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Autore: nikki_13    14/04/2016    4 recensioni
Kate non è un poliziotto, sua madre non è morta, ma il suo carattere sarà sempre quello determinato che abbiamo conosciuto. Castle è alle prese con sua figlia di sei anni, ribelle per via della futura moglie dello scrittore. Kate entrerà nelle vite della famiglia Castle come rivoluzionerà le loro vite? Che succederà a Castle nell'incontrare la sua anima gemella? Che legame si creerà tra Alexis e Kate? Non vi resta che leggere per scoprirlo...baci...Nikki
Genere: Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Era un venerdì sera ed era la serata di lancio del nuovo best seller di Richard Castle. C’erano donne bellissime, uomini facoltosi e fotografi che ogni volta che potevano scaricavano una raffica di flash sullo scrittore e la sua famiglia. La povera Alexis era seduta su un divano un po’ più appartato, non le piacevano quelle feste, soprattutto perché vedeva suo padre al centro dell’attenzione e dei suoi atteggiamenti con delle ragazza presenti alla festa. –Ti annoi piccola mia?- sua nonna le aveva portato una fetta di dolce. –Si…non mi piace questo posto- rispose, tornando a disegnare nel suo quaderno. –Vuoi tornare a casa?- chiese ancora Martha, sempre disponibile per quella splendida creatura. –No…papà è contento se resto- tirò un sorriso, voleva sempre essere li per il suo papà. –Cara…- si sedette vicino a lei –non credo che tuo padre si arrabbi se vuoi tornare a casa- la abbracciò, avvolgendole le spalle con un braccio. In quel momento, l’attenzione era su Richard e Gina, abbracciati e fieri davanti agli obbiettivi. –Signor Castle…quando sarà il grande giorno?- chiese uno dei giornalisti presenti quella sera. –Si…signor Castle, quando vi sposerete?- il coro delle voci risuonò nella stanza. Alexis alzò il viso, ascoltando ciò che veniva detto. –Rick e io…ci sposeremo tra qualche mese- rispose la donna compiaciuta. Alexis lo sapeva già, ma sentito in pubblico e dichiarato da quella donna, iniziò ad essere turbata e non volva più restare in quel posto a sentire. Castle stava guardando la sala, cercava la persona con la quale provava empatia, sentiva che aveva bisogno di lui. Raggiunse con lo sguardo il tavolo e quello che vide era una piccola rossa che lo guardava. I lacrimoni pronti a fare capolino sul suo volto. Istintivamente Castle si avviò verso di lei, ma venne travolto da giornalisti e fotografi che lo bloccarono all’istante. Alexis sentendo di non resistere oltre si mise a correre per la stanza, uscendo dalla sala e dall’edificio. Continuava a correre e correre, le lacrime che continuavano a cadere sulle sue guance delicate e i pugni stretti per la rabbia e il dolore. Castle spostò bruscamente chi gli bloccava il passo e seguito da sua madre corse dietro alla faglia per la strada. Giunti all’ingresso dell’edificio, la bambina era svanita nel nulla. –Maledizione!- si maledì all’istante per quello che era successo.
 
Kate era appena rientrata in casa dopo ore di prove per un concerto e ora desiderava solo rilassarsi sul divano con un bicchiere di vino. Riuscì a sentire l’intero corpo rilassarsi, dopo essersi seduta. Chiuse gli occhi per godersi il silenzio della stanza, voleva rilassare ogni parte di se…mente e corpo. Purtroppo, come ogni momento di tranquillità, venne interrotta dal bussare incessante alla sua porta. Automaticamente lei guardò l’orologio sulla parete 22.30 –chi sarà- si avviò verso l’ingresso. Quando aprì un tornado con i capelli rossi entrò nell’appartamento abbracciandola. –K…Ka…Kate!!- Alexis, con le lacrime in viso, la stava abbracciando senza accennare a staccarsi. –Che succede piccola?!- chiuse la porta e la prese tra le braccia, dirigendosi al divano. Era sorpresa di vederla li, erano passati diversi giorni da quando si erano conosciute. –Calmati…calmati…shh…-la cullava dolcemente, baciandole la fronte. Non aveva fatto in tempo a calmarla che la povera piccola si era addormentata, esausta, tra le sue braccia. Fortunatamente il telefono era li vicino e compose svelta il numero che Castle le aveva gentilmente dato al loro incontro. –Signor Castle- parlava sotto voce.
 
