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Autore: Yasha 26    18/04/2016    5 recensioni
(Cain/Setsu/Reino)
- Ma che t'importa con chi esco? Se anche andassi a letto con mezza città, a te che importa? -
- Non osare nemmeno pensarla una cosa del genere! – esclamò Cain, guardandola torvo. Lui ci provava a mantenere la calma, ma Setsu era abile nel fargliela perdere.
- Perché non dovrei? Adesso potrei anche uscire da questa stanza e andare a letto col primo che incontro! Non potresti impedirmelo! - lo sfidò, avvicinandosi all'ingresso, ormai stanca di quella lite.
Fu tutto troppo veloce per Setsu, che quasi non capì come avesse fatto a finire sul letto, con Cain su di lei a bloccarla con forza contro il materasso.
Era sorpresa da quella reazione, ma non impaurita. Le sembrava di assistere ad un attacco di gelosia e non al rimprovero di un normale fratello preoccupato. Poteva forse sperare che fossero la gelosia e la rabbia di un uomo innamorato?
- Perché ti stai comportando così? Che cosa vuoi da me? - gli chiese, sperando in una risposta diversa dal suo solito: "Sei troppo piccola e ingenua per avere un uomo”.
- Volevi andare a letto col primo che incontravi, no? Ti sto accontentando! – rispose lui, baciandola.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Cain Heel, Reino, Setsuka Heel
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Da quando era giunto a Tokyo, l’agenda di Cain era stata piena d’impegni. Tra interviste e programmi tv, in cui si parlava del suo particolare ruolo, tra gli inutili servizi fotografici, in cui Setsuka aveva fatto il diavolo a quattro per non farlo toccare dalle modelle che gli affiancavano, e tra la sua continua gelosia nel vedere Murasame fare le radiografie a sua sorella, i suoi nervi stavano andando in pezzi.
Sul set dava sempre il meglio di sé, ma una volta giunto in camera si lasciava andare a lunghissimi bagni per distendere la tensione, anche se non servivano poi a molto, considerando che la notte non riusciva a chiudere ugualmente occhio. L’unica consolazione che aveva, era poter osservare sua sorella dormire tra le sue braccia. Quella era l’unica cosa capace di rasserenarlo.
- Sicuro di stare bene fratellone? Non hai una bella cera. –
- Sì, sto benissimo. – sostenne Cain, mentre aspettava l’arrivo della truccatrice.
- A me non sembra. Non hai dormito nemmeno stanotte, vero? Perché non mi svegli se stai male? - lo rimproverò nuovamente Setsu, notando come le sue occhiaie aumentassero.
- Ti ho già detto che sto bene! Ho solo un po’ d’insonnia, forse a causa del jet lag. Non farne un dramma ogni giorno! – rispose brusco, snervato dalla sua insistenza. Non poteva certamente dirle che restava a vederla dormire perché era una delle poche cose che riuscisse a tranquillizzarlo. Non capiva il perché, ma si sentiva inquieto da quando erano arrivati in Giappone.
- Ok, ma non arrabbiarti! Ci vediamo sul set! – replicò lei, andando via infastidita dal tono indisponente del fratello.
Solitamente, rimaneva con lui in sala trucco, ma quel giorno preferì evitare. Non riusciva a capire cosa avesse ultimamente e, in quel momento, non voleva nemmeno saperlo tanto era arrabbiata. Lei si preoccupava per la sua salute e lui la ripagava facendo lo scontroso. Proprio non lo capiva.
Non era la prima volta che Cain aveva dei repentini cambi d’umore nei suoi confronti. A volte pensava di dargli fastidio e che quello fosse il suo modo di reagire, tenendola lontana. Forse si era stancato dei suoi capricci, delle sue richieste, delle sue stravaganze. In fondo, immaginava sarebbe potuto accadere prima o poi. Era diventata adulta, non era più una bambina da proteggere, quindi era logico pensare che l’avrebbe allontanata da sé.
"Se accadesse davvero... cosa farei? Se non mi volesse più tra i piedi? Potrei vivere lontana da Cain?" si chiese, rattristandosi.
Mentre gironzolava pensierosa per gli studi, udì le parole di una canzone dal ritmo rock, che la colpirono tanto da fermarsi ad ascoltarle.
 
