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Autore: Sarija    27/03/2016    3 recensioni
"Guerra è pace. Libertà è schiavitù. Ignoranza è forza".
-cit. George Orwell, "1984".
Genere: Azione, Introspettivo, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Finn, Rey, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Mi schiacciai ancor di più contro il muro di un edificio quando vidi una pattuglia passare nella strada. Non avevo nulla da nascondere, ma non adoravo essere perquisita ed interrogata senza ragione.
Avevo appena finito il turno alla fabbrica e ora stavo andando al mercato più vicino per comprare qualcosa da mangiare con quella misera paga giornaliera
Il vento ululava leggero nelle strette vie sporche sotto lo sguardo argenteo della luna, trasportando con sé i volantini del Primo Ordine come se fossero foglie secche e rattrappite.
Vidi l'immagine statica degli schermi cambiare: era appena uscita una nuova versione dei robot poliziotto. Accanto a quei robot vi era la figura di uno dei tre oligarca del Primo Ordine. Mi fermai ad osservarlo meglio: era un uomo abbastanza alto, dal portamento rigido ed autoritario; i capelli rossicci erano sistemati alla perfezione e gli occhi ... erano di un colore indescrivibile, e li avrei definiti meravigliosi se solo non avessero quello sguardo terribile.
Il Generale Hux
Rabbrividii sentendomi scrutata da quegli occhi di ghiaccio e mi incamminai verso il chiosco a cui ero solita mangiare.
"Ehi Poe", salutai con un cenno della mano il mercante che si trovava dietro al bancone.
Lui mi sorrise lievemente, "Ciao Rey! Il solito?".
Annuii e lasciai i soliti 7 crediti sul piano e aspettai la zuppa di verdure.
"Da oggi fanno 10 ... Hanno alzato i prezzi", disse Poe con un sorriso tirato quasi per scusarsi.
Sbuffai infastidita, "E questi soldi dove andranno? Per abbellire qualche casa enorme dell'élite? Sono stufa di tutte queste tasse ...".
Poe mi guardò con attenzione, quasi come se volesse imprimere ogni dettaglio del mio volto nella mente, quasi come se volesse analizzarmi completamente.
Abbassai lo sguardo imbarazzata e aspettai che mettesse il piatto fumante sotto il naso.
Mentre mangiavo notai che Poe, qualsiasi cosa facesse, buttava un’occhiata su di me.
Forse avevo parlato troppo e lui era un forte simpatizzante del Primo Ordine
Deglutii rumorosamente mentre l'ansia crebbe dirompente schiacciandomi il cuore.
Dovevo agire come al solito
Posai il cucchiaio delicatamente nel piatto ora vuoto cercando di smorzare il tremore della mano.
Feci per andarmene quando lui mi fermò, "Ah, prima che tu te ne vada ... Mi aiuteresti con una cassa in magazzino?", mi chiese sorridendomi.
Oh no
Altri operai iniziarono ad arrivare e a sedersi ai tavolini di fronte al bancone.
Lo guardai dritto negli occhi scuri ed espirai con forza. Agire normalmente
"Certo!".
Lo seguii oltre la porta nera e appena si chiuse alle nostre spalle, Poe si volse di scatto verso di me, guardandomi intensamente.
"Ti prego, n-non mi denunciar-".
"Frena, frena, frena", mi interruppe mettendo le mani sulle mie spalle, "Non farò nulla", continuò sorridendo.
Il peso sul cuore sparì completamente e mi asciugai la fronte imperlata di sudore freddo.
"Grazie...".
"Ti ho portata qui per parlarti di altro...", con un cenno della mano mi indicò delle casse su cui ci sedemmo.
"Avrai sicuramente sentito parlare della Resistenza. Soprattutto in questi ultimi giorni...", esordì.
Aggrottai lo fronte.
Dove voleva andare a parare?
Un'idea folgorante mi trapassò la mente, "Tu sei della Resistenza!".
"Sssshh! Lo dovresti sapere che i muri hanno le orecchie!", mi sussurrò urlando.
"Senti Rey. È da tempo che ti osservo e penso di aver capito che questa vita, se può essere definita tale, non fa per te", continuò guardandomi serio.
Annuii lievemente.
"Unisciti alla Resistenza", e mi tese la mano. Lo guardai negli occhi nocciola e ripensai alla mia vita: ero mai stata felice?
Forse, ma solo quando mamma era ancora qui con me.
Era giunto il momento che prendessi in mano le redini del mio destino.
Allungai la mia mano e strinsi con forza la sua, "E io che pensavo fossi solamente un mercante!".
Lui ridacchiò, "Significa che la copertura è ben fatta ...", ritornò serio,  "...Mi sembra inutile dire che non dovrai dire ad anima viva ciò che hai saputo oggi ...".
Annuii con decisione alzandomi, "Puoi fidarti di me". Mi incamminai verso la porta, ma la voce di Poe mi fermò,  "Oh aspetta!", e mi raggiunse, "Tieni i 3 crediti in più ... Era solo un test", e mi fece l'occhiolino.
 
