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Autore: Tinucha    08/04/2016    5 recensioni
Sono una di quelle persone dannatamente gelose e possessive. E ho bisogno di una persona che mi faccia incazzare senza smettere però di farmi avere la certezza che è e sarà solo mia. E ho bisogno di te.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge Blanco, Violetta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ondeggiai i fianchi a ritmo di musica avvertendo le sue mani calde agguantarli per fermarmi. << Se non la smetti ti porto nel bagno e ti scopo fino a farti dimenticare il tuo nome, Martina. >> il suo tono di voce era duro, scostante e particolarmente roco. << Fallo no? >> << Dannazione sei brilla, non azzardarti ad ingurgitare altro alcool, d'accordo? >> << Non mi piace quando mi comandi, Jorge. >> sussurrai passando l'indice della mia mano destra sul suo petto, lasciato scoperto dalla sua camicia 'leggermente' sbottonata. << Prima o poi ti piacerà, devi solo abituartici. >> strinse la presa sui miei fianchi Facendomi emettere un mugolio di piacere e dolore mixati. Scossi il capo duramente e cominciai a muovermi contro i suoi pantaloni.


POV JORGE
Imprecai maledicendo quella sfacciataggine che stava man mano acquisendo e sospirai imbarazzato avvertendo i miei boxer farsi leggermente turgidi. Dannazione. Stava mettendo alla prova i miei ormoni, ma non avrei resistito ancora per molto. << Non sto scherzando, Martina. Ti scopo se non la smetti. >> un sorrisetto abbastanza divertito si fece spazio sulle sue labbra mentre agganciò le braccia al mio collo. << Scopami forte, allora. Portami nel bagno Blanco e fanno sentire donna. >> mi stava prendendo per culo. Si, per forza di cose si stava prendendo gioco di me. << Non giocare con il fuoco, piccola. >> << Io non gioco mai Jorge, Portami nei bagni avanti, non ci vede nessuno. >> bastò il suo ancheggiare ancora una volta a farmela attirare per la vita per eseguire la sua richiesta. Stranamente nei bagni regnavano il silenzio e l'igiene, ma ci trovavamo pur sempre in un pub. Sorrise in quel modo dannatamente sfacciato e non le diedi nemmeno il tempo di respirare che mi avventai sulle sue labbra per catturarle in un bacio da mozzare il fiato. Sbottonai frettolosamente i miei jeans scendendone la cerniera. Si trattava di una stupida sveltina, ma fare l'amore con lei rendeva tutto dannatamente dolce. Con una mossa stizzita mi liberai dai boxer e senza troppi intoppi feci lo stesso con lei per farla mia immediatamente. Con estrema urgenza. I suoi occhi si spalancarono per la sorpresa. Troppa irruenza, poca delicatezza. Cacciò giù per la gola un urlo ed affondò le sue unghie nelle mie spalle sopra il tessuto ruvido e pungente della camicia. Pian piano le sue mani scesero a carezzare le mie braccia, mentre io senza pietà affondavo in lei schiacciandola contro la parete fredda di quel posto. << Te la sei cercata, Stoessel. La prossima volta fa' attenzione a quel che dici. >> sillabai lentamente boccheggiando. << J-Jorge. >> mugugnò stringendo la mia camicia. << Dai piccola, vieni per me. >> sussurrai col fiato corto avvertendo subito dopo le sue gambe irrigidirsi. Sorrisi soddisfatto tirandomi indietro, e ricoprendomi allacciai i miei jeans. Le sue pupille dilatate, il suo fiato corto, il suo viso stravolto. << Che succede, Tinita? >> sorrisi carezzandole una guancia. << Lo abbiamo fatto davvero? >> sussurrò incredula, facendo allargare il mio sorriso. << Lo faremo altre mille volte, piccola. Non immagini nemmeno quanta altra voglia ho di affondare in te. >> sussurrai avventandomi sulle sue labbra che prontamente si schiusero per danzare con le mie come se non ci fosse domani. Questa donna doveva essere mia. Per sempre. E così sarebbe stato.


Qualche annetto dopo..
POV FRANCISCO
<< FORZA MARTINA, SPINGI! >> gridò l'infermiera contro la mia ingenua sorellina che versava ininterrottamente delle lacrime incontrollate. La guardai male rendendomi conto che in quella stanza nessuno poteva vedermi. Roteai gli occhi infastidito, gliene avrei dette quattro se avessi potuto. Potevo avvertire il dolore di mia sorella come se lo stessi provando io stesso sulla mia pelle. Jorge era bianco come un lenzuolo mentre le stingeva la mano. Scossi il capo. Dovevo fare qualcosa. Mi avvicinai a lui dandogli un colpo sulla spalla e lui sembrò risvegliarsi da quello stato di trans. << Piccola, sono qui. Sono qui. >> le sussurrò dolcemente. Questa volta avvertii i battiti dei loro cuori aumentare a dismisura mentre si guardavano negli occhi stringendosi le mani. Avvertii le loro fedi nuziali provocare un rumore assordante e feci un salto temporaneo nel passato..