Un vento soffia improvviso, lasciando dietro di sé molta tristezza
Proprio come l’amore, che viene e va, in silenzio e senza parole
Come vorrei…
Poter catturare il dolce profumo dei tuoi capelli
Portando via con me quest’assurda voglia che ho di te
È troppo tardi per sognare
Il destino è impossibile da evitare
È proprio un sogno folle
 
È proprio un sogno folle… come il mio?” rifletté, ripetendo le parole appena ascoltate. Desiderare il proprio fratello era davvero folle, in fondo.
Le note della canzone continuarono a riecheggiare nei corridoi, così, incuriosita dalla calda voce del cantante e dalle urla di quelle che dovevano essere delle fan, le seguì, arrivando alla sala da cui proveniva il trambusto. Era chiaramente lo studio di un programma televisivo, dove si stavano esibendo dei ragazzi. Sul palco brillava a caratteri cubitali il nome del gruppo: Vie Ghoul.
“Un gruppo Visual Kei*? Wow! Aveva ragione mamma quando li descriveva come bizzarri. Però mi piacciono i loro vestiti!” pensò, osservando i loro abiti stravaganti.
La sua attenzione, però, si focalizzò sul vocalist, un ragazzo dai capelli color platino e di bell’aspettò, constatò. “Anche se il mio fratellone è più bello!” aggiunse ai suoi stessi pensieri, pentendosene subito dopo. Possibile non riuscisse a passare più di cinque minuti senza pensare a Cain? Ne era davvero dipendente.
Sospirando, decise di tornare da lui. La truccatrice doveva aver finito di prepararlo e lei doveva tornare sul set. Si avviò verso l’uscita, dando però un’ultima occhiata al cantante, sussultando sorpresa nello scoprire che la stava fissando.
“Ma sta guardando me? Da quella distanza? E con tutta la confusione che c’è? No, impossibile! Starà solamente guardando da questa parte.” si disse, troppo scettica per credere che stesse guardando proprio lei tra la moltitudine di ragazzine in calore che urlavano. Dubbiosa, però, provò a spostarsi di qualche metro, notando come lo sguardo del ragazzo la seguisse davvero.
“Ok, segue me. Ma perché?” si chiese perplessa. Forse risaltava maggiormente col suo look rispetto ad altri, si disse. Tuttavia, lo sguardo del ragazzo la turbò. Non la guardava semplicemente. Sembrava volesse attrarla a sé, e non solo con lo sguardo, poiché anche la sua voce le mandava strane sensazioni. Era come se le note le rimbombassero nei timpani, per diffondersi poi nella gabbia toracica, e non per effetto delle onde sonore.
Un brivido le percorse la schiena, spingendola a uscire immediatamente dallo studio. A passo spedito, si allontanò nella direzione opposta, sperando di togliersi dalla testa le parole di quella canzone e colui che le aveva messo addosso quella strana inquietudine. Inoltre, Cain la stava sicuramente aspettando.
- Perché te ne sei andata in quel modo? – la fermò una voce alle sue spalle. 
“Chi diavolo è che rompe?” pensò scocciata, prima di voltarsi verso il suo interlocutore, restando però impietrita.
- M-ma tu… s-sei… Ma come… - balbettò incredula, osservando di fronte a sé il vocalist che aveva visto un attimo prima sul palco. Come aveva fatto a raggiungerla così velocemente, con tutte quelle fan scatenate che sembravano pronte ad aggredirlo non appena fosse sceso dal palco, si chiese. Si era teletrasportato?
- Non ti piaceva la canzone? – le chiese calmo e composto, come se non fosse stato lui quello che fino a due minuti prima si dimenava sul palco, incitando le fan a cantare con lui. Non sembrava per nulla affaticato.
- Come hai fatto a notarmi con tutte le ragazze che c’erano? – domandò Setsu, cercando di ricomporsi.
- Ti avrei notato in mezzo a milioni di ragazze. Comunque non hai risposto alla mia domanda.  – rispose il ragazzo, lasciandola ancora più confusa.
- Ah sì? Devi avere la vista di un falco allora. In ogni caso, sono andata via perché ho da fare. Soddisfatto? – replicò scontrosa, irritata dalla sua insistenza. E poi, continuava a sentire lo stesso brivido che aveva percepito anche prima, quindi la sua presenza non le era molto gradita.
Il ragazzo non rispose, ma restò a guardarla, anzi, esaminarla. Non appena aveva messo piede nello studio in cui si stava esibendo, aveva captato delle particolari energie provenire da lei; ecco come l’aveva notata. Incuriosito, aveva deciso di seguirla. Sembrava più piccola di lui, di almeno sei o sette anni. Osservandola da vicino, si accorse di quanto fosse bella oltre che particolare. Il suo look e il suo caratterino si adattavano perfettamente ai suoi gusti ma, notò, il suo cuore sembrava essere già impegnato.
