La settimana
passò in fretta, eravamo sempre a casa di Jake o Cc. Da
qualche tempo anche
Jinxx si era unito alla nostra band, era bravo e il mio amico lo
adorava,
stavano sempre l’uno a coccolare l’altro come una
coppietta di sposini. Jake ce
l’aveva detto qualche giorno dopo natale, nessuno aveva
immaginato che quei due
avessero iniziato a frequentarsi quasi dopo la partita di basket a cui
avevo
assistito. Mi ricordai che anche Ashley giocava a quello sport, ma non
andava
mai agli allenamenti. Mi chiesi più volte il
perché, lui però non voleva darmi
spiegazioni e c’entrava Ronnie sicuramente.
Le feste
erano quasi passate. Mancava solo capodanno.
Io e Ashley
avevamo sentito che in riva al mare avrebbero fatto i fuochi
artificiali e non
volevamo perderceli quindi la mattina del trenta dicembre la passammo a
programmare la serata. Avremmo mangiato a casa: qualcosa di veloce. Poi
saremmo
andati al Pineapples dove ci avrebbero aspettato gli altri.
Così
facemmo. Alle otto e mezza eravamo in camera mia a vestirci. Io misi
degli
skinny jeans grigi e una camicia nera, insieme alle converse rosse.
Vidi Ashley
cercare nel suo zaino i vestiti e quando li trovò li mise
velocemente. Una t-
shirt blu scuro e degli skinny neri, gli stavano benissimo.
Sorrisi e mi
avvicinai a lui.
-Stai
bene..- lui si portò una ciocca di capelli dietro
all’orecchio e mi sorrise.
Gli posai una mano sulla spalla e strinsi leggermente la stoffa della
maglietta. Lui mi guardò con le sopracciglia alzate, ma
sorrise.
-Grazie..anche
tu. - Mi rispose
poco dopo. Eravamo
arrivati vicini al baciarci qualche volta, ma lui si allontanava
sempre,
trovando qualche scusa. Dovevo aspettare che lo volesse, se sarebbe
successo.
Cosa improbabile.
-Andiamo?- mi
prese per il braccio e mi trascinò giù dalle
scale. I miei genitori erano a festeggiare il capodanno dai miei nonni
materni
ed io ero per l’ennesima volta solo con Ash.
Uscimmo di casa
e dopo una decina di minuti arrivammo al
“Pineapple” dove vedemmo Cc già con u
cocktail in mano che parlava a Jake e
Jinxx. Appena mi notò il batterista venne ad abbracciarci,
gli altri due si
limitarono ad una calorosa stretta di mano. Il bar era sulla spiaggia
ed aveva
la forma di uno strambo ananas gigante. I baristi erano indaffarati a
preparare
i drink che i numerosi clienti chiedevano. Ci mettemmo vicino al
bancone.
Cc era brillo.
Continuava a ridere e sghignazzare, attirando
a sé qualche ragazza che lo salutò con un bacio.
Io ero seduto di fianco ad
Ashley che era tranquillo. A quanto pareva lui reggeva
l’alcool meglio di noi
tutti messi insieme,
mi appoggiai alla
spalla del castano e gli sorrisi. Un gran vociare però
attirò la mia
attenzione, una ragazza si era messa le mani a coppa sulla bocca e
aveva urlato
che i fuochi d’artificio sarebbero stati tra qualche minuto.
Io e Ashley ci
guardammo e insieme andammo a cercare un posto
dove coricarci sulla sabbia.
-C’è
un amico della barista che ha una barca. Usano quella
per sparare i fuochi dal mare.- disse il bassista sedendosi in terra.
-Wow..forte.- mi
sorrise e io mi avvicinai fino a sfiorare la
sua spalla con la testa. Sentimmo un coro che urlava e contai
anch’io alla
rovescia con loro.
-dieci.-
-Nove- disse
Ashley voltandosi verso di me.
-Otto..-
-Sette..-
-Sei..-
-Cinque..- si
era avvicinato a me, sentivo il suo respiro
sulle guance, guardai le sue labbra, ma imbarazzato alzai lo sguardo
sui suoi
occhi color caramello.
-Due..-
-Uno..- le nostre
labbra si sfiorarono appena, ma si allontanò sorridendo
nervoso. Sospirai e mi
sostenni con il gomito sulla sabbia.
-Buon anno
allora..- mi disse e io
gli sorrisi.
Che cosa avevo
appena fatto? Baciare Andy, come mi era
saltato in mente. Non dovevo metterlo in pericolo. Con Ronnie e Bill
era quello
che dovevo evitare, ma mi attraeva inevitabilmente.
Un anno nuovo,
per ricominciare ed essere diversi. Non
c’erano speranze per me ovviamente.
