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Autore: paneenutella    18/04/2016    13 recensioni
Fedez capisce, probabilmente solo in quel momento, perché lo sguardo del riccio lo abbia sempre messo in soggezione.
Mika lo guarda come se lo vedesse davvero.
« Quando sono nervoso mi sudano le mani » confessa il ragazzo, parlando troppo velocemente. Forse è colpa dell'alcool o forse è solo euforico.
« Non mi disturba » risponde Fedez.
« E mi vengono i crampi allo stomaco » continua l'altro, come se Fedez non lo sapesse.
« È carino ».
« E- E poi inizio a parlareparlareparlare e arroscisco spesso ».
« La trovo una cosa adorabile » ammette Fedez e gli sorride perché è vero. È così dannatamente adorabile.
« Sono un ragazzo » sussurra Mika, come se non fosse già abbastanza ovvio.
« Non mi importa ».
E poi succede tutto velocemente. Oppure a rallentatore.
Fedez non lo sa.
Non capisce più nulla dal momento in cui Mika, alto, elegante, snello, con i capelli sempre incasinati e quegli occhi enormi, si china verso di lui e lo bacia.
MikaXFedez // Urban Strangers
Genere: Commedia, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Fedez
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Mancano cinque giorni al 18 Agosto. Cinque schifosissimi giorni e Fedez non è ancora riuscito a sistemare le cose tra lui e Mika.
Non vorrebbe sbagliare, ma gli sembra che il riccio lo stia evitando. Ogni scusa è buona per non stare soli e Fedez deve fingere di non esserne infastidito e di non avere il cuore spezzato.
È come essere ritornati indietro nel tempo, alla prima settimana in cui si sono trasferiti ad Holmes Chapel, quando ancora non capiva un accidente ed era stupido.
Ora Fedez capisce, ma è stupido comunque.
« Vogliamo sentirti cantare » la voce allegra di Gennaro lo distoglie dai suoi pensieri, mentre poggia le loro ordinazioni sul bancone. Fedez, ormai, li conosce talmente bene, lui e Alessio, da sapere esattamente che, alle nove e mezzo di sera, il biondo preferisca prendere un ginseng, mentre Alessio un caffè macchiato (rigorosamente, con due bustine – intere – di zucchero).
Alessio che, in ogni caso, a mala pena riesce ad incrociare il suo sguardo; Fedez sa che probabilmente il ragazzo si sente in imbarazzo, dopo la ramanzina che gli ha fatto qualche sera fa, e vorrebbe fargli capire che è tutto okay, perché è vero. Lo ha aiutato ad aprire gli occhi, in un certo senso.
Ora Fedez è sicuro di ciò che vuole. E vuole Mika. Al 100%.
Nessun ripensamento.
« Fede, mi stai ascoltando? » lo rimprovera il biondo, accigliandosi.
« Scusa, ero sovrappensiero » dice, « in che senso, cantare? ».
Gennaro inspira rumorosamente, il suo atteggiamento da primadonna lo fa sorridere. « Quanti sensi possono esserci? ».
« Dimmelo tu. Siete voi ad alternare cover, a pezzi vostri, a perle come le canzoni di Justin Bieber » lo prende in giro, mentre sente la risata cristallina di Alessio arrivare alle sue orecchie. Gennaro lo fulmina con lo sguardo.
« Cosa vuoi che canti? ».
« Un pezzo tuo » taglia corto il biondo, incrociando le braccia al petto.
Fedez sgrana gli occhi, stupito. Non si aspettava una richiesta del genere. « Sei serio? ».
« No, sono Gennaro » gli risponde, di getto, e Fedez pensa che Alessio abbia una cattiva influenza su di lui, decisamente.
« A quando una nuova canzone? » gli chiede stavolta Alex, cercando di non mostrarsi troppo curioso.
Fedez gli sorride incoraggiante. « In realtà sto lavorando ad un pezzo, da qualche mese a questa parte ».
Gennaro dà una gomitata ad Alessio nelle costole, non riuscendo a frenare il suo entusiasmo, probabilmente.
« Si chiama 21 grammi, ci tengo un po' » ammette, e il suo sguardo non può che finire sulla figura alta e snella di Mika, che in questo momento chiacchiera con Skin, vicino alla porta dello sgabuzzino.
