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Autore: Rory Drakon    27/04/2016    4 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Seras e Joshua condussero Rory e Alucard fuori, nel giardino dell’immensa magione.
Lady Integra Fairbrook Wingates Hellsing era lì, e con lei vi erano Luke, Sebastian e Alyssa.
Christ e Subaru non c’erano, ma era palese, dal momento che era pieno giorno e loro non potevano esporsi ai raggi solari, a differenza di Alucard e Seras che erano dei Nosferatu.
«Mia padrona, cosa succede?» domandò il Conte.
«Oh per la miseriaccia!» esclamò Rory, quando vide la persona che si trovava dinnanzi e che tutti stavano fissando come se fosse un alieno appena sceso da Marte.
Un uomo di statura alta e massiccia, che raggiungeva l’altezza di Alucard, dalle spalle larghe e il viso squadrato solcato da una sottile barba, con una cicatrice sulla guancia destra. Aveva capelli corti e biondi con una pettinatura a spillo e gli occhi verdi con un paio di occhiali rotondi. Indossava una pesante tonaca grigia, una camicia nera, dei pantaloni grigi, stivali neri e un colletto clericale, con una croce d’argento al collo e un paio di guanti bianchi.

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«Porca cotoletta impanata e petto di pollo grigliato!» esclamò Luke.
«Andersen!?» riuscì infine ad esclamare Integra, tanto era lo stupore dipinto sul suo volto.
Era proprio lui, non c’erano dubbi: Alexander Andersen, Padre Andersen, Paladino Andersen, Baionetta Andersen, Angel Dust Andersen, il sacerdote purificatore di vampiri della Tredicesima Divisione del Vaticano, la Milizia Scelta Iscariota, una potente organizzazione cattolica e fanatica che si occupava della caccia ai mostri, agli eretici e i non-cattolici ed era nemica dell’Organizzazione Hellsing in quanto i suoi membri erano di religione esclusivamente protestante.
«Che cosa ci fai qui, Iscariota?» domandò Sebastian, altero.
«Niente che interessi proprio te, schifoso demone!» gli sputò in risposta Andersen.
C’era qualcosa di strano nel Paladino. I vetri dei suoi occhiali rotondi erano rotti, i vestiti erano stracciati e sporchi di fango e terra, ed ansimava come se avesse appena partecipato ad una maratona.
«Bada alle parole, Paladino, ricordati che qui sei in territorio nemico, privo di una scorta e anche conciato piuttosto male, vedo» replicò Alucard, ridacchiando.
Anche Andersen ridacchiò. «Sai che non mi ci vuole niente per poterti spaccare la faccia, sporco servo di Hellsing!»
«Silenzio!» ringhiò Integra. «Dicci immediatamente cosa fai qui, Iscariota, prima che perda la pazienza! Ti ha mandato Maxwell!?»
«Non pronunciare quel nome con la tua fetida bocca da cagna protestante!» le urlò in faccia Andersen. «Se proprio vuoi saperlo, il mio capo è morto! Tutta la Tredicesima Divisione del Vaticano è stata spazzata via da dei maledettissimi rifiuti bastardi, senza che potessi fare nulla per fermarli! Si rigeneravano, senza che le mie baionette potessero fare qualcosa! Io sono l’unico sopravvissuto… quei miserabili esseri volevano me! ME! Ah, mille volte meglio la morte che passare dalla parte dei mostri, per mille fulmini! Sarei morto molto volentieri assieme ai miei compagni, ma quei bastardi mi volevano vivo! VIVO! E non riuscivo ad ucciderli! Non potuto fare altro che scappare come un lurido coniglio! Ah, ma giuro sul Dio Padre Onnipotente che ritroverò chi li ha mandati ad attaccare la Divisione e lo spedirò a bruciare tra le fiamme dell’Inferno! AMEN!»
I membri dell’Hellsing lo fissarono, scioccati.
«Oh mio Dio…» mormorò Seras.
«L’Iscariota è… caduta?» riassunse Rory. Non poteva credere alle proprie orecchie.
«Come l’Ordine della Maddalena!» trasalì Joshua.
«Non è possibile» esclamò Integra. «Che cosa diavolo è successo?»
«Ci hanno attaccato» insorse Andersen. «Delle creature nere e viscide dagli occhi gialli umanoidi con le antenne da grillo! Hanno attaccato il Vaticano e hanno sterminato tutti gli agenti dell’Iscariota, tranne me!» Andersen sputò per terra. «Ho cercato di colpirli con le mie baionette ma non li ho nemmeno scalfiti! E mentre i miei compagni soccombevano, io non ho potuto fare nulla per aiutarli, sono stato costretto a fuggire come un topo davanti al gatto! È stato allora che ho sentito una furia indicibile crescere in me, ed è stato allora che sono comparse».
