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Autore: _Mercury_Venus_    13/04/2016    1 recensioni
AU/students
"Love is never wrong and so it never dies"
Questa è la storia di come due anime, provenienti da mondi diversi, ma alla ricerca della stessa felicità, si sono incontrate e riunite. Tutto è cominciato quando ancora nessuno dei due sapeva di appartenersi.
I giovani Kovu e Kiara affronteranno le tipiche difficoltà adolescenziali finendo per scontrarsi con il sentimento più grande: l'Amore. Una storia di emozioni, difficoltà, ma anche tante risate!
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kiara, Kovu, Pumbaa, Timon, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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kovuKiara

Kiara avrebbe voluto perdersi per sempre tra gli alberi, il vento e il mistero della fitta foresta che le sembrava più grande e spaventosa a causa della fervida immaginazione da bambina. Stava per imboccare un sentiero che si diramava più in profondità nel bosco lungo tutta la pianura, quando si sentì chiamare alle spalle. Ovviamente sapeva di chi erano le due voci. Pensò che Pumbaa non avrebbe corso tanto a lungo a causa del fisico non proprio prestante, e che Timon si sarebbe spaventato al primo rumore sinistro.
Poteva farcela!                                                                                    
Diede sfogo a tutta la sua energia, e la giovane ribelle con la coda disordinata e la felpa verde bottiglia sparì dietro ai tronchi.
“Ecco fatto, ma chi gliela avrà consigliata quella maglia perfetta per mimetizzarsi con i cespugli, eh, Pumbaa?!” strillò Timon isterico, cercando di aumentare il passo. Si girò, non sentendo risposta. Il compagno si era accasciato su una roccia, e il fiatone non lo faceva parlare. Fece un gesto incomprensibile e si sdraiò completamente a terra, esausto. “Simba ci ucciderà” sussurrò Timon con gli occhi al cielo.
 

Il sentiero principale era già parecchio lontano quando Kiara iniziò a rallentare, temendo di inciampare tra le radici degli enormi alberi che la circondavano. La luce del sole le arrivava in viso, interrotta a momenti dalle alte fronde rigogliose. Respirò profondamente e sorrise, una nuova scossa di adrenalina la pervase e cominciò a correre ridendo, ma la gioia ritrovata durò poco.                                         
“Ahia!” Kiara tirò un urletto di sorpresa, finendo con la faccia sull’erba. Aveva sbattuto il piede contro qualcosa che le aveva fatto perdere l’equilibrio, ma quando rialzò il viso si sentì ancora più scombussolata. Due occhi verdi, corrucciati e magnetici, erano fissi su di lei. Il proprietario era quasi sicuramente la “cosa” su cui era inciampata. E lei si sentiva  quasi sicuramente una stupida.                               
“Allora, ti vuoi togliere?!”

 

Kovu guardò con aria scocciata la ragazzina che lo aveva bruscamente risvegliato e che ora se ne stava lì, distesa sulle sue gambe a fissarlo come un'idiota.
“Allora?! Sei sorda per caso?! Ho detto di toglierti!”
Kiara, come se si fosse ripresa da uno stato di trance, si alzò di fretta scuotendo via la terra dai jeans.
“Mi spiace, stavo correndo e non ti ho proprio visto”
“L'ho notato” assentì Kovu stizzito.
Quel tono saccente fece perdere le staffe a Kiara, già provata dalle continue ramanzine di Timon e Pumbaa.
“Ti ho già chiesto scusa, quindi smettila con quell'atteggiamento da vittima! Inoltre, se proprio lo vuoi sapere, questo luogo è vietato agli ospiti del campus; Tu qui non ci dovresti essere!”
“Potrei dirti la stessa cosa” osservò Kovu con aria di sfida.
Kiara aprì la bocca pronta a ribattere, ma subito si rese conto di non avere argomenti abbastanza validi che giustificassero la sua presenza lì.
“Cos'è?! Il gatto ti ha mangiato la lingua?” infierì il moro.
La frustrazione della ragazza salì alle stelle, le guance le si imporporarono, un po’ dalla rabbia e un po’ per l' imbarazzo. Chissà come, davanti a quello sguardo furbo e strafottente era rimasta senza parole, una cosa che non le succedeva spesso.
Così strinse i pugni e con aria impettita se ne andò a grandi passi nella direzione da cui era arrivata.

