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Autore: Bonboncina    01/05/2016    5 recensioni
Non sono una scrittrice, non ho un vocabolario super esteso da utilizzare. Ma voglio dare voce ai miei pensieri, alla mia fantasia a quello che vorrei accadesse ma che - probabilmente - non accadrà.
Bonnie ed Enzo sono la cosa migliore della settima stagione di TVD. Ci hanno conquistati con una sola puntata, ma non ci è stato ancora detto tutto, quindi ci provo io.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Caroline Forbes, Damon Salvatore, Enzo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci qui con il secondo capitolo.
Volevo ringraziare Luna Nueva, Emi99 ed Annaterra per le recensioni al primo capitolo, mi fa piacere sapere quello che pensate. Non voglio scrivere solo per me stessa, voglio che anche chi legge si rispecchi in quello che scrivo quindi apprezzerò qualsiasi complimento, qualsiasi critica e anche qualsiasi suggerimento vogliate darmi per proseguire al meglio la storia.

Buona lettura!




Aprii gli occhi disorientata. Faticavo nel mettere a fuoco quello che avevo di fronte a me. Un camino? Ma dove mi trovavo? Il collo mi faceva malissimo tanto che chiusi gli occhi per placare il dolore.
Con un lamento mi misi a sedere e mi guardai attorno. Quel posto era nuovo per me, una stanza super riscaldata dal fuoco scoppiettante che avevo davanti, ma l’aria sapeva di pino fresco.
Cercai di rimettere in ordine i ricordi. La lettera di Damon, Mrs Cuddles, le iniziale incise nel telaio della porta. Enzo.

Enzo.

Mi alzai di scatto sentendo dei rumori dietro di me e corsi ad afferrare l’attizza fuoco che avevo davanti. Girandomi cercai di colpirlo più volte ma Enzo ovviamente mi evitò senza fatica. Puntai allora alla porta, ma lui si mise nel mezzo bloccandomi. I primi tentativi per fuggire erano miseramente falliti così utilizzai l’unica arma che mi era rimasta, la magia.

“Motus.”

Mi aspettavo di vedere Enzo volare dall’altra parte della stanza, schiantandosi contro il lavello della cucina, ma non accadde nulla. Lui era lì, fermo davanti a me. La mia magia era svanita nel nulla di nuovo ed era solo colpa sua. Ma che gli avevo fatto? Cosa voleva da me? Più volte finii per scontrarmi contro il suo corpo duro come il marmo nei vani tentativi di fuggire da quel luogo, ma Enzo era ben determinato a non lasciarmi scappare.

“Non sei una prigioniera Bonnie!” mi urlò contro Enzo stringendo forte le mie braccia tra le sue mani.
“Sto cercando di proteggerti.” Continuò con un tono di voce più calmo.
Mi divincolai ribattendo “Hai un modo strano per dimostrarlo. Chiudendomi dentro quattro mura e mettendomi sotto sedativi magici?”
Non mi lasciò finire, aveva la sua versione da spiegare e ben presto attirò la mia attenzione.
“Devo tenerti nascosta dall’Armeria, va bene? Senti, non so perché ti vogliono, ma ti vogliono e per esperienza personale ti dico che quando sono loschi su qualcosa è perché hanno uno scopo losco.”
“Credevo tu lavorassi per loro.” Risposi acida. Non mi fidavo di lui, avevo sbagliato prima al dormitorio. Chi mi diceva che non mi avesse rapita per consegnarmi direttamente a loro e ricevere una ricompensa? Andiamo, Enzo non faceva favori alla gente, perché avrebbe dovuto farne a me?
“Lavoro solo per me stesso. E’ più semplice così.”

Tipica risposta evasiva di chi sta cercando di fregarti. Nemmeno con delle prove schiaccianti mi sarei fidata di lui, né in quel momento, né dopo 50 anni. Iniziò così a blaterare su alcune ricerche che avrei dovuto fare per scoprire la motivazione per la quale Alex mi voleva, che se fossi rimasta lì lui mi avrebbe offerto la sua protezione oltre che vitto ed alloggio. Che faccia tosta aveva. Cosa credeva che io non fossi capace di badare a me stessa? Avevo vissuto da sola per la maggior parte della mia vita con il solo appoggio di mia nonna. Ovvio, in quel momento senza magia ero più vulnerabile quindi sarei rimasta fino al momento in cui non mi fossero tornati i poteri. Ma poi sarei fuggita.

