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Autore: Ananke_ildestino    02/04/2009    3 recensioni
Episodio 37, introduzione: il colonnello va a teatro con Grace, ma come?! e Riza?
Assolutamente Royai e Anime-fic (prima serie ovviamente).
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jean Havoc, Riza Hawkeye, Roy Mustang | Coppie: Roy/Riza
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
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Episodio 37 Reprise

Disclamers: i personaggi e le ambientazioni sono una creazione della mente geniale della sensei Hiromu Arakawa, io mi limito a distruggere XD Nello specifico per questa fic il merito va quasi del tutto allo Studio Bones e ai suoi sceneggiatori.
Note: Possibile seguito di Through the Night o Tango Apasionado. Scusate per la fantasia al potere nei titoli dei capitoli, ma l'idea iniziale prevedeva solo 3 capitoli, ma è andato tutto a monte grazie alla mia sempre verde vena logorroica.


Episodio 37 Reprise
VI capitolo

Il tragitto dal teatro alla taverna di Breda non fu molto lungo, il che consentì a Roy di trattenersi, camminava a fianco di Riza ma non poteva ancora toccarla e lei sembrava ancora infuriata.
Per quel che riguardava lei non era arrabbiata, ma sicuramente contrariata, andare a disturbare gli altri ragazzi non rientrava nei suoi piani, e aveva già dato troppi pensieri ad Havoc per ammorbarlo ancora. E nonostante tutto il colonnello continuava a prendere decisioni per conto suo. Quella notte se ne sarebbe tornata nella sua stanza, da sola; chissà se almeno quello avrebbe avrebbe sortito qualche effetto.
Jean che guidava il gruppetto proseguiva ormai come un condannato a morte rassegnato al suo destino, quella giornata era nata storta e sarebbe finita anche peggio, doveva solo pregare di riuscire a vedere l'alba del giorno dopo.

Voltarono quasi subito da una delle vie principali attraverso un vicolino, poi ancora altre svolte, sino a giungere in una piccola piazzetta, che era più simile ad un incrocio un poco più largo. Qui il sottotenente si fermò.
-Eccoci.- disse senza entusiasmo.
Andò a bussare ad una piccola porta illuminata dall'unico lampione presente.
Dopo un attimo, in cui Roy riuscì comunque a squadrare in malo modo il suo sottoposto, qualcuno venne ad aprire. Breda in canotta si presentò alla porta, aprendo svogliato come solito.
-Oh, sei ancora vivo, da non crederci!- classico saluto degno del suo pari grado, che già si stava girando per tornare nella stanza dove attendevano gli altri.
-Ehm, Breda, non sono solo...- disse il biondino tra l'imbarazzo e la prudenza.
-Uh..- solo a quel punto si accorse di Mustang, non di Hawkeye, ma il colonnello era più che sufficiente.
-Ah, colonnello, buongior... cioè buonasera. Cosa...-
Mustang aveva nel frattempo già scansato la sua guida dalla soglia ed era entrato, senza troppi complimenti, e senza badare agli sbuffi della sua compagna. Si guardava attorno come ad ispezionare la casa per poi acquistarla. Liquidò l'altro sottoposto con un “buonasera” distratto e si incamminò per le scale che portavano ovviamente alla taverna.
Breda si concesse solo uno sguardo accigliato verso Havoc e poi lo seguì, cercando di dire qualcosa di sensato. Riza, prima di andar dietro all'alchimista, diede una pacca leggera sulla spalla del suo ex accompagnatore.
-Mi dispiace, è come un bambino a volte. La maggior parte delle volte.- e gli sorrise calorosamente, cosa che riuscì a tranquillizzare il povero Jean.
-Speriamo che almeno ora non abbia più intenzione di uccidermi.- rispose sereno lui, mentre dolcemente le porse un braccio dietro alla vita per farle strada.
-No, quello penso di no, almeno per ora.-
-Così non sei molto rincuorante.- si permise di ridere.

Nel frattempo Roy era arrivato nella famosa taverna. Non era grandissima, più o meno due volte il loro ufficio. Vi era però un grande camino dove risplendeva un bel fuoco acceso, un divano e un tavolo dove gli altri due suoi sottoposti erano seduti con le carte in mano.
-Breda, è il tuo turn...- Falman si fermò a metà frase, poi scattò in piedi, facendo muovere di conseguenza anche Fuery, che ci mise però un attimo a rendersi conto del perché.
-Riposo- nemmeno si degnò di salutare gli altri due, e continuò a ispezionare la stanza, notando le bottiglie di vino poggiate in un angolo buio, il grammofono, una poltrona per la lettura. Forse non era così piccola come gli era sembrato alla prima impressione, e non era nemmeno così male.
Intanto i due che erano ancora al tavolo fissarono Breda con espressione interrogata, il grasso sottotenente non poté far altro che alzare le spalle e indicare con il pollice dietro di se. Un istante dopo apparvero Riza e Jean, con i volti distesi e sereni. Ma le occhiate che accolsero il ragazzo lo misero ben poco a suo agio.
Automaticamente la giovane cercò il suo uomo, lo trovò davanti alle bottiglie che le fissava con attenzione. Dopo l'ennesimo sospiro capì che non se ne sarebbe andata in fretta da lì.
-Buonasera.- disse educatamente ai due che ancora cercavano di capire se “riposo” significasse stare in piedi accanto al tavolo o potevano tornare a sedersi.
-Sottotenente Breda, dove posso appoggiare il mio cappotto?-
-Ah, lì c'è un attaccapanni.- indicò il collega che stava scrutando, visibilmente in ansia, il superiore.
-Dai a me.- si propose Jean, mentre l'aiutava a svestirsi.
-Grazie.-

