Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
Segui la storia  |       
Autore: MikieUSMILE    26/03/2016    1 recensioni
Secoli or sono, Melinda Worren fu accusata di stregoneria, e bruciata sul rogo. Ma quel che i suoi assassini non immaginavano era che questa fosse una strega buona, che proteggeva il mondo da demoni e stregoni. Melinda sul rogo giurò che una delle sue discendenti streghe sarebbe stata la più potente: "LA PRESCELTA.".
Phoebe Worren, orfana di una madre strega come lei, vive con la nonna, che per far condurre una vita normale alla nipote, la priva dei poteri per anni e le nasconde l'esistenza della magia. Poco prima del compimento dei 18 anni della ragazza la nonna passa a miglior vita, lasciando Phoebe sola con i suoi nuovi poteri.
*
L'angelo bianco è colui che difende la strega che gli viene "assegnata", che veglia sulla sua protetta,, che con un tocco riesce a curare ogni ferita, che orbitando riesce a raggiungere ogni luogo, e che sente a km di distanza il richiamo della sua strega.
Justin Bieber militare caduto in guerra, diventerà un angelo bianco, avrà molte protette, ma poi gli verrà affidata, come protetta la prescelta, Phoebe.
Lui veglierà su di lei, la proteggerà, le resterà accanto, tanto da infrangere le regole...
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Lemon | Avvertimenti: Furry
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  1° Capitolo.
 

~#1880
La folla gridava, sbraitava, c'era chi fischiava, chi urlava offese, chi applaudiva, chi rideva, e chi indifferente si godeva lo spettacolo. La povera Melinda, dai capelli biondi legati in una crocchia e gli occhi azzurri inondati di lacrime, si incamminava verso la sua fine, verso il rogo che l'avrebbe bruciata, e l'avrebbe portata via da questo mondo, e questo perché? Solo perché il mondo in cui era nata si rifiutava di accettare la magia, e non capiva, che non per forza quel che non conosci è perverso o malvagio. La folla continuava a gridare "Brucia strega, brucia.", e lei con lo sguardo rivolto alla folla, ormai legata a quel pezzo di legno attendeva la sua fine. I suoi poteri avrebbero potuto liberarla, ma poi che vita avrebbe condotto sua figlia Prudence? Sarebbe stata accusata e uccisa anche lei, o sarebbe stata costretta a fuggire in eterno.
Melinda con gli occhi colmi di lacrime, sospirò e iniziò a sentire le fiamme intorno a se avvicinarsi sempre di più.
Poi pronunciò sussurrando le sue ultime parole, o meglio il suo ultimo incantesimo:

~"Il mondo non mi ha accolta, ma la storia continuerà
E anni avanti, lei arriverà.
Sarà la più petente tra le discendenti.
Sarà forte e coraggiosa saprà stringere i denti."

~Sussurrò queste sue ultime parole, e poi lì su quel rogo davanti gli occhi di tutta la sua cittadina, se ne andò. Morì, lasciando solo la promessa che un giorno una potente strega: "la prescelta." avrebbe aiutato la comunità magica e distrutto ogni creatura demoniaca che si sarebbe messa sul suo cammino.

