Anime & Manga > Kuroko no Basket
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Autore: rhys89    01/04/2016    0 recensioni
Kise ha appena scoperto che la sua sorellina si sposerà presto, e che lo vuole come testimone… insieme ad Aomine, il ragazzo con cui i suoi genitori non sanno che è fidanzato.
La “Missione Matrimonio Kaede” sta per avere inizio.
[Dal testo]
Sgrana gli occhi e arrossisce, poi cancella furiosamente quell’ultimo punto che ha aggiunto solo per sbaglio – o per scherzo, o perché era sovrappensiero, o per-qualche-motivo-che-non-conosce-e-nemmeno-gli-interessa – e rilegge il suo piano di battaglia.
• Punto 1: Chiedere ad Aominecchi di fare da testimone a Kaede insieme a me.
• Punto 2: Dire a mamma e papà che sto con Aominecchi.
• Punto 3: Convincere Aominecchi a venire a conoscere mamma e papà (perché sicuramente non vorranno aspettare il matrimonio).
• Punto 4: Convincerlo anche a vestirsi con uno smoking (dopotutto è il testimone).
• Punto 5: Trovare un modo per farmi perdonare da Aominecchi.
• Punto 6: Chiedergli di sposarmi.
Bene. Perfetto.
Si accascia sulla scrivania fino a sbattere la fronte sul ripiano.

È un uomo morto.
[ATTENZIONE: questa storia contiene un altissimo dosaggio di fluff (sul serio, una quantità spudorata di fluff) con una ricca farcitura di cliché [cit.]. Lettore avvisato...]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Altri, Daiki Aomine, Ryouta Kise
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Angolino dell'autrice

Rieccomi qua! ^^
Come promesso/minacciato sono qui con il secondo capitolo (che in realtà è il primo vero capitolo, visto che il primo in realtà era il prologo ^^") di questa storiella senza pretese.

In questo capitolo entra in scena Aominecchi, e con lui il beneamato fluff... quindi occhio alle carie! xD

Ok, la smetto... anzi, no.

Prima un'informazione semi-seria: in questo capitolo ci saranno alcune note inframmezzate al testo, che però verranno riportate solo alla fine del capitolo. Sono perlopiù curiosità e/o informazioni generali, ma dato che non costa nulla ho preferito inserirle, spero vi faccia piacere ^^

E infine voglio ringraziare tanto tantissimo Irisetta e MysticFan che hanno recensito lo scorso capitolo e anche, ovviamente, tutti quelli che hanno inserito la storia tra le seguite/preferite/ricordate. Grazie!! *w*

Disclaimer: i personaggi e la storia di Kuroko no Basket non mi appartengono e non ci guadagno nulla di materiale a scriverci su.

Buona lettura a tutti! ^_^


Punto 1
Chiedere ad Aominecchi di fare da testimone a Kaede insieme a me

 Finalmente ha finito.
 Kise ringrazia velocemente l’équipe che l’ha aiutato per prepararsi al servizio e taglia la corda prima che il fotografo cambi idea e gli chieda “ancora un’altra foto, solo un’ultima posa, lo giuro, lo giuro!” con quello sguardo folle che – se ormai non lo conoscesse bene – gli farebbe anche un po’ paura.
 Esce nell’aria frizzante di marzo e si massaggia le guance.
Ha sorriso talmente tanto in quelle ore che non se le sente quasi più.
 Prende il telefono e controlla i messaggi e le chiamate perse. E poi sorride, di nuovo. Il primo vero sorriso della giornata.
 Preme alcuni tasti e ascolta impaziente il segnale di libero.
«Yo.» Risponde Aomine dopo pochi squilli. «Hai finito?»
 Il sorriso di Kise si amplia ancora di più – e al diavolo i muscoli del viso doloranti.
 «Sì, proprio adesso. Tu?»
«Sto tornando a casa.»
 «E parla al cellulare mentre guida, agente Aominecchi1?» Lo prende in giro.
«Sono con l’auricolare, idiota.» Ribatte lui.
 Kise ridacchia e sente Aomine, dall’altra parte, sbuffare divertito.
«Allora vieni da me?» Gli chiede poi.
 «Sì, passo a prendere qualcosa per cena e arrivo.»
 Aomine lo saluta e poi riattacca e Kise rimette il telefono in tasca, – dovrebbe richiamare almeno un’altra decina di persone, ma non ne ha proprio voglia – prendendo in cambio le chiavi della macchina. Il portachiavi – una pallina da basket in metallo verniciato – è gelido contro il suo palmo, e allora lo porta istintivamente al viso e lo scalda col fiato mentre continua a riflettere: è sicuro di aver visto un konbini2 proprio dietro l’angolo mentre veniva qui… ma forse, per la cena di stasera, sarebbe meglio qualcosa di meno… ordinario, ecco. Tanto per lisciare un po’ il suo ragazzo prima di dirgli del matrimonio di Kaede – e soprattutto del fatto che lei lo vuole come testimone.
 Non che voglia preparare chissà cosa, ovviamente. Primo, perché non ne ha il tempo, secondo perché in ogni caso il suo Aominecchi non apprezzerebbe: a lui piacciono le cose semplici.
“No, l’ideale sarebbe qualcosa di non troppo sofisticato ma di suo gusto, come…”
 Si blocca a metà pensiero, stupito da se stesso per non esserci arrivato prima.
 Sì, quello è assolutamente perfetto.