« Quando ce lo farai sentire? » chiede ancora Gennaro.
« Se… insomma, se vorrai farcelo sentire » lo corregge Alessio, il biondo annuisce.
« Presto, dai » promette Fedez, pensando all'ultima parte del brano, da revisionare. È a buon punto, almeno.


La sera lui e Mika a malapena si parlano, spesso cenano giù al bar (perché è palese che Mika voglia stare solo con lui il meno possibile, ormai ne ha la certezza) e quando salgono in camera, il riccio si chiude in bagno finché Fedez non si addormenta.
Il ragazzo tatuato ha perfino iniziato a dormire con una vecchia felpa di Mika addosso. Gli manca.
Perciò, visto che il riccio non ha intenzione di andargli incontro, Fedez inizia a fargli capire le cose con piccoli gesti, lasciandogli comunque il suo spazio.
Si occupa di rifare i letti, ad esempio, mette in ordine la camera, gli fa trovare la colazione pronta. Ha addirittura cucinato la pasta, un giorno, per pranzo.
Mika l'ha trovato così, una volta uscito dalla doccia, con la lingua tra le labbra e l'espressione concentratissima, mentre scolava quella manciata di spaghetti.
Spaghetti che poi erano scotti, insipidi e il sugo era di quelli comprati, ma il riccio ha addirittura voluto il bis.
La verità è che Mika si finge risentito, ma Fedez lo capisce dal suo sguardo, dai sorrisini che si lascia sfuggire, che sta lentamente cedendo.
Il giorno in cui il ragazzo tatuato riesce a riconquistarsi un altro pezzo del cuore – e della fiducia – di Mika è venerdì (il che significa meno due giorni al suo compleanno).
Ci sono abbastanza clienti e con abbastanza, Fedez vuole dire che è costretto a sgobbare per tutto il resto della serata.
Ogni tentativo di avvicinare Mika, poi, è stato vano. Il ragazzo tatuato si sente male fisicamente e non solo perché è stanco.
« Ehi, non mi hai più chiamato, poi » quasi sobbalza, Fedez, quando sente una voce squillante alle sue spalle.
Si gira di scatto, facendo quasi cadere il vassoio che tiene in mano.
No, ti prego.
La ragazza con i capelli rossi – sì, quella del numero di telefono, sì, il numero di telefono che ha buttato nel cesso, letteralmente – è a meno di un metro da lui, e lo squadra con quei suoi occhioni troppo truccati.
Fedez annaspa. « Sono stato impegnato » mente, e può già sentire le orecchie andargli a fuoco e le mani sudare.
Non si era aspettato, però, che Mika passasse davanti a lui e alla ragazza proprio in quel momento, per caso, o forse no.
Fedez lo guarda, cerca di incrociare i suoi occhi, ci riesce. E vorrebbe urlarglielo, quello che sta pensando.
Che mi importa degli altri, io voglio solo te.
« Sei innamorato di lui? » gli chiede.




« Sei innamorato di lui? ».
Fedez quasi si era strozzato, tossendo e sputacchiando l'acqua un po' ovunque. Aveva poggiato il bicchiere ormai vuoto sul tavolo, guardando la madre stralunato. « Mamma, ma cosa stai dicendo? » le aveva detto, la voce roca di chi ha appena rischiato di morire soffocato.
Lei lo aveva guardato, seduta dall'altra parte del tavolo della cucina su cui stavano pranzando. Era maggio e, dalla finestra del soggiorno, entrava una luce piacevole, calda, che si incastrava perfettamente tra i capelli dorati della madre.
« Sono seria » aveva aggiunto poi, allungando una mano sul tavolo per arrivare a stringere la sua.
Fedez aveva sgranato gli occhi, studiando il suo viso per capire se stesse scherzando o meno. « Mà, hai iniziato a drogarti o... ».
Lei aveva ridacchiato. « Ma che dici, Fede! Ero solo curiosa ».
Lui aveva fatto sgusciare via la sua di mano da quella stretta opprimente.
« È il mio migliore amico » le aveva detto, sentendo l'imbarazzo farsi strada sottopelle.
Ma perché, poi? Non era innamorato di Mika. A lui piacevano le ragazze. Era sempre stato così.
