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Autore: Aivlisalways    29/03/2016    0 recensioni
"Non voglio piu' vivere cosi' non l'ho mai voluto. Eppure eccomi qua,nascosta nell'ombra di un mondo ingiusto e ipocrita. Ti sembra giusto che io possa vivere solo cosi', solo per cosi' poco? Ti sembra giusto che io sappia cosa succede dietro quella grande porta, tutto il dolore che il consiglio causa ogni giorno alzando un solo dito ma non possa fare nulla? A me non sembra giusto, affatto"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo II

 

32 giugno 3451.

La signorina Wang mi ha suggerito di tenere un diario in cui scrivere con la lingua antica (I) . Mi ha spiegato, infatti, che in medicina si usano molti dei vocaboli derivanti da essa e, volendo io da grande diventare medico, sicuramente mi servirà. Mi ha inoltre suggerito di iniziare con “Caro diario,...” e di scrivere le azioni compiute nell'arco della mia giornata. Spero di migliorare, di un arwell(8) non me ne faccio niente. Io ho bisogno di un welllnessei(10).

 

33 giugno 3451

Oggi sono stata convocata dalla Retoros, voleva parlarmi di mia madre. Sembrava preoccupata, quasi agitata, e la sua solita aria fredda e composta sembrava leggermente incrinata, ma mi ha esposto i fatti con chiarezza, assicurandosi che io capissi bene ciò' che era successo e la situazione in cui mi trovavo. Ha detto che mia madre è salita sulla scogliera (Luogo Pericoloso numero 243) ed e' scivolata. E' caduta ed e' morta. La sua vita e' finita. Ora non esiste più. D’ora in poi io e mio fratello avremo una sola madre, Callistos, moglie della prima madre. Io le voglio molto bene e sono cresciuta con lei, ma lei è la madre del mio fratellino, non la mia: io so che mia madre era, e sarà sempre, quella a cui il consiglio mi ha affidata fin dalla nascita e Callistos non è quella persona. Callendola era mia madre e ora è morta. Callistos vive con noi da molto tempo, mi aiuta quando (raramente) ne ho bisogno, e mi vuole bene, ma non è mia madre, né lo diventerà e io mai la considererò' tale. Solo due persone sono mia consanguinee: il mio donatore e la mia partoriente. Ma cosa importa il sangue? In storia antica ho studiato che le famiglie erano formate solo da consanguinei, non esistevano le partorienti, al padre (ossia il donatore, l’'uomo che aveva fornito il seme) era permesso di vivere in casa con il resto della famiglia e una donna non consanguinea non veniva mai considerata madre, al massimo ''madre adottiva''. Ma la nostra società non è più così da molto. La madre è colei che ti cresce, non colei che ti partorisce. E mio padre, beh, non so nemmeno chi sia; l'uomo che conosco che si avvicina di più ad un padre è il nostro uomo di casa, che vive con noi da molto tempo, anche se dorme in un edificio separato. Gli e' stato concesso tutto ciò perché' ha un'intelligenza superiore alla media degli uomini, anche se non abbastanza elevata da essere considerato un ragazzo speciale... ma questo non è importante, lui non è mio consanguineo. Per quanto riguarda il mio donatore, beh, lui è un uomo di QI nella media standard degli uomini e come tale non mi ha cresciuta né mi ha mai vista. Lui semplicemente ha donato il seme per donarmi la vita e per questo gli sono molto grata, ma ciò non toglie che lui sia un bruto, un animale, che sia sviluppato più fisicamente che mentalmente e che non sarebbe mai in grado di occuparsi di un altro antropos (anzi, di un essere umano). Lui, in quanto uomo e quindi essere sottosviluppato cerebralmente, ha alcuni compiti nella società, naturalmente, ma più di quelli non sarebbe in grado di fare. Come ogni uomo, infatti, lavora, fisicamente parlando, ovvio. Tutti gli uomini svolgono lavori fisici, l’unica cosa adatta a loro, di vario genere: lui è un costruttore, crea case, strade e acquedotti. L'unica volta che ho visto un uomo, che non fosse il mio uomo di casa o quello di Saffio né un ragazzo speciale, come mio fratello, ma un uomo vero come mio padre fu mentre mia madre mi stava portando a scuola. Era uno dei primi anni e stavano costruendo la grande strada maestra grazie alla quale oggi possiamo comunicare con Alasssios, la poleis vicino alla nostra. L'ho visto di sfuggita e mi ricordo principalmente gli occhi, neri, profondi, circondati da occhiaie violacee, e le braccia enormi che si gonfiavano e sgonfiavano al ritmo del badile che colpiva la terra.

