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Autore: EuphemiaMorrigan    04/05/2016    2 recensioni
AU. Comica/Romantica/Drammatica.
SasuNaru.
-Dall'ultimo capitolo-
Questa è la segreteria telefonica di Uzumaki Naruto e Uchiha Sasuke, lasciate un messaggio e vi richiameremo. Se ne avremo voglia.
Se sei Sai: Visto le vendite? Ti ho battuto ancora.
Muori.
Se sei Ino: Nee-chan, non vorrei che tuo marito si suicidasse.
Ammazzalo e raggiungilo.
Se sei Nagato: Sono in perfetto orario con la scadenza.
Non è assolutamente vero.
Se siete Sakura, Hinata o Tenten: Tranquille, ho tutto sotto controllo.
E voi che ancora ci credete...
Se sei Gaara: Amico, mi devi un caffè.
Ed io ti devo un pugno.
Se sei Hidan: Lode a Jashin!
Non riesco a capire chi è più cretino tra te e Naruto.
***
***
Gensaku-sha ripercorre, a modo proprio, alcune vicende del manga.
Con personaggi casinisti, pazzi ed eccessivamente rumorosi.
Genere: Comico, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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-Capitolo 49-

Angolo autrice: Hola!
Naruto e Sasuke sono sfigati, si sa, se un gatto nero li incontra si gratta. Però se le cercano anche, così imparano ad andare a vivere nel quartiere Uchiha.
Buona lettura <3


