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Autore: Ombra8    20/04/2016    0 recensioni
Mente e cuore non sempre si accordano..soprattutto se il problema è sentimentale.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago, Universitario
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La tipica domenica italiana è scadenzata da rituali comuni alle famiglie. La mattina ci si sveglia con tranquillità che sia una giornata di sole o di pioggia. L'odere del caffè fumante combatte contro i fumi della signora del piano di sotto che ha preparato il ragù. Spalmi svogliatamente della marmellata su delle fette biscottate con accanto la tua tazza di latte e caffè adocchiando tua madre che gira come una trottola per la casa. La domenica è il giorno del signore e da buon fedeli bisogna andare a messa, ti ripete dalla prima comunione, e nel frattempo inveisce contro tutti a causa di quella gonna che ormai non le va più su ma che si ostina a provarla ogni santa domenica. "Ma io non mangio proprio". Si illude. Come ogni donna golosa. E tu stai li ad osservarla con ancora un occhio mezzo chiuso e la fetta biscottata mezza mangiucchiata. Tu con la Chiesa hai fatto un patto. Sei cattolica ma non professi. Ci vediamo a Pasqua e a Natale. Per il resto cerchi di non far male a nessuno. Tranne alle zanzare d'estate che ti torturano ad ogni ora.
Una personalissima routine domenicana che appartiene alla mia famiglia è la gara a chi cucina il pranzo più calorico tra mia madre e mia sorella Giulia. Abitiamo nello stesso palazzo , a tre piani di differenza, e soprattutto nel weekend tra casa mia e casa sua vi è un via vai di piatti fumanti e golosi.
E' la prima domenica di primavera a dare inizio a questa avventura.
Ritornata dalla pasticceria in fondo alla strada e passata di casa per prendere il piatto di cannelloni destinati a mia sorella , mi decido a prendere l'ascensore, per evitare di far guai prima che arrivi a destinazione.
L'ascensore arriva, non vuoto , ma con il signor Geloni e lei Viola. Mi concedo soltanto un attimo di imbarazzo e poi con coraggio entro anche io. La provvidenza vuole che il signor Geloni sia loquace e questo aiuta a rompere quel velo di imbarazzo. Intratteniamo un simpatico siparietto..
"Cosa ha preparato quella santa di tua madre oggi a pranzo Alessandra?. Spia da sotto al tovaglio che avvolge il piatto.
"Guardi lei stesso signor Gerardo.. cannelloni" Lo invito a guardare e di sottecchio guardo lei che sembra incuriosita ma troppo educata per impicciarsi.
"Che profumo e che bell'aspetto ... giuro che un giorno di questi mi autoinvito a casa tua, non crede anche lei signorina Benedetti?" "Certo.. sembrano davvero buoni". Parla e sembra che stia intonando una melodia. O sono io che sono troppo fusa quando la vedo?
L'ascensore si ferma al 3 piano e il signor Gerardo esce salutandoci abbassando la coppola che elegantemente indossa. "Che tipo." Esclama con un sorriso sgembo. "E' un uomo d'altri tempi" Ma non faccio in tempo a dire questo che ad un tratto l'ascensore fa uno strano rumore e si ferma. "Oh no... dannazione.. di nuovo" Diciamo entrambe.
Certe volte è il destino che ci mette il suo zampino. Siamo rimaste bloccate in quell'ascensore per circa 20min aspettando che qualcuno si accorgesse di noi. Intrappalote dentro. Ma sono stati i 20 min più strani e rivelatori. Rassegnate dal fatto, che in mancanza del capanello d'allarme poco potevamo fare, ci siamo sedute spalle alla parete e abbiamo iniziato a mangiare quello che mamma aveva preparato.
La persona che Viola si stava rivelando era totalmente diversa da quella che mi ero immaginata o da quello che mi avevano raccontato. Era una giovane donna in carriera. Professoressa di cattedra alla facoltà di lingue , insegnava letteratura inglese, nei weekend si dedicava al cineforum in lingua originale e di tanto in tanto curava la traduzione di qualche libro per case editrici indipendenti. Era una donna in gamba. Non ebbi il coraggio di domandarle se la storia sul matrimonio saltato fosse vera. Ma non le nascosi l'imbarazzo che avessi provato la prima volta che l'avevo vista. Anzi che ci eravamo quasi scontrate.
"Ma dai .. ti ho messa in imbarazzo? Ed eppure non sembri una ragazza timida" "Bhe lo dici adesso che siamo rinchiuse in un ascensore di quanti.. 3metri per 4metri quadrati? E stiamo mangiano nello stesso piatto come se fossimo due barbone" Rise di gusto. Una risata luminosa. Cavoli era proprio bella. Più della prima volta che l'avevo vista.
"Raccontami di te ... Cosa fai nella vita oltre a portare da un appartamento all'altro dei piatti cosi gustosi?" "Studio all'università, facoltà di Giurisprudenza. Provo a diventare un avvocato o qualcosa di simile" "Impegnativo ma non impossibile" E mi fece l'occhiolino. E il mio cuore fece una copriola. E se il destino non avesso fatto ripartire l'ascensore, consentendoci di uscire fuori e ritornare ai nostri appartamenti, il mio cuore sotto stress emotivo si sarebbe fermato perchè lei Viola Benedetti si avvicinò salutandomi con un sonoro bacio sulla guancia e con un "La prossima domenica pranziamo nello stesso piatto ma sedute sul divano di casa mia. Ci stai?"
  
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