Avvicinai il polso allo scanner della porta del mio piccolo alloggio e appena sentii la serratura scattare mi fiondai all'interno e chiusi subito l'entrata.
Ora che mi ero unita alla Resistenza lo sguardo di chiunque mi avesse guardato, mi sembrava accusatorio.
Mi lasciai cadere a terra con la schiena appoggiata alla porta e guardai il mio minuscolo appartamento avvolto nell'ombra. Vi era solamente un letto, un bagno e un minuscolo televisore avente un solo canale, ovvero quello del Primo Ordine. Nient'altro.
Il Primo Ordine aveva stabilito che a noi lavoratori non servisse altro, come se fossimo animali in gabbia.
Beh, effettivamente lo eravamo
Mi sdraiai sul letto facendolo cigolare sotto il mio peso e fissai il soffitto ripensando alla decisione che avevo preso. Il quel modo avevo abbandonato la maschera dell'operaio obbediente, ma allo stesso tempo ero diventata una terrorista.
Una terrorista? Non avevo ancora fatto nulla.
Sbuffai cambiando posizione per sentirmi più comoda sotto le mie stesse accuse.
Mi alzai di scatto e mi diressi in bagno: avevo bisogno di una doccia fredda per riordinare i pensieri.
Lasciai scivolare la divisa da operaio e aprii il rubinetto dell'acqua fredda, l'unico che funzionasse. Il Primo Ordine ci aveva tolto l'acqua calda tre anni prima.
Vidi accendersi il monitor che, con un conto alla rovescia, segnava i secondi massimi di utilizzo della doccia.
Chiusi gli occhi mentre il corpo tremava sotto il freddo agghiacciante dell'acqua che cascava violenta.
Avevo fatto bene ad entrare nella Resistenza?
Forse già il giorno seguente mi sarei potuta tradire durante l'ispezione giornaliera.
Il rubinetto dell'acqua si chiuse in automatico quando il monitor segnò zero secondi e si spense lasciandomi nuovamente nel buio più totale.
Non avevo abbastanza soldi per permettermi la corrente elettrica in casa, mentre la corrente per l'accensione dei monitor, come quello della doccia, e del televisore per assistere ai discorsi pubblici del Primo Ordine, era fornita gratuitamente.
Ma che generosi ...
Trovai a tentativi l'asciugamano ruvido con cui mi asciugai velocemente mentre gli occhi si abituarono nuovamente al buio. Sentii il televisore accendersi tra gli applausi della platea formata dai membri del partito ed alti esponenti dell'élite.
Eh già, per non farti perdere neanche una parola facevano in modo che il televisore si accendesse e si spegnesse in automatico
Difatti la sveglia era il discorso, ovviamente registrato e mandato in onda alle 4 del mattino, del Generale Hux. Aveva una voce forte, altisonante e un tono maniacale, da psicopatico.
Insomma, ti svegliava subito
Mi avvolsi nell'asciugamano e andai nella camera per vedere. Al centro del palco rialzato in legno scuro, vi era l'altro uomo che comandava il partito del Primo Ordine. Era conosciuto da tutti solo con il suo pseudonimo, Kylo Ren, e nessuno sapeva quale fosse il suo vero nome, o almeno non era un'informazione pubblica. Come al solito, era vestito completamente di nero: mocassini neri, pantaloni neri, maglietta aderente nera e giacca nera.
La sua pelle chiara e diafana quanto la mia, contrastava con forza contro quel nero, nero come il suo sguardo, come i suoi capelli ondulati che gli ricadevano sulle spalle.
Ero talmente impegnata ad osservarlo che non sentivo cosa stesse dicendo. Lui era diverso dal Generale Hux: Kylo Ren, qualsiasi fossi il suo vero nome, sembrava una persona normale, una persona che aveva fatto la scelta sbagliata e che era troppo tardi per tornare sui propri passi.
Il televisore si spense, il discorso era terminato.
Mi tamponai i capelli ancora un po' e indossai la camicia da notte che era appartenuta a mia madre.
Strinsi delicatamente la stoffa leggera, quasi come se potessi in qualche modo far tornare la mamma. Lei non c'era più.
Mi sdraiai sotto le coperte e abbracciai il cuscino con forza cercando di trattenere le lacrime.
Quando ero ancora bambina avevo strappato un volantino del Primo Ordine davanti a dei robot poliziotto e loro avevano interpretato quell'azione come un segno di ribellione.
Ma io ero solo una bambina
Mia madre mi aveva difesa, e nel farlo era stata picchiata a morte davanti ai miei occhi increduli.
Strinsi con forza le palpebre e cercai di addormentarmi, perseguitata dagli incubi.
 
