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Autore: Crazy_YDA    22/03/2016    4 recensioni
Jorge Blanco è il bellissimo ragazzo dagli occhi verdi, con i quali cerca la felicità ormai persa da tempo, senza rendersi conto delle possibilità di gioia che la vita gli offre.
Martina Stoessel è la ragazza misteriosa e frizzante che ha deciso di mettere le cose in chiaro nella sua vita, senza accettare distrazioni per evitare tutto ciò che possa assomigliare al dolore.
Ma cosa succede quando Martina salva il ragazzo dalle perfide acque marine?
Due animi completamente differenti uniti da un legame indissolubile, che li porterà a compiere pazzie mai sfiorate col pensiero prima d'ora. Ma davvero quanto può resistere la forza dell'amore dinanzi alle difficoltà?
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Francesca, Leon, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Vorrei solo un suo bacio" Esordì Jorge, rispondendo con un tono scherzoso -ma che realmente richiudeva dentro di sé un fondo di verità- alla richiesta espressa da un'indaffarata Martina. La Stoessel alzò il capo, scontrandosi con quello sguardo limpido, indagatore e spesso malizioso, ed ebbe la sensazione che fosse capace di scovare nel suo animo tormentato.
"Deficiente" Esclamò, roteando gli occhi, l'attraente barista, tradita dal suo viso che s'illuminò di un sorriso spontaneo e genuino che venne ricambiato calorosamente dal messicano.
"Quando hai la pausa?" Chiese Jorge, appoggiando i propri gomiti sul lungo bancone in marmo, costringendosi ad elevare il volto per guardare l'interlocutrice. Quest'ultima alzò le sopracciglia con un'espressione accigliata abbastanza buffa.
"Mi stai chiedendo un appuntamento implicitamente?" Rise, scrutando il ragazzo alzare le spalle intimidito. Le ricordò un tenero bambino che viveva in fondo la sua strada quando la madre gli chiedeva se volesse un abbraccio.
"Ti lascerò con quest'estenuante dubbio" Sentenziò Jorge, dondolandosi sui talloni e sorridendole beffardo. Sì, assomigliava proprio a quel bambino.
"Blanco dovrai arrangianrti. Questa bellezza qui presente ha solo 45 minuti di pausa" Gli sorrise amareggiata, servendo guardinga un caffé con latte al consueto vecchio cliente Rodriguez che inumidiva abitualmente i suoi grossi baffi bianchi con il liquido nerastro.
"Non dobbiamo forzatamente spostarci... Possiamo anche pranzare qui" Le fece un eloquente occhiolino, degno di dimostrare che persona perspicace fosse. Martina sorrise scuotendo il capo, così da ondeggiare la propria chioma.
"Va bene stalker... Non ti sopporto più" Sbuffò, spostandosi verso sinistra per prestare attenzione ad un signore sulla trentina con una camminata stramba.
"Aha, sì, come no psicopatica"
"Ehi! Io non sono psicopatica!" Ribatté, ponendo le mani racchiuse in due pugni sui fianchi e con gli occhi socchiusi a due fessure, indispettita. Il messicano scoppiò a ridere: era davvero molto carina alterata.
"Ehm, scusate, io starei aspettando il mio bicchiere d'acqua" S'intromise imbarazzato il cliente, sorridendo timidamente.
"Sì, scusate, questo ragazzo è un coglione"

"Ti sei già sporcata tutta" Jorge rise, guardando l'espressione confusa della ragazza.
"Oh, Blanco, non ci casco. Sono trucchi dell'800" Affermò la Stoessel, afferrando il tovagliolo immacolato per tamponarsi le labbra.
"Stoessel non so proprio cosa tu intenda" Rispose con un tono ironico, sopprimendo una risata.
"Sì, che lo sai! Io avrei detto 'Dove?', tu ti saresti avvicinato per pulirmi e tac!" Con un repentino gesto della mano colpì violentemente il tavolo, facendo sobbalzare il ragazzo. "...Mi avresti baciata!" Mimò con le dita la scena, come se fosse una burattinaia col suo piccolo tavolo come teatro. Jorge sghignazzò, portandosi una mano alla fronte sorpreso. Più scopriva quella ragazza e più si rendeva conto di quanto fosse speciale.
"E tu, cosa avresti fatto?" Le chiese furbo con voce roca, con uno sguardo trapelante. Martina trattenne il fiato incosapevolmente, lasciando lì quella domanda a dondolare leggera nell'aria come una piuma. Quelle parole l'avevano completamente spiazzata: come avrebbe dovuto comportarsi?
Jorge si inumidì sensualmente le labbra con la lingua, gesto che all'argentina non sfuggì, che rispose mordendosi il labbro inferiore. L'attrazione fisica che li legava come un sottile filo trasparente era palpabile, come anche il piacere di amarsi, perché in entrambi permaneva qualcosa di ancora ambiguo che andava oltre l'aspetto estetico, qualcosa d'inspiegabile che sorgeva costantemente come il sole.
Lo sguardo di Martina cadde sulle rosee labbra del messicano, e deglutendo, si riprese dal suo stato interdetto.
"Ti lascerò con quest'estenuante dubbio" Lo imitò gesticolando, per poi scoppiare entrambi a ridere.