"STOESSEL DOVE DANNAZIONE SEI FINITO?" roteai gli occhi guardando in basso ed affondando un cucchiaino nella mia vaschetta di gelato. L'angelo Sarah mi raggiunse piantando le mani sui fianchi e rivolgendomi un'occhiata poco amichevole. "Sono 2 ore che ti cerco" "Sta' zitta." sbuffai portando il cucchiaino di gelato al cioccolato alla bocca. "Che ti prende?" inarcai un sopracciglio. "Guarda là sotto, si sta celebrando il matrimonio di mia sorella ed il mio migliore amico, e quello della donna che amo con il suo nuovo amore, ho bisogno d'affetto, così affondo le mie pene nel gelato. Dicono che funziona!" scrollai le spalle mentre lei scoppiò a ridere "Certo che sei proprio strano" "Vaffanculo, Sarah." tuonai acido mentre tutto si  oscurò. Dannazione, in paradiso era proibito quel tono, ed adesso perché ero un Coglione non avrei potuto vedere come sarebbe andata a finire quella lunga giornata "Me la pagherai. Mi hai provocato, sapevi che l'avrei detto." sorrise soddisfatta scuotendo il capo "Stoessel hai già il privilegio di guardarla sotto l'acqua, ringrazia di essere stato troppo buono in passato. A me non l'hanno concesso." "Beh, ma non è niente che non abbia già visto" sorrisi porgendole un cucchiaino di gelato. "Vuoi?" sorrise di rimando, tirandolo via dalle mie mani e portandoselo alla bocca. "Buono." "Sei sporca." sorrisi inconsciamente indicando le sue labbra e ripulendole "Qui". Il silenziò fece da padrone mentre lei prendendone un'altra cucchiaiata me la spalmò sulla faccia e scoppiò a ridere. "Non sai nemmeno in che guaio ti sei cacciata piccolo angelo." 



<< UN'ALTRA SPINTA, MARTINA, FORZA. CI SEI QUASI. >> con una forza che neanche conoscevo e stringendo forte la mano di Jorge, Martina gridò così forte quasi da ricoprire il pianto della nuova arrivata. Sorrisi posando le mie labbra sulla testa di quella splendida bambina e feci lo stesso con Martina. I suoi occhi si aprirono fulminei mentre portò piangente una mano sul punto che le mie labbra avevano toccato. << L'ho sentito, Jorge. Come Mechi. Ho sentito le sue labbra. >> sorrisi inconsciamente ripensando al giorno in cui Mercedes aveva messo al mondo Francisco e scossi il capo. Aveva litigato con tutti gli infermieri su quel reparto per quanto dolore stava provando e per quanto era incazzata nera. Il suo piantò aumentò quando dopo aver ricevuto un bacio da mozzare il fiato dal mio migliore amico, conobbe sua figlia. Jorge cercava di trattenersi mentre guardava estasiato le sue donne, ed io sorrisi lasciandoli al loro momento. Vagai fuori da quella stanza per rivedere i miei amici. Più adulti, più innamorati e più uniti che mai. Xabiani e Mechi agitati guardavano il piccolo Francisco. Mentre il piccolo posava dolcemente una mano sulla guancia della mia biondina. Mi avvicinai cautamente sorridendo e ruotando su me stesso. Tutto perfetto. Mia madre e mio padre si amavano più di prima, il Signor Blanco aveva incontrato una splendida donna di nome Clara che era diventata come una mamma per i suoi figli, Jennifer con il pancione messo in mostra era accoccolata al petto del suo Chad, e Jazmine ormai cresciuta con i capelli lunghi fin sotto la vita sorrideva felice di aver sconfitto quella maledetta malattia. Quella volta aveva vinto lei. Tutto perfetto. Tutto filava liscio, ed il mio lavoro era finito. Tirandomi su con le ali tornai lì dove era il mio posto continuando a sorvegliare dall'alto le persone che avevo e mi avevano amato. Sorridevo come un idiota mentre Sarah alle mie spalle avanzava verso di me sedendosi sulle mie gambe e lasciandomi un timido ed eterno bacio.



E ANCHE STAVOLTA SIAMO ARRIVATI ALLA FINE! VOLEVO RINGRAZIARE TUTTE LE PERSONE CHE HANNO AGGIUNTO QUESTA STORIA TRA LE PREFERITE, LE SEGUITE O QUELLE DA RICORDARE, CHI L'HA RECENSITA O ANCHE CHI L'HA SOLO LETTA. Spero che questo sia un finale degno di questa storia e che voi commentiate per farmi sapere che ne pensate.
Grazie ancora,
La vostra Tinucha.
   
 
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