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Autore: Afaneia    31/03/2009    1 recensioni
Chi ha letto anche solo un paio di canti tutti interi dell'Iliade sa che questo poema ha, alle sue spalle, una trama ben più antica e complessa di quella dei pochi giorni raccontati qui. La trama è molto più incomprensibile di quella della più complicata delle soap opere. Per questo ho scritto questa parodia: per mettere in ridicolo un poema bellissimo, ma in fin dei conti un po' pesante. Qui troveremo un prode Achille perdutamente innamorato del suo Patroclo, un Odisseo che tenta in ogni modo di separarli, uno Zeus particolarmente irascibile e un Ettore troppo dedito alle libagioni...
Genere: Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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ILIADOS G ILIADOFUL G

Finalmente ho ricopiato il terzo canto... vista la mia pigrizia ci ho messo pochissimo XD .

A scuola siamo anche riusciti a finire l'Iliade (lo so, Sofy, siamo schifosamente indietro, e il prof ancora non accenna a farci portare l'Odissea) però abbiamo saltato il ventitreesimo canto e visto che lo voglio fare a tutti i costi lo dovrò leggere da sola.

Un salutone allo Staff (Ester, Teresa e Alessia, che lo attendeva con impazienza) e naturalmente a Smolly_sev (non potevo mica scordarmene Sofy!!).

Buon canto.

 

ILIADOS G ILIADOFUL G

Iliadeful, Libro III: I patti giurati e il duello di Alessando e Menelao

Gli Achei avanzavano quindi verso Troia, e i Troiani avanzavano verso gli Achei, ed erano tutti incazzati neri, tanto per cambiare, lo erano da dieci anni. Solo Achille era eccezionalmente tranquillo, perché lui non combatteva, anzi stava a casa a farsi fare le coccole da Patroclo.

Alessandro, forte di questo, avanzava facendo il pottone, scuoteva la spada, l’arco e due lance (non chiedetemi come facesse a tenerli tutti con due mani sole, io non lo so).

Menelao lo vide e s’incazzò ancora di più: balzò giù dal carro e gli corse incontro.

Alessandro lo vide e per poco non se la fece addosso dalla strizza e tornò indietro di corsa: sarebbe voluto tornare di corsa dentro Troia e nasconderso sotto le coperte abbracciato al suo orsacchiotto (Pilarte) ma disgraziatamente le porte si chiusero prima e lui rimase fuori.

Ettore: porco cane, Alessandro, disgraziato che sei! Smettila di fare il codardo e affronta Menelao, si può sapere che ti ha fatto?

Alessandro: il punto non è quello che mi ha fatto, è quello che mi farà, nonché quello che gli ho fatto io…

Ettore: CRETINO! FILA E FATTI AMMAZZARE, SENNO’ TI AMMAZZO IO!

Ettore era andato a parlare con Menelao e aveva organizzato un duello dell’Atride col fratello qualche tempo prima: doveva essere il regalo di compleanno per Paride (quanto si amavano quei due fratelli!!)ma vista la situazione decise di tirarlo fuori ora. Mandò un araldo a chiamare il padre e intanto lui e Odisseo e Aiace misurarono il campo.

Priamo intanto era sulle porte Scee con Elena e gli altri vecchietti e spettegolavano degli eroi Achei: Elena infatti sapeva tutto quello che le aveva detto il suo primo marito e stava dicendo:

Elena:…e così Patroclo ha ucciso un compagno di giochi e suo padre Menezio l’ha fattorifugiare in casa del suo vecchio AMICO Peleo, dove ha conosciuto Achille, ma sapete, Odisseo tenta in ogni modo di separarli perché anche lui è innamorato di Achille…

L’ araldo rimase per un po’ ad ascoltare i pettegolezzi di dietro la porta, poi chiamò Priamo, che prese il carretto, scese giù e sentì che cosa volevano. Udì, meditò e disse parole, parlò così:

Priamo: Okay!

Poi montò di nuovo sul carretto e andò via.

Allora Menelao e Alessandro si misero l’armatura(perché o non ce l’avevano o se l’erano levata, prima) e si fronteggiarono: Paride tirò la lancia e…

La lancia ombra lunga volava ( qui la puntata finiva e l’aedo tornava il giorno dopo a finire la frase, così c’era un po’ di suspance)…e beccò Menelao nello scudo.

Menelao: pfui!

Alessandro: …doutch!

Allora Menelao gli tirò addosso la sua lancia e lo becò nel fianco.

Menelao: MITICO!

Alessandro: AHIA! Ma fai piano, no?

Afrodite: o Pariduccio, quel brutto Atride cattivo ti ha fatto male? Vieni, vieni qui che di te mi occupo io!

Afrodite prese Alessandro e lo portò nel suo lettino, dove Paride poté finalmente riabbracciare il suo orsacchiotto. Nel frattempo arrivò Elena che gli disse:

Elena: CODARDO, BUONO A NULLA, IO TI DO FOCO ALLA CASA, CHE TI SALTA IN MENTE DI FARE,

ANDARTENE NEL MEZZO DI UN DUELLO?! MA IO PIGLIO E ME NE TORNO DA MENELAO, LUI Sì CHE E’ UN VERO UOMO!

Elena era davvero arrabbiata, stava sbattendo in valigia tutti i suoi pepli per andarsene, Paride non sapeva come fermarla, allora intervenne Afrodite che le fece lo sgambetto e lei cascò dritta nel letto di Alessandro.

Tanto ‘sti greci non sapevano davvero fare altro…

FINE LIBRO III

   
 
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