"Allora Rugge, dobbiamo trovare un modo per lasciarli soli, senza una botta da noi due, il primo bacio se lo daranno nel cinquantesimo secolo!" Esclamò Lodovica, tenendosi al braccio destro del complice italiano. Quest'ultimo la guardò ridendo. L'aveva chiamato disperatamente come se tra un paio d'ore sarebbe arrivata l'epocalisse ed invece era solo preoccupata per la sua migliore amica.
"Va bene, ho già una mezza idea"
"Quale?" Chiese interessata la Comello.
"Tini vive da sola, giusto?" Domandò insicuro. La sua mente eliminava facilmente i particolari poco appassionanti.
"Sì, giusto" Annuì la ragazza, incitandolo a continuare con uno sguardo curioso da dolce bambina.
"Beh, potremmo semplicemente organizzare una serata tra amici in casa sua, come se fosse un pigiama party e con varie scuse lasciarli soli in casa. Facile ed efficace" Dichiarò compiaciuto di sé stesso e della sua brillante idea, come se avesse trovato la soluzione al buco nell'ozono.
"Mh, si può fare, come idea non è male. Sono d'accordo!" Affermò sorridendogli. E Ruggero, ammirandola, ebbe come un'improvvisa illuminazione.
"E dopo, che ne dici se rimanessimo soli io e te?" I due italiani si fermarono nel bel mezzo del marciapiede brulicante di persone allegre o infastidite.
"Non credo che farei bene ad accettare" Sussurrò la Comello, catturando tra i denti la parte interna della guancia sinistra.
"Lasciati andare" La esortò Ruggero con un tono basso e roco e le accarezzò la gote destra, che assunse un colorito rossastro. La ragione della corvina, forsennata, impiegò tutto ciò che fosse in suo potere per riportarla coi piedi per terra, ma il cuore, con la sua semplicità, era capace di qualsiasi cosa e, forse, troppo facile da ingannare e da rubare silenziosamente, senza aver bisogno di essere un ladro professionista.
"Sì" Sibilò, con il cuore a mille per l'emozione, riuscendo ad udire perfino i suoi battiti accellerati. Il ragazzo sorrise e ritirò lentamente la calda mano. Lodovica si risistemò, tossicchiendo imbarazzata.
"Ma ciò non implica che mi concederò a te. Il tuo amichetto non mi attraverserà" Gli rifornì una pacca scherzosa di conforto sulla guancia, sghignazzando per l'espressione delusa del Pasquarelli.
"Solo amicizia tra noi. Non sono una delle tante" Mise le cose in chiaro la ragazza, mentre ripresero il passo. Meglio prevenire.
"Io non ho mai detto niente" Ghignò Ruggero, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni attillati e neri come la pece. Lodovica gli rivolse uno sguardo divertito.
"Ah, vero, peccato che il tuo corpo dica tutt'altro" Alluse sagace alla serata al pub, sorridendo ironica. Ruggero capì realmente quanto fosse acuta la ragazza al suo fianco e ne restò alquanto affascinato: era pur sempre vero che andasse a letto con cervelli sottosviluppati e corpi ben formati, ma ciò non significava che l'astuzia non potesse ammaliarlo.
"Sei sicura che non sarai tu a chiedermi di prenderti?"
"Più che sicura" Rispose Lodovica con indiscutibile convizione.
Non sapeva quanto si sbagliasse.