Il volto di Andersen si illuminò.
«Che hai visto cosa?» domandò Alyssa.
La ragazza ebbe appena il tempo di finire la frase, che Andersen spalancò le braccia, e sulla sua si spiegarono due ampie ed immense ali piumate nere come un incubo.
«Minchia!» esclamò Luke.
«Parola più intelligente non poteva uscire dalla tua bocca, Luke» commentò Alucard.
«Tante grazie!»
«Noi siamo la spada di Dio. Rappresentiamo il suo giudizio in Terra. Ci è stata affidata la missione di punire i peccatori che si ribellano alla parola di Dio. Siamo stati incaricati di annientarli, finché anche l’ultimo brandello della loro carne sarà distrutto. AMEN!» declamò Andersen.
«Il settimo Apostolo!» esclamarono all’unisono Joshua, Alyssa e Rory.
«Esatto, e se le mie fonti sono giuste, voi tre mocciosi siete gli altri, vero?» sogghignò Andersen. «Anche se mi sembrate un po’ debolucci…»
«Se vieni qui te lo faccio vedere io quanto sono deboluccia, mentecatto di un cattolico!» sbottò Rory acida.
“Oh, merda” pensò Seras, allarmata. Si aspettava che Andersen riducesse Rory a fettine, e invece il prete scoppiò in una risata sguaiata.
«Per Dio, questo sì che è un’Apostolo con i coglioni, per di più anche gnocca!»
«Giù le zampacce, Andersen, lei è mia» sogghignò Alucard, calcando bene l’ultima parola.
Rory avvampò come un peperone e Luke ridacchiò.
«Andersen, piantala di tergiversare e parla! Perché sei qui?» esplose Integra.
«Credevo di essermi già reso ridicolo abbastanza venendo qui che avresti potuto intuirlo!» sibilò Andersen. «Tutti i membri dell’Iscariota sono stati annientati a parte me, perché sono un Apostolo e quei luridi esseri volevano catturarmi, perciò sono scappato e ho volato fino a Londra da Roma dato che i miei fratelli Apostoli erano qui! Ho deciso di prendere il posto che l’Onnipotente mi ha affidato unendomi a loro!»
«Cioè, stai forse cercando di dirci che vuoi unirti a noi dell’Hellsing?» domandò Sebastian, alzando un sopracciglio. «Tu, uno spettabile cattolico, vuoi unirti ad un’organizzazione ammazza-mostri composta da sporchi protestanti?»
«No, lurido demonio» ribatté Andersen. «Io, il settimo Apostolo benedetto da Dio, voglio prendere il mio posto al fianco degli altri miei fratelli da Lui prescelti! Anche se questo significa doversi rotolare nella merda di voi maiali protestanti, io lo farò comunque se è questa la Sua volontà! E la parola di Dio per me è legge, benché la mia anima sia già dannata all’Inferno! Tanto vale andarci in gran stile aggiungendoci anche un bel tradimento di fede religiosa, eh eh eh!»
«Ma questo è pazzo» borbottò Joshua, e Seras ridacchiò.
«Tanto per la cronaca» riprese Andersen, fissando Integra. «Questo non fa di te il mio capo, donna, per me sei e rimarrai per sempre una scrofa protestante circondata dai tuoi maialini, e non mi abbasserò mai a prendere ordini da te!»
«Ci mancherebbe altro…» sbuffò Integra. «Solo, mi viene un dubbio: come faccio a sapere che questa non è altro che una messinscena e che magari sei qui per ordine di Enrico Maxwell, per catturare i tuoi fratelli Apostoli e venderli al Vaticano?»
«Per la Madonna, dovrei mozzarti la lingua seduta stante, troia!» sputò in risposta Andersen. «Come osi solo credermi capace di compiere un atto simile? Di sparare menzogne blasfeme a voi sporchi protestanti, solo per vendere i miei fratelli ai miei superiori? Mi sarei impiccato come Giuda Iscariota piuttosto che venire coinvolto in un piano così subdolo!»
«Sta dicendo la verità, mia padrona, ho letto nella sua mente» tagliò corto Alucard.
«E va bene, Andersen, puoi restare» concesse Integra, altera. «Sei libero di non considerarmi il tuo capo, ma pretendo da te almeno il rispetto che si deve ad un tuo superiore, o giuro sulla regina Elisabetta che per tutto il tempo che starai qui sarai trattato in un modo che neanche una bestia sopporterebbe, psicopatico di un Paladino!»
Integra ansimò, cercando di riprendere fiato, ed Alexander Andersen scoppiò in una risata sguaiata.
«Grandiosa! Sei davvero grandiosa!» sentenziò Andersen. «Affare fatto, Integra Fairbrook Wingates Hellsing! AMEN!»
«Ho la sensazione che ci divertiremo un mondo» rise Alucard, gli occhi rossi che brillavano di una sfumatura infuocata.