« Da quando... » aveva esitato, la madre, cercando di trovare le parole giuste per non ferirlo. « Beh, dopo Giulia… lui è sempre qua in casa, stai sempre con lui… e ho pensato che- ».
« No, mà. No » aveva risposto lui, rigido, sperando che la madre recepisse il concetto una volta per tutte.
« Guarda che a me puoi dirlo ».
Ma non c'è niente da dire. E com'era uscito fuori quell'argomento poi?
Stavano mangiando, era tutto tranquillo, poi la madre gli aveva chiesto com'era andata a scuola, lui gli aveva detto che Mika aveva preso dieci in inglese e poi lei aveva deciso di turbare la sua psiche in quel modo.
« Fede, va bene, ho capito. Non vuoi parlarmene, ma sappi che sono tua madre, che a me puoi dire tutto e che ti vorrei bene in qualunque caso, okay? ».
Non aveva risposto, ancora turbato, si era solo limitato ad annuire leggermente.




« Sei innamorato di lui » ripete la ragazza e sembra più un'affermazione, che una domanda, questa volta. A Fedez non serve seguire il suo sguardo o voltarsi a fissarla, per capire a chi si stia riferendo.
È come vivere uno strano flashback, sente formicolare tutto il corpo. Dalle dita dei piedi, fino alla punta dei capelli.
« Sì » dice, e all'inizio gli sembra di averlo solo pensato, ma la faccia stupita della rossa gli conferma il contrario. Si schiarisce la voce, allora, l'adrenalina che gli scorre nelle vene. Non guarda neanche più lei, ma Mika, a neanche un metro di distanza, che stava sistemando le ordinazioni sul tavolo e che si è fermato, come congelato, solo per fissarlo.
« Sì, sono innamorato di lui ».
Ed è strano perché probabilmente i ragazzi del tavolo accanto l'hanno sentito, lei l'ha ovviamente sentito, chissà chi altro, ma a lui non frega un accidente.
Mika l'ha sentito, ed è questo l'importante.
Si sente leggero, come se si fosse appena liberato di un peso che gli schiacciava il petto, i polmoni, il cuore. Un po' tutto.
« Scusa » sussurra poi, degnandosi di incrociare lo sguardo della ragazza di fronte a sé. Ed è vero, gli sembra di averla presa in giro e non era sua intenzione.
« Va tutto bene » risponde lei, stirando le labbra piene in quello che a Fedez sembra un sorriso sincero. « Lui » si lascia sfuggire, muovendo il capo in direzione di Mika, « è molto fortunato ».
« Anche io » ribatte Fedez, perché ormai gli sembra così facile, « sono molto fortunato anche io ».
Con la coda dell'occhio vede Mika sorridere.


« Come mai quel sorrisone? Finalmente tu e Mik avete fatto pace? » gli chiede Davide (anche lui ha intuito che Fedez ha combinato qualche guaio, ) qualche ora dopo, seduto al bancone insieme ad Alba, la sua fantastica ragazza.
Fedez smetterà di ringraziarla per quei biglietti solo nel duemilaemai, probabilmente.
« Non ancora, ma ci sto lavorando » ammette, gonfiando il petto, più sicuro di quanto non sia mai stato prima. « Nervosi per l'esibizione? » chiede, poi, mentre serve un caffè alla ragazza e regala l'ennesimo sorriso a Shorty che“no fratè, io non voglio niente, l'alcool lo lascio a dopo”.
Arriva un altro cliente, chiede un cocktail che lui non sa preparare, per cui lascia il posto a Skin e si mette a servire ai tavoli. Prima di allontanarsi, lancia una rapida occhiata al tavolo dove sono seduti Gennaro e Alessio.
« Oggi Giò non c'è? » chiede curioso.
Davide scuote la testa, i ricci che ballonzolano dappertutto. « Nah, aveva da fare con quella ragazza che ha conosciuto l'altro giorno, qua. Com'è che si chiama? Lucy? » chiede, cercando l'aiuto di Alba che scuote la testa, guardandolo come per dire “ma che ne so io”.
Fedez solleva le sopracciglia. « La ragazza della scommessa? ».
« Proprio lei. Ma non so altro, prova a chiedere a quei due » suggerisce, indicandogli gli Urban, «
sono più pettegoli della mia futura suocera ».
