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Autore: SweetLady98    31/03/2016    1 recensioni
America, anni '50: mentre la guerra devasta interi paesi e seppellisce molte speranze, non tutto è ancora perduto, se l'amore riesce ancora a vivere. E in un'epoca in cui l'omosessualità è un tabù, il tenente James e il sergente Bill, due giovani soldati, vivono la loro difficile storia d'amore, che va oltre ogni confine, ogni muro ed è l'unica cosa che non conosce il male.
Lo sai, camminerei per mille miglia solo per vederti, stanotte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Partimmo per Indianapolis qualche giorno dopo. Bill aveva deciso di non avvisare sua madre del suo arrivo per farle una sorpresa. Pensai che la sorpresa sarebbe stata tanto gradita quanto sgradita la mia presenza. Forse Bill colse il mio sguardo assorto e mi sorrise. Io tornai a guardare fuori dal finestrino del treno che ci stava portando in città, in attesa che l’altro viaggiatore del nostro scompartimento uscisse.
<< Un penny per i tuoi pensieri >> mi disse allegramente, non appena l’uomo accanto a noi scomparì.
<< Li conosci già>> ribattei, senza sorridergli.
<< Oh, Jim, non posso credere che tu sia così preoccupato. Siamo stati sotto lo stesso tetto per mesi e nessuno ha mai detto nulla. Ora, non puoi aver paura di mia madre >>
<< Non ho paura di tua madre! Sono solo preoccupato per te. La sua reazione non sarà delle migliori, ne sei consapevole? >>
<< Sono consapevole che questa è la cosa giusta da fare…Non mi smuoverai Jim, non posso tenere questo segreto con mia madre. E per di più dovrò spiegarle perché mi rimetterò in viaggio invece di restare finalmente a casa dopo tanto tempo >>
Alzai le spalle, rassegnato. Era cosi testardo, a volte: avevo tentato in tutti i modi di farlo desistere dalla sua intenzione, e cioè quella di rivelare a sua madre la nostra relazione.
Non capirà, non capirà di certo mi ripetevo in mente. E’ sua madre, certo, e lo ama, ma sarà lo stesso dopo? Dopo aver portato a casa il suo uomo, e aver deciso di partire con lui?
Eppure lui sembrava cosi sereno, come se gia sapesse che sarebbe andato tutto bene; e quel che mi preoccupava era che secondo me non lo sapevaa affatto.
<< Dovrà solo accettare >> disse sedendosi accanto a me << Se mi vuole bene lo accetterà. E non rinuncerò ad andare via con te, non ti lascio Jim >> con un sorriso rassicurante mi sfiorò la mano, mentre gettavo uno sguardo fuori dallo scompartimento, accertandomi che nessuno vedesse, e gliela strinsi, Quel contatto mi fece stare molto meglio, come al solito.
Nei mesi precedenti era stato difficile anche solo stare vicini, e ora dovevamo stare attenti a ogni sguardo, a un gesto o semplicemente un sorriso. Stemmo così, senza parlare, finchè non tornò il viaggiatore e dovemmo prendere le valigie per scendere dal treno.
La stazione era nella periferia nord di Indianapolis, vicino al distretto in cui abitava Bill, per cui bastò poco tempo per ritrovarci in un lungo viale e individuare una delle tante villette a schiera in fondo alla strada.
<< La mia è quella laggiù, numero 24 >> mi indicò Bill, visibilmente contento, da come faceva sbattere la valigia contro la sua gamba, affrettando il passo.
Poi si rivolse a me << Inutile che te lo dica, Jim. Sii professionale >> lo disse in modo così serio che mi misi a ridere << E non ridete, generale! >>
<< Sì signore. Non ti guarderò neanche >> aggiunsi poi abbassando la voce, e lui mi scoccò un’occhiata divertita.
La strada era molto silenziose, e la casa di Bill sarebbe sembrata se non fosse stato per la musica che proveniva dal piano superiore.
<< Frank Sinatra? >>chiesi quando lui suonò il campanello e in quel momento la musica si arrestò.
<< Oh, è Ella…>>  sapevo che si riferiva alla sorellina, ma chi ci venne ad aprire fu una donna esile, con i capelli biondi stretti in una crocchia. Ci guardò entrambi stupita, poi abbracciò Bill.
<< Oh cielo, che sorpresa! >> lo tenne stretto ancora qualche secondo, poi fece un passo indietro per guardarlo meglio, con un grandissimo sorriso, che somigliava molto a quello di Bill. << Non posso crederci. Entra! >> poi posò lo sguardo su di me.
<< James Hartley, piacere >> mi presentai tendendo la mano, che lei strinse. << Io sono Cindy >>
<< James era il mio tenente. Vuole girare l’America e gli ho proposto di restare un poco qui da me, per visitare Indianapolis. Non è un problema vero? >>
Mi scappò un sorriso per quella mezza verità, ma Cindy non se accorse perché scosse la testa e mi invitò a entrare.
La casa non era grandissima, o forse era solo un’impressione visto la quantità di cianfrusaglie. Nel complesso però era molto accogliente, e vivace per la carta da parati decoratissima.
Cindy chiamò Ella a gran voce, e si sentì un rumore per la scala. Ella era bassina e bionda, ma al contrario della madre aveva i capelli ordinati in una complicata acconciatura alta.
Spalancò gli occhi quando vide il fratello e gli scoccò due baci sonori sulla guancia. Fui felice di notare quanto si volevano bene in famiglia: nella mia erano frequenti gesti di affetto.
Io le sfiorai la mano con le labbra, e lei si ritrasse imbarazzata e stupita, avevo solo pochi anni più di lei, e non era aspettata quel gesto.
Ella cominciò a saltellare intorno al fratello, facendogli mille domande, e fu fermata solo dalla madre, che ci permise di salire di sopra per poggiare le valigie.
<< Questa è la tua camera >> mi disse Bill, aprendo la porta di una stanza che si rivelò essere la più ordinata della casa. IL letto era ben fatto, e le mensole sgombre a parte qualche libro in alto, come se nessuno ci dormisse da anni.
<< E tu dove dormi? >> chiesi, pensando fosse la sua.
<< Con mia sorella, questa è per gli ospiti >>
Notai subito un quadro appeso alla parete, che ritraeva Bill con l’uniforme, e mi avvicinai per guardarlo meglio.  << E’ bellissimo, quando te l’hanno fatto?>>
<< Non sono io >> rispose Bill, dopo un attimo di silenzio. In effetti, quel ragazzo aveva i lineamenti più marcati e gli occhi di una forma leggermente diversa, ma la somiglianza era comunque incredibile. << E’ mio fratello. Puoi appendere i tuoi vestiti qui, se vuoi… anche i cappelli, visto che con quelli potresti riempire l’intero guardaroba >>
<< Sono la mia passione, che ci posso fare? >>
<< Come no. E’ solo per non far vedere che stai perdendo i capelli >> gli feci un sorrisetto ironico, e cominciai ad appendere i vestiti nell’armadio.
<< Bene, io vado di sotto a farmi soffocare di domande… Tu rimani pure qui >>
 