~#1940
20 giugno 1940, fucili, spari e sangue, troppo sangue.
Justin, soli 19 anni, militare forse troppo buono per far il soldato, perché un soldato, deve pensare alla sua patria, ma deve essere anche egoista, e pensare a salvare se stesso nel campo di battaglia, ma Justin non pensò questo, restò accanto a un ferito, provò ad aiutarlo, ad alleviargli il dolore, ma ciò che ne ricavò fu una pallottola nel petto. La sua anima fluttuò, eppure Justin non si sentii morto, non gli sembrava di essere un cadavere. Si guardò intorno e si ritrovò in uno strano luogo, non era una casa o una stanza, ma solo un "luogo" del tutto bianco, e voltandosi trovo di fronte a se un uomo vestito solo di una tunica bianca.
"Tu devi essere Justin."
Disse l'uomo con le mani incrociate.
"Si sono io, ma non capisco cosa..."
Il ragazzo non riuscì a terminare la frase, che l'uomo, o meglio il santo lo fermò.
"Non cercare di capire ragazzo mio, ti sembrerà solo tutto assurdo, col tempo capirai. Vedi tu ora non sei vivo, sei morto, ma non del tutto, sei ancora qui, perché il tuo cuore è puro, e il tuo aiuto può essere prezioso per... le streghe." Spiegò l'uomo con calma.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi e guardò ancora una volta l'uomo.
"Streghe? Io non capisco, dev'essere un sogno..."
Rispose il ragazzo esterrefatto, parlando più a se stesso, che all'uomo che aveva di fronte.
"No Justin, tu ora sei un angelo bianco, l'angelo custode di una strega, e non è un sogno, presto ci crederai, ti abituerai alla tua nuova realtà."
"No io non ci credo."
Negò ancora il ragazzo.
"Te ne darò prova, desidera fortemente essere in luogo, in qualsiasi luogo."
Il ragazzo lo guardò titubante, ma poi chiuse gli occhi e ci provò, e fu cosi che orbitò, volò e si trovò a casa di sua madre, la vide seduta sul divano, con il telefono tra le mani,  piangere disperata e provò ad avvicinarsi...
"No Justin, non puoi, lei non sa, lei crede che tu sia morto" gli spiegò l'uomo dietro di lui, poggiandogli una mano sulla spalla, per dargli conforto.
"Ma lei...Ok andiamo via."
La guardò per un ultima volta mandandole un bacio e poi per la seconda volta orbitò e si ritrovò in un quartiere isolato
"E ora vedi quel cane ferito laggiù?"
Chiedette l'uomo indicando un cane ferito poco distante da loro, il ragazzo annuì.
"Ti piacerebbe curarlo?" chiedette ancora l'uomo, e Justin per la seconda volta annuì, incapace di parlare per lo stupore.
"Allora fallo, con l'aiuto della mano destra, poggia la mano sulla ferita del cane e i puoi poteri d'angelo lo salveranno." spiegò l'uomo
Il ragazzo si avvicinò al cane, lo accarezzò e poi poggiò la mano sul suo pelo, e cosi lo curò, lasciandolo libero di andar via, sano come un pesce.
"Non posso crederci." mormorò il ragazzo guardandosi la mano ancora incredulo......

~#1996
Pattie Worren 28 anni, furba, astuta, coraggiosa, ma soprattutto magica, una delle più potente tra le streghe Worren, ma non la prescelta.
La donna con un sorriso raggiante entrò in casa correndo e tenendosi la pancia.
"MAMMA MAMMA"  urlò cercando la madre per la casa.
"Pattie che succede? Perché urli in questo modo?" Chiedette la mamma guardandola esterefatta.
La ragazza per avvicinarsi alla madre, quasi fece cadere un vaso, ma grazie al suo potere riuscì a bloccare il vaso con una mossa delle mani.
"Per un pelo." disse ironicamente alla madre ancora sorridente, e rimettendo al proprio posto il vaso.
"Mamma sono incinta." continuò felice accarezzandosi la pancia.
"Oh mio Dio bambina mia." rispose la madre, che però non sembrava molto felice.
"Devo dirlo ad Erik subito." continuò Pattie, cercando di raggiungere  il suo fidanzato, nonché futuro marito, al piano di sopra, non dando peso alla reazione della madre credendo che avrebbe solo dovuto assimilare la cosa.
"No Pattie, mi spiace bambina mia, ma non troverai Erik al piano di sopra."
"Come? E dov'è andato?" chiese ancora ingenua.
"Non lo so tesoro, ma ha lasciato questa prima di andare." Disse la madre desolata, porgendole una lettera.
La donna con gli occhi lucidi prese il foglio e lentamente lo aprì iniziando a leggere.

~Cara Pattie, quando leggerai questa lettera io sarò già andato via, lontano da questa casa, lontano da questa città, lontano da questa vita e lontano da te.
No, non tornerò, mi dispiace Patti, credemi fa male anche a me, pensavo
avrei sopportato questa vita, questo mondo,
ma demoni, stregoni, inferi, incantesimi, non fanno per me... Questo è il tuo mondo non il mio.
Io non credo sopporterei una vita come questa ancora per molto... mi dispiace,
 ma non è la vita che voglio condurre, io voglio una vita normale,
non voglio essere lo stupido che resta a casa aspettando
 per vedere se torni viva, o morta, o ferita, o curata da quell'idiota di Josh, com'è che lo chiami?
Il tuo angelo bianco. Non riesco più a condurre questa vita non è quello
che voglio, la vita che mi aspetta è un altra, con una famiglia normale, una moglie normale, che stia a casa ad aspettarmi e non in giro ad occuparsi di chissà quali esseri sopranaturali, mi dispiace Pattie non sono l'uomo per te e tu non sei la donna per me. Perdonami
 se puoi, ma per me questa storia finisce qui, non cercarmi non tornerò. È finita.
Buona vita,
Erik.