Sorrise, riuscendo a scrutare facilmente cosa celava il suo animo tormentato, ovvero, un amore impossibile.
- Perché accidenti stai ridendo adesso? – domandò Setsu, infastidita dal suo atteggiamento. Non solo la fissava, ma le rideva anche in faccia.
- Faresti meglio a dimenticarlo. Continuare ad amarlo ti farà solamente soffrire. – le consigliò, ignorando la domanda.
Le sue facoltà paranormali, ereditate dalla madre, riuscivano sempre a svelargli tutto delle persone che conosceva. A volte si divertiva, altre, come nel caso della giovane che aveva di fronte, avrebbe preferito non sapere, perché più scavava nel suo animo, più sentiva di avvicinarsi a un campo minato. Il che era strano, perché solitamente non si lasciava per nulla toccare dai sentimenti altrui.
- Cosa? Ma di che parli? – chiese la ragazza, disorientata. Forse l’aveva scambiata per qualcun altro.
- L’uomo che ami… dimenticalo. Non vi è concesso stare insieme. – le ripeté, essendo più specifico.
Dopo quella frase, Setsu sentì mancarle improvvisamente la terra sotto i piedi. Chi era il tipo che aveva davanti? La conosceva forse? Come faceva a sapere che era innamorata di un uomo che non le era concesso amare? Sapeva di Cain? Eppure lei non ne aveva mai fatto parola con nessuno. Quelle domande le affollarono talmente tanto i pensieri, che non si accorse dei due ragazzi che si avvicinarono al loro amico, fino a quando non li sentì parlare.
- Reino, ti ci vuole ancora molto? – gli chiese Miroku, migliore amico del ragazzo e batterista dei Vie Ghoul.
- Ah… ecco perché ti sei allontanato così in fretta! C’era questa bellezza ad aspettarti! – sostenne l’altro ragazzo, il chitarrista, che osservò con interesse la giovane, trovandola davvero carina.
- Non fa per te Dasuku. Anzi, credo non faccia per nessuno, ora come ora. – rispose Reino, notando l’espressione smarrita della ragazza.
- Come hai fatto? – si decise a chiedere Setsu, ignorando la presenza degli altri due ragazzi. Non le importava che sentissero; voleva assolutamente sapere come aveva fatto quel Reino a sapere di Cain.
- Oh, oh! Reino ne ha fatta un’altra delle sue! – ridacchiò Dasuku, che ben conosceva i suoi bizzarri poteri. All'inizio non ci credeva, ma quando vide la gente sbiancare di fronte alle parole di Reino, non poté che credere anche lui alle singolari facoltà di cui era dotato l’amico. Restava però ancora un mistero come facesse a conoscere i sentimenti ed i pensieri altrui, visto che il ragazzo non aveva mai parlato molto di sé con gli amici.
- Andiamo a casa. Sono stanco. – asserì il cantante, ignorando tutti e dando loro le spalle per andarsene. Con quella ragazza aveva ben poche possibilità. Non valeva la pena sprecare del tempo.
- Ehi, aspetta! Ti ho fatto una domanda! – lo fermò Setsuka, afferrandolo per un braccio. – Non hai risposto! Come fai a saperlo? Dimmelo! – insisté, decisa a capire.
Reino si voltò a guardarla. In quella ragazzina c’era qualcosa che lo attirava. Qualcosa di tanto allettante quanto pericoloso.
- Riesco a capire quello che hai qui… - esordì, poggiando l’indice sulla fronte di Setsu, per poi scendere dal viso, lungo il collo e ancora più giù.  - … e qui. – concluse, fermando il dito all’altezza del suo cuore, facendola prima arrossire, poi infuriare violentemente per quel contatto così intimo e non richiesto, portandola a scostare la mano del cantante con un gesto brusco.
- Non serviva toccarmi per spiegarti! Maniaco! – strillò Setsu, mentre gli amici del cantante sghignazzavano.
- Che esagerata. – sospirò Reino, scuotendo la testa. Come aveva immaginato, provarci con lei sarebbe stata un’impresa impossibile.
- Non sono affatto esagerata! Sei tu che sei un maniaco! E comunque che significa che “puoi vedere cosa c’è nella mia testa e nel mio cuore”? Sei un medium? – replicò furente, sentendosi presa in giro.
Reino guardò divertito il suo sguardo di fuoco. Sembrava volesse incenerirlo. La rabbia dipinta su quel volto tanto grazioso, doveva ammetterlo, lo stava eccitando parecchio.
- I medium vedono i defunti, non i sentimenti dei vivi. Se vuoi sapere come ho fatto a sapere di te e quel ragazzo… chiamami. – le propose, dandole un bigliettino da visita col suo numero di cellulare e andando via.
Se era vero che provarci con lei sarebbe stata un’impresa impossibile, era anche vero che a lui piacevano le cose impossibili da avere.
 
