpresa inaspettata, bella o brutta che sia.
Io non potevo lamentarmi. Vivevo la vita di una normale adolescente, avevo una famiglia che mi amava, una bella casa in un quartiere tranquillo a Pittsburgh, degli amici sempre disponibili per me, ero una cheerleader e avevo un’ottima media scolastica.
La sorpresa più bella che mi riservò il destino fu conoscere Cole. E' arrivato all'improvviso con il suo maglioncino blu notte, i suoi jeans e il suo bellissimo sorriso.
Ricordo ancora le sue guance rosse quando mi chiese timidamente di uscire con lui per la prima volta il secondo giorno del terzo anno. Era nervosissimo e probabilmente non si aspettava nemmeno che accettassi.
Il nostro primo appuntamento fu in un ristorante italiano, uno dei più costosi di Pittsburgh. Spese tantissimo per quella cena, nonostante non potesse permetterselo. Si comportò come un vero gentiluomo e non mi baciò neanche dopo avermi accompagnata a casa.
Il nostro primo bacio arrivò dopo un mese, mentre studiavamo, proprio come quel giorno.
Io e Cole eravamo a casa sua per studiare chimica. Lui era molto più bravo di me a scuola, anzi, era più bravo di me in tutto. Stavamo avendo una conversazione su atomi che si spostavano da un polo all’altro e quando controllai l'orologio, notai che ero già in ritardo per la cena.
«Devo tornare a casa, o mia madre mi ammazza» annunciai, alzandomi dalla sedia.
«Va bene, amore!» Anche Cole si alzò per accompagnarmi alla porta. «Chiamami quando arrivi a casa» disse, aprendo la porta.
«Come sempre!» Sorrisi, gli diedi un bacio sulle labbra e mi diressi alla macchina.
«Guida con prudenza!» concluse sorridente e consapevole del mio essere continuamente distratta e impacciata.
Io gli sorrisi ed entrai in macchina.

Erano le 7.30pm e c'era un traffico pazzesco. Ero sicura che mia madre mi avrebbe messa in punizione per un mese.
Mi arrivò un messaggio e come mi aspettavo era mia madre.

Da: Mamma.
Dove sei finita? Quando torni facciamo i conti!

Sapevo che fosse arrabbiata perché dovevo aiutarla con la cena ed ero in ritardo, però non era colpa mia se tutta Pittsburgh si riuniva per strada dalle 7 della sera.

A: Mamma.
Sono bloccata nel traffico!

Stavo per spingere invio, ma oltre il rumore insistente di un clacson e una luce bianca non ricordo più nulla di quel momento, ma sono certa che quel messaggio non arrivò mai a mia madre.

Ero stata vittima di un incidente stradale con un camion e venni portata d'urgenza in ospedale. Il camionista aveva avuto un colpo di sonno e non era riuscito a frenare in tempo.
Venni portata d’urgenza in ospedale piena di ferite sanguinanti e continuavo a dormire.
I dottori fecero il possibile per tenermi in vita e ci riuscirono.
Il mio cuore batteva, lentamente, ma batteva e i miei polmoni funzionavano con fatica.
L’unico problema era che continuavo a dormire. Il primo giorno il dottore spiegò ai miei genitori che non mi risvegliavo a causa del trauma cranico, ma dopo una settimana ammise che non era un buon segno che fossi ancora in quelle condizioni.
Suggerì ai miei genitori e chi mi veniva a trovare di parlarmi anche se dormissi. Di raccontarmi storie o cose simili. Io li avrei ascoltati sicuramente e magari un giorno avrei reagito.
Rimasi in coma per un mese e ogni giorno qualcuno mi parlava. I miei amici, parenti e anche gli infermieri chiacchieravano con me con un certo gusto.
Potevo sentire tutto ciò che mi succedeva attorno. Mia madre che piangeva e mio fratello che la consolava, mio padre che si arrabbiava con i medici perchè non riuscivo a risvegliarmi, loro stessi che studiavano le mie condizioni per capire se ci fossero progressi, Cole che si disperava e Sarah, la mia migliore amica, che tra tutti era quella che cercava di non perdere mai la calma e mi raccontava tutto quello che succedeva a scuola e in città. Sarah mi confidava scoop e segreti che solo lei riusciva a venirne a conoscenza. Mi disse anche del modo in cui aveva reagito la gente al mio incidente.
«Sai, tutti parlano di te a scuola» disse un giorno, tra una chiacchiera e l’altra. «Spesso fermano me o Cole per i corridoi e ci chiedono come stai. Io gli rispondo sempre che presto ti risveglierai, mentre lui ignora la domanda e passa avanti. Ho paura che stia perdendo le speranze, ma io non lo farò, amica mia!» Tirò su con il naso e riprese a parlare. «Abbiamo così tanti progetti da realizzare, come il college, sposarci, avere una famiglia… Non puoi rinunciare a tutto questo. Mi avevi promesso che saremmo rimaste per sempre insieme e che avrei fatto da testimone al tuo matrimonio con Cole e tu al mio con non so ancora chi.» La sua voce cominciò a tremolare.
No, Sarah, non piangere.
«Tu mantieni sempre le tue promesse. Ti prego, Ingrid, svegliati!» Poggiò la sua testa sulla mia mano calda. Sapevo che si aspettasse un colpo di scena simile a quello dei film in cui io mi sarei svegliata in quel preciso istante, ma non successe.

