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Autore: Ciulla    30/04/2016    4 recensioni
Raccolta di dieci flashfic che parleranno delle bugie che Whis ha detto a Beerus nel corso della sua vita e di come l'alieno ha reagito scoprendo l'inganno.
Le flashfic conteranno, come da titolo, nove bugie e mezza verità.
1_ I bambini? Li porta un postino namecciano!
2_ Il tuo pesce profeta? L'ho portato all'acquario!
3_ Se mi dici la verità non mi arrabbio...
4_ Mi dispiace... Il Luna Park ha chiuso
5_ Se non obbedisci, fili a letto senza cena!
6_ No, Beerus, non ho idea di dove sia il tuo tamburo...
7_ Il gelato? Oggi mi sono dimenticato di comprarlo!
8_ Il tuo disegno è bellissimo
9_ Certo che i tuoi genitori ti vogliono bene
10_ Ti proteggerò per sempre
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Lord Bills, Un po' tutti, Whis
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Un maestro per sempre'
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IL GELATO? OGGI MI SONO DIMENTICATO DI COMPRARLO!

 
Il povero Whis aveva una relazione molto difficile con le vaschette di gelato. Ogni volta che ne vedeva una, provava per lei un’attrazione incommensurabile. Si schermava dal suo fascino, cercava con tutte le proprie forze di resistere, ma non ce la faceva mai e finiva col rinunciare, cedere, comprarla e portarla a casa. Giunto nella propria amata cucina la riponeva con cura nel freezer, aspettando il momento migliore per mangiarla. Il suo cuore ed il suo stomaco volavano sempre a lei e si beava già della sensazione che avrebbe provato gustandola con voluttà.
Poi, un piccolo gatto lo raggiungeva, vedeva il suo sguardo sognante e comprendeva ciò che era accaduto. Cominciava a recitare magistralmente tenendosi la pancia, e gemeva tristemente. “Come ho fame, maestro Whis!” Gridava afflitto. “Se solo avessi del gelato!”
Whis pensava alla sua vaschetta che lo attendeva nel freezer, pronta ad essere mangiata da lui, lui soltanto. I suoi organi interni si dividevano; il suo stomaco si rivolgeva al gelato, il suo cuore si rivolgeva al cucciolo affamato di cui voleva prendersi cura.
Alla fine, più che il digiuno poteva la commozione; cedeva sempre il proprio cibo al piccolo Beerus, e questi lo ringraziava con miagolii soddisfatti.
Un giorno, però, non resistette. Aveva aspettato per giorni che il clima fosse adatto a gustarsi quella prelibatezza e, nel momento il cui il piccolo aveva cominciato a tenersi il pancino, aveva rinchiuso il suo cuore in una gabbia impenetrabile e aveva dato ascolto all’egoistico stomaco.
“Il gelato, lord Beerus? Oggi mi sono dimenticato di comprarlo...”
 

La sera, con un vago senso di colpa che perdeva d’importanza di fronte a quella distesa ghiacciata e variopinta, Whis si accomodò sulla sua poltrona preferita con in mano la sua adorata vaschetta. Più e più volte immerse il cucchiaino nell’anelata prelibatezza e se lo portò alla bocca leccandolo con voluttà finché nemmeno una minuscola traccia di dolce vi rimaneva. Più mangiava più era immerso nell’attività, tanto che giunto verso la fine della vaschetta era così coinvolto dal delizioso pasto da non accorgersi dei passi timidi che si avvicinavano.
”Maestro Whis?” Chiamò il piccolo Beerus zampettando in sala, gli occhi serrati mentre se li sfregava con i piccoli pugni. “Ho fatto un brutto sogno... In pratica tu mi avevi mentito e stavi mangiando...” Si bloccò, liberando gli occhi e rimanendo allibito di fronte alla scena che gli si prospettava davanti: Whis che lo guardava con aria confusa con un cucchiaino che gli penzolava dalla bocca.
”... Il gelato”, concluse il piccolo con gli occhi pieni di lacrime. Da lì all’esplodere in lacrime il passo fu breve; inutili furono i tentativi di Whis di bloccare i suoi lamenti con abbracci, carezze e scuse. Il gelato era ormai finito e, quando se ne accorse, le urla di Beerus si fecero così acute e disperate da rompere le pareti e sradicare quattro alberi intorno alla casa.
A Whis non rimase altra scelta se non correre immediatamente a comprargliene dell’altro.
   
 
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