Salutammo gli
altri e tornammo a casa di Andy stranamente in
silenzio. il mio telefono prese a squillare appena raggiunta la camera
del
moretto. Risposi e una voce conosciuta si fece sentire.
-Ash..Ash..cosa
ti avevo detto riguardo allo sfigato e i suoi
amici?- Ronald Radke parlava con una calma che non gli apparteneva, che
mi
spaventava.
-Ronnie..buon
anno!- dissi cercando di scappare dalla
discussione che ci sarebbe stata da lì a poco. Feci cenno ad
Andy di andare a
letto, io scesi continuando a parlare con il mio ormai ex amico.
-Ti avevo
avvertito di non uscire con quelli, ma tu non mi
ascolti mai. Mai!- disse alzando la voce. –Sono al parcheggio
davanti alla
scuola, voglio parlarti.- senza
scelta
mi rassegnai e agganciai la chiamata.
Velocemente
corsi verso scuola, ci misi quasi una ventina di
minuti. Andy si sarebbe preoccupato, ma non potevo fargli correre
rischi
inutili. Ci tenevo troppo a lui. Arrivai al temuto parcheggio e una
Camaro
verde era parcheggiata lontana dal cancello dell’edificio
scolastico, un
ragazzo alto e moro era appoggiato alla portiera con un cipiglio
arrabbiato.
-Ronnie..- il ragazzo
mi scrutò per qualche secondo poi si tirò una
ciocca di capelli dietro all’
orecchio.
-Non ti facevo
così coraggioso Ashley, soprattutto dopo
quello che ho saputo.- alzai un sopracciglio. –Sai, sono
passato da casa tua
qualche giorno fa, ma non c’eri. Bill mi ha detto che
è da un mese che non
torni a casa.- mi disse avvicinandosi.
-Quindi? Non
penso che ti importi sapere dove sto ora..-
-Oh no, io so
dove stai. A casa di Biersack vero? Sei
diventato un frocetto come lui.-
L’aveva
detto come se mi avesse sputato del veleno addosso.
Non mi arrabbiai tuttavia, mantenni l’espressione di pura
indifferenza che
avevo dipinta in viso.
-Non vedi
già i cartelloni a scuola? “Ashley Purdy smette di
infilarsi nelle mutande di ogni ragazza e inizia con i
boxer!” sarebbe proprio
un bel titolo per una puttana come te.-
aggrottai le sopracciglia.
-Ti darebbe
soddisfazione?-dissi non badando all’insulto.
-Assolutamente.-
Finimmo per
discutere ad alta voce. Mi minacciò più volte,
dicendo che Andy sarebbe stato in pericolo da quel momento. Ronald
sapeva di
Bill e me. Lo stesso compagno di mia madre mi voleva fuori gioco.
Mentre
camminavo, con la testa abbassata a fissare la punta
delle scarpe, per il viale che mi avrebbe riportato a casa mi scontrai
con
qualcuno che mi fece ruzzolare a terra. Andy era davanti a me con uno
sguardo
pieno d’ansia e preoccupazione.
-Ashley!- mi
abbracciò di slancio ed io timidamente ricambiai
la stretta. –Non sapevo dove fossi, cosa ti è
saltato in mente!- la sua voce si
era alzata leggermente mentre mi prendeva il viso tra le mani e mi
guardava con
i suoi bellissimi occhi blu.
-Sono andato a
scambiare due parole con Ronnie.- risposi
tranquillamente, ma la sua preoccupazione non sembrò
diminuire.
-Che cosa?-
sembrava sconvolto. Ci alzammo e tornammo a casa,
ma appena chiusa la porta della camera dietro le spalle di Andy, lui mi
prese
per le spalle.
-Io cerco di
proteggerti. Io mi faccio in quattro per non
farti tirare il collo da quel bastardo di Bill e tu te ne vai in giro a
discutere con quell’idiota di Radke!?- indietreggiai per
quello che la sua
stretta sulle spalle mi consentiva e poi ribattei.
-Voglio
proteggerti!- arrossii leggermente per quella
confessione improvvisa. –Ronnie vuole farti del male. Anzi sa
di Bill e che io
sto qui. Non voglio che ti faccia del male, Andy..non te lo meriti.-
dissi
alzando la mano per accarezzargli una guancia.
-Andiamo a
letto.- si allontanò da me e si tolse la camicia e
i jeans. Feci lo stesso e lo raggiunsi sotto le coperte. Gli appoggiai
una mano
sulla spalla e lui mi fulminò con lo sguardo.
-Andy..-
-Buonanotte..- mi
diede le spalle e si mosse per un po’ prima che il suo
respiro rallentasse e
fui certo che si fosse addormentato. Stetti a pensare a quella sera
ancora per
un po’. Pensai anche alla spiaggia e al bacio che avrei
dovuto dargli. Una
realizzazione mi colpì di colpo prima di addormentarmi. Ero
innamorato di Andy.
