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Autore: Egg_boy_    26/03/2016    1 recensioni
Andy Biersack, trasferitosi da poco a Santa Monica cerca di integrarsi nella città Californiana dopo essere stato in ospedale per più di un mese. Incontrerà nuove persone, ma una lo incuriosirà più delle altre.
Ashley Purdy, il tipico playboy, il sogno di ogni ragazza della scuola. Tuttavia ognuno ha i propri segreti e Ashley ne custodisce uno gelosamente.
I nostri due protagonisti diventeranno amici o qualcosa di più?
**
Dal primo capitolo:
"Correvo, correvo da troppo tempo, i polmoni sembravano stessero per esplodere così come il cuore il cui battito era al massimo. Non dovevo farmi prendere, la vista si oscurava e poi tornava nitida, sentivo la testa pulsare dolorosamente.
Il mio cervello continuava ad urlare di fermarmi, di farmi prendere, i pugni sarebbero comunque arrivati, ma quella volta era diversa"
(Andley)
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Biersack, Ashley Purdy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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La settimana passò in fretta, eravamo sempre a casa di Jake o Cc. Da qualche tempo anche Jinxx si era unito alla nostra band, era bravo e il mio amico lo adorava, stavano sempre l’uno a coccolare l’altro come una coppietta di sposini. Jake ce l’aveva detto qualche giorno dopo natale, nessuno aveva immaginato che quei due avessero iniziato a frequentarsi quasi dopo la partita di basket a cui avevo assistito. Mi ricordai che anche Ashley giocava a quello sport, ma non andava mai agli allenamenti. Mi chiesi più volte il perché, lui però non voleva darmi spiegazioni e c’entrava Ronnie sicuramente.

Le feste erano quasi passate. Mancava solo capodanno.

Io e Ashley avevamo sentito che in riva al mare avrebbero fatto i fuochi artificiali e non volevamo perderceli quindi la mattina del trenta dicembre la passammo a programmare la serata. Avremmo mangiato a casa: qualcosa di veloce. Poi saremmo andati al Pineapples dove ci avrebbero aspettato gli altri.

Così facemmo. Alle otto e mezza eravamo in camera mia a vestirci. Io misi degli skinny jeans grigi e una camicia nera, insieme alle converse rosse. Vidi Ashley cercare nel suo zaino i vestiti e quando li trovò li mise velocemente. Una t- shirt blu scuro e degli skinny neri, gli stavano benissimo.

Sorrisi e mi avvicinai a lui.

-Stai bene..- lui si portò una ciocca di capelli dietro all’orecchio e mi sorrise. Gli posai una mano sulla spalla e strinsi leggermente la stoffa della maglietta. Lui mi guardò con le sopracciglia alzate, ma sorrise.

-Grazie..anche tu. -  Mi rispose poco dopo. Eravamo arrivati vicini al baciarci qualche volta, ma lui si allontanava sempre, trovando qualche scusa. Dovevo aspettare che lo volesse, se sarebbe successo. Cosa improbabile.

-Andiamo?- mi prese per il braccio e mi trascinò giù dalle scale. I miei genitori erano a festeggiare il capodanno dai miei nonni materni ed io ero per l’ennesima volta solo con Ash.

Uscimmo di casa e dopo una decina di minuti arrivammo al “Pineapple” dove vedemmo Cc già con u cocktail in mano che parlava a Jake e Jinxx. Appena mi notò il batterista venne ad abbracciarci, gli altri due si limitarono ad una calorosa stretta di mano. Il bar era sulla spiaggia ed aveva la forma di uno strambo ananas gigante. I baristi erano indaffarati a preparare i drink che i numerosi clienti chiedevano. Ci mettemmo vicino al bancone.