Alba gli pizzica il fianco, ridacchiando. « Ehi » lo ammonisce.
Davide ride, guardando la ragazza accanto a sé in un modo che fa sentire Fedez quasi in soggezione. Si allontana, infatti, ma prima di lasciarlo andare Davide lo tira per il grembiule, sussurrandogli: « Attendo però, non sembrano di buon umore, oggi » lo avverte.
« Problemi in Paradiso? » chiede, divertito, Shorty fa spallucce.
Quando ritira le birre vuote dal tavolo di Gennaro e Alessio, in effetti lo nota, che qualche problema c'è sul serio.
Alex e Genn a stento si parlano e, quando il bruno allunga la mano per avvicinare la bottiglia a Fedez e sfiora le dita del biondo, questo si ritrae, quasi come se si fosse scottato.
Il ragazzo tatuato decide di ignorare lo sguardo ferito di Alessio.
« Quindi oggi avete perso un membro della ciurma » scherza, cercando di alleggerire la tensione.
Alex ridacchia leggermente. « Il nostro capitano » specifica, « se la sta spassando con la biondina dell'altra seria ».
Gennaro sta un po' sulle sue, preferisce non parlare e tamburellare le dita sul legno del tavolo.
« È una cosa seria, secondo voi? » domanda Fedez, perché sì, forse è un po' pettegola anche lui.
Genn fa spallucce, degnandosi finalmente di prendere parte alla conversazione. « E chi lo sa, si tratta di Giò, in fondo. Quello là, non prende mai nulla sul serio ».
« Non solo lui » si lascia sfuggire Alessio, a denti stretti. Non sembra pentirsi di quello che ha detto neanche quando Gennaro si irrigidisce, fissandolo con la bocca spalancata.
Fedez, in ogni caso, decide di tagliare la corda. Ha i suoi problemi a cui pensare, dopotutto, non gli serve ficcare il naso in quelli degli altri, ora come ora.
La serata procede veloce, lui e Mika non hanno il tempo materiale per parlarsi, ma Fedez non lo abbandona con lo sguardo nemmeno per un secondo.
Quando Davide ed Alba decidono di esibirsi, il bar è ancora pieno. Il vestito a fiori di Alba svolazza da una parte all'altra mentre si sposta per prendere il microfono, presentare lei e il suo fidanzato – e qui Zack fa un fischio imbarazzante, tentando di incoraggiarli – e annunciare il titolo della canzone che canteranno.
« Questa è “Changes”, nella versione che David Bowie ha cantato con Butterfly Boucher ».
Il pubblico applaude, perché davanti ad uno dei successi di Bowie non si può rimanere indifferenti.
Inizia Alba, con la sua voce delicata e precisa


Still dont know what I was looking for
And my time was running wild
A million dead-end streets and
Every time I thought Id got it made
It seemed the taste was not so sweet



Continua Davide, mentre Fedez si accorge di essere dentro al pezzo più di quanto avesse immaginato.

So I turned myself to face me
But Ive never caught a glimpse
Of how the others must see the faker
I'm much too fast to take that test



Sente una mano poggiarsi sulla sua spalla. Freme, perché per un secondo pensa che sia Mika, ma, quando si gira, a stento trattiene la delusione.
« Tutto okay? » gli chiede Zack, con voce apprensiva. « Mi sembri un po' pallido, figliuolo ».


Ch-ch-ch-ch-changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-changes
Dont want to be a richer man
Ch-ch-ch-ch-changes
(Turn and face the strange)
Ch-ch-changes
Just gonna have to be a different man
Time may change me
But I cant trace time



Devo solo essere un uomo diverso.
« Sì, sì. È che non tocco cibo da stamattina e sono un po' stanco » dice e sa che non è una bugia. Non del tutto, almeno.
Ignora lo sguardo di rimprovero dello zio di Mika, ma decide di dargli ascolto quando gli suggerisce: « Vai a prendere una boccata d'aria, mh? Ti copro io » mormora, stringendogli affettuosamente le spalle. « Non meno di cinque minuti, però » si cura di specificare, Fedez annuisce.