Nel momento in cui Richard stava parlando con l’ennesimo passante per sapere se avesse visto sua figlia, sentì il cellulare suonargli nella tasca. –Castle?!- rispose un po’ contrariato da quell’interruzione. –Sono Katherine Beckett…sua figlia è a casa mia- lo informò subito. –Arrivo!- riattaccò lui, dirigendosi verso la madre che era già salita in macchina. –L’hai trovata?- lo guadò Martha preoccupata. –Si…è a casa di Katherine Beckett- la informò, mettendo in moto la vettura. Neanche dieci minuti ed era arrivato all’indirizzo della ragazza.
 
Kate era vincolata dalla presa della bambina, che nonostante stesse dormendo le stringeva forte le manine alla camicetta che aveva. Aprì la porta, lasciando entrare Richard e Martha, che guardarono sollevati che la bambina stava bene. –La ringrazio Kate…- lo scrittore si avvicinò per prendere la bambina tra le braccia, ma la piccola si svegliò e contrariata si avvinghiò alla povera Kate ancora più forte. –Ok…ok…- disse Martha chiudendo la porta dell’appartamento –prima di far cadere questa povera ragazza, possiamo sederci sul divano- Kate le fu molto grata. –Me la sono ritrovata alla porta che piangeva disperata- spiegò la ragazza, sedendosi insieme ai suoi ospiti. –Povera piccola!- Martha le accarezzò la testolina –Ma che vi è saltato in mente?- riprese severa il figlio. Katherine guardò confusa i due, fondamentalmente non sapeva cos era successo. –Papà si sposa…- la povera Alexis scoppiò nuovamente a piangere, ricordando l’annuncio fatto quella sera. –Oh…piccola- la strinse per darle conforto. –Ci scusi per il disturbo signorina, ora la riporto a casa…- Castle provò nuovamente a prendere la figlia tra le braccia, ma la piccola piangendo ancora più forte si avvinghiò alla povera Kate. –Ok...calmati piccola…calma!- anche la ragazza la strinse a se per farla sentire al sicuro. Martha e Rick le guadavano tra il sorpreso e il frustrato. Kate vedendo che Alexis non la finiva di piangere, le tirò su il viso, per guardarla negli occhi. –Che ti ho detto l’altra volta? Non si piange perché?- la guardò con un sorriso. –non fa bene ad una principessa- Alexis si perse negli occhi di Kate. –mmm…allora, che ne dici…le facciamo scomparire queste lacrime?- Kate si alzò, sempre con la piccola tra le braccia, e si sedette al pianoforte. Iniziò a suonare la melodia de la vie en rose, che avevano suonato qualche giorno prima. Alexis, riconoscendola si voltò anche lei verso la tastiera, prendendo il tempo e poggiando la sua manina sulla tastiera, eseguendo gli stessi movimenti che le aveva insegnato. Martha e Richard rimasero a guardare sorpresi positivamente, guardando la scena dal divano. –Stai meglio?- le chiese, spostando lo sguardo di lato per guardarla negli occhi. La bambina acconsentì con la testa, regalandole un sorriso bellissimo. –Non voglio tornare a casa con papà- disse poi, scendendo dallo sgabello, quasi supplicandola. La povera Kate non sapeva bene come reagire a quelle parole, cercando quindi il supporto dei due dietro a loro. –Se vuoi…per questa sera, puoi restare qui a dormire, così ti tranquillizzi un po’…- tornò a parlare con la bambina che si illuminò in viso. –Si…resto con te- annuì felice. –Ma domani…tornerai a casa dal tuo papà- le porse la mano per fare un accordo. –Va bene…ma tornerò domani sera  e passiamo tutta la giornata insieme- accettò lei furba. –Come vuole lei principessa- sorrise Kate, avvolgendo con la sua energia tutti i presenti. –Ok…aspettami qui, io parlo con il tuo papà e la tu nonna- si alzò verso i due. –Senta…per me va bene, può restare qui con lei, ma io resto qui e non mi schiodo da questo divano fino a quando lei non tornerà a casa- la anticipò Richard, ricevendo un’occhiataccia da sua madre. –Per me non ci sono problemi signor Castle…solo…che io ho solo due letti…quello- indicò la camera – e questo- indicò il divano. –Dormirò anche per terra se necessario, io non lascio mia figlia da sola, dopotutto devo farmi perdonare- sorrise lui, irremovibile dalla sua decisione. –OK…allora va bene- Kate si rivolse nuovamente alla piccola che sbadigliava stanca.