 

Cc era brillo. Continuava a ridere e sghignazzare, attirando a sé qualche ragazza che lo salutò con un bacio. Io ero seduto di fianco ad Ashley che era tranquillo. A quanto pareva lui reggeva l’alcool meglio di noi tutti messi  insieme, mi appoggiai alla spalla del castano e gli sorrisi. Un gran vociare però attirò la mia attenzione, una ragazza si era messa le mani a coppa sulla bocca e aveva urlato che i fuochi d’artificio sarebbero stati tra qualche minuto.

Io e Ashley ci guardammo e insieme andammo a cercare un posto dove coricarci sulla sabbia.

-C’è un amico della barista che ha una barca. Usano quella per sparare i fuochi dal mare.- disse il bassista sedendosi in terra.

-Wow..forte.-  mi  sorrise e io mi avvicinai fino a sfiorare la sua spalla con la testa. Sentimmo un coro che urlava e contai anch’io alla rovescia con loro.

-dieci.-

-Nove- disse Ashley voltandosi verso di me.

-Otto..-

-Sette..-

-Sei..-

-Cinque..- si era avvicinato a me, sentivo il suo respiro sulle guance, guardai le sue labbra, ma imbarazzato alzai lo sguardo sui suoi occhi color caramello.

-Due..-

-Uno..-  le nostre labbra si sfiorarono appena, ma si allontanò sorridendo nervoso. Sospirai e mi sostenni con il gomito sulla sabbia.

-Buon anno allora..- mi disse e io gli sorrisi.

 

Che cosa avevo appena fatto? Baciare Andy, come mi era saltato in mente. Non dovevo metterlo in pericolo. Con Ronnie e Bill era quello che dovevo evitare, ma mi attraeva inevitabilmente.

Un anno nuovo, per ricominciare ed essere diversi. Non c’erano speranze per me ovviamente.

Salutammo gli altri e tornammo a casa di Andy stranamente in silenzio. il mio telefono prese a squillare appena raggiunta la camera del moretto. Risposi e una voce conosciuta si fece sentire.

-Ash..Ash..cosa ti avevo detto riguardo allo sfigato e i suoi amici?- Ronald Radke parlava con una calma che non gli apparteneva, che mi spaventava.

-Ronnie..buon anno!- dissi cercando di scappare dalla discussione che ci sarebbe stata da lì a poco. Feci cenno ad Andy di andare a letto, io scesi continuando a parlare con il mio ormai ex amico.

-Ti avevo avvertito di non uscire con quelli, ma tu non mi ascolti mai. Mai!- disse alzando la voce. –Sono al parcheggio davanti alla scuola, voglio parlarti.-  senza scelta mi rassegnai e agganciai la chiamata.

Velocemente corsi verso scuola, ci misi quasi una ventina di minuti. Andy si sarebbe preoccupato, ma non potevo fargli correre rischi inutili. Ci tenevo troppo a lui. Arrivai al temuto parcheggio e una Camaro verde era parcheggiata lontana dal cancello dell’edificio scolastico, un ragazzo alto e moro era appoggiato alla portiera con un cipiglio arrabbiato.

-Ronnie..-  il ragazzo mi scrutò per qualche secondo poi si tirò una ciocca di capelli dietro all’ orecchio.

-Non ti facevo così coraggioso Ashley, soprattutto dopo quello che ho saputo.- alzai un sopracciglio. –Sai, sono passato da casa tua qualche giorno fa, ma non c’eri. Bill mi ha detto che è da un mese che non torni a casa.- mi disse avvicinandosi.

-Quindi? Non penso che ti importi sapere dove sto ora..-

-Oh no, io so dove stai. A casa di Biersack vero? Sei diventato un frocetto come lui.-

L’aveva detto come se mi avesse sputato del veleno addosso. Non mi arrabbiai tuttavia, mantenni l’espressione di pura indifferenza che avevo dipinta in viso.

-Non vedi già i cartelloni a scuola? “Ashley Purdy smette di infilarsi nelle mutande di ogni ragazza e inizia con i boxer!” sarebbe proprio un bel titolo per una puttana come te.-  aggrottai le sopracciglia.