 Arriva da Aomine quasi un’ora più tardi, imprecando tra i denti contro il traffico, l’ora di punta e gli imbranati.
 «Credevo ti fossi perso.» Lo accoglie la voce sarcastica del suo ragazzo quando finalmente si chiude la porta alle spalle e appoggia le chiavi sul mobiletto dell’ingresso.
 Le sue chiavi. Quelle che Aomine gli ha dato – anzi, lanciato – qualche mese prima senza neanche guardarlo in faccia, borbottando imbarazzato qualcosa di non meglio definito in cui Kise ha riconosciuto soltanto “lavoro”, “freddo” e “vicini impiccioni”.
 «Te l’ho detto che mi fermavo a prendere la cena.» Gli dice mentre si toglie le scarpe.
 «Hai coltivato personalmente gli ingredienti?»
 «Molto spiritoso, Aominecchi.» Borbotta Kise in risposta, avvicinandosi alle spalle del divano dove è seduto Aomine fino ad appoggiarsi coi gomiti allo schienale.
 «Che vuoi farci, è un dono di natura.» Ribatte lui con un ghigno dei suoi, guardandolo da sotto in su. «Bentornato.» Aggiunge poi, aprendosi in un sorriso sincero.
 Sorride anche Kise e gli circonda il collo in un abbraccio, abbassandosi per un bacio a fior di labbra.
 «Sono a casa.3» Mormora quando si separano. «Com’è andata a lavoro?»
 Intanto è passato ad accarezzargli il collo e le spalle, iniziando a massaggiarle.
 «Come al solito.» Mugugna lui ad occhi chiusi, godendosi quelle attenzioni. «Tu?»
 Kise sorride intenerito – Aominecchi sembra quasi un gattino che fa le fusa – e si sporge per baciargli la fronte.
 «Come al solito.» Risponde poi, facendogli il verso.
 Vede Aomine sogghignare, ma quando non ribatte «Sembri esausto.» commenta in un sussurro, come per non disturbarlo. «Hai dovuto inseguire qualche cattivone?» Lo prende in giro.
 Aomine sbuffa.
 «Magari,» risponde stizzito «almeno mi sarei mosso da quel dannatissimo ufficio.»
 Kise ridacchia e riprende il massaggio.
 «Troppo stanco per mangiare?» Gli chiede poi.
 «Non dire idiozie.» Borbotta lui, punto sul vivo – e il sorriso di Kise si amplia ancora di più. «Piuttosto, che hai preso?»
 «Indovina.»
 Finalmente Aomine apre gli occhi per incrociare i suoi. Lo studia a lungo, poi annusa attentamente l’aria. E sorride.
 «Teriyaki burger4?» Chiede conferma.
 Kise annuisce.
 «E daifuku5
 Lo sguardo di Aomine si fa sospettoso, poi sogghigna.
 «Ok, cosa ti serve?»
 Kise mette su la miglior espressione offesa del suo repertorio.
 «Dev’esserci per forza un secondo fine per coccolare un po’ il mio splendido fidanzato?»
 Aomine sorride e gli prende le mani nelle sue, alzando la testa fino ad essere a un soffio dalle sue labbra… e poi si ferma.
 «Queste stronzate raccontale alle ragazzine adoranti che ti sbavano dietro.» Mormora con un ghigno, prima di alzarsi in piedi e andare verso la cucina.
 «Suvvia, Aominecchi, lo sai che non hai motivo di essere geloso delle mie fan…»
 «E tu sai che non sopporto quando cambi argomento sperando che non me ne accorga.» Ribatte voltandosi a guardarlo. «Mi hai preso per un idiota?»
 Kise sogghigna e non risponde, e allora Aomine si infiamma come al solito – adora provocarlo, è così prevedibile! – e gli lancia un’occhiataccia, ma poi fa un sorrisetto malizioso e si avvicina di nuovo a lui.
 «Questo è oltraggio a pubblico ufficiale, signor Kise. Se continua così dovrò punirla…» Sussurra, prendendo le manette fissate alla cintura – è ancora vestito con l’uniforme, per la gioia di Kise – e iniziando a rotearle attorno all’indice.
 «Tu sai che così non mi invogli a fare il bravo, vero?» Mormora Kise di rimando, infilando gli indici nelle tasche dei suoi pantaloni per attirarlo a sé.
 Lo vede ridacchiare divertito e per un momento si perde in quella visione. Perché Aomine è sempre bello… ma quando ride è uno spettacolo meraviglioso.
 Ma poi Aomine risponde all’abbraccio e si sporge a baciarlo, e allora ogni altro pensiero passa in secondo piano. Kise sospira e gli circonda il collo con le braccia, abbandonandosi a lui mentre il mondo intero si riduce ad Aomine – al suo sapore, alle sue labbra, alle sue mani che lo stringono con quella nota possessiva che lo fa fremere fin dentro le ossa.
Tu sei solo mio. Dice quella stretta.
E Kise non potrebbe chiedere niente di meglio.
 Quando si separano Aomine appoggia la fronte sulla sua e risale con la mano fino ad accarezzargli una guancia.
 «Sul serio, devi dirmi qualcosa?» Gli chiede poi.
 Lui però si mordicchia il labbro e non risponde, perché tutti i discorsi che si era preparato per affrontare l’argomento adesso gli sembrano artificiosi e insulsi, e quindi non sa proprio come…
 «Ryō?» Mormora Aomine strappandolo dai suoi pensieri – nella voce una sfumatura preoccupata che non riesce a nascondere – e allora Kise gli sorride rassicurante, assaporando il suono del proprio nome sulle sue labbra.
Probabilmente non ci si abituerà mai del tutto. E va bene così.
 «Kacchan si sposa.» Inizia quindi a raccontare.
 Aomine alza un sopracciglio.
In effetti Kaede è fidanzata da quasi tre anni e convive da uno, non è affatto strano che lei e Tanaka si siano decisi a fare il grande passo.
 «E…?»
 «E mi ha chiesto di farle da testimone.» Aggiunge a denti stretti.
 Si blocca di nuovo e allora «Arriva al punto.» lo esorta Aomine.
 «E… vuole che l’altro testimone sia tu.»
 Silenzio. Poi Aomine scioglie l’abbraccio e «Non esiste.» risponde bruscamente.
Le guance accese da un rossore a dir poco adorabile.
 «Eddai, che ti costa?»
 «No.»
 «Guarda che è una cosa bella, eh!» Esclama. «Insomma, fare il testimone di qualcuno è un onore, dovresti esserne felice…»
 «Allora grazie, ma no, grazie.»
 Fa per allontanarsi verso la cucina, ma Kise lo ferma prendendogli una mano.
 «Ti prego, Aominecchi.» Mormora quando si volta, guardandolo con occhi imploranti. «Kacchan se la prenderà con me, se tu non accetti…»
 E, sì, sa di giocare sporco… ma d’altra parte in amore e in guerra tutto è lecito, no?
 Aomine tenta in tutti i modi di mantenere l’espressione seccata, ma poco dopo distoglie lo sguardo.
 «Sei uno stronzo.» Borbotta, senza però lasciare la sua mano.
E Kise è certo di avere ormai la vittoria in tasca.
 «Ti amo anch’io.» Ribatte quindi, sferrando il colpo finale.
 Come previsto le labbra di Aomine si tendono in un sorriso, e lui si volta di nuovo verso Kise.
 «E sentiamo, se per caso decidessi di concederti questa grazia… tu cosa mi daresti, in cambio?» Gli chiede allora.
 «I Teriyaki burger, ovviamente.» Risponde Kise con tutta la – finta – innocenza del mondo.
 Aomine sogghigna predatore.
 «Temo che non basti.»
 Kise si finge pensieroso e «Uhm… allora non saprei…» mormora. Poi – colto da un lampo d’ispirazione – sfila lentamente le manette dalla tasca in cui Aomine le aveva infilate e  «Che ne dice di un po’ di straordinari, agente?» sussurra malizioso, facendogliele dondolare davanti al viso per poi lasciarle cadere.
 Lui sorride e le prende al volo.
 «Immagino che potremmo metterci d’accordo.» Acconsente con lo stesso tono. «Ma prima i Teriyaki burger… sto morendo di fame!»

