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Autore: dreamers_99    01/05/2016    0 recensioni
Anny e Luke sono migliori amici.
Lei ragazza dalle mille qualità e risorse, con dei genitori quasi totalmente assenti nella sua quotidianità, vivrà forse un amore bello e strano allo stesso tempo.
Luke ragazzo a modo suo, che tiene a lei in un modo unico e forse indescrivibile..
Due ragazzi che si troveranno ad affrontare le difficoltà della vita di tutti i giorni, con una visione del mondo del mondo diversa.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Quando decisero di fare ritorno in città, Anny non aveva voglia di stare a casa da sola, soprattutto perché era tardi. E così decise di fermarsi da Luke.
Lui fu ben lieto di accoglierla. Quella stessa sera infatti, voleva parlarle di una cosa che lui riteneva molto importante.
Pensò alle parole che potevano essere più adatte, durante tutto il viaggio di ritorno.
Una volta che ebbe parcheggiato la moto nel vialetto di casa sua, si recò all’interno dell’abitazione e disse a Anny che poteva usare la camera di sua sorella Cloe, che era partita per il college qualche mese prima.
Lei fece come Luke aveva detto, anche perché era troppo stanca per controbattere. E troppo sorpresa da quel ragazzo, che ogni giorno rivelava qualcosa di lui di inaspettato.
Luke, nel frattempo, era in salotto, che andava avanti e indietro, pensieroso.
Ora che sapeva di averla lì, era troppo snervante l’attesa.
Non avrebbe certo aspettato il giorno dopo per dirle quello che gli frullava in testa già da un po’.
Entrò nella camera di sua sorella, e vide Anny già sotto le coperte.
-An…
-Mm..
-Sei sveglia..?


Anny si mise a sedere sul letto, ascoltando attentamente, e un po’ preoccupata, ciò che lui aveva da dirle.
-Si.. Qualcosa non va?
-Uh.. No.
Non poteva lasciarsi vincere dalla paura.
-Io… Io ti volevo chiedere una cosa.
-Certo. Sai che puoi dirmi tutto scemo.
-Ehm.. Ecco.. Beh insomma.. Ho una mezza idea su come farti passare il compleanno.
-Ah.. E volevi sapere se ero d’accordo per qualcosa in generale, o me lo hai detto solo per farmi incuriosire?
Lui tentò di nascondere una risata. Cosa che non gli riuscì.
Quando si fu ripreso abbastanza da riuscire a parlare senza avere l’espressione di un giullare, aggiunse:
-Era solo per metterti in guardia. Non sai cosa sto pensando.
Detto questo, richiuse la porta alle sue spalle, lasciandola pieni di dubbi e domande.
Lei, d’altro canto, sapeva che ci si poteva aspettare di tutto. Aveva certo i suoi punti interrogativi, ma sapeva che la cosa migliore era quella di lasciarlo fare, senza intromettersi troppo. Quindi, decise che avrebbe riposato, e che non si sarebbe preoccupata, di ciò che voleva organizzare.


La mattina dopo, Anny si svegliò d soprassalto, con impresse ancora nella sua mente, le immagini di incubi davvero realistici. Non sapeva perché, ma la tormentavano da un po’ di mesi ormai. Eppure non ne aveva parlato a nessuno. Nemmeno a lui. Era convinta che sarebbero andati via da soli, ma più si ripeteva questo pensiero, più loro si facevano vividi ed insistenti. Non sarebbe riuscita a trattenersi a lungo.
Un rumore, però, la distolse dai suoi pensieri. Proveniva dalla cucina, e questo era strano, visto che Luke era abituato a dormire fino a tardi la domenica mattina. Soprattutto se il sabato sera faceva tardi.
Quindi, decise che sarebbe andata a dare un’occhiata, per assicurarsi che fosse tutto a posto.
Dopo essersi vestita, si recò in cucina.
Ed eccolo lì.
Con una felpa e un paio di jeans, scalzo, a prepararle la colazione.
La conosceva abbastanza da sapere che la mattina amava una spremuta d’arancio fresca, con una fetta di pane tostato con burro e marmellata, e a volte, una brioche ripiena di crema alle nocciole.
Era sempre più scioccata, e si chiedeva se quel ragazzo, non avrebbe mai finito di stupirla.
Questo pensiero le fece affiorare un sorriso sul volto.

