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Autore: Faithfully_    03/04/2016    2 recensioni
In questa storia non esistono shadowhunters e nascosti, sono tutti degli studenti. Alec è un povero cucciolo spaventato da quello che prova per Magnus e Magnus è proprio come lo ricordiamo: un concentrato di glitter e simpatia.
MALEC, SIZZY, CLACE.
Buona lettura.
Genere: Drammatico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Alec Lightwood, Magnus Bane, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Alec e Jace giocavano nella squadra di football ormai dal primo anno. Il loro coach, Hodge Starkweather, non li lasciava in panchina nemmeno per una partita. Erano i più bravi in campo.

"Clary mi piace davvero. Non è come le altre" disse Jace mentre si asciugava i capelli impregnati di sudore.

Dopo l'allenamento erano soliti fare i loro rituali di bellezza. Jace era fissato con la cura per il corpo, Alec un po' di meno.

"È così carismatica, dolce. Non mi è mai capitato di notare il carattere in una ragazza, con lei si. Ed è la parte che mi piace di più." Il moro annuì.

A lui non era mai capitato di fare quel genere di apprezzamenti ad una ragazza, non si soffermava a studiare la loro pelle morbida, la loro dolcezza o il loro profumo. Le considerava belle, ma non adatte a lui.

"Certo capisco." In realtà non capiva, perché se chiudeva gli occhi immaginava un sorriso smagliante, furbo e un paio di occhi verdi. Un petto muscoloso e dei capelli corvino.
Lui non era gay. Non poteva essere gay e soprattutto non poteva pensare a Magnus Bane in quel modo. Era etero ed era fidanzato con Camille.

"Tu quando ti deciderai a trovare una ragazza ?" chiese Jace.

Alec fece spallucce "Lo sai…cerco la persona giusta."

Il moro cercava di mandare dei segnali al fratello per fargli capire che a lui le ragazze proprio non piacevano. Erano carine, graziose certo ma non erano per lui. Jace però era troppo preso dalla rossa per accorgersene.





Il giorno dopo il professor Williams consegnò ai ragazzi dei fogli da far firmare ai genitori per un escursione in montagna.

"Scusi è obbligatoria ?" domandò subito Jace.

"Se vuoi superare il mio corso allora sì, è obbligatoria Herondale."

Alec era emozionato, adorava la montagna. Quando era piccolo i suoi genitori li portavano a fare delle escursioni. Izzy si lamentava sempre delle lunghe camminate ed Alec era costretto a portarla sulle spalle per kilometri. Facevano il bagno nel lago e poi la sera accendevano il fuoco, Robert portava la chitarra e cantava canzoni d'amore a Maryse. Alec li guardava affascinato, da grande sognava un amore come il loro.
Successivamente, con il passare degli anni, dopo l'arrivo di Jace le cose tra i suoi genitori iniziarono ad andare per il verso sbagliato. I fratelli Lightwood non hanno mai domandato, ma hanno visto più volte la madre piangere indisturbata. Il padre aveva un'altra donna. Maryse lo perdonò.
Non dimenticò mai ciò che aveva imparato: che amare significava distruggere e che essere amati significava essere distrutti.
Alec abbandonò quei pensieri contorti, con la coda dell'occhio vide Magnus che parlava con Raphael. "Non ho niente da mettere per il campeggio. Raphael, oggi tu e Ragnor dovete assolutamente accompagnarmi a fare shopping."

Il compagno di banco alzò gli occhi al cielo. "Madre de Dios Magnus sembri una checca isterica. Odio fare shopping e lo stesso vale per Ragnor. Non faremo le tue fatine consigliere"

Magnus gli riservò un'occhiataccia. "Bastava un semplice no, stronzo."

Alec ridacchiò dall'ultima fila e il ragazzo dagli occhi verdi si girò a guardarlo. Il moro subito smise di ridere.

"Finito di origliare Lightwood?" disse con voce aspra Magnus, Alec diventò prima rosso poi viola e poi di nuovo rosso.

"Io…io non stavo…scusami"

Lo sguardo del ragazzo in prima fila si addolcì "Rilassati fiorellino, scherzavo. Se vuoi accompagnarmi tu oggi pomeriggio non avrei niente da obiettare."