 Sono quasi le dieci quando il cellulare di Kise inizia a squillare come un pazzo, svegliando sia lui che l’uomo sdraiato al suo fianco.
 «Perché diamine non hai messo il silenzioso?» Borbotta Aomine, coprendosi la testa col cuscino.
 E Kise vorrebbe ribattere che non ha avuto molto tempo per pensare, quando sono entrati in camera da letto, ma poi preferisce tenersi quelle considerazioni per sé e guardare chi è che rompe a quell’ora.
Kaede, lampeggia sullo schermo.
“Che diamine vuole, adesso?”
 Si schiarisce la voce e «Dimmi.» esordisce dopo aver accettato la chiamata.
«Hai chiesto ad Aomine se mi farà da testimone?» Gli chiede subito lei, saltando i convenevoli.
 «Perché, avevo scelta?» Ribatte sarcastico, senza rispondere.
«Era un modo gentile per chiederti se avevi fatto il tuo dovere di fratello minore. L’hai fatto, vero
 Kise alza gli occhi al cielo e sbuffa.
 «Sì, gliel’ho chiesto e, sì, ha accettato.»
 Evita accuratamente di dirle in che modo l’ha convinto ad accettare.
Dopotutto il fine giustifica i mezzi.
«Bene. A mamma e papà l’hai già detto, di voi due?»
 Kise si blocca a metà sbadiglio, tanto è sbalordito.
 «Ecco… no, non… non ancora. Però…»
«Fallo quanto prima o glielo dico al posto tuo.»
 «Divertente, Kacchan.» Borbotta scorbutico. «Perché tu stai scherzando, vero?» Le chiede poi. «Vero?» Ripete con tono quasi isterico, quando non sente risposta.
«Sì, sì, ovvio che scherzo. Cioè, più o meno. Ma mamma mi ha già chiesto tre volte chi sarà l’altro mio testimone, e io non so più che scusa inventarmi per non rispondere.» Si spiega. «Quindi diglielo entro domani o domani sera, quando mamma mi chiama, spiffero tutto. E, no, non sto scherzando.»
 «Cosa?! Eddai, Kaede, non…»
«Scusa, ora devo andare. Buonanotte, salutami Aomine!»
 Il secondo dopo aveva riagganciato.