Naruto in quell'istante provava dentro di sé una bruttissima sensazione...
Forse il motivo era il marito ninfomane che lo aveva intrappolato contro un muro, senza possibilità di scampo. Con le braccia tese ai lati del viso, lo sguardo oscuro e pericoloso celato dalle ciocche nere e i loro corpi coperti solo dai boxer.
O forse quei sentimenti erano dovuti alla fame e alla consapevolezza che quel giorno, per colpa di Sasuke come sempre, non avrebbe fatto in tempo a pranzare.
C'era anche da dire che Nagato voleva il suo scalpo, dato che era in tremendo ritardo con la consegna del prossimo capitolo del manga...
Probabilmente era per quello che si sentiva in ansia.
-Potresti concentrarti su di me in certe circostanze, Naruto?- Lo riprese con irritazione crescente, mordendogli non troppo forte una guancia morbida; per la prima volta dopo settimane erano soli, con qualche ora libera, e quello scemo pareva avere la testa fra le nuvole.
Il più grande lo squadrò da capo a piedi, pizzicandogli con stizza una natica -Abbiamo finito di fare l'amore nemmeno mezz'ora fa, Sas'kè! Scusami se bere, mangiare e rimanere in vita ogni tanto vengono prima della tua regale persona-
Quest'ultimo accennò un sorriso vagamente divertito a quelle parole, avvicinandosi di più al corpo caldo del compagno e sfiorandogli lo zigomo con le labbra, disegnandone la forma con tenui baci -Se ho sviluppato una dipendenza nei tuoi riguardi la colpa è solo tua-
-E certo! Adesso è colpa mia se tu sei un pervertito senza speranza?-
Non riuscì però a trattenere una risata e circondargli le spalle con le braccia, mentre s'appoggiava meglio al suo torace e ricercava la sua bocca, ne tracciò il contorno con la punta della lingua suggellandola poi con le proprie labbra ed apprezzando, come sempre, quel sapore famigliare dell'amante.
Sfuggì un'altra risata, vagamente rassomigliante ad una pernacchia, al pensiero che lo avrebbe fatto arrabbiare ancora da lì a poco -Ma io ho davvero tantissima fame, teme-
Sasuke alzò gli occhi al cielo a quella frase e a quel suono infantile -Tu hai sempre fame, discarica umana!-
Uzumaki s'allontanò un poco dal suo viso per regalargli una vistosa linguaccia, poco dopo tornò nuovamente a strusciare il naso nell'incavo del suo collo e percorse la schiena scoperta con i polpastrelli, soffermandosi a tracciare con cura la spina dorsale.
-Se mi lasci andare preparerò qualcosa di buono anche per te-
Il più giovane si sporse un poco per mordicchiare un suo orecchio, stringendo i denti un poco più forte e rispondendo strafottente -Non provare a comprarmi, dobe. Non sai cucinare nemmeno un uovo in padella-
Naruto s'imbronciò offeso a quelle parole, lagnandosi -Sono migliorato-
-Davvero? E come mai l'ultima volta sono quasi finito all'ospedale?- Domandò con sarcasmo, arpionando i suoi fianchi e sfregando i loro bacini assieme.
-Perché hai lo stomaco delicato- Rimbeccò testardamente, anche se ormai la fame gli era completamente passata, ma non poteva dargli vittoria facile senza farlo penare almeno un pochino.
O almeno provarci.
Si sentì sollevare da terra dolcemente ed avvinghiò le gambe attorno alla sua vita per non cadere, continuando giocosamente a lamentarsi di lui fin quando non avvertì la sua schiena cozzare contro la superficie morbida del divano -E va bene, mi arrendo- Mormorò prima che le labbra di Sasuke, ancora piegate in un sorriso divertito, celassero le sue una nuova volta.
Peccato che, proprio quando l'altro si sentì la vittoria in tasca, lo spalancarsi violento della porta di casa, seguito da qualche imprecazione, non li fece sobbalzare entrambi di sorpresa, facendo in modo che Naruto colpisse con forza il mento del marito con la testa.
-Cazzo, dobe! Stavi per spaccarmi i denti-
-Ahio, la testa!-
Esclamarono all'unisono, uno massaggiandosi la mascella e l'altro reggendosi la nuca con le mani e gli occhi lucidi per il gran dolore.
-E smettetela di accoppiarvi! Piuttosto aiutatemi a tenere lontano mio marito da me- Parlò una inferocita Anko ed anche leggermente schifata dalla scena che s'era ritrovata ad assistere. Poggiò una mano sul ventre tondeggiante mentre con l'altra si sosteneva ad una parte, prendendo profondi respiri. S'era perfino dovuta mettere a correre, nelle sue condizioni, per sfuggire a quel folle.
-Si può sapere che diavolo ci fai in casa nostra?- Domandò acido Sasuke che stava per avere una crisi isterica. Tornò in piedi, raccattando da terra una maglia ed infilandosela mentre continui ringhi uscivano dal fondo della sua gola.
-Che carino, il tuo gatto fa anche le fusa. Il mio ancora non ha imparato- Lo prese in giro lei, rivolgendosi a Naruto; per nulla impressionata dall'aura omicida che pareva avvolgergli tutto il corpo.
Né Naruto, né a maggior ragione Sasuke, fecero in tempo a risponderle che un Madara, più pericoloso del solito e con un occhio orribilmente pesto, fece il suo ingresso in casa loro, senza preoccuparsi dei due padroni ancora scioccati ed imbufaliti poco lontani.
-Torna immediatamente a letto!-
-No. Sono cinque mesi che mi tieni segregata! Non sono una prigioniera di guerra- Ululò incattivita, guardandosi attorno alla ricerca di qualche arma per difendersi, possibile che quei due impiastri non possedessero nemmeno un bastone? Un fucile? Un bazooka?
Qualsiasi cosa.
L'uomo le scoccò un'occhiata infuocata, avvicinandosi a lei e prendendola delicatamente per un polso. Non arrecandole alcun male, ma deciso a farsi seguire senza storie -Smetti di urlare, sei gravida-
Lei cercò di liberarsi, sibilando -Incinta, Madara! Si dice incinta, non sono una vacca-
-Dal peso non si direbbe...-
Folle. Mai lo avesse detto.
Nemmeno il tempo di finire la frase che Anko gli si rivoltò contro come un animale feroce, scagliandogli un pugno in un occhio e rischiando perfino di farlo cadere a terra, se non fosse stata in dolce attesa e stanca dalla corsa probabilmente ci sarebbe riuscita.
In compenso però riuscì perfettamente a fargli l'ennesimo occhio nero della giornata, facendolo rassomigliare vagamente ad un panda.
Naruto spalancò le palpebre a quella scena, si passò una mano in viso e dondolò il capo mestamente, chiedendosi senza aver la pretesa di ricevere una risposta -Perché vengono sempre a litigare a casa nostra?-
-Io te lo avevo detto di non trasferirci nel quartiere Uchiha-
Glielo avrebbe rinfacciato in eterno.