"Vado anch'io. Lo sai, anche i miei genitori sono italiani e quando chiamano devo stare lì. Scusate, divertitevi nel frattempo voi due" Si congedò frettolosa la Comello, baciando i suoi beniamini ed allungando il passo per seguire Ruggero ed in fine chiudere la porta dietro di loro.
Martina urlò un "LODO VIENI SUBITO QUI!" invano, ormai l'amica del cuore l'aveva lasciata da sola, con un ragazzo. Quando udirono il rumore del chiudersi dell'entrata, l'argentina si voltò verso l'unico presente e gli sorrise a disagio. Jorge alzò le spalle, come a dire che non conoscesse i piani contorti dei due italiani.
"Ho un'idea: per conoscerci meglio potremmo giocare al gioco delle venti domande. Che te ne pare?" La Stoessel annuì leggermente con un quasi impercettibile cenno del capo e si domandò scioccamente perché in quel momento si sentisse così stupida e in netto imbarazzo, nonostante non fosse la prima volta che parlassero. La sua temperatura corporea era aumentata notevolmente, come una pentola disposta sul fuoco. Si guardò le gambe: indossava un paio di semplici pantaloncini neri e una leggera maglietta bianca senza maniche con suscritto 'Life is strange' in corsivo nero.
"Ti piace vivere qui da sola?" Irruppe il messicano, rompendo le barriere di silenzio. Martina lo guardò in volto, facendo appello mentalmente ai termini giusti da pronunciare. Anche solo una parola fuori posto e i sospetti avrebbero iniziato a tormentarla.
"Sì, credo che nella vita sia necessario essere in grado di assumersi le proprie responsabilità e vivere solo sul proprio sostegno è un grande passo" Strinse le labbra. Era riuscita a non far trasudare alcun sentimento, ora sarebbe stato semplice spostare la conversazione su altri argomenti che non la riguardassero troppo personalmente.
"Lo dici davvero molto seria, come se adorassi stare sola e non a caso non sei la gioia con le persone che cercano di esserti amiche. Sei così misteriosa Stoessel" Si passò la lingua sul labbro superiore, guardandola intensamente, quasi fosse una bellissima opera d'arte.
Un colpo verso la parte sinistra del petto. Era così fattibile intendere ciò che la turbasse?
"Neanche tu sei da meno. Provi sempre a rendere gli altri felici, come se in loro cercassi la tua felicità" Quelle parole le erano scivolate velocemente, come se fossero sempre state lì sulla punta della lingua ad aspettare solo di fuoriuscire. Jorge rimase sorpreso da quell'affermazione: era più furba di quanto credesse.
"Tu invece? Vivi con la tua famiglia, vero?" Chiese l'argentina, evitando ulteriori silenzi di frasi soppresse per timore di spalancare quella porta che conduce al cuore.
"Sì, con mia madre e mia sorella pestifera di otto anni" Dichiarò, sorridendo al ricordo delle donne che ama di più al mondo.
"E tuo padre?" Quando la Stoessel ragionò su ciò che la sua bocca aveva chiesto, si morse la lingua per autopunirsi. La sua curiosità aveva preso il sopravvento.
"No, cioé, non volevo impicciarmi dei fatti suoi" Si scusò, chinando il volto intimidita. Jorge le si avvicinò e le accostò una mano sulla spalla teneramente.
"Non preoccuparti. Anch'io sono interessato ai tuoi segreti, solo che sono riuscito a trattenermi, ma in fondo siamo sulla stessa sponda" La rassicurò, con un tono quieto e rasserenante, come un leggero venticello che soffia durante il mattino in una giornata di calore. L'argentina decise così di volgere il suo sguardo al ragazzo, procreando un nuovo bing bang di sentimenti sussurrati attraverso gli occhi.
"A quale età hai avuto il primo ragazzo?" Jorge si sentì ad un tratto invadente, ma in fondo era solo un gioco, giusto?
"Uhm, se ricordo bene all'età di tua sorella, con il mio compagno di banco, adoravano entrambi i panini di mia mamma" Risero, portando a galla ricordi quasi antichi che probabilmente avevano dimenticato.
"La mia prima ragazza è stata quando avevo all'incirca cinque anni. Mi scontrai con una bimba con grandi occhi azzurri davvero belli. E senza motivo le chiesi se volesse essere la mia fidanzata, lei, ovviamente, rispose di sì. Insomma, anche da piccolo ero un gran figo" Si pavoneggiò, passando la mano destra tra i capelli, quasi fosse un modello di alta classe. Martina gli tirò dei pop-corn caramellati che finirono per impigliarsi tra quella folta chioma. Mira errata.
"Oddio, scusa, volevo tirarteli solo addosso" Cercò di discolparsi, ma la rumorosa risata che ne seguì subito dopo la rese poco credibile agli occhi del messicano, che tentò di prelevare il cibo dai suoi venerati capelli, ma senza alcun risultato. La Stoessel gli si avvicinò gattonando e si alzò al suo livello per aiutarlo in quell'impresa zuccherosa.
"Ecco, sono tolti tutti, ma credo che adesso i tuoi capelli saranno non poco appiccicosi" Affermò Martina sghignazzando. Jorge la scrutò alzando il sopracciglio sinistro con uno sguardo furbo.
"Ah, ridi di me, neh?" Si allungò, afferrando una manciata di pop-corn per ricambiare il dispetto ricevuto. L'argentina si lamentò, e si azzardò a bloccare le forti braccia del ragazzo, che lasciarono andare quel cibo sprecato e l'avvolsero stretta, portandola sotto di lui. La distanza che separava le loro labbra era così diminuita che non poterono evitare di fare pensieri che le includessero. Martina perse un battito, era come trovarsi nell'esatto istante prima della caduta nel burrone. Buttarsi o ritrarsi?
"Forse è meglio alzarci, abbiamo bisogno di una doccia" Soffiò il messicano, allontanandosi. Il calore che improvvisamente avevano provato si dissolse, così come le loro immagini di quel bacio mancato.

