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Autore: Micchi_Chan    06/04/2016    5 recensioni
Nonostante i suoi sforzi però, non riuscì a trovare nessun informazione riferita ad Edogawa Conan, neanche i dati della sua nascita, niente di niente.
Kaito sospirò, allontanandosi dalla scrivania col computer acceso, ancora aperto sulla pagina di giornale che vide Conan e il presidente Suzuki ritratti dopo aver “sventato” insieme una sua rapina.
Si sdraiò sul letto mettendosi un braccio sopra gli occhi, increspati e stanchi dal troppo tempo passato sul computer, un’ insana preoccupazione gli attanagliava le viscere.
“Tentei-kun…stai bene?”
[ShinKai] [Accenni HeiKazu e altre coppie]
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Heiji Hattori, Kaito Kuroba/Kaito Kid, Saguru Hakuba, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Heiji Hattori/Kazuha Toyama, Kaito Kuroba/Shinichi Kudo
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo2 
                       Amore  incompreso
 
 
Kaito era tornato a casa tardi, come di consuetudine del resto, ma nonostante fosse già l’una e trenta di notte, il liceale non andò direttamente a letto come suo solito.
Invece, in quel momento, era praticamente appiccicato al computer pigiando freneticamente la tastiera.
Aveva già trovato molte informazioni su Shinichi Kudo, il liceale che quella sera era riuscito a intimorirlo quanto a sorprenderlo.
“Settantotto omicidi, quarantatré casi di sparizione e rapimento, dieci furti e diciotto evasioni fiscali.” Ripeté ad alta voce Kaito aggrottando la fronte.
Shinichi aveva risolto tutti questi casi da solo, era impossibile negare la genialità del detective.
E questo non poté che preoccupare ulteriormente il mago.
Per quanto fosse in gamba, non poteva dire di essere superiore a Kudo, e questo lo faceva temere per la sua identità.
Un cosa che però lo colpì, era vedere che effettivamente, Kudo conosceva bene Conan.
Infatti era amico d’infanzia di Mouri Ran, e per logica doveva conoscere bene anche il piccolo detective.
Ciò che non capiva, era perché Conan stesse vivendo con la famiglia Mouri, e per di più questa convivenza iniziò subito dopo che Kudo smise di farsi vedere sui giornali o in televisione.
Kaito si ridestò dai suoi pensieri al suono vibrante del suo cellulare, confuso fisso il telefonino leggendo “Jii-chan” sul display.
“Jii-chan? Che succede sono le due di notte…”
“Appunto, Bocchama! Perché siete ancora sveglio?”
Kaito s’irrigidì.
“Jii-chan mi stai spiando dalla casa di fronte?!”
“Stavo solo facendo due passi qui vicino e ho visto la luce nella vostra camera…”
“Jii-chan!”
Kaito sentì sospirare dall’altra parte del telefono.
“Mi dispiace, Bocchama. Volevo soltanto essere sicuro che steste bene…”
“Sto bene, la rapina è andata liscia come al solito.”
“E allora perché siete ancora sveglio? La prego Bocchama, pensi di più a se stesso!”
Kaito si strofinò leggermente gli occhi con due dita.
“Ho capito, scusami Jii-chan. Oyasumi.*”
“Oyasumi, Bocchama.”
 
                                                                                    *                                                           *                                                                    *        
 
Shinichi si sentiva a disagio.
Erano passati quattro minuti da quando aveva rivelato al suo migliore amico le sue intenzioni, e d’allora non aveva ancora parlato, se ne stava semplicemente lì, a fissare il povero Shinichi con gli occhi fuori dalle orbite e la bocca semi aperta.
“Hattori, chiudi la bocca o c’entreranno le mosche.” Sbuffò stufatosi di quella situazione bevendo un sorso del suo caffè nero.
Hattori scosse la testa e bevve anche lui un sorso del suo frullato prima di tornare a guardare l’altro.
“Sei pazzo.” Concluse infine il ragazzo del Kansai.
“Non lo sono.”
“Oh, si invece. Sei andato completamente di testa! L’amore rende tutti un po’ matti ma tu sei davvero…wow.”
Shinichi sospirò.
“Non mi aspetto che tu capisca, ma devi aiutarmi.”
“Devo?”
“…per favore?”
Se il grande Kudo Shinichi si metteva addirittura a usare parole gentili con lui, Heiji non poteva certo rifiutare.
“Che vuoi che faccia?”
 