A cena mi domandarono della mia famiglia, e raccontai di Olivia, la ragazza che avevo sposato giovanissimo prima di partire per l’Europa, e delle mie due bambine. Più ne parlavo, più sentivo ingigantirsi il senso di colpa: già, che padre ero, lontano dalla mia famiglia, in viaggio con un uomo?
Bill se ne accorse e venne in mio aiuto, cambiando argomento << Ho saputo che Mervyn si è sposato qualche tempo fa >>
<< Oh si! >> il volto di Cindy si illuminò << Avrebbe invitato anche te se ci fossi stato. Penso che gradirebbe molto una tua visita… Sua moglie è deliziosa >>
<< Non mancherò di farla nei prossimi giorni >>
<< Sai quanto si è detto su di lui. Ma ora…>>
<< Erano chiacchiere infondate, mamma >>  tagliò corto Bill, improvvisamente irritato, per un motivo che non capii o semplicemente non afferrai, perché chiesi di salire al piano di sopra per usare la macchina da scrivere.
“Carissima Olivia,
vorrei continuassi a scrivermi all’indirizzo che trovi sulla busta. Sono in viaggio con un amico poiché credo che presto lavorerò per un’altra radio, forse da queste parti. Tornerò a casa appena il lavoro e il tempo me lo permetteranno. Come stai, mia cara? E le bambine? Bacia Josslyn da parte mia. Anche lei mi manca. Mi addolora sapervi lontane da me, ma conosci il mio impegno per il nostro Paese…”
<< Ti disturbo? >> il cigolio della porta mi fece sussultare, tanto che mi scappò il dito sull’altro tasto. Bill arrivò silenziosamente alle mie spalle.
<< No, ho quasi finito >>
<< E’ quasi mezzanotte, pensavo stessi dormendo… poi ho sentito il rumore della macchina >> sentii le sue mani che mi accarezzavano le  spalle e immediatamente i miei muscoli rilassarsi sotto il suo tocco. << Perché non spegni il lume e ti stendi un po’? >>
<< Solo se rimani con me >> spensi la luce, e sul volto in ombra di Bill comparve il sorriso, quando lo tenni stretto a me.
<< Sei sgattaiolato via? >>
Lui annuì << Sono diventato bravo, sai? E’ l’unico momento in cui non devo fingere..odio farlo >> socchiuse gli occhi nell’ombra baciandomi lentamente sul viso, poi intrecciò la sua lingua con la mia. Era uno di quegli attimi,  quei pochi attimi in cui non eravamo costretti a comportarci come semplici amici, scambiandoci solo sguardi pieni di tutte quelle parole che non potevamo dirci.
<< Non è mai stato facile Bill, dal primo giorno. Mi ricordo… eri così timido >>
<< Certo non potevo accennarti nulla, dovevo aspettare lo facessi tu. Ho aspettato che lo capissi… Il clima non era dei migliori, rischiavamo grosso >>
Spalancai gli occhi << Che lo capissi io? >>
<< Non te l’ho mai detto, ma già sapevo bene come ero, ecco >> prese la mano con cui gli stavo accarezzando i capelli tra le sue, abbassando lo sguardo << Conobbi un ragazzo, quando ero più piccolo, siamo rimasti amici per anni…Ma ad un certo capii che non era amicizia, quella che sentivo io. Era come un fuoco, qualcosa che divampava dentro. Pensai di rivelarglielo, speravo che mi avrebbe accettato questa mia…malattia, come viene considerata. Perché avevo il presentimento che anche lui, fosse così >>
<< E lo fece? >>
<< No, perché non gliel’ho mai detto. Decisi di partire, andare in Europa per togliermi tutto questo dalla testa… >>
Ora il discorso di sua madre mi appariva chiarissimo. <>
<< Sei perspicace! >> si fece così vicino che i nostri nasi quasi si toccavano << Ora so…che ho fatto la cosa giusta, perché ho incontrato te. E adesso, se permettete signore, desidererei baciarvi…>>













N.d.A.
Ciao ragazzi! Spero che l'inizio di questa storia vi stia piacendo. Forse sembra un pò lento, ma non disperate...Son curiosa di sapere i vostri pareri, buoni o cattivi xD quindi fate sempre in tempo a scrivermi due parole! A presto
Sweetie
  
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