Alcuni minuti dopo, Martha era tornata a casa e Castle era nel soggiorno di Kate, studiandone ogni singolo angolo. Mentre camminava per la stanza, la curiosità era troppa, quindi si avvicinò alla porta della camera, rimasta leggermente aperta ed osservò l’intera scena. –Non essere arrabbiata con il tuo papà- Kate era stesa su un fianco che guardava la piccola rossa. –Ma lui si sposa con Gina! A me non piace quella signora!-protestò Alexis. –Senti piccola…non importa con chi tuo padre voglia sposarsi…lo sai che nessuna potrà mai prendere il tuo posto…tu sei la sua bambina, la sua piccolina…la sua principessina- la fece sorridere. –Forse ho esagerato, spero non si arrabbi con me- si preoccupò subito, ragionando alle parole di Kate. –Sai che puoi fare?- attirò la sua attenzione –Puoi andare di la e dare la buonanotte al tuo papà con un bel bacio…- le disse, incitandola ad alzarsi. A quell’affermazione Castle si affrettò a raggiungere il divano, sedendosi e facendo finta di niente. La piccola Castle si avvicinò timida a suo padre –scusa- sussurrò, lasciandogli un bacio sulla guancia. –Scusami tu zucca!- la avvolse tra le sue braccia, coprendola di baci. Kate era rimasta appoggiata allo stipite della porta ad osservare quella scena così dolce. –Dormi con me papà?- gli tese la manina, per portarlo in camera. –Con molto piacere cucciola- si alzò per raggiungere la bambina, fermandosi prima davanti a Kate. –Grazie- le sorrise lui grato. –E’ stato un piacere signor Castle- gli sfoderò un sorriso talmente accecante che Castle pensò di aver bisogno di un paio di occhiali da sole. –Kate tu non vieni?- la guardò Alexis preoccupata, vedendo che era rimasta ferma sulla porta. –Certo che vengo- era un po’ sorpresa, ma anche imbarazzata…avrebbe dormito con Richard Castle. I tre si stesero sul letto morbido, Alexis al centro e i due ai lati. A quanto pare solo la piccola sembrava rilassata in quella condizione, tanto che bastarono pochi minuti per addormentarsi. Senza sapere quando, anche i due si erano lasciati travolgere dalle braccia di morfeo.
A metà nottata Castle si svegliò all’improvviso, chiedendosi dove fosse. Studiò la camera nel buio della notte, voltandosi verso le due sagome al suo fianco. Quello che vide era da mozzare il fiato. La sua piccola Alexis era avvinghiata al corpo di una ragazza, che dolcemente l’aveva avvolta in un abbraccio, come se con quel gesto volesse proteggerla dai mostri cattivi. Nel vederle si ricordò degli avvenimenti della sera prima e dell’intervento d’eccellenza della bella Kate. Voltandosi su un lato, appoggiò un braccio sul corpicino della sua piccolina e nel farlo sfiorò la mano della ragazza e a quel contatto venne travolto da un’emozione stranissima, che lo accompagnò per tutta la sua nottata.
 