Raphael ascoltava la conversazione confuso. Era sicuro che Magnus non avesse rapporti con i Lightwood, nessuno li aveva tranne ultimamente la rossiccia e il suo amico nerd.

"Facciamo così ti lascio tempo per decidere. Alle 17:00 sarò fuori scuola" detto questo Magnus si rigirò avanti non lasciando tempo al moro di rispondere. Jace da sotto il banco messaggiava con Clary e non si era accorto di nulla mentre

Raphael continuava a lanciare sguardi confusi a lui e al suo amico.

"Raphael ti stacco la testa a morsi se non la smetti di fissarmi" disse Magnus.

Lo spagnolo incrociò le braccia al petto e allungò le gambe sotto il banco "Bene bene, Bane fa conquiste."

"Smettila è solo un tipo che ho conosciuto alla festa del tuo ragazzo l'altra sera…e poi sto con Camille."

Raphael sbuffò "Il tuo -sto con Camille- mi suona di falsità. È un'arpia, ha minacciato di rispedirmi in spagna a calci in culo solo perché avevo accidentalmente raccontato a qualcuno, diciamo anche tutta la scuola, del suo piccolo caso di incontinenza a sette anni. Dios che puta."

"Scusa non comprendo la tua lingua" disse Magnus ridacchiando.

Il professore interruppe la loro conversazione iniziando a parlare del viaggio. "Staremo per cinque giorni in montagna. Mi raccomando non voglio risse. Deve essere un viaggio all'insegna della natura e della scienza. Herondale parlo con te, se fai succedere solo una minima cosa, ti rispedisco a New York a pezzettini"

Tutta la classe rise mentre Jace aveva lo sguardo terrorizzato. Quando il professore continuò a parlare di norme di sicurezza e regole il biondo si girò verso il fratello. "Al pensi che lo faccia davvero ?"

Il moro alzò gli occhi al cielo; delle volte Jace era così credulone.






Erano le 16:30 e Alec continuava a camminare avanti e indietro a passi lenti nella sua stanza. Magari Magnus scherzava quando gli aveva dato appuntamento alle diciassette fuori scuola. Era solo uno dei suoi modi per farlo arrossire e farlo andare in paranoia. Se invece poi alle diciassette Magnus davvero si trovava fuori scuola ad aspettarlo? Mentre i pensieri gli frullavano nella testa si erano fatte le 16:50

-Alec decidi ora- continuava a ripetersi il moro.

Prese il giubbino di pelle e scese di corsa le scale incontrando la sorella appena rientrata. "Hey fratellone, stai uscendo? Sono stata a casa di Simon a vedere Il Signore Degli Anelli. Pensavo mi facesse schifo invece è stato divertente. Abbiamo intenzione di vederli tutti."

Alec in quel momento non aveva tempo di pensare alla sorella e alla sua cotta per quel nerd, annuì e uscì di casa senza neanche salutare. Controllò l'orologio: 17:03

"Merda" disse il moro mentre correva verso la scuola.

Aveva il cuore a mille e le gambe che cedevano, le lacrime agli occhi per il vento che gli colpiva il viso e i capelli tutti scombinati. 17:15, arrivo.
Magnus era poggiato al muretto della scuola con una sigaretta a penzoloni tra le labbra. Il suo sguardo era fisso sulle sue scarpe in pelle nera. Alec sorrise appena lo vide, era così bello che il moro lo invidiava.

"Ciao" disse semplicemente.

Magnus alzò la testa di scatto puntando gli occhi verdi in quelli blu di Alec, poi si aprì in un sorriso. "Sei venuto, quasi non ci speravo più ormai".

Il moro annuì mettendosi le mani in tasca con fare imbarazzato. "Già, ero indeciso. Non pensavo che questa mattina facessi sul serio."

"Così sei passato a controllare che non fosse una bufala. Alexander tutto ciò che dico è vero, tranne quando faccio i complimenti a Helen Blackthorn per come si veste."

Alec rise e Magnus lo fissò incantato. "Mi piace quando ridi fiorellino, dovresti farlo più spesso. Sei sempre così cupo."