“Fattele da solo le ricerche, o forse Enzo non sa leggere?”

Ha. Colpito e affondato. L’espressione sul suo volto lasciava intendere che avevo colto nel segno.
Mentre ridevo sotto i baffi, soddisfatta di me stessa lui alzò il braccio reggendo in mano un vasetto di medicinali.

“Mentre sarò via dovrai prendere una di queste ogni giorno, nemmeno un incantesimo di localizzazione sarà in grado di trovarti.”

Mentre sarà via? Credevo che fuggire sarebbe stato molto più difficile! Se Enzo se ne stava andando potevo benissimo uscire poco dopo di lui. Ovviamente sarebbe venuto a cercarmi non appena l’avesse scoperto ma almeno avrei avuto la magia con cui proteggermi. Eppure in tutta quella storia qualcosa non mi convinceva. Era come se mancasse un pezzo all’intero puzzle. Insomma, Alex mi cercava per un qualche motivo. Enzo invece mi voleva proteggere. Scossi la testa. Dovevo rimettere in ordine le idee e capire da che parte stare, ma cosa certa era che non mi sarei lasciata catturare da Alex.

“E se non le prendessi?” lo sfidai.
“Sono certo che Alex avrà una cella molto accogliente pronta per te.” Rispose prontamente.
“Perché lo stai facendo?” ribattei sempre più confusa circa quanto stava accadendo.
“Magari perché ti preferisco viva piuttosto che morta, o magari perché sono solamente curioso di scoprire che cos’ha in mente l’Armeria. O magari per dimostrarti che sono una persona perbene.”

Sobbalzai mentre diceva quelle parole. Dovevo ammettere che in passato avevo visto del buono in Enzo, o meglio avevo visto il suo lato umano. Vedere la sua sofferenza per il rifiuto di Lily mi aveva fatto credere che ci fosse oltre a quella facciata dura e diffidente. Io in fondo ero uguale. Non mi stavo fidando ed usavo sarcasmo e sfida come arma di difesa.

“Diciamo che accetterò la tua offerta di protezione, per ora. Ma solo se sarò io a stabilire le regole di base.”
Incrociai le braccia e sul volto di Enzo comparve un sorriso compiaciuto. Ma che diamine? Ero così disorientata. Sospirai ed Enzo ridacchiò. Probabilmente aveva capito quale sorta di conflitto avevo in testa.

“Questo è per te.” Mi disse porgendomi un cellulare. “Non puoi più usare il tuo, verrebbe localizzato. Ed è importante che non comunichi la tua posizione, a nessuno. Sentiti libera di chiamare Caroline ed i tuoi amici, ma non dire loro dove sei. Per nessuna ragione al mondo. Mi hai capito?”.
La determinazione nella voce di Enzo mi fece venire la pelle d’oca. Le sue parole risuonavano nella mia testa come suppliche. Allungai la mano annuendo e presi il cellulare, nel farlo sfiorai le dita di Enzo e lui si irrigidì.

“Devo andare adesso, ricorda quello che ti ho detto.”
Annuii frettolosamente abbassando lo sguardo, mentre lui prendeva la giacca dalla sedia e se la infilava con un movimento fluido.

“A presto Bonnie.” Disse poco prima di uscire e chiudere la porta dietro di sé. Non risposi ma respirai a fondo come se avessi urgente bisogno d’aria.



Non so quando aggiornerò nuovamente ma spero di riuscire a farlo entro metà settimana.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Questa vola era dal punto di vista di Bonnie. Stando alla 7x19 dopo questa scena c'è un salto temporale di 6 mesi e sarà divertente raccontare cosa accade nel mezzo.

A presto!
Angela
  
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