***


La notte era l’unica occasione in cui Christ potesse uscire e gironzolare per la Hellsing e nascondersi nel suo nascondiglio prediletto: il terrazzo.
Era contenta che Rory e Alyssa dormissero, non voleva che la vedessero piangere. Odiava mostrarsi debole davanti agli altri. Cercava di mostrarsi forte e audace, ma non faceva altro che mentire a sé stessa: ci era rimasta veramente di schifo quando aveva scoperto ciò che Aion aveva fatto.
Tutte quelle carezze, i baci, le parole dolci che le aveva rivolto in tutti quegli anni…
Menzogne. Tutte menzogne. Le aveva mentito sempre e comunque.
L’aveva riportata in vita e l’aveva cresciuta per poi vampirizzarla, riempiendola di bugie su Alucard, per poi scoprire chiaramente che questo non era l’assassino del suo popolo, anzi era stato mandato per salvarli.
Un pensiero le illuminò la mente. E se Aion l’avesse riportata in vita perché sapeva che era un’Apostolo? Avrebbe avuto senso, dato che poi l’aveva costretta a mentire per entrare nell’Organizzazione Hellsing ed avvicinarsi a Rory ed Alyssa che erano Apostoli come lei, così da poterle catturare.
Le veniva da vomitare. Era sempre stata solo un giocattolo per lui, nulla di più. Al solo pensiero, le lacrime ricominciavano a scendere dagli occhi copiose.
«Di nuovo qui, eh?»
Christ si voltò, asciugandosi le lacrime e cercando di guardare l’alta figura di Subaru con decisione e sicurezza. «Subaru, per favore, è un brutto momento, quindi ti prego, vattene e lasciami in pace, voglio restare da sola!»
Subaru non disse nulla, ma si sedette accanto a lei, la afferrò per un braccio e la strinse a sé. «Puoi piangere se vuoi, non serve che tu finga ora».
La ragazza non si fece pregare ed iniziò a singhiozzare rumorosamente, mentre premeva il viso nel petto del vampiro. «Scusami… sono… sono giorni che non riesco a darmi una calmata…»
«Lo so». Il vampiro affondò una mano nei suoi capelli. «Credimi, lo so. So quanto sia dura da accettare, quanto faccia male sapere che la tua esistenza è stata una menzogna finora…».

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Il braccio sinistro del ragazzo le scivolò intorno al fianco, mentre con l’altra mano le accarezzava i lunghi e morbidi capelli.
Il petto di Subaru era saldo, la sua presa sicura, e Christ finalmente sentì che, con lui accanto, non sarebbe mai più stata sola in balia del dolore. Fece un respiro profondo.
«Stai meglio?» le chiese Subaru.
Christ annuì. Aveva il cuore più leggero, ora. «Grazie… di esserci sempre… tu… non lasciarmi mai… rimani qui con me… ti prego…»
Subaru non disse nulla. Avvicinò il suo volto a quello di lei e di nuovo posò le proprie labbra su quelle di lei.

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Era come se Christ non stesse aspettando altro. Gli cinse il collo con le mani e si abbandonò completamente a lui, al tocco delle sue labbra e al suo odore.
Subaru le cinse i fianchi e la strinse più forte, muovendo le labbra per catturare quelle di lei in un’unione che non avrebbe mai voluto sciogliere.
Finalmente l’una e l’altro avevano trovato l’unica persona al mondo che volevano davvero accanto, che ci sarebbe stata sempre e da cui mai sarebbero stati abbandonati.
Erano simili, finalmente insieme e felici.

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«Che scena commovente».
I due trasalirono e si ritrassero di scatto.
Dinnanzi a loro si stagliava Aion.


   
 
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