Mi svegliai all'improvviso al suono della voce del Generale Hux. Mi stropicciai gli occhi cercando di mettere a fuoco la sua figura.
Prestai maggior attenzione quando vidi nell'angolo in alto a destra la scritta in rosso 'IN DIRETTA'.
Il Generale Hux aveva profonde occhiaie nere sotto gli occhi e la pelle era leggermente tirata sugli zigomi, ma il suo portamento rigido e composto non mostrava alcun segno di stanchezza.
"Quest'oggi!", si fermò osservando glaciale la platea di fronte a sé, "La Resistenza ...", sottolineò le parole con disprezzo, "Riceverà una grande perdita".
Lo schermo alle sue spalle si accese mostrando alcuni uomini e donne in ginocchio, circondati da diversi robot poliziotto.
Mi coprii la bocca reprimendo un grido quando riconobbi il volto di Poe.
"Nemici del Primo Ordine ... Temete!*", urlò con sguardo stralunato, da pazzo ... Da maniaco. Maniaco del controllo e del potere
Mi vestii velocemente e altrettanto velocemente percorsi le strade che portavano all'ascensore per andare a lavoro.
Ma io ... Io non volevo
Era tutto così ... Così impossibile. Mi sentivo un pesce fuor d'acqua, che con gli ultimi spasmi cercava di fare ciò che aveva sempre fatto, ma in una situazione differente, mortale.
Come potevo lavorare ora?
Lavorare per quei mostri era ora- Finn non era al suo posto.
Non c'era.
Mi sedetti guardandomi attorno allarmata mentre stringevo le cinture.
Con un sobbalzo l'ascensore partì e mi sentii schiacciare da quelle pareti grigie.
Non sentii neanche la voce del computer quando avvertì dell'inversione della gravità.
Arrivata a destinazione scesi barcollando e una mano forte mi strinse con decisione il braccio, trascinandomi via. Stavo per urlare quando vidi che quella mano apparteneva a Finn.
Ma cosa stava facendo?? Non poteva essere qui. Non poteva toccarmi
Si fermò poco lontano dalla metro e ci nascondemmo dietro ad un pilastro.
"Ti hanno vista parlare con Poe e questa notte è stato catturato. Sei segnalata".
 
Note: * Sì, l’ho leggermeeente copiata da Happy Potter e la Camera dei Segreti. “Nemici dell’erede temete”.
 
Ma ora passiamo a noi u.u Spero che vi piaccia la piega che ha preso la storia … la comparsa di Poe, la Resistenza e Finn BAM!, un Finn coraggioso! :D Cosa ne pensate? ^^ Ditemi tutto :3
Oh e … Buona Pasqua XD ci vediamo al prossimo capitolo! o/
   
 
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