-Ti darebbe soddisfazione?-dissi non badando all’insulto.

-Assolutamente.-

Finimmo per discutere ad alta voce. Mi minacciò più volte, dicendo che Andy sarebbe stato in pericolo da quel momento. Ronald sapeva di Bill e me. Lo stesso compagno di mia madre mi voleva fuori gioco.

Mentre camminavo, con la testa abbassata a fissare la punta delle scarpe, per il viale che mi avrebbe riportato a casa mi scontrai con qualcuno che mi fece ruzzolare a terra. Andy era davanti a me con uno sguardo pieno d’ansia e preoccupazione.

-Ashley!- mi abbracciò di slancio ed io timidamente ricambiai la stretta. –Non sapevo dove fossi, cosa ti è saltato in mente!- la sua voce si era alzata leggermente mentre mi prendeva il viso tra le mani e mi guardava con i suoi bellissimi occhi blu.

-Sono andato a scambiare due parole con Ronnie.- risposi tranquillamente, ma la sua preoccupazione non sembrò diminuire.

-Che cosa?- sembrava sconvolto. Ci alzammo e tornammo a casa, ma appena chiusa la porta della camera dietro le spalle di Andy, lui mi prese per le spalle.

-Io cerco di proteggerti. Io mi faccio in quattro per non farti tirare il collo da quel bastardo di Bill e tu te ne vai in giro a discutere con quell’idiota di Radke!?- indietreggiai per quello che la sua stretta sulle spalle mi consentiva e poi ribattei.

-Voglio proteggerti!- arrossii leggermente per quella confessione improvvisa. –Ronnie vuole farti del male. Anzi sa di Bill e che io sto qui. Non voglio che ti faccia del male, Andy..non te lo meriti.- dissi alzando la mano per accarezzargli una guancia.

-Andiamo a letto.- si allontanò da me e si tolse la camicia e i jeans. Feci lo stesso e lo raggiunsi sotto le coperte. Gli appoggiai una mano sulla spalla e lui mi fulminò con lo sguardo.

-Andy..-

-Buonanotte..-  mi diede le spalle e si mosse per un po’ prima che il suo respiro rallentasse e fui certo che si fosse addormentato. Stetti a pensare a quella sera ancora per un po’. Pensai anche alla spiaggia e al bacio che avrei dovuto dargli. Una realizzazione mi colpì di colpo prima di addormentarmi. Ero innamorato di Andy. Il panico mi assalì. Ero innamorato di Andy, un maschio. Mi passai una mano sul viso e sospirai, velava la pena provare.

 

La mattina fu difficile svegliarsi, ma lo feci solo perché una mano del ragazzo al mio fianco mi era finita sul viso. Aprii le palpebre e scostai quella mano dalla mia faccia. Stropicciai gli occhi e mi alzai leggermente, puntellandomi sul materasso con i gomiti. Il moro non era ancora sveglio. Il suo viso era pallido, ma non per questo meno bello. La mascella ben definita, le ciglia nere che coprivano quegli occhi meravigliosamente azzurri.  Allungai la mano e gli accarezzai la suddetta mascella e la guancia con i polpastrelli. Lui mugugnò, ma non si svegliò. Come dimenticarsi delle sue labbra fini, con quell’ anellino sul labbro inferiore. Chissà come doveva essere sentire il freddo del metallo sulla propria bocca. Andy girò la testa e per sbaglio la mia mano scivolò pesantemente sul suo viso. Lui aprì gli occhi di scatto.

-‘Giorno..-  disse appoggiando la testa alla mia spalla. Sembrava aver dimenticato il litigio della sera precedente, gli accarezzai i capelli e la guancia.

-Buon giorno..e buon anno.-  sorrisi e mi alzai leggermente sui gomiti.