                                                                           *                                                                     *                                                                 *
 
 
Quando Kaito si svegliò quel giorno, sapeva che sarebbe stata una brutta giornata.
Il cielo era nero già dalla prima mattina ed il liceale non riusciva a svegliarsi senza la luce del sole sul viso, per questo era in enorme ritardo per la scuola, non aveva neanche fatto colazione!
Certo, doveva ammetterlo a se stesso, dal giorno della sua ultima rapina, ovvero due settimane fa, il ragazzo era terribilmente distratto.
Il vecchio Jii se ne accorse ovviamente, e non poté che essere preoccupato per il suo Bocchama, per questo gli vietò di architettare un'altra rapina per i prossimi giorni sperando di farlo tornare in sé quanto prima.
Kaito non poteva che sottostare al volere del maggiordomo che comunque doveva riconoscere aver ragione.
“Potrei far finta di essere in vacanza!” ragionò sorridendo il mago camminando velocemente verso la sua classe che aveva iniziato da poco la seconda ora.
“Hohayo!”
“Kaito! Sei in ritardo spaventoso!” lo ammonì Aoko andandogli incontro, Kaito sorrise vedendo che la professoressa di matematica non era ancora arrivata, ma sulla soglia si rese conto che tutti i suoi compagni, eccetto Aoko, Akako e Saguru, erano ammassati intorno al banco di fianco al suo.
“Che succede?” chiese dopo un po’ di confusione iniziale, Akako rispose sorridendo: “Qualcosa che presumo non ti farà piacere.”
Kaito alzò un sopracciglio prima di vedere Saguru rispondere un po’ seccato.
“Un nuovo studente.”
Aoko annuì vistosamente.
“Non immaginerai mai chi è, Kaito!” gli disse eccitata la ragazza, ma prima che potesse chiedere altri dettagli, Keiko lo chiamò a gran voce facendo voltare anche gli altri suoi compagni.
“Kaito-kun! Eccoti!”
“Kaito, vieni a conoscere il tuo doppelganger!”
“Guarda, è lui il ragazzo che ti somiglia!”
Kaito sembrava confuso dalle parole dei suoi amici, finché  due ragazzi si spostarono rendendo possibile al mago un visuale completa del nuovo arrivato.
Sbarrò gli occhi.
Non poteva essere.
Kudo Shinichi, era davanti a lui, seduto sul banco della sua classe.
Lui era il nuovo arrivato.
“…e così tu sei Kuroba Kaito.”
Kaito si ridestò, fissando intensamente il detective prima di annuire.
“Incredibile, sembrate fratelli!”
Poker face.
“Magari anche gemelli!”
Poker face.
“Che somiglianza…”
Poker face.
Deglutì, per poi tornare in sé.
“Ma che dite! Io sono molto più carino!”  ridacchiò facendo ridere tutta la classe e sorridere il detective.
“Si, in effetti hai ragione.” Ammise senza un filo d’ironia il nuovo compagno di classe provocando un lieve rossore sulle gote dell’altro, che però non infranse mai la sua poker face e anzi, gli si avvicinò sorridendo.
“Benvenuto, Kudo Shinichi-kun.”
“Grazie, Kuroba-kun.”
 
                                                                                                *                                                                *                                                                 *
 
“Kuroba-kun?”
Kaito s’interruppe nel bel mezzo della sua conversazione con Aoko, prestando attenzione al detective di Beika.
“La professoressa mi ha detto di rivolgermi a te per accompagnarmi a fare un giro della scuola, ti dispiace?”
Si, tanto.
“No, andiamo Kudo-kun.” Si costrinse a rispondere.
Aoko alzò un sopracciglio, ma non disse nulla.
I due iniziarono il loro giro per la scuola, usufruendo della pausa pranzo.
 Kaito era praticamente l’unico a parlare mentre Shinichi si limitava ad ascoltare ed annuire qualche volta, sempre fissando intensamente l’altro.
Ovviamente, questo non poteva che sentirsi a disagio, ma la sua poker face era ancora attiva.
“Kuroba-kun, dovrei andare in bagno, me lo faresti vedere?” chiese improvvisamente il detective, l’altro annuì e si diresse verso il bagno più vicino.
“Ecco.” Disse entrando nella toilet maschile sentendo però un rumore familiare dietro di lui, si girò verso l’ingresso dove Kudo aveva chiuso la porta a chiave.
“Haha…che stai facendo, Kudo-kun?” ridacchiò nervosamente Kuroba, vedendo l’altro appoggiarsi sulla porta chiusa.
Il detective sorrise furbescamente, pronunciando quelle poche temute parole.
“Tu sei Kaitou Kid.”
Il cuore di Kaito perse un battito.
Ti prego, non lui…
“Ehhh? Non so di che parli, Kudo-kun.” Sorrise, falsamente divertito.
“Puoi smetterla? Non mi piace veder insultata la mia intelligenza.” Sospirò l’altro chiudendo gli occhi.
“Sul serio Kudo-kun, penso che Hakuba ti abbia raccontato le sue solite storielle!”
“Hai, Hai…” sospirò nuovamente Shinichi, per poi riaprire gli occhi e fissare intensamente l’altro.
“Ascolta, capisco che tu non mi creda, ma io voglio davvero aiutarti.”
Gli occhi di Shinichi erano sinceri e onesti.
Ma Kaito non poteva fidarsi.
“Kudo-kun, non capisco cosa intendi dire…ma io dovrei andare perciò…”
Il giovane mago si diresse verso la porta, ignorando totalmente la presenza dell’altro su essa, peccato che Shinichi non voleva rendergli il tutto facile.
Kaito sussultò sorpreso quando il detective gli afferrò il polso e lo sbatté contro il muro di fianco alla porta, intrappolando il ragazzo tra la parete e il suo corpo.
“Cosa-“
“Kuroba Toichi.”
Il mago si bloccò.
“Il motivo per cui nessuno ha mai sospettato di te era perché sei troppo giovane per essere Kaitou Kid…” cominciò a sussurrare Shinichi i suoi occhi puntati su quelli indaco dell’altro.
“…ma tu sei il secondo Kaitou Kid, il primo…era Toichi Kuroba. Tuo padre.”
Kaito si ritrasse, spintonando il detective con forza, liberandosi così dalla sua presa ferma.
“Non nominare mai più mio padre.” Sibilò il ragazzo fuori di sé dalla rabbia.
L’altro ragazzo allargò leggermente gli occhi dallo stupore, e subito annuì superando Kaito per poi uscire dal bagno mormorando qualcosa che il mago riuscì ammala pena a sentire.
“Scusa.”
Aveva esagerato, doveva riconoscerlo.
Il suo piano era avvicinarsi alla sua cotta e scoprire finalmente cosa c’era dietro le intenzioni del coetaneo, perché, sebbene fosse sicuro dell’onestà di questo, un ladro era pur sempre un ladro.
Anche se questo ladro, era riuscito a rubargli il cuore.
Shinichi si mise una mano tra i capelli, ravvivandoli leggermente e dirigendosi ancora verso la sua aula.
Oggi aveva commesso un passo falso a nominare Kuroba Toichi, non poteva sbagliare nuovamente.
“Spero possa perdonarmi…”
 