 

~La  donna disperata, si accasciò a terra piangendo, portando le mani sul viso per nascondere tutte le lacrime che stava versando, la madre le si avvicinò e l'abbracciò, cercando di rassicurarla.

"Andrà tutto bene bambina mia vedrai, la mamma è con te.." le sussurrò cullandola proprio come quando era bambina

"Perché mamma? Perché non posso essere felice come ogni altra donna, ora che farò?!" disse disperata la donna tra singhiozzi e lacrime accarezzandosi la pancia.

~-9mesidopo-
Mancava così poco alla nascita della figlia di Pattie e tutto ormai era pronto: stanza, tutine, pannolini, tutto era pronto per una bella femminuccia, o meglio una bella streghetta(?!)
Pattie e il suo pancione si avvicinarono con un vassoio pieno di biscotti a sua madre e una sua cara amica nonché strega e veggente Sofia Dreka. Entrambe le sorrisero e Sofia le accarezzò il pancione
"Allora, Pattie tesoro hai deciso come la chiamerai?"
Le chiese la donna guardandola.
"Si, Phoebe."
"Phoebe Worren" Pronunciò la donna, e fu cosi, che dovette chiudere gli occhi e inaspettatamente ricevere una visione, poi riaprì gli occhi e guardò Pattie.
"Che c'è Sofia? Perché mi guardi cosi? Cos'hai visto?" Chiese preoccupata Pattie, toccando istintivamente il pancione dove c'era la sua bambina.
"Nulla di male tesoro, anzi, tua figlia è la più attesa, da millenni e millenni"
"Cosa intendi dire?" Chiese ancora, cercando di capire.
"La prescelta!" si intromise la madre di Pattie sorridendo sorpresa e soddisfatta.
"Esattamente, e avrà un futuro brillante."
"Mia figlia la più potente tra le Worren" disse stupita Pattie, cercando di realizzare la realtà, sorrise guardandosi il pancione con gli occhi lucidi.
"E avrà un brillante futuro." Le disse ancora Sofia sorridente. Fu cosi che le tre donne iniziarono a ridere contente e festeggiare l'arrivo della tanto attesa prescelta.
 

~#2000
Non sempre combattere con un demone risulta semplice. E questo Pattie dovette scoprirlo sulla sua pelle, non sempre tutto va a gonfie vele. Chi l'avrebbe detto? Che un demone della paura sarebbe riuscito a portar via la vita di Pattie, in un modo cosi semplice. Solo mostrandole la sua paura più grande, e distruggendola con quest'ultima.
"Luise, Luise." urlò Josh in lacrime disperato, l'angelo bianco di Pattie, cercando Luise la madre di Pattie.
"Josh, che ti prende perché piangi?" chiese la donna vedendolo, e preoccupandosi all'istante.
"Pattie...." Il ragazzo non continuò lasciando intendere la fine della frase con un solo sguardo.
"Non può essere, non mia figlia, non la mia Pattie...NO DIAVOLO NO!" Urlò la donna disperata.
"Luise, io... lei non se lo meritava. Ed io non ho potuto fare nulla, era tardi troppo tardi... È tutta colpa mia"
"No Josh, non è colpa tua... Anche se  l'hai detto, non lo meritava, non lei." continuò disperata la donna, lasciandosi scivolare le prime lacrime.
"NONNA NONNA È TORNATA LA MAMMA? Voglio farle vedere il nuovo incantesimo che ho imparato oggi" urlò una soffice voce, mostrando poi una figura bassa ed esile scendere le scale, una fantastica bambina dai i lunghi capelli neri e gli occhi dello stesso colore dell'oceano. Come si può dire ad una bambina che ha perso la sua mamma? Pensava Luise, asciugandosi le lacrime e guardando la nipotina che tanto amava con quella sua magnifica luce negli occhi, che esprimeva felicità ed innocenza .
"Amore, la mamma non è ... lei..."
"Cosa vuoi dire nonna?" Chiedette la bambina cercando di capire dove fosse la sua mamma.
Dopo vari tentativi, la donna titubante riuscì a spiegare alla bambina che ormai sua madre non era più tra loro. E la bambina non fece altro che piangere e disperarsi. Tra pianti e lamenti la piccola Phoebe si addormentò, e la nonna mentre lei dormiva, pensò e ripensò arrivando ad un unica conclusione.
"Non posso permetterti di sacrificare tutto come ha fatto tua madre." Sussurrò Luise alla nipote che non poteva ascoltarla.
La nonna prese un foglio ed una penna, e guardando ogni tanto la nipote dormire, scrisse, ciò che credeva fosse stato meglio per la sua bambina.
Terminata la formula, prese una candela rossa, l'accese e si avvicinò alla nipote.