-Già, buon anno.- mi rispose girandosi. Avevo riaperto la cicatrice della discussione. Scesi dal soppalco e iniziai a vestirmi.

-Senti Andy, io capisco che tu vuoi proteggermi, ma hai fatto anche troppo e io non posso approfittare di te e della tua famiglia ancora.- dissi chiudendo i miei vestiti nel borsone,  mi sistemai i capelli e andai allo specchio a mettere la matita sotto gli occhi.

-C-cosa?- Andy scese dal letto e mi prese il polso, facendomi girare. –Non lo stai dicendo davvero..ti farà del male Ash. Io non voglio che ti faccia del male.- lasciò la presa e la ritrasse quasi come scottato.

-Scusa Andy, ma non posso continuare ad approfittarne.- gli dissi aprendo la porta.

-Ad una condizione, io devo poter venire a casa tua! E non ti chiuderai lì dentro, ma soprattutto mi dirai se ti fa male.- 

Diedi la mia parola al moro e come detto tornai a casa, passando dalla finestra sul tetto. Mi chiusi in camera e presi del tempo per mettere in ordine ogni cosa lasciata alla rinfusa da quella partenza di un mese prima. Non sentivo rumori e io stesso cercai di non farne. Tra le tante magliette ce n’era una con un logo giallo e nero, batman, la strinsi tra le dita e la riposi sotto al cuscino. Mi mancava già, il suo profumo, i suoi occhi, tutto.

Sbloccai la porta della camera e andai al bagno, mi feci una doccia e tornai in camera. Steso sul letto con gli auricolari nelle orecchie. Pensai fosse pomeriggio inoltrato, non potevo mangiare a casa se ne sarebbe accorto quindi uscii e andai a comprare qualcosa al mini market.

Davanti allo scaffale delle bibite c’era Cc, mi avvicinai e solo quando arrivai dietro di lui mi riconobbe.

-Ehy Ashley!- mi salutò abbracciandomi e rischiando di far cadere la cola che teneva in mano.

-Cc! Tutto a posto?- alla risposta affermativa afferrai anch’io un paio di bottiglie di  cola.

-Dov’è Andy? Scommetto che è imbambolato davanti allo scaffale dei dolci eh!- io scossi la testa e l’equivalente di una secchiata d’acqua gelida si impossessò di me.

-No, è a casa, non sto più da lui.-

Il ragazzo non fece domande, mi lasciò andare. Pagai le bibite e uscii.

Tornai a casa, ma quando entrai dalla finestra, seduto sul mio letto c’era Bill.

-Merda.- sussurrai a denti stretti. Appena mi vide si alzò e mi venne vicino, cercai di indietreggiare, ma dietro di me c’era il muro.

-Il piccolo Ashley è tornato all’ ovile vedo..Dove sei stato?- non ricordava di quella sera dopo natale? Quando mi aveva visto con Andy. Non risposi e lui mi afferrò il braccio, stringendo forte nella sua mano. –Non te lo chiederò un’altra volta. Dove cazzo sei stato?- ancora mi rifiutai di parlare.

-Dov’è mamma?- chiesi mentre lui stringeva ancora il mio braccio.

-Quella puttana è scappata.- andai nel panico. Mi aveva lasciato qui con lui.  Mi mollò e si girò verso la porta attraversandola.

-Mi dirai dove sei scappato per tutto questo tempo. A costo di farti male.- un singhiozzo involontario uscì dalle mia labbra. Scivolai contro il muro e mi sedetti per terra. In fine quello che aveva fatto Andy per me non era servito. Ero al punto di partenza.

 

Ero preoccupato. Ashley era a casa con quel mostro da tre giorni, non l’avevo ancora sentito o visto . Dovevo vederlo e accertarmi che stesse bene. Presi il telefono per mandargli un messaggio, ma stetti ad osservare il suo nome nella rubrica senza fare nulla. Sarei andato da lui, dovevo vederlo.