Cole veniva tutti i giorni dopo scuola e quando poteva anche la mattina. Si sedeva su una sedia al mio fianco, mi prendeva la mano e raccontava quello che faceva a scuola, agli allenamenti di basket, notizie a caso che sentiva al telegiornale… Finché un giorno non crollò.
«Perché non ti svegli, dannazione?» La sua voce sembrava quasi arrabbiata. Non potevo vederlo, ma ero sicura che avesse gli occhi lucidi e fosse diventato rosso in volto come ogni volta che si agitava in modo particolare. «Io non ce la faccio più a vederti in queste condizioni! Io ti amo e senza di te io non posso farcela. Non posso… non voglio… Sei la mia vita, l’unica ragione che mi manda avanti. So che puoi ascoltarmi, quindi sappi che qualunque cosa succeda, io ti amerò per sempre... Perché tu sei tutto ciò che ho sempre desiderato, Ingrid Handerson. Sei tutto!»
Oh, Cole! Quanto avrei voluto baciarlo e stringerlo a me in quel momento.
Tutt’oggi ricordo le parole di Cole e di tutte le altre persone che mi vennero a trovare in ospedale.
Tutti mi dicevano – alcuni con certezza e altri un po’ più insicuri – che presto avrei riaperto gli occhi, ma fui costretta a deludere le loro speranze, perché il 13 maggio 2013 morii. 
Ho lottato per loro, lo giuro. Ho provato ad essere forte come loro mi chiedevano, scongiuravano, provai a mantenere la promessa fatta a Sarah, ma non ci riuscii.

Al mio funerale un sacco di gente piangeva. La più addolorata tra tutti era mia madre, che si sentiva in colpa per essere stata arrabbiata con me mentre ero bloccata nel traffico.
«Non dovevo inviarti quel messaggio, piccola mia» disse una volta in ospedale, piangendo. «Perdonami per essere sempre stata così dura con te. Giuro che ti tratterò meglio d'ora in poi, lo giuro!» Però sapevo che non era colpa sua.

Non finii subito in paradiso o all'inferno, in realtà non ero nemmeno nel limbo. Per non parlare della luce bianca che si vede dopo la morte di cui tutti parlano, di quella nemmeno un fievole riscontro.
Continuai a tenere d'occhio tutte le persone a me care, soprattutto Cole che per tutta l'estate non fece altro che piangere e passare le sue serate in un pub a bere alcolici di tutti i generi e tornare a casa completamente ubriaco. Sua madre si era rassegnata dal farlo tornare il vecchio Cole, ma continuava a sperare che quello fosse solo un periodo di passaggio.
I miei genitori e mio fratello si trasferirono in un'altra città, a Lancaster per la precisione, perché secondo loro a Pittsburgh c'erano troppi ricordi e troppa gente che parlava di me.
Sarah per un po' si sentì disorientata e confusa, non avendo più un appiglio a cui mantenersi. Stette male per due lunghi mesi, ma poi venne aiutata da altre nostre amiche e si riprese nel migliore dei modi.
Sapevo che non si fosse dimenticata di me. Almeno una volta al mese si recava al cimitero davanti la mia lapide a lasciare dei fiori, piangendo.
Quanto bene le volevo e quanto mi mancava.

 

Salve!
Sono tornata su EFP sia con nuovi capitoli per la mia FF sui 5SOS che avevo cominciato e che per
motivi X dovetti sospendere sia con una nuova storia con personaggi e contesto inventati
completamente da me.
Spero vi piaccia e che la seguiate in tanti! :)
Per rimanere sempre aggiornati potete trovarmi su FB: Heya Efp.

Ps. Sto cercando qualcuno che possa crearmi un banner per questa nuova storia,
se qualcuno dovesse essere disponibile può contattarmi su FB o direttamente da questo sito! :)

Un bacio a tutti!

 

  
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