Nella stanza c'era un silenzio fastidioso, al di là degli stivali di Roy che sbattevano sul parquet della stanza. Ora era passato ad analizzare i dischi a disposizione, e pareva non curarsi affatto di avere cinque paia di occhi puntati dritti sulla sua schiena.
Hawkeye respirò profondamente, e decise di intervenire, quell'uomo non si rendeva conto di quel che stava facendo.
Con lunghi passi lo raggiunse, i suoi tacchi alti risuonarono sul legno, attirando gli sguardi dei suoi commilitoni. Avevano prestato troppa attenzione al loro colonnello per notare il vestito del tenente, ma ora, con lo spacco che si apriva mentre si muoveva, li lasciò senza fiato. Quella non era Riza Hawkeye, era un'altra donna che le somigliava molto, in ufficio non era mai stata così... così sexy!
Lei non ci fece caso, ancora una volta il suo obiettivo era Roy Mustang.
-Roy, per favore, puoi comportarti come si deve, non hai nemmeno salutato, e se non ti sei...- non riuscì a finire la ramanzina. Lui si voltò appena sentì pronunciare il suo nome, questa volta sapeva che era lei e che lo stava per chiamare, aveva sentito i suoi tacchi quando si era mossa. Allungò una mano a carezzarle il viso.
-Roy, ti sto parlando, puoi farmi il favore di ascoltarmi.-
-Ma io ti sto ascoltando.- le rispose con voce suadente, mentre si avvicinava e con l'altro braccio le circondava la vita.
-No che non mi stai ascoltando.- e cercò di liberarsi, seppur non con forza. In cambiò lui la strinse ancor di più a se, e la baciò con ardore. Bacio a cui Riza non riuscì a sottrarsi, ne, sotto sotto, voleva.
Quando lasciò le sue labbra, con un filo di voce le sussurrò: -Finalmente, pensavo di morire nell'attesa di questo momento.-
Il cuore della ragazza si infiammò di colpo, ma riuscì comunque a reagire.
-Si si, non ne ho dubbi,- questa volte mise un po' più di impegno e riuscì almeno ad allontanarsi di un passo. -Sei sempre il solito.-
-Perché, forse non ti vado bene così?- il passo era già stato colmato, e gli occhi blu profondo del colonnello erano a pochi centimetri dai suoi. Lasciandola senza parole, o meglio, senza una buona frase per ribattere; in fondo era vero, lui le andava proprio bene così com'era, arrogante, bambinesco, curioso, geloso e egoista. Ma era l'uomo che amava.
-Breda, questo posto è molto bello, ma potrebbe esserlo molto di più se tu avessi una camera matrimoniale.- Disse alzando la voce mentre guardava verso il sottotenente, e abbracciando ancora una volta la ragazza. Ma questa non approvò affatto il discorso.
Come un fulmine si scansò, e sollevando appena lo spacco, sfilò da sopra l'autoreggente una piccola pistola che puntò dritta sotto il mento del suo amante.
-Chi ha detto che voglio andare a letto con te?- Gli domandò mentre lui alzava le braccia in automatico.
-D-dove hai preso quella, anzi, cosa te ne facevi a teatro di quella?-
-Per sicurezza, non si sa mai, non mi piace essere disarmata.- “E poi a teatro c'eri tu, devo essere sempre pronta a difenderti, l'ho giurato”.
Il resto della compagnia prima aveva guardato la scena con sguardo languido e quasi annoiato, poi atterrita. Le occhiate di tutti dicevano solo una cosa: Hawkeye è una donna pericolosa, tremendamente pericolosa.
-Ora- continuò lei senza curarsi degli altri -ti comporterai come si conviene, li lascerai in pace, e, soprattutto, ti accontenterai di sedere sul divano.-
-Ok.- acconsenti mentre deglutiva, era convinto che non avrebbe mai sparato, ma la sicurezza non era mai troppa.
-Bene- e così dicendo ritirò la pistola e alzò lo spacco per riporla. In quell'attimo Mustang si accorse della presenza di altri uomini, e li fissò tutti con uno sguardo minaccioso, il messaggio era chiaro, non guardate la mia donna per più di due secondi o vi incenerisco.
Quando fu sicuro che il concetto fosse stato ben assimilato, tornò al solito sorriso menefreghista.
-Breda, posso mettere un po' di musica.-
-Certo signore.- rispose meccanicamente.
-Bene bene, vediamo...- si girò fregandosi le mani per controllare i dischi a disposizione.
-Roy, stai nuovamente facendo quello che vuoi.- lo rimproverò Riza, ben sapendo che era fondamentalmente inutile.