Gli gira un po' la testa, mentre le note di quella canzone continuano a risuonargli nelle orecchie. Decide di uscire dalla porta sul retro, comunque, perché non vuole attirare su di sé gli sguardi dei curiosi. O gli occhi di Mika.
L'aria fresca e umida gli pizzica il viso e le braccia, scoperte, non appena mette piede fuori dal bar. Si concede qualche secondo per fare avanti e indietro come uno psicopatico, inspirare ed espirare, strofinarsi la mano sulla faccia e poggiare la testa sul muro alle sue spalle.
Si lascia piano piano scivolare giù, accovacciando le gambe. Il vicolo è quasi buio, illuminato a malapena da un lampione dall'altro lato della strada.
Quando la porta del bar viene spalancata nuovamente, Fedez quasi non se ne rende conto, perso com'è nei suoi pensieri.
« Mi spieghi che cazzo ti prende oggi? ». La voce di Alessio quasi gli fa quasi venire un infarto.
« Alè, lasciami in pace » e questo è chiaramente Gennaro.
Fedez rimane immobile, pietrificato, convinto che smettendo di respirare Alex e Genn non riusciranno a vederlo.
I due non lo fanno, inspiegabilmente, spostandosi verso il lato destro della porta, opposto a quello in cui si trova rannicchiato lui.
Potrebbe alzarsi e andarsene, prima che sia troppo tardi, ma qualcosa lo tiene incatenato a quel muro sudicio, incapace di muovere un muscolo.
« No che non ti lascio in pace » ringhia Alessio, « è tutto il giorno che mi ignori ».
« Non è vero ».
« Sì che è vero » ribatte il bruno, afferrando Gennaro per la manica della maglietta.
Fedez sente solo i loro respiri, quello apparentemente tranquillo del biondo e quello accelerato di Alex, e la musica che proviene dall'interno del bar.
« Come- » la voce del biondo si spezza, come se fosse rimasto senza fiato. « Come fai a startene così tranquillo, eh? ».
Silenzio.
« Questa cosa mi sta tormentando dal momento in cui ho aperto gli occhi, stamattina, Alè, non riesco a non pensarci » confessa, poi, a bassa voce, e Fedez deve tendere le orecchie per riuscire a sentirlo.
Le loro figure sono avvolte dalla penombra, ma il ragazzo tatuato riesce a scorgere la mano di Alessio che stringe la presa sul braccio di Gennaro, scendendo piano fino al polso del biondo.
« Stamattina » inizia il bruno, con voce labile, « sei tu che mi hai detto che non era importante e di lasciarci tutto alle spalle... ».
« Lo so ».
« Che eravamo ubriachi e che era stato tutto un esperimento ».
« …lo so ».
Questo, comunque, non sembra placare la rabbia repressa che Alex sembra portarsi dentro tra troppe ore. « Cosa vuoi da me, Gennaro » dice, con quel tono di voce piatto e apparentemente calmo. « Sei stato tu a baciarmi, ieri notte, non io. Tu » sputa, e Fedez lo riconosce quell'atteggiamento.
Attaccare l'altro per cercare di difendere se stesso e i propri sentimenti. Il ragazzo tatuato si tappa la bocca cercando di reprimere il verso di sorpresa che gli rimane incastrato in gola.
Porca. Puttana.
Non vede le loro facce, ma può immaginarselo, il labbro inferiore di Gennaro tremare leggermente. « Dovevi respingermi » soffia, abbassando il capo.
« Forse non volevo ».
Ancora silenzio.
Ecco, ora Fedez si sente decisamente di troppo. Sta origliando, sta origliando come il peggiore dei ficcanaso e quelli sono i suoi amici, accidenti.
Non dovrebbe.
Pensa a come fare per darsela a gambe senza farsi beccare. Potrebbe seguire il perimetro del bar e gattonare, fino ad arrivare all'ingresso. Se riuscisse a non fare troppo rumore potrebbe persino cavarsela, vista la poca luce che illumina lui e i due spastici là vicino.
« Genn, senti » la voce di Alessio è di nuovo delicata, sempre la stessa quando parla di Gennaro e con Gennaro. Quasi come se potesse romperlo, anche solo con le sue parole. « Io ci tengo a te, siamo amici. Quando mi hai detto che per te non aveva significato nulla, mi sono detto che- » deglutisce, sembra cercare le parole giuste. « Che potevo sopportarlo perché non volevo rovinare quello che c'è tra noi. Ma tu ora mi eviti e non posso neanche sfiorarti, neanche per sbaglio ».