 

I due sorveglianti avevano rincorso, a perdifiato per dieci minuti buoni, un ipotetica “Kiara” rivelatasi solo un piccolo cerbiatto impaurito, e avevano finito per disorientarsi completamente.
“Bene Pumbaa, ho come l’impressione di aver già visto questa grande roccia muschiata almeno un paio di volte. Sai che significa?”
“Che hai un grande occhio per la botanica?”
“Certo!” strillò Timon colpendosi la fronte con una mano “Oppure che stiamo girando in cerchio da chissà quanto! Oh, Simba stavolta ci uccide, ci distrugge, ci…ci…” e cercando di non ribollire per la collera, tirò un grande sospiro appoggiandosi col braccio sulla spalla del compagno.
“Sai Timon, forse dovremmo lasciare un po’ più libera la bambina, così non ci odierebbe a tal punto da scappare in mezzo ai boschi …”

Pumbaa, lascia che ti spieghi cosa vuol dire fare il baby-sitter! Se lei fa ciò che vuole e poi torna a casa anche con un solo capello in meno di quanti ne avesse prima di partire per il Campus, suo padre probabilmente le farebbe una lavata di capo e a noi ci taglierebbe direttamente la testa!” spiegò Timon, scuotendo le esili braccia a destra e a manca. 
La conversazione stava per degenerare in uno dei soliti momenti in cui Pumbaa borbottava qualcosa di incomprensibile agli orecchi dell’amico e quest’ultimo si irritava ulteriormente, finendo per alzare la voce in modo isterico.
Fortuna che erano immersi nel verde selvaggio.
Fu una fortuna anche per Kiara, visto che nel silenzio della natura, riuscì a percepire senza problemi le due voci che si azzuffavano dietro a qualche albero non troppo lontano da lei. “Quei due si fanno sempre comandare a bacchetta da mio padre” pensò alzando gli occhi al cielo. “Dicono sempre tutti che mi vogliono bene, che sto diventando grande … e poi non mi offrono nemmeno un po’ di fiducia! Perché non si rendono conto che così facendo mi spingono ancora di più a ribellarmi, a trovare una mia strada da percorrere che non sia già spianata dalla mia famiglia?” sbuffò tra se e sé. “Ci sono bambini molto più dispettosi e maleducati di me che hanno tutta la libertà del mondo! Come quel ragazzino di poco fa! Mi ha risposto bruscamente e non sembrava minimamente pentito. Anzi, mi guardava con gli occhi corrucciati, come se inciampargli addosso fosse stata colpa mia. Uno sguardo così intenso … e due occhi così verdi come non avevo mai visto prima, uno sguardo … da sbruffone!”
Persa nei suoi ragionamenti, la giovane fuggitiva non si era accorta che le voci di Timon e Pumbaa si stavano avvicinando,e  non perché avessero aumentato il volume delle grida. Sembrava davvero che stessero per sbucarle davanti da un momento all’altro! Kiara sgranò gli occhi, tornando con i piedi per terra, e si guardò intorno per una via di fuga.

Indietreggiò velocemente e si mise a correre cercando di fare meno rumore possibile. Non sapeva nemmeno perché stesse continuando ad evitare i due uomini, visto che di lì a poco si sarebbe fatto buio e avrebbe comunque dovuto rincasare. “Vorrei potermi perdere davvero in questa foresta! Come hanno fatto quei due ad aver smarrito il sentiero?! Pensare che l’accampamento è praticamente dietro l’angolo …” pensava ridacchiando. Mentre cercava di farsi strada tra una serie di cespugli pieni di bacche, si accorse di aver superato la grande quercia a cui, poco prima, era appoggiato il teppistello che l’aveva fatta cadere. Kiara, con l’espressione vaga di chi vuol far finta di niente e quasi si mette a fischiettare, lo cercò con lo sguardo ma non lo vide.
Alzò un sopracciglio quando sentì uno scricchiolio alla sua destra.
"Bù!” di colpo il ragazzino saltò davanti a lei con le mani in alto per accentuare lo spavento. Kiara si tappò la bocca per non far uscire alcun rumore di sorpresa, anche se, guardandola in viso, si sarebbe tradita da sola.
“Dovresti vedere la tua faccia!” la prese in giro il moro, ridacchiando sotto i baffi “Non pensavo che ti avrei spaventata davvero! Cos’è, ti sei persa? O sei tornata a cercarmi?” domandò con un sorrisetto sghembo.
“Non mi sono affatto persa, e soprattutto non sono tornata per te” rispose lei con tono saccente “Anzi, se permetti …” Kiara posò una mano sulla spalla del ragazzo e fece per spostarlo, ma quest’ultimo le si parò davanti di nuovo.
Si fissarono per un momento. La ragazzina sbuffò incrociando le braccia. Doveva avere un’aria scocciata ma poco credibile, visto che di fronte a lei il piccolo attaccabrighe si fece scappare una seconda risatina. Kiara stava per domandargli quanto potesse annoiarsi una persona per arrivare ad infastidirne inutilmente un'altra, ma si bloccò con il braccio a mezz’aria.
“Hai sentito?” bisbigliò, voltandosi per scrutare tra gli alberi che la circondavano.
“Non ho sentito proprio nulla, hai le allucina-“ il giovane stava per prenderla ancora una volta in giro, ma la piccola fuggitiva gli premette il palmo della mano sulle labbra. Entrambi si erano abbassati automaticamente.
“I due istruttori mi stanno cercando.” sussurrò Kiara all’orecchio del moro, che scansò bruscamente la sua mano dalla bocca.
“E allora?” sibilò.
“E allora se non ci sbrighiamo ci troveranno entrambi in una zona assolutamente proibita per i campeggiatori! Non voglio finire in punizione” rispose la biondina, assumendo un’espressione abbattuta. Posò lo sguardo sul compagno di cespuglio, e vedendolo piuttosto impassibile alle sue parole, aggiunse: “Va bene, io … se mi fai scoprire dirò che è stata una tua idea venire qua da soli!”
Il ragazzino sgranò gli occhi e si sentì trascinare via dalla piccola scout, senza aver tempo di ribattere.