"Non arraparti adesso, Rugge" Sibilò Lodovica, quando sullo schermo della televisione furono trasmesse scene erotiche. Il ragazzo sghignazzò divertito.
"Non ti conviene provocarmi" Il tono sottile e rauco solleticò il cuore della Comello, che trasalì. Quando la ragazza voltò il capo non si stupì di trovarsi così ravvicinata a quelle labbra allettanti. Tirò un sospiro di piacere: forse non avrebbe dovuto sottovalutarlo.
"Non ti dispiace almeno un po' per me?" Le loro bocche si sfiorarono: una scossa attraversò i corpi di entrambi, dilagandosi fino alle parti più celate.
"Il tuo sguardo non sembra pentito di ciò che sta per accadere" Sussurrò, premendo successivamente con veemenza sulle morbide labbra della friuliana. Fu come dissetarsi dopo aver passato una lunga vita nel deserto, la vita iniziò a scorrerle nelle vene, arrivando al sistema nervoso e nuocendo alle sue funzionalità. Era scientificamente possibile che i brividi le attraversassero perfino ai polpastrelli?
Ruggero premette con la lingua suoi suoi labbri, incitandola a schiudere la bocca, mentre la sua mano attraversò la stoffa di cotone rosa della sua maglietta. Quello spontaneo tocco causò un lampo di ricordo nella mente della Comello, che riprese con sé la ragione, dividendosi dal ragazzo tentatore. Entrambi boccheggiarono, scambiandosi sguardi saturi di passione.
"Dovresti stare più attenta baby, il tuo autocontrollo è fragile"

Martina stava frizionando i capelli con un asciugamano bianco ricamato quando udì un trillo. Allungò il braccio destro per afferrare il cellulare posto sul lavandino e osservare il display, aspettandosi un messaggio dalla sua vivace italiana preferita.
"Stai lontana da Jorge, o il rinchiuderti in bagno sarà il minimo per quello che accadrà a te... E alla tua amichetta Lodovica"

Jorge varcò la soglia della camera da letto della ragazza a passo felpato, e subito capì di aver invaso la privacy di una persona; difatti una sensazione, simile a un assassino con ancora frammenti di coscienza, s'irradiò nel suo animo, infangandolo. Ma ormai aveva commesso così tanti errori che quasi non si rese conto di aver macchiato maggiormente la sua anima.
Ponderò la camera, quasi fosse una scena del delitto. Vi era uno spazioso letto matrimoniale ricoperto da lenzuola candide, circondato da un imponente armadio marronincino. Alla sua sinistra emergeva una libreria di legno scuro, contenente libri di qualsiasi genere, accompagnata a una sedia girevole bianca come il latte. La luce della luna illuminava quell'ambiente scuro, filtrando attraverso le tendine chiare della finestra, quasi volesse donargli vita.
Jorge, voltandosi, notò un luccichio prevenire da un cestino colmo di carte posto sotto la scrivania. La tensione aumentò, ma in fondo non era un ladro, era solo un diciassettenne curioso. Si chinò, arrivando all'oggetto bramato e con un furtivo gesto della mano lo afferrò. Era freddo, il che contrastava con la sua pelle calda. Per un istante il suo buon senso fece capolino nella sua mente, invitandolo a ragionare su ciò che stava per compiere e le sue conseguenze, ma al tempo stesso il conoscere insistentemente contrabatté, schierando facilmente ricordi efficaci.
Diede voce a quest'ultimo ed aprì il palmo.

*Angolo autrice*
Ma ehiiii, buon giorno/pomeriggio/sera/notte, lol. Come state? Spero bene. Ammetto che mi sto lasciando un po' andare coi Jortini e i Lodoggero, ma come si fa a non volerli assieme?*parte il momento fan shipper* Anyway non vedo l'ora di vedervi sclerare e scervellare per risolvere i misteri. Sono curiosa di sapere cosa ne pensiate. Grazie a tutti quelli che seguano la storia, sia silenziosamente che non. Vi amo💕
-Crazy_YDA
  
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