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Autore: Tessie_chan    05/05/2016    2 recensioni
Mi chiamo Aithusa Duchannes Kuruta, e non sono una ragazza come le altre. Sono una Maga, una Guardiana, e il mio unico scopo è proteggere gli umani,o come li chiamamo noi, i Mortali, dai demoni, dai Rinnegati e da tutto ciò che di oscuro e malvagio ci sia a questo mondo. Oggi ormai ho quasi vent'anni, sono trascorsi dieci anni dal giorno in cui ho perso quasi tutta la mia famiglia nell'attacco al popolo dei Kuruta, e sono sul punto di realizzare il mio destino: affrontare la Brigata dell'Illusione, e fare finalmente giustizia.
E' quasi come una roulette russa. Sto per giocarmi il tutto per tutto, potrei vincere e essere finalmente una donna libera, oppure potrei perdere e morire, abbandonando così tutte le persone che amo al loro destino.
La mia storia comincia cinque anni fa, dal mio esame per diventare Hunter. Perchè è in quell'occasione che ho incontrato le persone che hanno stravolto la mia vita.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Killua Zaoldyeck, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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Aithusa camminava avanti e indietro nella sua stanza dall'albergo, impaziente.
L'ultima settimana era stata un incubo. Dopo essersi precipitata a York Shin City si era subito messa a cercare Killua e gli altri; ma quella città era enorme, era impossibile trovarli senza avere neanche una traccia, e non poteva individuarli nemmeno usando la magia. Infatti, prima di partire con Kurapika sei mesi prima, aveva fatto loro di nascosto un incantesimo che li rendeva immuni a qualsiasi magia di rintracciamento. L'aveva fatto perchè aveva notato che Hisoka aveva uno strano atteggiamento nei loro confronti, quasi stesse aspettando la migliore occasione per ucciderli; così era corsa ai ripari con quel sortilegio, che però ora le si ritorceva contro. 
Allora aveva provato a cercare Kurapika, ma non aveva trovato nemmeno lui: aveva infatti scoperto che, a quanto pareva, Kurapika le aveva rubato una pozione che permetteva a chi la beveva di celare la propria presenza; il ragazzo doveva essersi fatto bene i conti in tasca, pensò Aithusa seccata.
Non le rimaneva che una speranza: Masahiro, il suo fratello più grande, che stava aspettando proprio in quel momento.
Masahiro era un bell'uomo di circa diciannove anni, di quelli che fanno sospirare le donne di qualsiasi età, e chiunque li avesse mai visti insieme aveva dichiarato che fratello e sorella erano praticamente due gocce d'acqua: avevano entrambi i capelli neri di Taranis, ed erano entrambi alti e con un portamento fiero e regale. L'unica cosa che li rendeva diversi era il colore degli occhi; Masahiro infatti aveva gli stessi occhi azzurro cielo di Taranis e Kurapika.
Masahiro era un uomo buono, saggio e gentile, il miglior Beast Hunter in circolazione. Era sempre in viaggio, per questo non viveva con i fratelli più giovani, ma quando loro avevano bisogno di lui, Masahiro piantava tutto in asso e correva da loro. Aithusa lo aveva sempre amato profondamente, e lo aveva sempre visto come un esempio da seguire. Sarebbe potuto diventare un re straordinario, se solo per loro ci fosse stato ancora un regno su cui regnare.
Aithusa lo aveva chiamato due giorni prima, e gli aveva raccontato tutto ciò che era accaduto nell'ultimo anno, compreso il fatto che lei e Kurapika ormai non si parlavano, e ciò che il giovane principe aveva intenzione di fare. Masahiro le aveva ordinato di non muoversi, promettendole che l'avrebbe raggiunta entro due giorni per aiutarla a risolvere quella situazione assurda.
Masahiro era molto simile alla sorella anche in questo, nel fatto che non desiderasse inseguire la vendetta: aveva pianto come tutti loro sui cadaveri dei morti, poi si era rialzato, si era asciugato il viso e si era costruito una nuova vita, diventando un Hunter stimato e conosciuto, oltre che un eccellente combattente.
Qualcuno bussò alla porta, e la Maga corse ad aprire.