- Si può sapere dove sei stata finora? – chiese brusco Cain, irritato dalla sua prolungata assenza.
Aveva finito il trucco da parecchio, ma di Setsu non vi era nessuna traccia. Odiava non sapere dove fosse, e soprattutto con chi. Dopo l’insignificante battibecco, si era allontanata e non era più tornata. Credeva di aver esagerato e voleva scusarsi, ma non averla trovata lo aveva fatto infuriare ancora di più.
- Ho fatto un giro. Scusami. – rispose distaccata, andando a sedersi in un angolo del set, senza aggiungere altro.
Cain la guardò sorpreso. Non era da lei ignorarlo in quel modo. Doveva essere accaduto qualcosa mentre era via. Pensare a cosa, però, gli avrebbe sicuramente logorato il cervello, ne era sicuro, ma doveva lavorare, e non poteva tenere la testa impegnata se voleva recitare perfettamente il suo ruolo. Tuttavia, parte del suo malumore si trasmise al suo personaggio, rendendolo molto più aggressivo di quanto stabilito. A complicare il suo già pessimo umore, poi, c’era anche il solito idiota di Murasame, che non faceva che fissare sua sorella come se non avesse mai visto una donna in vita sua. Prima o poi, ne era certo, lo avrebbe ucciso.
Finito il lavoro, tornarono in albergo in silenzio. Setsu preparò la cena e lui la osservò per tutto il tempo. La vedeva turbata. Il suo viso era teso e non capiva se per il modo in cui lui l’aveva trattata, o perché le fosse successo qualcosa.
Mentre lei rimetteva a posto le stoviglie, lui si mise a letto, aspettando che la sorella finisse. Anche se arrabbiato, stavolta avrebbe fatto come sempre, prendendola tra le braccia e ignorando la gelosia che lo divorava. Complice la stanchezza e le notti insonni, però, si addormentò subito, senza riuscire ad aspettare Setsu che, accortasi del crollo del fratello, sorrise, dimentica del piccolo screzio avuto in mattinata. Doveva essere davvero stanco dopo quel periodo di stress e insonnia, pensò la giovane, coprendolo meglio con le coperte e baciandogli una guancia. Nonostante la rabbia provata quella mattina, non riusciva ad avercela con lui troppo a lungo.
Stava quasi per mettersi a letto anche lei, quando ricordò che doveva fare la spesa per la colazione. Doveva andarci prima di tornare in albergo, ma le era totalmente passato di mente. Voleva avvertire il fratello che stava per uscire, ma non voleva svegliarlo, così, il più silenziosamente possibile, prese il cappotto e uscì. Fare la spesa all’una di notte non era il massimo, poiché aveva sonno anche lei, ma non poteva far saltare la colazione al suo fratellone, soprattutto con la nuova e stressante giornata di riprese che lo attendevano.
Girò per il konbini** senza guardare davvero nulla. I suoi pensieri erano ancora affollati da quel cantante, Reino, e dalle sue parole.
“Com’è riuscito a sapere che sono innamorata di qualcuno che non posso amare? Che abbia tirato a indovinare? No, sembrava sicuro delle sue parole. Allora come accidenti c’è riuscito? Ha detto di averlo visto nel mio cuore… mi prendeva in giro? E se invece riuscisse a farlo davvero? Se fosse davvero capace di vedere cosa nasconde il cuore delle persone? In quel caso potrebbe leggere anche nel cuore di Cain! Ma sì! Come ho fatto a non pensarci prima?! Se davvero ha un simile potere, potrebbe tornarmi utile!” rifletté, rianimandosi subito.
Decise di darsi una mossa e finire la spesa. Erano ormai le due e voleva tornare da suo fratello. Arrivata in hotel, si avviò verso la loro camera, ma quando le porte dell’ascensore si aprirono, trovò Cain in mezzo al corridoio ad attenderla, avvolto completamente da un lenzuolo e con un’espressione minacciosa sul viso.
- Fratello… qualcosa non va? – chiese preoccupata per l’aria cupa che lo avvolgeva.
- Dove sei stata? – domandò severo. Si era svegliato improvvisamente, non sentendo la presenza della sorella vicino a sé, e quando si era reso conto che non era in camera, una strana sensazione di paura lo avevo colpito allo stomaco, preoccupato potesse accaderle qualcosa.  
“No, non è solo di questo che ho avuto paura.” si corresse, ricordando che il suo primo pensiero fu che potesse essere insieme con un uomo, magari con quel Murasame. La rabbia, al sol pensiero, era tale che aveva iniziato a tremare, ma aveva cercato di mantenere la calma, perché sapeva che non era da lei fare una cosa del genere, così si era messo ad aspettarla davanti all’ascensore.
- Sono andata a comprare la colazione per oggi. – gli spiegò, mostrandogli la busta della spesa che aveva in mano.
- Non andare in giro da sola di notte. Non è sicuro! – la rimproverò, pensando che fosse un’incosciente ad andare in giro alle due di notte.
- Era qui vicino. Non c’è da preoccuparsi. -
- Non uscire… Più… Da sola! – ripeté lui, scandendo in modo lento e minaccioso quella frase.
- Scusami. – rispose Setsu dispiaciuta, ma anche perplessa. Capiva fosse preoccupato, ma perché aspettarla in quel modo, davanti all’ascensore e non in camera?
- Va bene. Adesso va tutto bene. - le disse più calmo, aprendo poi il lenzuolo col quale si copriva. – Vieni qui, tra le mie braccia, Setsu… - la invitò, sentendo il bisogno di stringerla a sé.
Un po’ esitante, più per la situazione che per la richiesta, Setsu gli si avvicinò, venendo quasi soffocata dall’abbraccio possessivo del fratello che, non contento, la prese in braccio e si diresse in camera, adagiandola sul letto e sdraiandosi al suo fianco.
- Ma che fai? Sono ancora vestita! – protestò lei, mentre Cain copriva entrambi con le coperte.
- Non ha importanza, non mi dà fastidio. – rispose lui, mettendosi comodo.
- Dà fastidio a me però! Si può sapere che ti prende fratellone? –
- Uffa, quanto sei noiosa! Lo trovi così strano che, per una volta, sia io ad avere bisogno di dormire abbracciati, e non tu? – sbottò esasperato.
- Cosa? N-no, non lo trovo strano… - mentì la giovane, che invece lo trovava stranissimo. – Solo… aspetta almeno che mi cambi. Torno subito. – disse, sgusciando fuori dall’abbraccio del fratello e recandosi in bagno, riuscendo finalmente a respirare a pieni polmoni. Era davvero confusa e agitata.
“Che accidenti gli è preso così all’improvviso? Mi ha fatto quasi paura prima.” pensò turbata, mentre toglieva velocemente il piercing e i vestiti, indossando poi la camicia da notte per tornare subito a letto. Preferiva non farlo aspettare ulteriormente quella sera. Uscita dal bagno, lo trovò seduto ad aspettarla.
- Finito? Ora possiamo dormire? – le chiese spazientito.
- Sì, sì. Eccomi. – rispose, prendendo posto tra le sue braccia.
- Notte Setsu. – le disse infine, dandole poi un bacio sulla fronte.
- Buonanotte fratellone. – lo salutò lei, addormentandosi pensierosa.
Suo fratello aveva qualcosa che non andava e lei doveva assolutamente scoprire cosa fosse.
 