Il moro non rispose, era consapevole del suo caratteraccio, non poteva farci niente. I due camminarono fianco a fianco senza proferire parola. Era imbarazzante, ma Alec dal canto suo, non era un tipo logorroico. Entrarono in un paio di negozi e Magnus ne uscì con le braccia piene di buste.

"Io in realtà odio il campeggio; tutti quegli insetti e quel fango" disse il ragazzo dagli occhi verdi.

Arrivarono fuori Central Park. "Magnus che ci facciamo a Central Park?" chiese il moro.

"Ho pensato che dopo due ore di shopping ci meritiamo del sano relax." Alec senza pensarci due volte si stese sul pratone mentre Magnus ancora scettico lo guardava dall'alto.

"Andiamo non fare lo schifettoso" Alec lo prese per un braccio e lo tirò accanto a lui.

"Mio Dio si sporcheranno i pantaloni. In questo momento vorrei essere uno stregone, fare una magia e far comparire sotto i nostri culi una coperta. Anzi sotto al mio culo, tu non lo meriti."

Alec gli diede uno spintone, Magnus reagì mettendosi a cavalcioni su di lui e bloccandogli le braccia dietro la testa. "Come hai osato fiorellino."

Alec era sorpreso, non si aspettava che Magnus reagisse. Il moro cercò di divincolarsi dalla presa dell'altro che rideva vittorioso. Con un colpo di bacino Alec ribaltò le posizioni, adesso era Magnus quello bloccato.
Con un coraggio preso da chissà dove Alec avvicino il viso a quello di Magnus. Li separavano pochi centimetri, entrambi smisero di respirare. Alec notò che gli occhi di Magnus non erano semplicemente verdi ma avevano delle pagliuzze d'orate come quelli di un gatto.

"Ti voglio solo ricordare che sono nella squadra di football da quattro anni, ho una forza e una resistenza maggiore…fiorellino" disse Alec facendogli il verso.

Aveva una voglia di baciarlo, le sue labbra erano così vicine. Magnus era fidanzato, era etero e lui non era gay. Era solo attratto dal suo modo eccentrico di vedere le cose. Magnus sorrise intenerito, lentamente sgusciò il braccio dalla presa ferrea di Alec e con la mano gli accarezzò i capelli.

"Come sono morbidi i tuoi capelli Alexander."

Il moro arrossì, successivamente si accorse di stare ancora a cavalcioni su di lui e con uno scatto si mise a sedere. Che stava facendo? Queste cose non le faceva neanche con Jace.

"Io è meglio che vada." disse Alec, Magnus lo bloccò per la mano.

"Ho fatto qualcosa di sbagliato?"

Il moro rimase imbambolato davanti allo sguardo preoccupato dell'altro. Lui non poteva mai sbagliare, era lui che era sbagliato.

"No, no Magnus. Scusami devo proprio andare, ci si vede a scuola."

Senza aspettare la risposta di Magnus, uscì velocemente dal parco e intraprese la strada di casa. Quando si chiuse la porta della camera alle spalle, si tuffò sul letto e chiuse gli occhi. Ripensò alle risate con Magnus tra i vari negozi, i suoi imbarazzanti balletti ogni volta che usciva da un camerino con qualcosa di stravagante. La lotta a Central Park e il suo profumo che gli inebriava ancora le narici.

I suoi bellissimi occhi e i capelli pieni di glitter… Alec sbuffò, era cotto di Magnus Bane e quello di prima aveva l'aria di un primo appuntamento.



 
*
Salve a tutti!
Sono tornata per vostra sfortuna.
Non so se ci avete fatto caso ma ho inserito nel testo una citazione da CoB, solo che nel libro i pensieri sono di Jace e non di Alec...la trovavo adatta alla situazione.
Nella mia versione dei fatti ho immaginato un Robert e una Maryse molto alla Donna e Sam di Mamma Mia!
Alec inizia ad essere preoccupato dai sentimenti che prova per Magnus ed anche impaurito. Come finirà il tutto ? Bho non so!
Come al solito fatemi sapere. Ve se ama <3

 
  
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