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Autore: _thantophobia    29/03/2016    4 recensioni
[Raccolta di OneShot][Accenni a vari paring][Rating che è tra il verde e il giallo a detta di Sere][OOC per paranoie della Maki]
Mahiru: «Ricordati, Guren, che sono io a stringere il tuo cuore.»
Shinoa: «Ma non importa quanto lotterai, prima o poi dovrai lasciarlo andare.»
Krul: «[...]e fa ancora più male vedere i suoi occhi azzurri arrossati e stanchi.»
Genere: Generale, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Krul Tepes, Mahiru Hīragi, Shinoa Hīragi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Les Filles aux Yeux d'Email

 

 

III

 

 

Krul – Raccogliendo i cocci del suo animo massacrato

 

 

 

Cosa l’abbia spinta a salvare quel bambino, Krul ancora non lo sa. Non fu solo il desiderio di tenere in vita un Serafino della Fine… c’era qualcosa, in quegli occhi azzurrissimi e lucidi nei loro ultimi istanti di vita, che l’aveva colpita al cuore con la forza di una lama.
Come ora la stanno colpendo le urla strazianti del giovane vampiro, qualche stanza più in là. Urla d’agonia e di dolore allo stato più puro e primordiale, i lamenti di una bestia che muore.
Sempre più forti, le urla di Mikaela graffiano le pareti – le sbriciolano l’anima, le squarciano il cuore – e la Regina non riesce a restare indifferente – di nuovo.
Perché, infondo, si è affezionata a quel ragazzino con il viso da angelo e l’animo tormentato e sofferente.
Perché, infondo, Mikaela le somiglia. Solo, abbandonato dai suoi stessi genitori e poi strappato con forza da quella “famiglia” che lo aveva accolto… Mikaela vuole solo morire.
«Mi dispiace, ma non posso permetterti di morire.»
Krul ha bisogno di lui, Mikaela deve capirlo, per questo continua a camminare velocemente verso la stanza del ragazzo.
Spalanca la porta e rimane immobile sulla soglia e lo osserva – lo osserva distruggersi lentamente, lottare i propri istinti e alla fine soccombere agli stessi: la schiena è ingobbita su sé stessa, le ginocchia affondate nel materasso e la testa piegata in avanti, verso il petto, con la fronte contro le lenzuola stropicciate dall’insistente tirare nei pugni che le stringono.
Urla, urla ancora, sempre più forte – la schiena che si ingobba sempre più, la linea della spina dorsale perfettamente visibile sotto la pelle – e, in un angolo recondito del suo cuore, Krul si sente morire nel vedere il suo cucciolo infliggersi una tale sofferenza.
La Regina non ha idea di quanto tempo abbia passato immobile prima che la crisi cessi e Mikaela crolli esausto su sé stesso, ansimando e con il corpo scosso da profondi singulti. Gli si avvicina e tende una mano, sfiorando appena i capelli sudati della nuca. –Mika… -
-Vattene.- la voce raschia contro la gola secca del vampiro come mille aghi pungenti e Krul quasi li sente bucarle la pelle.
Ritira la mano e si allontana, ma non se ne va: torna dopo qualche minuto, si arrampica sul letto sfatto e prende tra le mani il viso di Mikaela costringendolo a girarsi. Gli fa appoggiare la testa sulle gambe e, delicatamente, inizia a passare un panno umido sulla fronte, spostando i capelli che si erano appiccicati sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo.
-…quel giorno è più vicino di quanto credi, Mika.- Non importa quanto sei forte o quanto è nobile il motivo per cui resisti, presto crollerai, dicono gli occhi rossi della Regina.
-Non voglio diventare il mostro che lui odia, Krul.- mormora Mikaela, la voce bassissima, e Krul capisce – e fa ancora più male vedere i suoi occhi azzurri arrossati e stanchi. Stanchi di lottare, stanchi di trascinarsi avanti. Stanchi di vivere.
Lascia cadere per terra lo straccio e continua ad accarezzargli i capelli, non trovando una sola parola per ribattere a quella sua frase.
E mentre Mikaela nasconde il viso rigato di silenziose lacrime contro le gambe di Krul, lei promette a sé stessa che continuerà a raccogliere i cocci del suo animo massacrato e lo ricomporrà ancora e ancora - tra una lenta carezza sulla testa e una parola sussurrata al vuoto – nella speranza di vederlo, un giorno, sorridere.

 

 

E lì presi coscienza che la forza che ha spinto il mondo

non sono gli amori felici, ma quelli contrastati

[Memorie delle mie puttane tristi, G. G. Marquez]

 

 

 

 

D.P.P.: Deliri Post Partum
Oh miei Dei.
Questa è stata particolarmente difficile da scrivere ‘cause non ho ancora ben capito cosa passi per la testa di Krul. È… ermetica e impassibile, a tratti irriquieta… Rimarrà una totale incognita ancora per un po’, credo.
Allora, non so come spiegare questa FanFiction… Il rapporto tra Krul e Mika è complicato, ma credo che infondo Krul veda Mika come un figlio[?] e non solo come una probabile arma di distruzione di massa e quindi alla fine si è affezionata a lui nel senso materno del termine.
Mi è sempre piaciuto pensare che Krul avesse sotto sotto un lato dolce da mamma e sono convinta che ogni tanto si mostri – e non è solo il fandom che la chiama Mamma Krul come invece crede la mia Parab te se ama, Sere.
Anche perché è nella natura degli uomini prendersi cura – anche inconsciamente – di qualcuno che ci pare più debole/piccolo/indifeso di noi, che sia un gattino o un neo-vampiro.
[…ho appena paragonato Mika a un gattino, sì. E sono solo le undici di mattina, okay]
La frase potrà sembrare campata in aria, ma vi giuro che ha un suo significato. E sì: in un certo senso Krul si riferisce a Mika.
E basta, la smetto di dire nerdate.

 

Maki

 

  
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