« Alè ».
« Perché mi guardi come se ti avessi sputato in faccia e io- ».
« Alessio ».
E Alessio finalmente termina quel suo monologo infinito. Tra tutte le cose che sa fare Gennaro, si deve aggiungere alla lista anche il saper riuscire a zittire Alex, ecco.
« Come posso fare » inizia il biondo. « Come faccio se tu continui a fare così con me ».
Fedez vorrebbe uccidersi. Ma chi gliel'ha fatto fare. Ma perché. Ma perché ha ascoltato Zack.
Zack.
È tutta colpa sua, che cazzo.
« Così come? ».
« Non te ne accorgi neanche, cazzo. Ti odio. Odio il modo in cui mi rimbocchi le coperte prima di andare a letto, quando mi porti la colazione in camera, quando mi rassicuri, sempre, anche solo con lo sguardo, anche solo perché ci sei. O ancora, quando quella volta in cui mio zio mi ha preso in giro perché “da grande” voglio fare il cantante, tu mi hai difeso davanti a tutti » dice, tutto d'un fiato. « E anche adesso, quando io ho incasinato tutto e tu, come al solito, metti me prima di tutto il resto. Noi ». Vede il biondo strofinarsi il viso con entrambe le mani, frustrato. « Ti odio, Alè » ripete, cercando, poi, di spingerlo via, senza successo.
« Vaffanculo, Gennà. Ti odio anche io ».
« Io ti odio di più ».
E Fedez, per un momento, teme che i due possano prendersi a botte. Ne è quasi sicuro, soprattutto quando Gennaro riesce a spingere Alessio contro il muro.
Ne è quasi sicuro, finché non vede le labbra carnose di Genn premersi su quelle fini di Alex.
Cosa.
Per evitare di urlare, stavolta, dà qualche pugno al muro, sconvolto.
Gennaro ansima piano sulle labbra di Alessio, incastrando una gamba tra le sue, mentre il moro gli stringe i capelli.
Aiuto, sembra l'inizio di un porno gay. Non sono pronto. Nononono.
Il karma, tuttavia, sembra ricompensarlo perché, dopo minuti che gli sono sembrati ore, Romeo e Giulietta decidono di scollarsi e di tornare dentro il bar, tra una risatina e l'altra.
Fedez, però, rimane nella stessa identica posizione di prima, scioccato, per altri cinque minuti buoni.


« È stata una luuunga giornata » commenta Mika, quando lui, Fedez e Zack salgono in appartamento. Si sono fermati a bere qualcosa tutti insieme, con Davide e Alba. Non con Gennaro e Alessio, loro sono andati via prima.
Con che coraggio li guardo in faccia, quei due, domani. Con che coraggio.
« Vado in bagno » annuncia il riccio dopo un po', quando capisce che Fedez e suo zio non hanno alcuna intenzione di muoversi dal divano su cui sono stravaccati.
Almeno per ora.
Passa vicino a Fedez e gli sfiora piano il braccio, il ragazzo tatuato gli stringe la mano. Mika lancia una rapida occhiata allo zio, cercando di far capire al ragazzo che forse non è il caso, ma Fedez aumenta la stretta finché non vede Mika ridacchiare piano, scuotendo la testa. Allora lo lascia andare, accorgendosi di aver perso la dignità solo quando Zack tossicchia piano, richiamando la sua attenzione, perché gli occhi di Fedez non si sono scollati dalla figura del riccio – e dal suo fondoschiena – finché Mika è rimasto nel suo campo visivo.
« Mi ricordate molto me e mia moglie, quando eravamo più giovani. Io, con la costante paura di quello che provavo, e lei sempre così sicura, di se stessa e dei suoi sentimenti » è il commento di Zack. Guarda fisso davanti a sé, mentre lo dice e Fedez sente una fastidiosa stretta allo stomaco.
« Quanti anni avevate? Quando vi siete conosciuti? » gli chiede, sperando di non essere troppo indiscreto.