 
 


 
Piccole note:
Le parole della canzone di Reino non le ho inventate. Sono dei pezzi di una canzone che adoro.
 
*Il Visual Kei (stile visivo) è un genere musicale sviluppatosi in Giappone intorno agli anni 80'. Il termine sembra nasca dallo slogan "Psychedelic Violence Crime of Visual Shock" della band X Japan. Prende spunto da varie correnti musicali (hair metal, neo-glam, enka, new wave, pop rock, gothic metal, neoclassical matal, alternative metal, hard rock, symphonic metal, progressive metal) e da alcune band occidentali come i Kiss, gli Europe e i Guns'N' Roses.
Quasi più importante del genere suonato, un aspetto fondamentale delle band Visual Kei è l'immagine. Gli artisti utilizzano un look eccentrico e bizzarro, con l'intenzione di colpire visivamente il pubblico.
I maggiori esponenti sono, appunto, i sopracitati X Japan, i Color, i Buck-Tick e tante altre band più moderne.

**I konbini  sono piccoli market aperti 24 ore su 24, ma credo li conosciate tutti ormai.


Ed è apparso Reino *-* il mio secondo amore dopo Cain, in questa storia! Non sarà un personaggio di passaggio, anzi, influirà molto la sua presenza. Spero non vi stia antipatico il mio beagle puccioso :3 sarà anche lui un po' diverso da quello originale.
I capitoli di passaggio sono conclusi, ora si entra nel vivo della storia, verso l'inizio della fine ^.^ 
Grazie a chi segue la storia e la commenta :* al prossimo capitolo :*
Baci Faby <3 <3 <3 <3
   
 
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