Gli uomini ci servono principalmente per due cose: la riproduzione e i lavori fisici, che non sono adatti alla nostra struttura corporea. È vero però che esistono alcuni individui di genere maschile che fin da piccolissimi dimostrano particolari doti e sono più' sviluppati mentalmente che fisicamente (come mio fratello). Loro fanno i nostri stessi lavori e hanno la nostra stessa educazione. Sono pochissimi, ma conoscerli è una vera fortuna, sono molto speciali. Mio fratello è molto speciale. E oggi continua a piangere, quasi avesse capito ciò che sta accadendo. La casa è buia, triste, come se anche lei piangesse la perdita di mia madre. Callistos, appena sono tornata, mi ha abbracciata forte e continuava a ripetere “vedrai che ce la caveremo”. Nessuno mi aveva mai abbracciato prima, è una strana sensazione. Le sensazioni... io le ho sempre vissute in modo attutito, tamponate dalla razionalità, ma questa, questa nuova cosa che ho appena scoperto, mi è esplosa nel petto e pompa continuamente, togliendomi il fiato, facendomi bruciare gli occhi; non riuscirò mai a dimenticarla. La casa è silenziosa, si sente solo il pianto quasi ininterrotto di quel batuffolo nella culla elettronica e i rumori del nostro uomo di casa, Giulias, che lo cura. Lui, nonostante sia un uomo, grazie anche al cip che gli è stato impiantato nel cervello, è davvero gentile, sempre disponibile e fa bene il suo lavoro. Ma oggi anche lui, che di solito mi chiede come è andata la scuola o come sto, tace e svolge le sue mansioni in silenzio. Tutto tace. Il pavimento vibra, sta arrivando qualcuno. È Saffio, la mia migliore amica, che ha saputo la notizia. Si avvicina e mi stringe la mano. Mi guarda negli occhi e vedo che anche i suoi sono rossi. Sfrutto ciò che ho appena imparato e d'impeto la abbraccio forte, forte, sempre più forte, fino a toglierle il respiro. Lei risponde con la stessa intensità' e rimaniamo lì abbarbicate l’una all'altra senza nient'altro che noi due. I nostri sguardi si fanno umidi, grosse gocce salate scendono dalle nostre palpebre chiuse e i singhiozzi vengono soffocati l'una nei capelli dell'altra. È da quando mi hanno dato la notizia che continuo a chiedermi perché mia madre sia andata su quella scogliera. Lei aveva avuto una figlia, io, e la sua compagna aveva partorito un bambino speciale: era stata molto fortunata. Non voleva abbandonarci, ne sono certa, aveva sempre dimostrato di essere legata fortemente a noi. Lei, esattamente come me, sapeva che era vietato salire sulla scogliera, uno dei Luoghi Pericolosi, sapeva che avrebbe potuto scivolare e farsi male ...e allora perché lo aveva fatto comunque? La signorina Wang mi ha detto, in gran segreto, che la Rectores non mi aveva rivelato tutta la verità e che lei pensa che mia madre fosse diventata irrazionale, per motivi non meglio specificati che poi i dottori chiariranno nell'autopsia. Mi ha inoltre spiegato che la sua mente aveva rifiutato la razionalità' e l'istinto di sopravvivenza e aveva deciso di uccidersi. Questa cosa , uccidersi , non la fa più' nessuno, se non gli irrazionali, è ormai estinta da anni, ma la signorina Wang mi ha detto che nell’antichità' molti antropoioi lo facevano: loro lo chiamavano suicidio. Per me, però, la sua teoria non ha senso: noi moriamo solo di vecchiaia. Sappiamo di dover morire, ovviamente, ma cerchiamo di far durare la nostra vita il più possibile, per essere utili al massimo alla nostra società e approfittare del tempo che ci è concesso. In più siamo dotati di istinto di sopravvivenza, quindi il nostro corpo non vuole morire e, razionalmente, nemmeno la nostra mente... Quindi perché mia madre ha scelto di porre precocemente fine alla sua vita? Chi vorrebbe morire troppo presto, smettere di esistere senza lasciare nessuna traccia dietro di sé, se non una nuvola di polvere? In più mia madre non era irrazionale, lei era perfetta, buona, dolce, gentile. Per la prima volta nella mia vita sento di non capire il perché di qualcosa, come se non lo sapessi, e, qualsiasi cosa mi dicano, so che non scoprirò mai. E' quindi possibile non sapere qualcosa, non sapere tutto?

   
 
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