~"Cuor di pietra o cuor di leone,
sarà la tua occasione
Ti lascio dimenticare.
Una vita normale potrai affrontare.
E quando sarai maturata
La strega che è in te sarà risvegliata."

 

~La donna pronunciò l'incantesimo e poi diede fuoco al foglietto, al risveglio della nipote avrebbe scoperto se il suo incantesimo era andato a buon fine.
 

~#2014
La vita andò avanti nel meglio dei modi dopo la morte di Pattie. Nonostante la donna mancasse sia alla madre, la quale però riusciva a evocare il suo spirito e parlargli quasi ogni sera, sia alla figlia, che però era riuscita a condurre una vita normale, senza  magia. Luise distruggeva i demoni e gli stregoni, senza che la nipote avesse alcun sospetto.
Gli anni erano passati come secondi,velocemente ed ecco che tra pochi giorni Phoebe sarebbe diventata maggiorenne, e avrebbe quindi riavuto i suoi poteri.
"E alla mezzanotte del tuo compleanno riavrai i tuoi poteri bambina mia" Qualche giorno e sarebbe tornata "la prescelta.", la nonna della ragazza terminò la pozione che avrebbe dovuto bere oggi stesso la nipote e come suo solito chiuse a chiave la soffitta mettendo le chiavi in tasca, si ritrovò in cucina prendendo la limonata e mettendoci il liquido magico all'interno, mescolò, e portò la brocca in sala da pranzo. Salì le scale, ma dovette fermarsi, per la mancanza del respiro, portò una mano sul cuore, e cadendo all'indietro sulle scale respirò per l'ultima volta, prima di morire.
"Nonna sono a casa." Urlò Phoebe quando entrò dalla porta.
"Devo raccontarti assolutamente cos'è successo oggi, non ci crederai mai. NONNA." Continuò la ragazza, che però non ricevette risposta, vide la limonata e se ne versò un po in un bicchiere bevendolo.
"NONNA DOVE SEI?" poi continuò la quasi 18enne Phoebe cercandola. Poi la vide in terra,o meglio vide il suo cadavere.
"NONNA" fu l'ultima cosa che urlò la ragazza, prima di accasciarsi accanto al cadavere della nonna..