Il panico mi assalì. Ero innamorato di Andy, un maschio. Mi
passai una mano sul
viso e sospirai, velava la pena provare.
La mattina fu
difficile svegliarsi, ma lo feci solo perché
una mano del ragazzo al mio fianco mi era finita sul viso. Aprii le
palpebre e
scostai quella mano dalla mia faccia. Stropicciai gli occhi e mi alzai
leggermente, puntellandomi sul materasso con i gomiti. Il moro non era
ancora
sveglio. Il suo viso era pallido, ma non per questo meno bello. La
mascella ben
definita, le ciglia nere che coprivano quegli occhi meravigliosamente
azzurri. Allungai
la mano e gli
accarezzai la suddetta mascella e la guancia con i polpastrelli. Lui
mugugnò,
ma non si svegliò. Come dimenticarsi delle sue labbra fini,
con quell’ anellino
sul labbro inferiore. Chissà come doveva essere sentire il
freddo del metallo
sulla propria bocca. Andy girò la testa e per sbaglio la mia
mano scivolò
pesantemente sul suo viso. Lui aprì gli occhi di scatto.
-‘Giorno..- disse
appoggiando la testa alla mia spalla. Sembrava aver dimenticato il
litigio
della sera precedente, gli accarezzai i capelli e la guancia.
-Buon giorno..e
buon anno.-
sorrisi e mi alzai leggermente sui gomiti.
-Già,
buon anno.- mi rispose girandosi. Avevo riaperto la
cicatrice della discussione. Scesi dal soppalco e iniziai a vestirmi.
-Senti Andy, io
capisco che tu vuoi proteggermi, ma hai fatto
anche troppo e io non posso approfittare di te e della tua famiglia
ancora.-
dissi chiudendo i miei vestiti nel borsone,
mi sistemai i capelli e andai allo specchio a mettere la
matita sotto
gli occhi.
-C-cosa?- Andy
scese dal letto e mi prese il polso, facendomi
girare. –Non lo stai dicendo davvero..ti farà del
male Ash. Io non voglio che
ti faccia del male.- lasciò la presa e la ritrasse quasi
come scottato.
-Scusa Andy, ma
non posso continuare ad approfittarne.- gli
dissi aprendo la porta.
-Ad una
condizione, io devo poter venire a casa tua! E non ti
chiuderai lì dentro, ma soprattutto mi dirai se ti fa male.-
Diedi la mia
parola al moro e come detto tornai a casa,
passando dalla finestra sul tetto. Mi chiusi in camera e presi del
tempo per
mettere in ordine ogni cosa lasciata alla rinfusa da quella partenza di
un mese
prima. Non sentivo rumori e io stesso cercai di non farne. Tra le tante
magliette ce n’era una con un logo giallo e nero, batman, la
strinsi tra le
dita e la riposi sotto al cuscino. Mi mancava già, il suo
profumo, i suoi
occhi, tutto.
Sbloccai la
porta della camera e andai al bagno, mi feci una
doccia e tornai in camera. Steso sul letto con gli auricolari nelle
orecchie.
Pensai fosse pomeriggio inoltrato, non potevo mangiare a casa se ne
sarebbe
accorto quindi uscii e andai a comprare qualcosa al mini market.
Davanti allo
scaffale delle bibite c’era Cc, mi avvicinai e
solo quando arrivai dietro di lui mi riconobbe.
-Ehy Ashley!- mi
salutò abbracciandomi e rischiando di far
cadere la cola che teneva in mano.
-Cc! Tutto a
posto?- alla risposta affermativa afferrai
anch’io un paio di bottiglie di
cola.
-Dov’è
Andy? Scommetto che è imbambolato davanti allo
scaffale dei dolci eh!- io scossi la testa e l’equivalente di
una secchiata
d’acqua gelida si impossessò di me.
-No,
è a casa, non sto più da lui.-
Il ragazzo non
fece domande, mi lasciò andare. Pagai le
bibite e uscii.
Tornai a casa,
ma quando entrai dalla finestra, seduto sul
mio letto c’era Bill.
-Merda.-
sussurrai a denti stretti. Appena mi vide si alzò e
mi venne vicino, cercai di indietreggiare, ma dietro di me
c’era il muro.
-Il piccolo
Ashley è tornato all’ ovile vedo..Dove sei stato?-
non ricordava di quella sera dopo natale? Quando mi aveva visto con
Andy. Non
risposi e lui mi afferrò il braccio, stringendo forte nella
sua mano. –Non te
lo chiederò un’altra volta. Dove cazzo sei stato?-
ancora mi rifiutai di
parlare.
-Dov’è
mamma?- chiesi mentre lui stringeva ancora il mio
braccio.
