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Autore: Bonboncina    30/04/2016    6 recensioni
Non sono una scrittrice, non ho un vocabolario super esteso da utilizzare. Ma voglio dare voce ai miei pensieri, alla mia fantasia a quello che vorrei accadesse ma che - probabilmente - non accadrà.
Bonnie ed Enzo sono la cosa migliore della settima stagione di TVD. Ci hanno conquistati con una sola puntata, ma non ci è stato ancora detto tutto, quindi ci provo io.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Enzo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Come anticipato nella descrizione io non sono una scrittrice.
Il mio primo tentativo di scrivere un fan fiction è miseramente fallito anni fa, infatti credo andrò a rimuovere qualunque traccia rimasta su EFP.
Questo capitolo è piuttosto scontato e breve, ma credo sia l'introduzione necessaria per aprire poi le danze, quelle vere.
Quello che cercherò di fare è sviluppare quello che in tre anni non ci è stato mostrato. Abbiamo avuto solo degli assaggini.
Io intendo darvi il pasto completo per quanto mi sarà possibile.
Ora vi lascio alla lettura, ma mi raccomando leggete la piccola richiesta alla fine!





Quando ti rendi conto di non essere mai stato amato nella tua vita, inizi a credere di essere tu quello sbagliato, quello che non merita amore. Conoscere il significato di famiglia è inutile se non ne hai mai sentito l’affetto, se quando da piccolo cadevi e ti sbucciavi il ginocchio ma non avevi una madre da cui correre. Eppure sentivo anche io di non aver mai amato qualcuno, di non aver mai tenuto abbastanza ad un essere umano.
Forse era la mia natura di vampiro ad impedirmelo, o forse non avevo ancora trovato la persona giusta.

Negli ultimi anni avevo riposto la mia fiducia nelle persone sbagliate, in quella ritrovata famiglia che credevo mi avrebbe dato tutte le risposte di cui avevo bisogno. Ma tutto quello che ero riuscito a ricavare era il mio vero cognome. Sembra strano a dirsi, ma per tutta la mia vita avevo cambiato cognome a seconda del luogo in cui andavo, come se non volessi lasciare tracce. La verità era che non lo conoscevo, quindi per le strade di Londra ero conosciuto come Enzo Stevens, il mese successivo nelle infinite passeggiate lungo la Senna a Parigi, ero Enzo Dumont e quello dopo ancora ero Enzo Pagliarini sdraiato al sole nelle spiagge d’Italia.

Scossi la testa nel momento in cui avevo ricominciato a ricordare il calore del sole sulla mia pelle. Non potevo perdermi in quei pensieri. Avevo appena scoperto che volevano fare del male ad una persona che, nonostante i suoi modi scontrosi ed irritanti, aveva cercato di aiutarmi ed avrei ricambiato il favore.

Ero seduto nella mia auto a debita distanza da Bonnie Bennett, che con aria malinconica stava portando nella sua auto tutta la robaccia che aveva nel dormitorio. Era probabilmente il settimo giro che faceva e se ne avesse fatto un altro sarei sceso io stesso a darle una mano perché stufo di seguirla con lo sguardo.

Ormai erano giorni che parcheggiavo lì, conoscevo gli orari di ogni singolo studente del campus, sapevo di alcuni ragazzi che si intrufolavano nel dormitorio femminile  verso mezzanotte e sgattaiolavano fuori alle prime ore del mattino, sapevo perfino l’esatto ordine dei ragazzi che ogni mattina andavano a prende il caffè nel locale vicino. Poi quando vedevo Bonnie andare a lezione, accendevo il motore e tornavo all’Armeria alla ricerca di qualche nuova informazione.

Spostai lo sguardo verso l’entrata del dormitorio e vidi cinque degli scagnozzi di Alex avvicinarsi a ciò che io stavo proteggendo. Scesi dall’auto senza pensarci due volte e passando per l’uscita di emergenza arrivai in un battibaleno al secondo piano dove si trovava la stanza di Bonnie. Aveva già capito che qualcosa non andava, stava correndo verso di me, pronta a scappare da chi la stava inseguendo. La presi senza che se ne accorgesse e nascosi entrambi dietro al divano della sala comune facendole segno di restare in silenzio.

Sentivo il suo cuore battere all’impazzata, ma sapevo che li non eravamo al sicuro. Approfittando di un momento in cui la banda bassotti cercava altrove scappammo verso l’uscita ma lì Bonnie mi bloccò con una semplice domanda:
“Cosa succede?”
“Alex ha ordinato all’Armeria di catturarti. Non glielo lascerò fare.”
“Grazie.” Mi disse Bonnie con un fil di voce. Le sorrisi educatamente mentre dalla tasca della giacca prendevo una siringa con un calmante ed una piccola dose di sangue di Rayna. Non si fidava di me ed ero certo che una volta usciti da quell’edificio lei non sarebbe mai venuta con me, non potevo darle torto. Io stesso non l’avrei fatto se fossi stato nei suoi panni. Affondai l’ago nel suo braccio e nel giro di qualche secondo Bonnie si lasciò cadere tra le mie braccia, incosciente.
“Ringraziami quando tutto questo sarà finito tesoro.”

Attesi qualche minuto per accertarmi che la banda di Alex se ne fosse andata e poi portai Bonnie in auto. Il suo cuore era tornato a battere regolarmente, il suo respiro era calmo, ma sapevo che non sarebbe stato così per sempre. Non appena sveglia mi avrebbe urlato contro, già me la immaginavo mentre andava su tutte le furie.


Sì lo so, è breve.
Ma dovete darmi modo si abituarmi alla cosa. Accetto critiche e consigli da tutti, soprattutto da chi di scrittura ne sa più di me.
Il secondo capitolo è già sulla buona strada quindi probabilmente lo pubblicherò domani. Per chi vede TVD sa già come inizierà, ma non mancheranno nuove scene!

A presto,

Angela
  
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