-Ma no, ho anche chiesto il permesso, come puoi dire una cosa simile.- Come facesse a sembrare tanto innocente e convinto di ciò che diceva restava un mistero anche per la sua ragazza.
-Oh, ecco questo va bene.- esclamò mentre prendeva un disco e lo sistemava sul grammofono. Quindi si girò verso gli uomini che, tutti e quattro vicino alla tavola, ancora la fissavano.
-Beh, non stavate giocando a carte voi, continuate continuate.- fece un gesto della mano come se parlasse a dei servi. -e soprattutto non fissatela.- sibilò.
Con un impeto tutt'altro che naturale tutti e quattro si sedettero e iniziarono da capo a distribuire le carte.
Roy canticchiando la canzone che aveva appena scelto prese la ragazza, ancora contrariata, alla vita e la spinse verso il divano. Lui si sedette senza troppi cerimoniali, e battendo con la mano accanto a se le fece segno di affiancarlo. Con molta più eleganza lei l'accontentò.
Nel frattempo Jean era andato a prendere del vino da bere, e si prese l'incombenza di offrirne anche ai due ospiti inattesi.
-Colonnello, gradisce?- disse mentre già ne versava un bicchiere per la bionda collega.
-Si grazie.- poi più a sottovoce aggiunse -non sperare di scamparla così.-
Non fu abbastanza leggero perché la donna non lo sentisse. Mentre il biondino rabbrividiva, il moro si beccò una terribile occhiataccia dall'amata.
-Roy, piantala, non ha fatto nulla di male.-
-Questo è tutto da vedere.-
-Vuoi vedere se la mia pistola è carica?- gli domandò senza però ricevere risposta se non una smorfia indignata.
Durò comunque pochi istanti, mentre i ragazzi cominciavano la nuova partita, anche Roy iniziò nuovamente il suo attacco ad Hawkeye. Le si avvicinò, la strinse tra le braccia, tento di baciarla, prima sulle labbra, poi, riuscendoci, sulle spalle e le braccia.
-Roy, piantala. Non vedi che i ragazzi sono in imbarazzo.- E lo era anche lei in realtà.
I quattro disperati cercavano invano di giocare senza pensare a quel che accadeva poco lontano da loro, ma era impossibile. Fuery era rosso più del vino che aveva nel bicchiere, e a Falman tremavano le carte che aveva in mano. Havoc non ricordava mai quando era il suo turno, e continuava a versare vino in bicchieri dove non era stato bevuto che un sorso. Solo Breda, giocava senza badare troppo alla coppia, ormai rassegnato al fatto che fossero lì, il resto non lo interessava affatto.
-In imbarazzo per cosa? Non hanno mai visto un uomo con la sua donna?-
Le stava prendendo l'istinto di tirargli uno schiaffone, ma lo sguardo a quanto pare fu sufficiente. L'uomo si rimise a sedere composto accanto a lei, fissando il soffitto, con le braccia incrociate dietro la testa.
Passo un po' di tempo, quello necessario anche per i ragazzi per tranquillizzarsi e abituarsi a quella situazione. Cominciarono a chiacchierare, e a badare al gioco. A quel punto Riza decise che la pausa poteva essere stata sufficiente. Lentamente si appoggiò al petto di Roy, Lui la guardò, quindi abbassò le braccia e le circondò la spalla, mentre con l'altra le stringeva le mani. Ora si che stava bene.
-Sei sempre il solito, non puoi avere un po' di pazienza e delicatezza nel fare le cose?- mormorò lei, mentre si avvicinava ancora un poco.
-Scusa.- un lieve sorriso accompagnò quella parola poco più che sussurrata.
-Va beh, ormai non fa nulla, tanto anche se mi vendico non cambia nulla.-
-Sono più testardo di te, evidentemente.-
-Molto. E sei anche impossibile, egoista, ficcanaso, importuno e irascibile.-
-Si.-
-E geloso.-
-Senza dubbio.-
-E ti amo tremendamente.-
-Anche io, Riza. Anche io.-
La strinse ancor di più, accarezzandole le spalle nude, mentre la baciava teneramente, abbracciati sul divano di Breda, mentre gli altri ridevano per una qualche battuta, o forse per una buffa casualità; i loro cuori, i loro pensieri, ancora una volta uniti tornavano a sperare in un futuro più semplice e felice, come in quel momento giunto inaspettato dopo una serata così complicata.


FINE          
Un grazie a tutti quelli che hanno letto questa fic, a tutti quelli che l'hanno commentata e lo faranno in futuro, e soprattutto grazie a Akaiko che l'ha sempre letta e corretta con me.

   
 
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