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Autore: Kitsune no Pao    03/04/2009    1 recensioni
Ataru Moroboshi si ritrova nei panni del rivale Shutaro Mendo! Una ghiotta occasione di vivere il lusso da lui sempre invidiato all'amico-nemico...e se il prezzo fosse Lamù? Fanfiction dedicata ai " sensei " Achille88 ed Andy Grim, le cui storie hanno acceso in me la voglia, facendomi sognare!^^
Genere: Romantico, Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Atarù Moroboshi, Lamù
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A casa Moroboshi regnava la quiete; solo Shutaro, con gli occhi spalancati nel buio, giaceva prono assorto in mille pensieri senza concedersi a Morfeo.

La convivenza con la famiglia Moroboshi non lo preoccupava, dopotutto il cibo era comestibile e la vicinanza con Lamù sopperiva perfettamente alla lontanaza dall' usuale lusso...il suo timore nasceva dalla considerazione del fatto che, un domani nemmeno troppo lontano, avrebbe dovuto separarsi dalla bella Oni.

Nel frattempo, però, quanto si sarebbe affezionato a quella dolce creatura?

Sicuramente tanto, da soffrirne parecchio al momento della naturale divisione.

Si mise di lato e si sforzò di prendere sonno; il duro pavimento in legno sulla quale era adagiato il sottile futon non era certo il riposo a cui era abituato!


Ataru seguiva col capo chino e la cresta bionda, ballonzolante, la schiena ritta e fiera del signor Mendo - alias suo padre dal risveglio ( traumatico ) di quella mattina.

I due procedevano spediti lungo corridoi e scale sotterranee che si addentravano sempre più nelle viscere della tenuta Mendo; il ragazzo si chiedeva cosa si celasse dietro quelle innumerevoli porte, disposte ordinatamente lungo le spoglie pareti di quei condotti.

"... cosa si suppone dovrei fare, ora?? " pensò fra se il signor Mendo, mentre senza una meta definita scorreva i lunghi passaggi dei sotterranei della sua dimora.

Buttando uno sguardo alle porte constatò che gli uomini in nero erano ancora tutti a riposo nei loro alloggi, fino all'indomani nessuno di loro sarebbe tornato in serivizio.

Si pettinò ad ogni passo i baffetti neri, lisciandoli con l'indice ed il pollice della mano sinistra : " ...i polpi..." pensò "...oggi non hanno ancora mangiato. "

Il passo si fece più spedito.

I due scesero ancora un paio di rampe di scale ed immettendosi su un nuovo, lungo e buio corridoio, Ataru notò un'unica porta piantonata da due militari in divisa.

Le guardie ostentavano un grosso AK47 a testa, un' arma più adatta ad un campo di guerra che alla dimora di un riccone; sulla porta in legno, dotata di fessura d'ispezione, capeggiava la scritta ' videosorveglianza-centro di registrazione'.

Passando davanti ai soldati, impegnati nel saluto militare rivolto ai due, al ragazzo tornarono in mente le parole del misterioso individuo della torre dell'orologio; si ripromise che più tardi avrebbe certamente fatto luce sul buio che occupava i ricordi della sera della festa di compleanno.


Una porta scorrevole si spalancò su una sala molto ampia.

I due si trovarono al cospetto di una piscina dall'acqua ferma; su un piedistallo di marmo vi era adagiato un barattolo, il signor Mendo lo indicò allungano un braccio e puntandolo con l'indice.

" Hai scordato di dare il cibo ai polpi. " disse con tono asciutto; tuttavia la voce, in quella grande stanza sgombra, ad Ataru parve tonante.

Il ragazzo obbedì, impungò il baratto e ne svitò il tappo.

Senza tante cerimonie prese una manciata di quella roba maleodorante e la buttò sulla superficie piatta e ferma dell'acqua.

Nonostante la luce fioca data da poche e lontane lampade al neon, Ataru notò che i polpi se ne stavano sul fondo e lo fissavano con sguardi incerti e preoccupati; nessuno degli intelligenti animali osava muovere un solo tentacolo nella sua direzione, od in quella del cibo.

" Abbine miglior cura, di questo passo non ti resteranno altri amici che loro..." si limitò a consigliare il signor Mendo, prima di abbandonare la stanza.

Ataru restò immobile a lungo e lo stesso fecero i polpi, poi posò il barattolo e si incamminò sulla via del ritorno alla parte superiore dell'abitazione.

Passando davanti alla porta della videosorveglianza i soldati rifiutarono di conderegli il saluto militare; l'aria era tesa ed Ataru non faticò a notare un certo nervosismo...armandosi delle migliori gentilezze, chiese ai militari il permesso di 'curiosare' un poco dentro la stanza.

" Accesso negato " rispose uno dei due.

Il ragazzo tentò, con parole di miele, di persuadere le rigide guardie ma quella sul lato sinistro della porta assestò un violento colpo alla nuca del ragazzo col calcio ligneo del pesante fucile.

Ataru cadde sulle ginocchia, reggendosi la testa dolorante con entrambe le mani.

" AAAhhh!!!" esclamò " ...fa un male boia ma che diav..."

Il secondo militare abbassò l'arma e la puntò senza troppi convenevoli sulla fronte del ragazzo, ancora adorno dei vestiti e della cresta da mototeppista.

" Lo Shutaro Mendo che noi rispettiamo e per il quale prestiamo i nostri servigi non è certo la larva che sto osservando ora. Guardarti mi da il voltastomaco, sparisci prima che mi venga voglia di far sbocciare un bel fiore rosso sulla tua zucca avariata ".

Gli occhi gelidi e spietati del militare scatenarono la paura in Ataru...i suoi denti cominciarono a frangere rumorosamente; il soldato che lo colpì alla nuca appoggiò il piede sulla sua schiena e con violenza lo spinse pancia a terra:

" Striscia, Larva!" ridacchiò.

Voltandosi con crescente terrore Ataru incrociò gli occhi con quelli, simili a vampe infuocate, dell'aggressore.

Corse a perdifiato lungo i corridoi e salendo scale, con le lacrime sulle guance.

Attraversò il grande salone principale della casa, vuoto e buio; solo l'ansimare tagliava il pesante silenzio.

Nei grandi corridoi non riuscì a trovare la sua stanza, od a ricordare dove fosse...si abbandonò in lacrime contro una parete, affondando il volto nelle mani : " Mi odiano...tutti, mi odiano...!" sussurrò gemendo di dolore.

Nella parete, improvvisamente, si aprì una porta; il ragazzo che fino a quel momento poggiava saldamente con la schiena, reggendosi, contro il sostegno si trovò a gambe all'aria e ruzzolò nella nuova apertura...un attimo dopo l'uscio si richiuse, inghiottendo Ataru.


  
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