Note

1 Nel fanbook CHARACTERS BIBLE Fujimaki sostiene che, se Aomine avesse un lavoro alternativo, sarebbe un agente di polizia. (Fonte: http://it.kurokonobasket.wikia.com/wiki/Daiki_Aomine)
2 Convenience store giapponesi, aperti 24h.
3 La formula originale giapponese è “Okaeri” (bentornato) e “Tadaima” (sono a casa). In Giappone ha un significato molto più forte che qui da noi, per questo ci tenevo a inserirla.
4 Sempre secondo la CHARACTERS BIBLE, i Teriyaki burger sono il cibo preferito di Aomine. (Fonte: http://it.kurokonobasket.wikia.com/wiki/Daiki_Aomine)
5 Daifuku: Termine generico per indicare i dolcetti di riso pressato, composti da riso glutinoso farcito da pasta di fagioli azuki. I daifuku sono disponibili in molte varietà (il più comune è di colore bianco, verde pallido o rosa pallido), alcune delle quali contengono pezzi interi di frutta o miscele di frutta. Quasi tutti i daifuku sono coperti da un sottile strato di mais o fecola di patate per evitare che si attacchino gli uni agli altri; alcuni sono ricoperti di zucchero a velo o cacao in polvere. (Fonte http://www.marcotogni.it/dolci-giapponesi/)



   
 
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