 

 

“Pumbaa, Pumbaa! Ho visto delle piante muoversi in quella direzione!” esclamò lo spilungone, indicando un punto davanti a loro.
“Timooon, sono quasi certo che fosse solo un altro animaletto selvatico …” sospirò il compagno, piegandosi con le mani sulle ginocchia.
“Già, forse hai ragione. La nostra Kiara non si nasconderebbe mai così, tra gli arbusti, in modo subdolo, per confondere le sue carissime guardie del corpo” rispose Timon, adagiandosi a terra “La bambina non è nemmeno abituata a stare così a contatto con la natura … Sarebbe sicuramente spaventata se dovesse infilarsi tra cespugli pieni di insetti e animaletti. Povera piccola, così tante strane forme di vita che nella città non ha mai visto!” continuò, asciugandosi una lacrimuccia di commozione.
Pumbaa si accomodò di fianco all’amico:“Però Timon dobbiamo ricordarci che un’adolescente in fuga è capace di tutto, che potrebbe benissimo avventurarsi in posti tremendi solo per darci del filo da torcere, che riuscirebbe a…”
“Shh, shh! Zitto, Pumbaa!” lo interruppe il compagno con un sussurro “L’ho visto di nuovo! Il cespuglio, si è mosso!” e scattò in piedi, facendo sussultare l’altro. Iniziò a camminare velocemente verso la meta, schivando buche e radici .
“Kiara, forza! Non crederai che i tuoi zietti abbiano paura di addentrarsi nella foresta!”
“Timon aspetta, non vorrei che ci fossero dei ragni…” commentava Pumbaa cercando di far rallentare il passo al collega “O davvero qualche animale pericoloso” continuava col fiatone.
“Non preoccuparti Pumbaa!”
“Aspetta, aspettaa…”
“Pumbaa muovi le chiap- AAAAH!“ Timon tirò un urlo di sorpresa(o puro spavento?) che non gli fece finire la frase. Indietreggiò per la paura e cadde insieme all’amico che gli stava alle calcagna, ma riuscì a intravvedere la coda bionda di Kiara che, uscendo dai cespugli, scompariva per l’ennesima volta nel verde circostante.
“Chi era?! Che succede?!” domandò allarmato Pumbaa, che aveva attutito la caduta dell’altro. Timon fissava il vuoto con le mani nei capelli.
“Uno…uno sconosciuto. Kiara è scappata con uno sconosciuto!”.

 

 

 

 

 



Comment of the Authors:
Beeeentornati a tutti! Grazie mille di averci seguito fin qua, speriamo che questa seconda parte vi sia piaciuta :') La terza pubblicazione è già in cantiere, e sarà leggibile la prossima settimana! <3
Questi personaggi stanno prendendo il sopravvento sulle nostre vite da povere universitarie, ci immaginiamo scenette esilaranti AD OGNI ORA DEL GIORNO, sì , anche di notte *sigh
Speriamo nelle vostre recensioni, un bacioooone
Mercury e Venus!
   
 
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