                                                                                       *                                                         *                                                                 *
 

Questa si chiama sfiga, non si poteva chiamarla in nessun altro modo, decise il giovane ladro mentre si buttava freneticamente dell’acqua in faccia, guardandosi poi allo specchio del bagno dei ragazzi ripensando alle parole di Shinichi.
“Tu sei Kaitou Kid.”
Non poteva essere possibile.
Kudo ha scoperto la sua identità?
“…ma tu sei il secondo Kaitou Kid, il primo…era Toichi Kuroba. Tuo padre.”
Nessuno aveva mai scoperto del collegamento tra lui e suo padre con la faccenda di Kid.
Neanche Snake, nemmeno Hakuba.
Perché lui c’è riuscito così facilmente?
Ora la sua vita era davvero in pericolo, ma più importante, se fosse stato catturato dalla task force, non sarebbe riuscito a trovare pandora.
Avrebbe deluso suo padre e disonorato la sua memoria.
Il solo pensiero fece rabbrividire il ragazzo che si portò una mano sulla bocca deglutendo il groppo in gola.
“Kuroba?”
Sussultò, non aspettandosi di essere chiamato in quel momento.
Dopo aver volto lo sguardo alla soglia del bagno, vide Saguru avvicinarsi con un espressione preoccupata sul volto.
“Ti senti male? Sei pallido.”
Kaito lo guardò sorpreso dal sua atteggiamento e dalle sue parole, infatti non si era accorto di star ansimando leggermente.
“Sto…bene…”
La sua voce rauca, non convinceva neanche lui, tanto meno Saguru che senza dire una parola uscì dalla stanza.
Il mago si accucciò in un angolo, cercando di calmarsi finché non tornò Saguru con una bottiglia di acqua fresca in mano.
“Tieni.”
Disse il biondo porgendogli l’acqua.
“Non…ne ho bisogno…”
“Smettila di fare il testardo e bevi!”
Kaito si arrese e afferrò la bottiglietta bevendone un sorso.
“Fai respiri profondi.” Gli consigliò Hakuba venendo ascoltato dal moro che riuscì a tranquillizzarsi.
“…cosa è successo?”
Kaito non rispose.
“Kuro-“
“Sto bene.”
Saguru scosse la testa, intuendo che l’altro non gli avrebbe detto una parola.
“Ho capito, allora vieni. Torniamo in classe.”
Kaito annuì piano, accettando la mano dell’altro che lo aiutò ad alzarsi da terra.
“Hakuba…”
“Si?”
“...grazie.”



Fine capitolo 2



Angolino di Micchi:

Yuup! Finalmente ho aggiornato *^* 
Sarò sincera, mi sono completamente dimenticata delle fanfiction.
Non di questa fanfiction, ma proprio in generale di andare su efp!!!  ò-ò  Sinceramente? Sono al quarto anno di liceo e ci stanno letteralmente massacrando di presentazioni, verifiche, interrogazione e ricerche, perciò capite bene che avevo altro da fare. ç_ç
Fortunatamente questo capitolo è riuscito a vedere la luce! *^* Anche se è più un capitolo di transizione, ho voluto far vedere i modi spavaldi di Shinichi nel conquistare il ladro...cavolo amico, non stai facendo un bel lavoro, he? XD
Heiji e Saguru sono comunque dalla parte del proprio amico, e Kaito ha avuto un attaco d'ansia...che dire, anche Kaitou Kid ha i suoi punti deboli! <3
Alla prossima! Baci <3

 
  
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