Il mattino seguente la luce del sole iniziò ad illuminare l’intera stanza, raggiungendo delicatamente il volto dello scrittore, che alla sensazioni di quel calore iniziò ad aprire gli occhi e mettere a fuoco quello che aveva intorno. Il suo sguardò cadde subito sulla piccola Alexis, ancora beatamente avvolta nel sonno. La sua attenzione si spostò poi sulla parte vuota del letto, sorpreso…data l’ora che la padrona di casa fosse già alzata. Il suo olfatto gradì molto l’essenza del caffè appena preparato e di qualcosa di zuccherato. Si alzò delicatamente per non disturbare sua figlia e si diresse verso il soggiorno. –Buongiorno signor Castle- lo salutò con un sorriso angelico sulle labbra. –Buongiorno, Kate- ricambiò lui. –E per favore chiamami Richard o Rick…signor Castle sa tanto di persona vecchia e io ho solo 29 anni- la guardò ancora assonnato. –Come vuoi…Rick- stava preparando la colazione. –Come mai già sveglia a quest’ora?- chiese Castle, guardando l’orologio al polso. –Sono una persona mattiniera- sorrise –ha bussato tua madre, mi ha lasciato un cambio sia per te che per Alexis- rispose tranquilla. –Mia madre? Quella donna mi farà venire l’ulcera- roteò gli occhi, non sorpreso del comportamento della madre. –Spero che tu possa perdonarla- si scusò. –Non preoccuparti…non è successo niente- lo tranquillizzò lei. –Mi farò perdonare, lo giuro- incrociò le dita, facendola ridere. –In cosa posso aiutarti Kate?- chiese, arrotolando le maniche della camicia. –Ho finito…se vuoi ho preparato il caffè- gli porse una tazza fumante. –Oh…Grazie- accettò gentilmente lui, sorseggiando la bevanda. –E’ davvero buono!- si sorprese lui. –E’ una miscela italiana…ne ho riportate alcune confezioni dal mio ultimo viaggio- spiegò, lieta che sia di suo gradimento. –Alexis ha detto che sei una pianista- si diresse al pianoforte in sala. –Si…esatto- lo seguì lei appoggiandosi allo strumento. In quel momento Castle guardò la parete davanti a loro e notò le numerose targhe e un attestato di diploma. –Diplomata con il massimo alla Julliard? Guarda quanti premi!!- la guardò sorpreso, avrà avuto qualche anno in meno di lui. –Si…sono stata una studentessa della Julliard, adoro quel periodo- ricordò i bei momenti passati all’accademia. –Mi complimento- le sorrise, quasi orgoglioso di lei. –grazie Rick- arrossì lei. –Papà?- la piccola Alexis si presentò davanti a loro, strofinandosi gli occhi –ho fame- disse. –Oh, se è per questo la nostra Kate, ci ha preparato una colazione con i fiocchi- Richard la accompagnò alla tavola apparecchiata. –Pancake…omelette…uova…bacon…- alla piccola brillarono gli occhi. –mentre voi fate colazione, io ne approfitto per fare una doccia- si allontanò verso la camera. –Va bene…dopo se possiamo, vorremmo farne una anche noi, visto che il patto che avete fatto stabilisce che torneremo a casa questa sera tardi- guardò la figlia che rideva compiaciuta. –Certo, non preoccuparti, vi preparo degli asciugamani puliti in bagno. Dopo Kate, fu il turno di Alexis e poi quello dello scrittore, che quando uscì dal bagno già cambiato entrò nella camera di Kate. –Hey…che fate?- guardò Alexis seduta davanti ad uno specchio, con Kate che le spazzolava i capelli. –Kate mi farà una treccia come la sua- sorrise, indicando i capelli raccolti della ragazza. –Allora, quali sono i programmi per la giornata?- chiese lui. –Prima devo andare a teatro, ho le prove generali per il concerto di domani…mi spiace, ma non posso mancare- li guardò colpevole. –Non preoccuparti, se non è un problema, possiamo assistere alle prove e aspettarti- la rassicurò lui –dopo tutto non era in programma per te averci tra i piedi- spiegò. –Non sarà un problema, durerà un paio d’ore se va bene, poi pensavo che Alexis potesse apprezzare una giornata al luna park- sorrise, facendo contenta non solo la piccola ma anche lo scrittore. –Già mi piace, zucchero filato…montagne russe…caramelle gommose…- fantasticò lui, ricevendo un’occhiata divertita dalle due. –Allora tra quanto partiamo?- chiese entusiasta Rick, sentendosi a suo agio.
 
Eccomi, vedrò di pubblicare un capitolo ogni giorno e spero di mantenere questo ritmo, in caso vi avverto se ci fossero problemi. Ringrazio molto chi ha recensito il primo capitolo e spero di continuare a leggere i vostri commenti. Per rispondere ad alcune richieste: Richard ha 29 anni e la nostra Kate ne ha 21. Ci troviamo nel 2000, ho usato la data di nascita degli attori per stabilire la loro età, compresa quella di Alexis.
Cosa succederà? Castle entusiasta per la gita al luna park, Alexis allegra e contenta, senza la presenza della strega cattiva. Martha che inizierà ad interferire nel rapporto tra Castle e Gina, ma sarà solo lei a mettere in dubbio il legame tra i futuri sposi? Non vi resta che leggere il prossimo episodio. Baci. Nikki. 
   
 
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