Quando Luke si girò e la trovò con i capelli arruffati e un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, non poté fare a meno di abbracciarla, e di sussurrarle in tono dolce ‘Buongiorno An’.
Lei ricambiò l’abbraccio, e gli diede un bacio sulla guancia.
Lui pensò che se per renderla così felice, bastavano questi piccoli gesti, non avrebbe mai smesso di compierli.
Perché gli bastava un suo sorriso, per cambiare il corso della giornata.
Dopo aver fatto colazione, entrambi finirono di prepararsi e Luke accompagnò Anny a casa.

Non appena varcò la soglia, notò un messaggio che lampeggiava nella segreteria del telefono di casa.
Lo ascoltò.

‘Ciao Nany, sono la mamma. Volevo informarti che io e tuo padre rimarremo al convegno per altre due settimane circa. Ti vogliamo bene. Fai la brava mentre non ci siamo. E mi raccomando, ESCI.’

Pronunciò l’ultima parola quasi urlando.

Ma solo in quel momento, Anny, si rendeva conto di quanto fosse sola.
Le piaceva stare da sola, senza tutto quel caos dei locali o delle feste, ma odiava il fatto di sentirsi sola. Era una sensazione insopportabile, e sopportarla ogni volta, stava diventando insostenibile.
Si chiese perché avessero una casa così grande, per una famiglia composta da tre persone, due delle quali non c’erano praticamente mai.
C’era sempre qualcosa di più importante di lei.
Un convegno, un viaggio, le associazioni per cui sua madre faceva volontariato che la impegnavano più di uno stesso lavoro, anche se era un avvocato di successo in uno studio legale a New York. E poi c’era la banca che suo padre gestiva: lo teneva impegnato moltissimo. E se non era lì, lo si poteva trovare a uno degli eventi della moglie. La presenza contava più di tutto. L’immagine che vi era sul loro cognome, contava più di tutto.
Infondo, Anny sperava che sarebbe stata lontana da quel mondo, il più tempo possibile. Se lo poteva evitare completamente, era anche meglio.
Ma, a volte, era richiesta anche la sua presenza, come figlia, per dare l’immagine di una famiglia perfetta, come quelle delle pubblicità.
Ma non c’era niente di perfetto, in due genitori che ignoravano la figlia, lasciandola spesso a casa da sola, convinti dal fatto che ormai fosse abbastanza grande per cavarsela.
Non c’era niente di perfetto, in due coniugi, che erano sommersi dal lavoro, e che a malapena si salutavano. Eppure, quando erano a qualche festa pomposa, davano l’impressione di essere felicemente sposati, senza alcun problema.
E questo, le fece salire la nausea, vergognandosi di loro.
A volte si chiedeva se era davvero figlia loro, visto che non gli assomigliava quasi per nulla.

Era strano essere ancora da sola, soprattutto di domenica.
E fu in quel momento che le tornò alla mente l’impegno preso con Giudy per il pomeriggio.
Guardò il display del telefono per controllare l’ora.
E si accorse che mancava un bel po’ all’ora prevista per il ritrovo al centro commerciale.
Un messaggio.
Luke.

‘Grazie. Spero che la sorpresa ti sia piaciuta. Hai reso la serata di ieri, davvero Perfetta, dormendo da me. E voglio sempre vedere quel sorriso sul tuo viso. Giuro che mi impegnerò per farlo comparire Sempre.
P.s.: Sei bellissima anche, anzi, soprattutto appena sveglia’


   
 
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