Masahiro Kuruta le sorrise dall'alto, guardandola dolcemente con i suoi occhi azzurro cielo << Ciao, sorellina. Sono felice di rivederti. >>
Aithusa gridò felice, e si gettò tra le braccia dell'amato fratellone << Nii-sama.. >> mormorò con il viso affondato nel petto del ragazzo << Mi sei mancato così tanto...per fortuna adesso sei qui... >>.
<< Tranquilla tesoro, sistemeremo tutto >> le assicurò il fratello << Piuttosto, mi spieghi come fai a essere sempre più bella?! >> 
Aithusa rise del goffo tentativo di tirarla su di morale, e lo baciò sulla guancia << Piantala, Hiro. Forza entra, dobbiamo subito elaborare un piano. >>
I due fratelli si sedettero tenendosi per mano, e cominciarono a discutere sulla strategia da adottare. Masahiro rimase molto deluso quando scoprì che Kurapika aveva rubato una pozione di Aithusa: toccare un oggetto magico della sorella senza il suo permesso era infatti sempre stato considerato un tabù dai due ragazzi; a quanto pareva, Kurapika sembrava non aver intenzione di farsi il minimo scrupolo pur di raggiungere il suo obbiettivo. L'uomo allora propose di rintracciare Kurapika attraverso il cellulare, e Aithusa fu entusiasta di quell'idea: lei infatti non ci aveva pensato. 
Mi misero insieme al lavoro e mezz'ora dopo rintracciarono i telefoni di Kurapika e Killua: fortunatamente non si trovavano nello stesso posto.
<< Bene. Ora credo sia il caso di dividersi. Tu vai dai miei amici, e io vado a tenere d'occhio Kurapika da lontano. >> disse Aithusa.
<< No, è escluso! Non voglio che tu stia nemmeno a venti miglia da quegli assassini! >>
<< Hiro, ragiona. Tu sei un combattente incredibile, ma resti comunque un Mortale. Tra noi due, sono io che ho più possibilità di uscirne intera, se si arriva a uno scontro. >> rispose la Maga.
Masahiro strinse i pugni, furioso, perchè consapevole che la sorella aveva ragione << Accidenti a lui! Aspetta solo che riesca mettere le mani addosso a quel cretino di nostro fratello.. >>
<< Se hai intenzione di picchiarlo, ti consiglio di lasciar perdere, perchè non serve a niente. Ci ho già provato io. >> Aithusa sospirò << In ogni caso, i rapporti tra me e lui ormai sono definitivamente compromessi. Le cose non torneranno mai più come prima. >>
Masahiro la guardò triste << Dai, non essere così pessimista. Kurapika è senza dubbio un idiota senza paragoni, ma non è cattivo. Sono sicuro che si pentirà di quello che ha detto. >>
<< Forse, ma non fa alcuna differenza. Non credo proprio di poterlo perdonare. >> Aithusa si alzò << Andiamo, nii-sama. Abbiamo del lavoro da fare. >>
E così i due fratelli si divisero: Masahiro andò nella zona sud della città, dove si trovavano Killua e gli altri, e Aithusa si avviò fuori dal centro abitato, dirigendosi verso una zona desertica e isolata, dove Masahiro aveva individuato il cellulare di Kurapika.
Ad un certo punto percepì il Nen del fratello, a circa due chilometri ad est rispetto a dove si trovava lei. 
Non era solo. C'era anche un'aura magica vicino a lui.  Aithusa attivò lo Zetsu e si avvicinò correndo, per evitare di essere individuata in volo, e in pochi minuti li raggiunse, e quello che vide la lasciò senza fiato.
Kurapika stava affrontando un Mago altissimo e muscoloso in una battaglia all'ultimo sangue. Aithusa lo riconobbe, si chiamava Uboghin, ed era considerato uno dei membri più letali del Ragno, per la sua smisurata forza fisica.
 Si stava consumando uno scontro senza esclusione di colpi, il Mago scagliava sfere enormi di energia magica, che avrebbero potuto radere al suolo una città, e Kurapika si muoveva velocissimo per schivarle.
Aithusa tese tutti muscoli, pronta a spiccare il balzo e intervenire, se si fosse reso necessario. Dunque Kurapika aveva davvero deciso di colpire la Brigata un membro alla volta. La Maga sapeva che Kurapika aveva capacità straordinarie, che in parte erano innate, e in parte erano state acquisite nel corso del tempo; se vivi a stretto contatto con i Maghi per tutta la vita, qualcosina su di loro la impari. Ma questa non era una motivazione valida per attaccare briga con uno dei peggiori! Per un motivo stupido, fra l'altro!
