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Autore: Lady Moon    17/04/2016    1 recensioni
Margherita è una ragazza che, dopo aver avuto una discussione con la sua famiglia, passa la notte su una nave apparentemente vuota, attraverso la quale prova diverse sensazioni. Nonostante non avesse intenzione di allontanarsi da casa ma di ritornare dai suoi, il giorno dopo si risveglia in mezzo al mare, lontana ormai dal porto, tanto da non riuscire più a riconoscerlo.
Conoscerà dapprima due marinai misteriosi, i quali sostengono di non essere soli sulla nave, nonostante Margherita non riesce a vedere nessun altro, a parte loro. Dopo aver constatato che probabilmente non tornerà subito a casa, cosa farà Margherita? Si unirà a quello strambo equipaggio? Quali avventure le aspettano? E quello strano galeone quali segreti nasconde? E' necessaria la sua presenza sulla nave? Per dove è diretta? E perché?
***
Buona lettura!
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: Un nuovo membro. 


Harry riconobbe la paura nel volto bianco di Margherita, la quale aveva adesso un vortice di domande e perplessità nella sua testa. 
Cosa diamine voleva dire “ci sono cose che ancora non sai, che ancora devi capire”? Se c'era una cosa che Margherita detestava erano le incertezze. Non che pretendesse fosse tutto ovvio e concreto ma quella misteriosità iniziava a spaventarla, a farle fare pensieri assurdi, confusi.


«Ascolta... non voglio spaventarti, ragazza» - disse Harry, con voce ferma, ma con una vena di dolcezza.



«Spaventarmi? Sono su questa nave sconosciuta, signor marinaio. Svengo d'improvviso senza ricordarmi nulla di quanto accaduto prima, a parte che sono scappata di casa. Sento delle voci... altrettanto sconosciute, uno della vostra ciurma vuole quasi gettarmi in mare, adesso mi stai dicendo che nemmeno le forze dell'ordine possono fare qualcosa e che ci sono cose strane di cui devo essere a conoscenza ancora... no, spaventarmi? Perché dovrei? È tutto così normale! Giusto? E ora che ci penso...» - esordì Margherita decisamente sarcastica, che a questo punto spalancò gli occhi a mo' di civetta, quasi avesse avuto un'illuminazione, un insight.


«Non sarete mica dei... PIRATI?» - domandò.


«Sciocchezze! Troppo buoni a tenerti su questa nave. Harry, l'hai sentita? La marmocchia ha paura... Allora perché diamine sei salita a bordo?!?» - strepitò William, con estrema arroganza.


«Calmati, Will, non c'è bisogno di...» - intervenne Harry, con ponderazione.


«L'ho già spiegato! Non era mia intenzione partire con voi! E non mi fido per niente! Va bene?» - urlò Margherita con impulso, assolutamente a disagio.


«Cara, ascoltami: noi non siamo pirati e non vogliamo che le acque si rendano assassine di una persona che non ha commesso malvagità...» - intervenne Harry.
William inarcò le sopracciglia e farfugliò qualcosa del tipo “Chi ci garantisce che non ha commesso reati penali?”



«È solo una ragazzina, Will. Dicevo, puoi stare tranquilla qui a bordo di questa nave, la quale chiamiamo ‘Aries’,tuttavia ci sono alcune regole da rispettare, per chi ci mette piede, e cose fondamentali, dunque, da sapere» - continuò Harry. Margherita non era per niente tranquilla e i due marinai l'avevano capito. Ciò nonostante, il fatto che Harry la difendesse la rincuorava e la faceva sentire più ad agio. Margherita non aveva nulla contro di lui, sin dal primo momento capì che era una persona gentile e cortese, ma la frustrazione di trovarsi lontana da casa e di non capirci nulla la tormentava.


«Cosa? Cosa devo sapere? E... perché questo nome?» - domandò Margherita, con tono decisamente più pacato.


«Che te ne importa?» - brontolò William, marinaio più geloso dei segreti del proprio galeone. 


«Will... te lo chiedo per piacere... vecchio amico!» - implorò Harry, voltando gli occhi al cielo.