Quando vide per la prima volta quel fagottino rosa tra le braccia della moglie cercò in tutti i modi di trattenersi, diede fondo a tutta la sua secolare bastardaggine per non mostrare alcuna emozione. E per qualche secondo ci riuscì.
Poi quella mocciosetta del cavolo aprì prima un occhio e, successivamente, con fatica anche l'altro, mostrandogli quei pozzi scuri e magnetici così simili ai propri da destabilizzarlo. La vide sbadigliare dolcemente e accennare un mezzo pianto, tornando dopo poco a sonnecchiare beata tra le braccia della sua mamma, nonostante dormisse da quando era nata.
E in quel misero istante, era certo, che quella strega di Anko lo avesse irretito con qualche strana magia nera, perché altrimenti non sarebbe riuscito a spiegarsi quell'immensa voglia di sorridere che sentiva crescere ogni secondo di più e per quale motivo si sentisse così maledettamente... Felice.
Dallo sguardo stralunato che gli rivolse la moglie, ancora terribilmente stanca e provata dal parto, si rese conto che probabilmente lo stava già facendo.
Stava sorridendo. Lui.
Stava sorridendo come un ebete, come un bamboccio. E la cosa peggiore era che non riusciva a smettere, nemmeno volendo.
-Non credi sia perfetta?- Sussurrò Anko, non facendogli pesare quell'attimo di umanità che lo aveva colpito. Anche se quando si sarebbe ripresa lo avrebbe preso in giro per tutti gli anni a venire.
Ah, dov'era una macchinetta fotografica quando ne aveva più bisogno?
Madara si trattenne ancora una volta, seriamente ce la stava mettendo tutta per non perdere quella lotta titanica contro se stesso, ma quell'incantesimo pareva infrangibile.
Sedette piano sulla brandina della moglie, sfiorando la fronte crucciata della bambina con un dito e chiedendosi cosa potesse pensare un neonato. Timoroso di poterle far male se l'avesse toccata di più, essendo tutto fuorché delicato, allontanò la mano ed osservò attentamente Anko.
Una donna diversa da quella che conosceva.
Sorrideva lieve al fragile fagottino che teneva tra le braccia, cullandola piano, illuminata da una gioia che mai le aveva visto in viso, così piena d'amore e dolcezza che lui quasi si sentiva di troppo in quel quadretto.
E seppur stremata, completamente spettinata e con immense occhiaie, sembrava... Beh, agli occhi di Madara pareva la donna più bella dell'Universo.
Ed era sua. Sua moglie. Sua figlia.
Le sue donne straordinarie.
E non riuscì a non sporgersi verso di lei e sfiorarle una tempia, ancora lievemente sudata, con le labbra, carezzandole dolcemente i capelli corti.
Cercò ancora di trattenersi, dandosi dell'invertebrato per la maggior parte del tempo, ma quell'infida strega della moglie si voltò verso di lui, guardandolo con lo stesso sentimento con cui poco prima i suoi occhi carezzavano il corpicino della figlia.
Gli posò una mano sulla guancia con eccessiva delicatezza, nemmeno fosse fatto di cristallo, ringraziandolo con un solo sguardo per tutto. Ogni anno passato assieme, ogni secondo trascorso a rincorrersi, scontrassi, trattarsi male, prendersi in giro, urlarsi contro...
E non poté fare altro che arrendesi.
-Ti amo immensamente, Anko-
Lei sollevò le sopracciglia, rompendo d'improvviso quell'incantesimo e scoppiando a ridere malevola in sua direzione, pizzicò la guancia pallida con forza e la tirò leggermente -Ma come siamo romantici, biscottino-
-Tzè, bestia!- Buttò fuori lui, incrociando le braccia al petto e voltandosi per non degnarla più di uno sguardo, stranamente però non riusciva ancora a smettere di sorridere.
Maledette donne. 

   
 
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