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Autore: reggina    05/04/2016    2 recensioni
Colin è un sopravvissuto. Dovrà affrontare una lenta e tormentata risalita per tornare alla vita vera.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro Personaggio, Amy Abbott, Bright Abbott
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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I piedi sono inchiodati sul tappeto a corda, tante volte calpestato con frenesia durante le finali di Super Bowl, mentre le mani continuano a sfregare contro il denim dei jeans, in una sorta di effetto Macbeth.

Alla fine gli occhi, seminascosti dai ricci morbidi, focalizzano quell'appendice lasciato sul tavolino in vetro, punta dello spazio a triangolo del soggiorno. Sono chiose sulle complicanze da non sottovalutare dopo una chirurgia cerebrale.

Bright si sente perso. Perso nei suoi sensi di colpa che non cambieranno il passato, perso in una strada a senso unico e senza senso.

Sorveglia il corridoio con impazienza e accoglie con un sollievo indefinito il movimento improvviso del dottor Brown che scende per le scale parlottando con gli Hart.

"Posso..."

Il ragazzo ingoia ogni remora ma la prontezza e il sorriso fermo di Sharon lo salvano da ogni imbarazzo.

"Va pure da lui, tesoro!"


Colin, mezzo seduto sui cuscini e una mano distesa a cercare di coprire le gambe fasciate da calze elastocompressive, sembra una di quelle parole crociate complesse e Bright non è certo di avere la soluzione giusta per stargli accanto.

"Aspetta, ti aiuto io!"

Rabbercia il piumone e riceve per ringraziamento un mezzo sorriso impacciato.

"Come stai?"

La domanda scontata serve almeno a rompere il silenzio granitico, nuovo e inaspettato.

"Il dottor Brown dice che va bene!"

Non ha avuto convulsioni, non ha problemi a respirare, i mal di testa non sono peggiori del solito...

La risposta sfuggente, però, non soddisfa Bright. Non riesce ad accettare questo modo di parlare, formale e gentile, senza conseguenze con il suo amico fraterno.

"Come ti senti per davvero?"


Colin, riappoggiando la schiena sui guanciali, dribbla quell'interesse sincero lasciando che lo sguardo guizzi oltre il vetro opaco, sulla nube rosa pallido del ciliegio in fiore.

"Perché non mi racconti tu qualcosa del mondo lì fuori, eh Bright?"

Quando ad una domanda si risponde con un'altra domanda significa che c'è qualcosa di profondamente sbagliato, eppure l'altro non insiste ad indagare. Sospira e dipingendosi la migliore espressione vivace che gli riesce comincia a raccontare.

Aneddoti sul nonno di Chris Burk che ha dilapidato mezzo patrimonio al gioco, sul coach che vuole proporre nuovi schemi di gioco, sui loro amici e su quel mondo che continua a vivere oltre la finestra.

Piano piano la verve del gioviale Bright si fa più sciolta e naturale e riesce addirittura ad inframmezzare i racconti con opinioni e battute divertenti.


È una doccia gelata quando l'amico, alienato nel suo mondo inaccessibile, finalmente parla.

"Mi sento come se mi stessi guardando dal di fuori!"

L'ammissione è straziante ma, ancora una volta, Colin anticipa ogni tentativo di conforto. Volta la testa dall'altro lato tagliando tutti fuori dalla sua vita.

   
 
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