« In realtà, ci conoscevamo da quando eravamo piccoli. Parliamo di Holmes Chapel, d'altronde. Qui tutti conoscono tutti ».
Fedez gli sorride, invitandolo con lo sguardo a continuare.
« Eravamo amici, ma mi sono innamorato di lei solo dopo. La prima volta che siamo usciti insieme sono andato a prenderla in macchina a casa sua. Suo padre mi odiava » e ridacchia, probabilmente perso nei ricordi.
Fedez sente l'irrefrenabile istinto di stringerli la mano, ma non lo fa.
« Era il 4 aprile 1988. Era una bella giornata. Lei indossava una maglietta dei Guns N' Roses e un paio di jeans chiari. Non avevo mai visto nulla di così perfetto ».
Fedez distoglie lo sguardo, perché sente gli occhi pizzicare.
« Beh, è ora di andare a letto. Domani la sveglia è sempre troppo presto » commenta Zack, sbuffando rumorosamente e scuotendo la testa, come volendo scacciare via tutti quei ricordi, belli e brutti, ma comunque dolorosi.
Si alzano, in silenzio, Fedez non riesce a spiccicare parola o, almeno, non trova niente di sensato da aggiungere.
Solo quando si trovano ognuno davanti alle porte delle rispettive camere da letto, non riesce a mordersi la lingua e glielo dice, ciò che gli è passato per la testa dalla prima volta che ha messo piede nella sua casa.
« La porta che non vuoi mai che venga aperta. È la camera di tua figlia, vero? C'è la camera di tua figlia là » mormora.
Vede le spalle di Zack irrigidirsi. L'uomo sembra quasi diventare un blocco di marmo, anche quando si volta, il suo sguardo rimane indecifrabile. Annuisce, e basta.
« Mi dispiace, Zack. Mi dispiace davvero tanto ».
Il rumore dell'acqua della doccia è l'unico suono che fa loro compagnia, finché lo zio di Mika prende nuovamente parola.
« Il giorno dell'incidente » inizia, e il suo volto si contrae in una smorfia, quasi come se anche solo parlarne gli provocasse un dolore insopportabile, « Jane doveva andare a danza. Faceva Hip Hop in una scuola qua vicino, fuori paese. Avrebbe finito più tardi del solito, però, perché a breve ci sarebbe stato il saggio e l'insegnante aveva deciso di trattenere tutti un'ora in più » tira su con il naso e Fedez si avvicina un po' di più a lui.
« Erano le nove di sera quando mi ha chiamato la polizia. Un coglione ubriaco ha tagliato loro la strada. Sono morte sul colpo ». Un singhiozzo. « Erano solo le nove di sera » dice, continuando a balbettare frasi senza senso.
Allora, Fedez fa una cosa che non ha mai fatto in tutta la sua vita: abbracciare di sua spontanea volontà qualcuno (eccetto Mika e sua madre, ma loro non contano).
È un abbraccio goffo, perché lui è basso e Zack e una specie di montagna, ma sembra funzionare. Anche se Fedez è una completa frana quando si tratta di consolare le persone. Ci vuole provare perché Zack è sempre gentile con tutti e lui ha imparato a volergli bene, in questi mesi.
« Lo sai qual è la cosa più triste? » chiede, poi, mentre strofina la guancia sulla spalla di Fedez. La sua barba gli pizzica leggermente il collo.
« Prima di salire in macchina, Jane è venuta da me per salutarmi e ha stretto me e sua madre in un abbraccio. È sempre stata così affettuosa » confessa, e Fedez non osa immaginare quanta sofferenza abbia potuto provare mai quest'uomo che, in un giorno solo, ha perso moglie e figlia. La sua famiglia. Parte della sua vita.
« E io le ho detto di sbrigarsi, le ho quasi allontanante, perché il bar quella sera era pieno di gente e io non avevo tempo ».
« Zack, non darti colpe che non hai » mormora Fedez, stringendolo più forte.
« Fedè, te lo giuro, se avessi saputo che quello sarebbe stato l'ultimo abbraccio, le avrei strette più forte ».
Fedez non riesce a trattenere la prima lacrima, che scende rapida sulla guancia.
Fanculo.
« Mi mancano. Non ero pronto a perderle ».
« Non si è mai pronti ».