«Oooh, per mille balene, va bene, va bene! Mi avete stancato tutti e due. Me ne vado dagli altri. BUONA DISCUSSIONE!» - disse urlando, ma cercando di sembrare cordiale. La cosa per qualche strana ragione (o per lampanti ragioni) non gli riuscì. 
Harry sospirò, poi passò a guardare i grandi occhi dell'ospite.



«Torniamo a noi. Perché abbiamo chiamato questa nave Aries? Beh, sai cosa vuol dire ‘Aries’?» - esordì a Margherita.


«Ariete? È strano. Se così fosse, beh, è il mio segno zodiacale» - rispose Margherita, allibita.


«Ebbene sì. Questa nave è un ‘ariete’ che sovrasta le onde, però, a differenza delle colline e delle montagne. Quest'ariete si dirige lontano, sfiorando l'orizzonte arancione, oro e azzurrino. Ed è forte, è di fuoco, come l'elemento che lo caratterizza, benché sia in forte contrasto con le acque del mare... ma è questa la chiave: ci vuole contrasto, qualcosa di diverso per vedere la bellezza nella diversità, per andare d'accordo» - narrò Harry, il quale si fece calare su un occhio una bandana nera, custodita sotto il cappello. 


«Aries... originale, semplice... rappresenta un animale» - riprese Margherita, sussurrando, guardandosi intorno.


«Eh eh. Hai detto che è il tuo segno zodiacale, giusto? Bene! Tu, arietina della città, sei benaccetta su questa nave, allora!» - esclamò Harry in risposta, spalancando le braccia.


«Ho sentito bene? Ariete? Tu? Non farmi ridere!» - disse una voce antipatica e familiare.


«Perché qualcosa mi dice che c'è di nuovo lo zampino dello stesso marinaio di due minuti fa?» - domandò Harry.


«Divertente, amico. Sono venuto solo perché Peter non ci credeva, così gli ho mostrato la poppante e il vecchio» - rispose Will, arrabbiato.


«Ehy, Peter, fatti avanti! Ehm... Will, il vecchio sarei io?» - esortò Harry.


«E chi dovrebbe essere?» - disse Will.


«Non posso crederci...» - disse un'altra voce, una di quelle che Margherita non aveva mai sentito in tutta la sua vita. Il sole abbagliava la sua vista, non riusciva a vedere la fonte di quelle parole ma solo un bastone, forse, ed una gamba di legno. La stessa dopo un paio di secondi avanzò, trascinando con sé anche l'altra gamba, stavolta sana e un uomo vestito con una giacca lunga e nera, una maglietta blu e dei pantaloni verdi militare. Aveva i capelli quasi del suo stesso castano, uno abbastanza chiaro; gli occhi marroni, la pelle olivastra. A dire il vero, agli occhi di Margherita, sembrò molto più giovane degli altri, gli avrebbe dato al massimo una quarantina d'anni. 


«Piacere mio, miss» - le fece l'uomo, studiandola un attimo e azzardando un goffo inchino, quasi come in segno di riverenza. 


«P-piacere. Tu... dov'eri? E... cosa...» - rispose Margherita, in realtà spaventata. Guardò la gamba di legno sinistra dell'uomo, se fosse stato un senzatetto le avrebbe suscitato pietà o tristezza, ma in quel caso di quei sentimenti ed emozioni proprio non ne poteva sapere. Inchiodata al suolo, guardò oltre l'uomo, scorse la figura di qualche altra cosa.


«Ohh, Cornelius! Fatti avanti! Felice che ci sia anche tu a fare le presentazioni» - enunciò Harry, notando la stessa figura.
Un uomo, stavolta sulla cinquantina come gli altri due avanzò furtivo e sorridendo. Era più basso e più grasso rispetto agli altri, indossava una bandana rossa e aveva due o tre denti d'argento, Margherita li aveva notati subito, per quanto brillavano, seppure da lontano. La barba era bianca come i pochi capelli che spuntavano fuori, il viso simpatico e rotondetto, pantaloni blu e maglietta a maniche corte - nonostante il freddo dei venti - d'un azzurro acceso. 



«Il piacere è tutto mio!» - esclamò l'uomo, chinandosi a sua volta e dimostrando un gran male alla schiena.


«Non sforzarti, Cornelius. Presentazioni del momento fatte. Gli altri li conoscerai in seguito» - si affrettò a dire Harry, il più alto di tutti.