-Quella puttana
è scappata.- andai nel panico. Mi aveva
lasciato qui con lui. Mi
mollò e si girò
verso la porta attraversandola.
-Mi dirai dove
sei scappato per tutto
questo tempo. A costo di farti male.- un singhiozzo involontario
uscì dalle mia
labbra. Scivolai contro il muro e mi sedetti per terra. In fine quello
che
aveva fatto Andy per me non era servito. Ero al punto di partenza.
Ero preoccupato.
Ashley era a casa con quel mostro da tre
giorni, non l’avevo ancora sentito o visto . Dovevo vederlo e
accertarmi che
stesse bene. Presi il telefono per mandargli un messaggio, ma stetti ad
osservare il suo nome nella rubrica senza fare nulla. Sarei andato da
lui,
dovevo vederlo.
Infilai una
felpa sopra la canottiera e scesi di corsa le
scale. I miei
genitori erano tornati
quel pomeriggio stesso, sorridenti e ignari di quello che stesse
succedendo. Li
salutai e uscii di casa.
Mi avvicinai
alla veranda e al campanello della casa di
Ashley. Presi un respiro profondo, avevo paura. Il mio dito si
posò sul
pulsante e un trillo risuonò per la casa. Sentii dei passi
pesanti e poco dopo
la porta si aprì, mostrando la faccia conosciuta di Bill.
-Chi sei?- disse
duramente.
-Sono un amico
di Ashley, posso vederlo?- chiesi sperando con
tutto me stesso che abboccasse e mi portasse da Ash.
-È in
camera sua. Cosa dovete fare?- mi chiese e io dovetti
inventare velocemente una scusa.
-Per la scuola,
ci hanno dato una ricerca da portare nei
primi giorni di rientro e..-
-Va bene, va
bene o capito! Sali è la prima porta a destra.
Sei un amico di Ronnie vero?-
Io, amico di
quel verme, mai. Pensai tra me e me mentre
rispondevo un “Sì” all’ uomo
che era sparito nel salotto. Salii le scale e una
porta di legno scuro con diversi adesivi e scritte mi si
presentò davanti. La
stanza di Ashley. Presi un respiro e bussai. Sentii dei rumori e poco
dopo il
viso del ragazzo fece capolino dalla porta. Sorrisi e lui fece lo
stesso, abbozzando
un sorrisetto su quelle labbra fini.
-Ehi..ma come
hai fatto..?- mi disse facendomi entrare.
-Magia..-
sorrisi e lui chiuse la porta, io lo abbracciai
appena si girò verso di me.
–Sto
bene, non mi ha fatto nulla Andy..-
mi era mancato. Anche se erano passati solo
tre giorni, il suo profumo, i suoi occhi scuri e tutto il resto mi era
mancato.
Ogni cosa che mi aveva fatto innamorare di lui. Sì, ci avevo
pensato negli
ultimi giorni, mi ero fatto delle domande e avevo realizzato che non
avevo solo
una cotta per Ashley. Appena lo pensai sorrisi e lo strinsi
più forte. Non era
ricambiato tuttavia. Lo allontanai leggermente e lo guardai.
-Promettimi che
stai bene e che non è successo niente.-
-Te lo
prometto.- mi disse abbracciandomi di nuovo. Sospirò
affondando per l’ennesima volta la
testa tra il mio collo e la mia spalla. Volevo stare con lui quindi
saremmo
stati nella sua camera e probabilmente gli avrei fatto compagnia quella
notte.
Quando fu il
momento di mettersi a letto eravamo entrambi
stesi sul materasso a guardare il soffitto con un sorriso stampato in
viso. Fu
Ashley a rompere il silenzio.
-Andy..tu sei
interessato a qualcuno?- mi chiese girandosi a
guardarmi, lo fissai negli occhi caramello e sorrisi.
-Forse..-
risposi vago alzando gli occhi a guardare il muro.
–E tu, sei interessato a qualcuno?-
-Sì,
a te.- disse sicuro ed io sgranai gli occhi sorridendo
un secondo dopo.
Mi
avvicinai, forse
troppo, ma lui non si allontanò anzi mi venne incontro. Non
fui sicuro chi fu
più veloce, ma le nostre labbra si incontrarono a
metà strada, sorrisi sopra di
esse e Ashley fece lo stesso. Anche le mie mani si mossero e
raggiunsero la sua
nuca accarezzandola. Cercai di approfondire il bacio e lui me lo
permise
facendomi toccare con la punta della lingua le sue labbra.
Non riuscivo a
pensare razionalmente, tutto il mondo era
chiuso fuori dalla stanza di Ashley, niente avrebbe rovinato quel
momento.
Eravamo solo noi. Appena
ci
allontanammo, con il fiato corto, guardai la bocca del castano, lucida
e rossa
per i lunghi baci che c’eravamo scambiati.
-Sono innamorato
di te Andy.-