Kurapika fu scagliato contro una parete con forza inaudita, e Aithusa si tappò la bocca per non gridare. Tuttavia non si mosse: sapeva che il fratello non era il tipo che si faceva sconfiggere con così poco.
Infatti Kurapika si rimise subito in piedi << Mi rendo conto di averti sottovalutato, Rinnegato. Sei più potente di quanto avessi immaginato. Ma hai sottovalutato il mio potere Nen. >>.
In quel momento attorno al collo del Mago apparve una catena di Nen. Aithusa la riconobbe: era la Catena della Prigionia.
<< Questa catena ha il potere di sigillare i tuoi poteri. Finchè ti avvolgerà, non potrai più usare la tua magia. >>
La ragazza annuì tra sè: era stata una mossa saggia e accorta, degna di Kurapika. Anche se era furiosa con lui, non poteva fare a meno di esserne fiera.
<< Ora ti conficcherò un'altra catena nel corpo, la Catena del Giudizio. Ti imporrò una condizione, e se non la rispetterai, morirai. >> Kurapika fece un gesto con la mano, e la Catena si piantò nel corpo dell'energumeno, all'altezza del cuore << Ora rispondi a questa domanda. Dove sono i tuoi compagni? >>
"Ti prego fratello, non lo fare!" pensò Aithusa disperata "Sei ancora in tempo per fermarti! Non diventare un assassino, rinuncia!".
Fece un passo avanti: doveva fare qualcosa, doveva...
Non devi fare nulla le disse la solita vocina nella testa.
" Ma Kurapika... "
Ha fatto la sua scelta, e tu la devi accettare. Hai già fatto tutto ciò che potevi per lui, e lui ti ha detto chiaramente che non vuole più la tua protezione. Accetta le cose per come sono!
Aithusa crollò in ginocchio, coprendosi gli occhi per non guardare, perchè non ce la faceva: la sua coscienza aveva ragione, non poteva interferire in quel modo nella vita del fratello, doveva essere lui a provare pietà, non lei al suo posto. Non poteva più fare niente per lui.
Sentì l'ultimo grido del Mago, quello che precede la morte, e il tonfo del suo cadavere che cadeva. 
Era finita. Kurapika era diventato un assassino.
***
Aithusa stava correndo, tutto ciò che voleva era allontanarsi da lì.
Non riusciva ancora a credere a ciò che era successo; fino all'ultimo momento aveva sperato che Kurapika si fermasse, che si rendesse conto di ciò che stava facendo.
Ma si era sbagliata: non solo Kurapika era perfettamente cosciente di quello che stava facendo, ma ne era addirittura fiero.
Che ne era stato del suo amato Kurai? Lo stesso fratello che andava a dormire con lei quando aveva un incubo, che le puliva le ferite e la consolava, che rabbrividiva davanti ai racconti terribili della guerra?
E' morto, fattene una ragione.
Sì, doveva accettarlo. Il Kurapika che aveva amato non c'era più, era morto sopraffatto dall'odio e dalla vendetta. 
Non era stata in grado di proteggerlo. Aveva fallito, come sorella e come Maga.
Il cellulare squillò, e Aithusa rispose << Pronto? >>
<< Tess, stai bene? I tuoi amici mi hanno supplicato di chiamarti, erano molto in pensiero per te! >>
<< Sto bene, nii-sama. >>
Masahiro sentì il dolore nella voce della sorella << Imouto, cosa è successo? >> chiese allarmato.
<< E' finita, Hiro. Kurapika ha ucciso a sangue freddo uno della Brigata. Lo abbiamo perso! >> gemette Aithusa, con voce rotta dalle lacrime.
Sentì che il fratello tratteneva il fiato << Non può averlo fatto davvero... >>
<< Invece l'ha fatto. Quel Rinnegato non poteva difendersi, e lui l'ha ucciso comunque, e senza motivo! Non stava proteggendo nessuno, voleva solo avere una soddisfazione personale! >>.
Masahiro mormorò qualcosa che la ragazza non capì, poi disse << Senti Tess, torna al tuo albergo. Ci vediamo lì tra mezz'ora, va bene? Solo tu e io. >>
<< Ok, a dopo. >> rispose la ragazza,  e chiuse la chiamata.