«Io... piacere» - rispose Margherita con un filo di voce ed estremamente impaziente di capire chi fossero gli altri e quanti ne fossero.
Era comunque felice di constatare che, a parte William, quelli che aveva conosciuto erano marinai apparentemente docili e gentili. Si augurò fosse per buona educazione e non per il fatto che fosse una ragazzina pietosa. Un'altra delle cose che Margherita non sopportava era il sentirsi “inferiore” agli uomini o a coloro che erano più grandi di lei. No, lei non era per niente così e lo sapeva.



«Will ci ha detto come sei finita su questa nave. Bizzarra come storia, non credete?» - disse Cornelius, catturando lo sguardo di tutti.


«Beh sì, se constatiamo che non era neanche sua intenzione» - rispose Peter, pensoso.


«Già. Davvero insolita come cosa. Si potrebbe quasi parlare di destino. Forse tu dovevi necessariamente entrare a far parte dell'equipaggio» - disse Cornelius. Il cuore di Margherita sobbalzò.


«Come? Io? Far parte della vostra ciurma?» - domandò, estremamente spaesata. La consolazione della certezza di non essere considerata una ragazzina e di poter dunque far parte dell'equipaggio di esperti marinai non bastava a reprimere la confusione ed il disagio che percepiva dall'inizio. Non poteva fare una cosa simile, non era quello il suo compito, non era nei suoi piani, non lo era stato mai minimamente.


«Certo, ah, tu cosa credi che farai nel periodo che passerai con noi in mare? Guardare le rondini che volano o le bandiere dimenarsi!?» - domandò Cornelius, ridendo subito dopo. 


«No ma...» -


«Allora affare fatto! Ti darai da fare. Okay? Harry, l'hai informata di tutto?» - disse Cornelius, guardando con circospezione, ora, il suo amico.


«Non ne ho ancora avuto il tempo. La sua curiosità voleva essere soddisfatta e non sono riuscito a spiegarle tutto, se non foste arrivati, forse lo saprebbe» - rispose Harry.


«Ci stai forse incolpando, Harry?» - intervenne Peter, ridendo come un matto, terrorizzando Margherita, tuttavia suscitando risatine generali.


«Sai bene che non era mia intenzione incolpare nessuno...»


«Sì che lo so, vecchio! Figuriamoci! Non fai del male ad una mosca... offendere i tuoi amici sarebbe il colmo» - rispose Peter, alzando il bastone su cui si reggeva per puntarlo verso Harry e sbattendolo poi al suolo. 


«Credo sia arrivato il momento. Non perdiamo altro tempo!» - disse William, il quale era rimasto il più serio di tutti.


«Margherita» - il cuore della ragazza vibrò; era la prima volta che Harry la chiamava per nome, lo sguardo serio, quasi buio e mistico.


«Ti sarai chiesta probabilmente come mai non hai incontrato questi vecchi marinai prima di me» - esordì, Margherita era tutta orecchie e cuore accelerato.


«Beh, siamo ecco... persone che sono vissute qui, su questo galeone, in realtà, per oltre 150 anni» -


«Cosa? Come... ma non è possibile! Dovreste essere morti!» - esclamò Margherita, terrorizzata. Non vi fu risposta, ma per antìtesi, una risposta arrivò comunque, da parte del silenzio che si calò. 


«Voi siete morti? Voi siete... fantasmi?» - domandò Margherita palpitante, dopo vari tentativi, era difficile parlare con quel gelo, con quella gente, in quella circostanza.













*Nota dell'autrice:
Buon salve, gentili lettori. Finalmente ecco il secondo capitolo della storia!
:) 
Ammetto di averlo iniziato a scribacchiare molto tempo prima ma non sono mai riuscita a correggerlo e pubblicarlo fino ad adesso, essendo stata impegnata con la scuola ed il resto. Posso dunque dire che è una vittoria questa!
Spero di riuscire ad aggiornare  presto e spero che la storia vi stia incuriosendo/interessando e che mi facciate magari sapere.
Grazie mille per la lettura, ringrazio ovviamente anche chi è piombato qui per la prima volta.
A presto!
^^*

 
   
 
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