« Come faccio ad andare avanti? Io non- » inizia ma poi si interrompe e Fedez pensa che sia perché ha rincominciato silenziosamente a piangere.
« A volte non è necessario, andare avanti. Basta accettare la cosa » lo incoraggia, dandogli un paio di pacche sulla schiena.
Si sente un idiota, in realtà, ma spera di non essere stato totalmente una schifezza.
Quando Zack scivola via dalla sua stretta ha gli occhi gonfi e il naso arrossato. Fedez lo ammira perché è riuscito a ricostruire i suoi pezzi, anno dopo anno, e a continuare ad essere la persona meravigliosa che è sempre stato.
Zack è forte, Mika è forte, lui no.
Perciò, quando si chiude in camera sua e del riccio, si raggomitola ai piedi del letto e fa quello che gli riesce meglio: essere debole.
Nasconde il viso tra le braccia e aspetta semplicemente che tutta la tristezza che sente dentro passi.
Non sente Mika arrivare, non sente i suoi passi, non lo sente mentre si inginocchia proprio davanti a lui. Ma sente le sue braccia stringerlo forte e le sue labbra poggiarsi delicatamente vicino al collo.
« Ehi, ehi va tutto bene » lo conforta ed è buffo perché dovrebbe essere il contrario. Dovrebbe essere Fedez a far stare meglio lui.
E invece…
« No, Mik. Non va tutto bene » dice, il volto ancora nascosto. « Sono un coglione ».
« Lo so » gli dice Mika, il tono quasi divertito.
« No, davvero. Lo sono sempre stato, ma in questo periodo lo sono un po' di più ».
« So anche questo » gli dice, accarezzandogli piano i capelli.
« Non capisci » sbotta allora, affranto, sollevando la testa ma guardando ovunque nella stanza, ovunque ma non i suoi occhi. « Quella bambina non c'è più. Ed è terribile perché non potrà crescere, diplomarsi, innamorarsi per la prima volta. Non c'è più ed è terribile ».
« Vi ho sentiti, prima, stavo ascoltando dalla porta » confessa, continuando ad accarezzarlo.
Il cuore di Fedez si scalda un pochino. « Mi dispiace così tanto ».
« Fedè, non c'entri niente, tu ».
« Non solo per lei… per loro » continua Fedez, come se non l'avesse sentito. « Mi dispiace per noi, che siamo qui come stupidi a perdere tempo, a non fare niente » dice, rivolgendosi a se stesso, « ad accettare l'amore da persone che non ci meritano » sputa, riferendosi chiaramente a Mika. « E io sono triste perché sto vivendo la vita che la figlia e la moglie di Zack avrebbero voluto avere, ma con le mie paure e le mie cazzate… è come se la stessi sprecando ».
Mika lo guarda, piegando la testa di lato. « Fedè, tu mi meriti, non- » ma Fedez lo blocca, sollevando una mano in aria, chiedendo tacitamente silenzio.
« No, non è vero » sul volto di Mika si dipinge un'espressione contrariata, « ma mi impegnerò per essere migliore, te lo giuro ».
Il riccio gli sorride, lo sguardo che gli rivolge, ora, vale più di mille parole.
Di mille promesse.
O di mille ti amo.




Angolo dell'autrice
200 recensioni.
200. E io non ho ancora risposto a tutte. Mi dispiace. Ormai i miei "mi dispiace" sono talmente frequenti da perdere di significato ah - ah.
Voglio essere sincera. E' stato un brutto periodo e non me la sono sentita di scrivere.
E mi scuso perché questo è un altro capitolo mezzo angst e tutti noi odiamo l'angst ma okay. Dal prossimo le cose miglioreranno, ve lo giuro.
Il discorso di Zack è abbastanza triste ma spero che renda un po' tutto. I suoi sentimenti, il suo dolore... spero sia credibile.
Anche perché perdere qualcuno è terribile, ti spezza un po' dentro e, anche se col tempo farà meno male, una parte di te sa già che quella ferita non si rimarginerà mai. Non del tutto, almeno.
Ringrazio sempre le stesse persone, il gruppo, Morgana, akimcarlo (grazie per la 200esima recensione, è stato un gesto adorabile) e tutta lagggente che ancora segue questa storia.
Vi voglio bene.
  
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