Non aveva detto a Masahiro che non voleva vedere gli altri, ma lui lo aveva capito comunque. Era davvero fortunata ad avere un fratello che la capiva così facilmente.
La situazione era davvero terribile: i Ragni erano convinti di aver ucciso tutti i Kuruta, e adesso loro era tutti e tre radunati lì, alla mercè di quegli assassini. 
Kurapika aveva ucciso uno di loro, e adesso il Ragno avrebbe rivoltato il mondo intero per trovarlo e vendicarsi. E, una volta arrivati a lui, sarebbero arrivati anche a lei e a Masahiro.
Morte, morte, solo morte. La vita della Maga girava da sempre solo intorno a questo.
Con le sue azioni, Kurapika aveva fatto scattare un meccanismo che si sarebbe fermato solo quando uno dei due schieramenti sarebbe caduto: o lei e i suoi fratelli, o la Brigata dell'Illusione.
Nel profondo aveva sempre saputo che un giorno si sarebbe ritrovata faccia a faccia con loro; solo aveva sperato di non coinvolgere nessun altro in quella storia.
Non voleva affrontare la Brigata, e soprattutto non era ancora pronta per farlo.
Perciò non c'era che una possibilità: doveva mettere tutti al sicuro e scappare, fino a quando non sarebbe arrivato il momento della resa dei conti.
***
<< Immagino tu ti renda conto che i tuoi amici hanno preso molto male la tua decisione di non coinvolgerli in questa storia. Soprattutto Killua. >> le disse Masahiro.
<< Mi sarebbe sembrato strano il contrario. >> rispose la Maga senza spostarsi. Aveva poggiato la testa sulla spalla del fratello, e non aveva alcuna intenzione di muoversi da lì. Il suo bisogno di conforto era irresistibile.
Era passato un giorno dallo scontro tra Kurapika e Uboghin, e Aithusa era ancora sotto shock.
<< Cosa faremo adesso? >> chiese il ragazzo.
<< Dobbiamo far sparire le nostre tracce e quelle di Kurapika, e andarcene. Non abbiamo altra scelta. Non siamo abbastanza forti per sconfiggere il Ragno. >>
<< Sì, hai ragione. >> rispose Masahiro << Ma non sarà facile. Ora la Brigata vorrà vendetta. >>
<< Lo so. Troveremo un sistema. >> dichiarò Aithusa << Il problema più rilevante è convincere Kurapika. Non accetterà mai di ritirarsi senza aver avuto soddisfazione. >>
<< So a cosa stai pensando. >> le disse il fratello << Pensi che Kurapika abbia il diritto di scegliere da solo come vivere. Ma con le sue decisione ora ha messo in  pericolo anche tutti noi, e questo non è accettabile. Deve smetterla. >>
Aithusa sospirò << Liberissimo di provare a convincerlo. Io ci ho rinunciato, è una cosa al di fuori delle mie corde. >>
Masahiro sospirò a sua volta << Già, me lo immagino. Per il momento non possiamo fare altro che aspettare, e vedere come reagirà il Ragno. Poi elaboreremo un piano. >>
Aithusa annuì e si alzò << Ora vai a controllare Killua e gli altri. Io terrò d'occhio Kurapika. Ci risentiamo in caso di novità. >>
<< Tess, vieni a vedere! >> gridò Masahiro, affacciato alla finestra.
La Maga lo raggiunse di corsa e guardò fuori. 
Urla, spari ed esplosioni si susseguivano in una assurda melodia lugubre. Le strade erano state messe a ferro e fuoco, le grida dei morti riempivano l'aria insieme al fumo, e gli spari facevano tremare la terra. 
Era una sinfonia di morte terribile, che colpiva dritta al cuore.
<< Cosa sta succedendo? >> mormorò sconvolto Masahiro.
<< E' un requiem. >> rispose Aithusa con un filo di voce << Un tributo a chi non c'è più. Manifestano il loro dolore seminando morte e distruzione. >>
Masahiro la guardò con occhi spalancati << Mi stai dicendo che i responsabili di questo orrore sono... >>
<< I Ragni. >> concluse la Maga con una voce spaventosa.
Quel giorno Aithusa Duchannes Kuruta giurò a sè stessa che avrebbe cancellato la Brigata dell'Illusione dalla faccia della Terra. Anche a costo della vita.

   
 
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