Infilai una felpa sopra la canottiera e scesi di corsa le scale.  I miei genitori erano tornati quel pomeriggio stesso, sorridenti e ignari di quello che stesse succedendo. Li salutai e uscii di casa.

Mi avvicinai alla veranda e al campanello della casa di Ashley. Presi un respiro profondo, avevo paura. Il mio dito si posò sul pulsante e un trillo risuonò per la casa. Sentii dei passi pesanti e poco dopo la porta si aprì, mostrando la faccia conosciuta di Bill.

-Chi sei?- disse duramente.

-Sono un amico di Ashley, posso vederlo?- chiesi sperando con tutto me stesso che abboccasse e mi portasse da Ash.

-È in camera sua. Cosa dovete fare?- mi chiese e io dovetti inventare velocemente una scusa.

-Per la scuola, ci hanno dato una ricerca da portare nei primi giorni di rientro e..-

-Va bene, va bene o capito! Sali è la prima porta a destra. Sei un amico di Ronnie vero?-

Io, amico di quel verme, mai. Pensai tra me e me mentre rispondevo un “Sì” all’ uomo che era sparito nel salotto. Salii le scale e una porta di legno scuro con diversi adesivi e scritte mi si presentò davanti. La stanza di Ashley. Presi un respiro e bussai. Sentii dei rumori e poco dopo il viso del ragazzo fece capolino dalla porta. Sorrisi e lui fece lo stesso, abbozzando un sorrisetto su quelle labbra fini.

-Ehi..ma come hai fatto..?- mi disse facendomi entrare.

-Magia..- sorrisi e lui chiuse la porta, io lo abbracciai appena si girò verso di me.

–Sto bene, non mi ha fatto nulla Andy..-  mi era mancato. Anche se erano passati solo tre giorni, il suo profumo, i suoi occhi scuri e tutto il resto mi era mancato. Ogni cosa che mi aveva fatto innamorare di lui. Sì, ci avevo pensato negli ultimi giorni, mi ero fatto delle domande e avevo realizzato che non avevo solo una cotta per Ashley. Appena lo pensai sorrisi e lo strinsi più forte. Non era ricambiato tuttavia. Lo allontanai leggermente e lo guardai.

-Promettimi che stai bene e che non è successo niente.-

-Te lo prometto.- mi disse abbracciandomi di nuovo.  Sospirò affondando per l’ennesima volta la testa tra il mio collo e la mia spalla. Volevo stare con lui quindi saremmo stati nella sua camera e probabilmente gli avrei fatto compagnia quella notte.

Quando fu il momento di mettersi a letto eravamo entrambi stesi sul materasso a guardare il soffitto con un sorriso stampato in viso. Fu Ashley a rompere il silenzio.

-Andy..tu sei interessato a qualcuno?- mi chiese girandosi a guardarmi, lo fissai negli occhi caramello e sorrisi.

-Forse..- risposi vago alzando gli occhi a guardare il muro. –E tu, sei interessato a qualcuno?-

-Sì, a te.- disse sicuro ed io sgranai gli occhi sorridendo un secondo dopo.

 Mi avvicinai, forse troppo, ma lui non si allontanò anzi mi venne incontro. Non fui sicuro chi fu più veloce, ma le nostre labbra si incontrarono a metà strada, sorrisi sopra di esse e Ashley fece lo stesso. Anche le mie mani si mossero e raggiunsero la sua nuca accarezzandola. Cercai di approfondire il bacio e lui me lo permise facendomi toccare con la punta della lingua le sue labbra.

Non riuscivo a pensare razionalmente, tutto il mondo era chiuso fuori dalla stanza di Ashley, niente avrebbe rovinato quel momento. Eravamo solo noi.  Appena ci allontanammo, con il fiato corto, guardai la bocca del castano, lucida e rossa per i lunghi baci che c’eravamo scambiati.

-Sono innamorato di te Andy.-

  
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