~-ilgiornodopo-
~~~"Ed è andata via anche lei, mi ha lasciata e ora sono sola, chi sarà in casa con me? Chi mi preparerà il pranzo? Chi mi fa ridere e mi ascolterà quando ne avrò bisogno? Dove sei nonna? Perché mi hai lasciata sola? Come continuerà ora la mia vita? Che ne sarà  di me? Non sono ancora pronta per affrontare il mondo da sola, e tu eri l'unica famiglia che avevo. Mi sento già cosi sola, questa casa è troppo grande pr una sola persona... Ho bisgono di te nonna..."
~Questi erano i pensieri di Phoebe, che disperata piangeva sul suo letto, dopo i funerali della nonna.
"Phoebe devi mangiare qualcosa o ti sentirai male." Le ricordò Kevin, il suo migliore amico.
"Non ho fame te l'ho già detto" rispose scontrosa la ragazza, senza neanche guardarlo. Il ragazzo rassegnato chiuse la porta e uscii da quella vecchia villa, in cui la ragazza era rimasta ormai sola.

~-5giornidopo-
"Tanti auguri a me, si bel compleanno di merda." disse ad alta voce Phoebe, pur sapendo che nessuno l'avrebbe ascoltata.
"Potere." sentii la ragazza, e d'istinto si guardò intorno, poi scosse la testa credendo fosse stato solo frutto della sua immaginazione. La ragazza accese lo stereo e cominciò a pulire casa, canticchiando.
E cosi tra una pulizia e l'altra, facendo zapping tra i canali, e mangiando qualche patatina , si fece sera, si sentì la porta di casa sbattere, Phoebe spaventata si alzò dal divano e girò per la casa cercando l'intruso.
"AUGURIIII" Sentii urlare la ragazza alle sue spalle, d'un tratto si trovò tutti i suoi amici sulle spalle che l'abbracciavano e le davano gli auguri.
Spontaneamente dopo 5 giorni di lacrime la bella Phoebe sorrise, un sorriso sincero, quasi felice.
"Grazie ragazzi, e non prendetela male ma... come cazzo siete entrati in casa mia?" Disse ironicamente la ragazza ridendo, e facendo ridere i suoi amici.
"Sei tu che mi hai dato le chiavi bellezza." Disse Kevin abbracciandola da dietro e stringendola forte.
"Bhe mi ricorderò di riprendermele."rispose la ragazza voltandosi per abbracciare il suo migliore amico.
"SI FANTASTICO, MA È ORA DI INIZIARE LA FESTA" urlò Amber, una delle amiche di Phoebe.
E in un attimo la musica rimbombò in tutta la casa, e una marea di ragazzi ballavano, ridevano, e urlavano. E finalmente anche Phoebe incominciò a divertirsi, a distrarsi, e forse a capire che dopottutto quella morta non era lei.
Passarono più di due ore e la casa cominciò a svuotarsi, mentre la pioggia cadeva sulle strade di Stratford, fitta. Erano ormai rimasti soli lei e Kevin, seduti sul divano,  quando iniziarono ad udire tuoni e lampi.
"Bhè non è andata male però" disse scherzosamente Kevin facendo ridere Phoebe.
"No per niente, grazie Kevin, sei stato molto dolce." disse lei abbracciandolo, mentre lui le accarezzò i capelli stringendola forte.
"Di nulla piccola" sorrise lui, prendendole il viso e baciandola a stampo, per la prima volta da quando si conoscevano, lei lo guardò per un secondo. Proprio mentre stava per parlare, il vento aprii le porte finestra e Phoebe spaventata mosse le mani velocemente, come per fermare le porte, lo fece d'istinto senza farci troppo caso, ma in quel momento tutto si bloccò, Kevin compreso. La ragazza spaventata si alzò guardando il migliore amico, bloccato, se poteva essere possibile.
"Ma che cazzo?!" sussurrò spaventata guardandosi intorno.
Passarono pochi minuti prima che tutto tornasse alla normalità,  gli oggetti e Kevin tornarono a muoversi.
"Stai bene? " chiedette Kevin a Phoebe vedendola sconvolta. La ragazza non seppe il perché, ma preferì non dirgli quello che forse si era solo immaginata.
"Si, ma ora è meglio che tu vada"
"Sicura?!"
"Si Kevin, tranquillo"
Accompagnò l'amico alla porta e la chiuse velocemente, risedendosi da sola.
"Mi sarò immaginata tutto." si ripeté ad alta voce più e più volte.
"Potere." ecco che risentii quella parola risuonare nella casa, quasi un eco. Si alzò e iniziò a salire le scale per andare in camera.
"Potere." sentii ancora una volta.
"Ok diventa inquietante." ripeté ad alta voce la ragazza spaventata.
Abbassò lo sguardo e ai suoi piedi vide una chiave. Con su scritto "soffitta."
Phoebe curiosa prese la chiave e continuò a salire le scale fino in soffitta, che pensandoci, nonostante avesse passato la vita in quella casa, non aveva mai visto. Aprii la porta chiusa a chiave e si ritrovò davanti un enorme stanza quasi vuota, arredata solo da un tavolo con sopra qualche strano pentolone, lche cianfrusaglia e un leggio che manteneva un enorme libro, si avvicinò a quest'ultimo e lo aprii.
"Un libro di magia? Ma che pazzia è mai questa?" si disse la ragazza iniziando a leggere la prima pagina del libro.
"Per riavere i poteri" lesse ad alta voce, poi continuò.

~"dammi quello che mi è stato tolto.
quello che è mio da molto.
Per ritrovare il potere
e cominciare battaglie vere."

 

~Un forte vento spettinò i capelli di Phoebe, che si sentii stupida per aver creduto che sarebbe accaduto davvero qualcosa. "Che stupidaggine" scosse la testa ridendo divertita e prendendosi in giro da sola. Uscii dalla soffitta e andò nella camera da letto. In poco si addormentò non sapendo che l'aspettava, da quel momento in poi, una vita molto movimentata.



ANGOLO AUTRICE.
hey  ecco il primo capitolo spero vi piaccia. Vorrei davero sapere le vostre opinioni :)



 

 

 

 

 


 

 

 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber / Vai alla pagina dell'autore: MikieUSMILE