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Autore: Xenebe    10/05/2016    1 recensioni
"Nothing Personal" (Niente di personale): Coulson e Skye stanno scappando dal Pulmino a bordo di Lola...
"E proprio mentre si volta per tornare nella cabina di pilotaggio, lo vede. La mano di Skye che, a causa della grossa forza di resistenza dell'aria, scivola via da quella di Coulson.
Non ci pensa nemmeno, è automatico indossare il paracadute e lanciarsi; talmente automatico da non pensare che Skye non vorrà il suo aiuto, che si divincolerà, che proverà a toglierselo di dosso in ogni modo. È talmente automatico che non pensa alle conseguenze."
Genere: Angst, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Grant Ward, Jemma Simmons, Leo Fitz, Skye, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Shield_BML_00 Lo so, lo so...
No, non sono morta, non ancora...
Spero che il cap vi piaccia!
P.S.: i corsivi sono ricordi













Capitolo 10
“Bid my blood to run ” *













Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
Ancora.

Appena mi ero svegliata avevo capito che sarebbe stata una di quelle mattine che poteva iniziare bene solo con un sacco da boxe. Mattina... Era una parola forte. Mi ero svegliata alle quattro, un po' presto anche per me, agitata e sudata come se avessi fatto il più brutto incubo della mia vita. In realtà avevo solo rivisto, no, non è vero… Rivissuto il tempo passato sul bus, non tutto il tempo: solo quello, e solo era un eufemismo, con Ward. Ed era stato orrendo. Non avevo potuto evitare di provare di nuovo tutto, ma sapendo che lui stava fingendo, che ci avrebbe traditi. E lo avevo odiato. E mi ero odiata.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

La prima cosa che avevo visto appena sveglia erano stati quei quaderni.
Per un attimo avevo avuto la voglia, la tentazione di strapparli. Come se fossi stata una ragazzina!
Maledizione!

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

Fortunatamente Fury aveva messo una palestra in questa casa, avrei dovuto ringraziarlo.
No, forse era stato Ward.
Meglio lasciar perdere i ringraziamenti.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

Il mio cellulare ormai era scarico, ma non ero ancora riuscita a fermarmi per togliere gli auricolari dalle orecchie. Quando ero arrivata in palestra avevo sentito bisogno di isolarmi e, come sempre, la musica era stata un'ottima soluzione. 

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.

Mi ero fermata un attimo, avevo tolto gli auricolari e messo il cellulare su una panca poco distante. Avevo poi preso un asciugamani, asciugato il sudore  e ricominciato.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

La palestra era enorme e si trovava nello scantinato della villa. Purtroppo quando permettevo al mio sguardo di vagare, la mia rabbia rimontava. Era assurdo quanto fosse simile alla rampa del Pulmino. Si accedeva da una porta in alto, con relativo lungo balconcino per osservare, proprio come quello da cui spesso ci aveva guardato allenarci May, poi una scala a chiocciola, come quella del Pulmino, portava direttamente in palestra, appena scesi, alle proprie spalle, proprio dove sarebbe stata la porta del laboratorio della Fitzsimmons c'era lo spogliatoio, compreso di docce, come quelle delle normali palestre.
Il fatto che, mentre mi stavo asciugando il sudore, avessi notato che qualcuno mi stesse osservando non mi interessava.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

Non mi interessava per nulla.
I miei colpi erano diventati più forti, e uno mi sbilanciò in avanti, rompendo la perfetta sequenza di movimenti fluidi che stavo ripetendo da quasi due ore.
A malapena sentii i passi scendere dalle scale, alle mie spalle.
Ma non me ne curai.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

Ward mi stava girando intorno, come per controllare i miei movimenti, ma non diceva nulla, continuava solo a girare.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

-Ti sei svegliata presto...-
Aveva smesso di girare ed ora era alle mie ore due.
-Sono un tipo mattiniero.-
-Leo ha detto che sei in piedi dalle quattro e mezza di stamattina.-
-Leo?-, gli chiesi senza distrarmi.

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

Lo vidi passarsi una mano tra i capelli.
-Ci sono delle funzioni particolari, non so quali, ne per quale motivo si attivino, che sono come... Dei messaggi di Jemma e Leo. Si riconoscono perché sono video o messaggi vocali direttamente registrati. E questo messaggio diceva che avevi dormito poco ed eri in palestra.-
-E ti sei sentito in dovere di raggiungermi?-
-No, io... Beh doveva esserci un motivo per il messaggio.-

Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio.
Dritto, rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.
E ancora.

-Ti tengo il sacco?-
A quella domanda persi il ritmo.

Rovescio... Dritto, rovescio.
Rovescio, dritto.
Rovescio, dritto, rovescio.

Maledizione!


"È un allenamento per la forza relativa: si inizia dalle basi."


-No, io... Davvero ho finito.-
Nella mia voce non c'era risentimento o rabbia, solo distanza.


"Posizione: un bel diretto, fai così."


-D'accordo, ma se qualche volta volessi allenarti in compagnia...-


"Sai qual è la parte dura? Tenere su le mani."


- Non credo...- dissi, prima di scappare praticamente via.


Dovevo calmarmi, mi dissi mentre l'acqua calda mi cadeva tra le scapole e cercavo di rilassarmi. Ero troppo agitata.
Quello della notte prima era solo un sogno, non significava niente. Alzai la testa, che tenevo bassa, e mi feci scorrere l'acqua sul viso: dovevo lavare via quelle sensazioni e quei ricordi. Ricordi piacevoli, ma potenzialmente molto pericolosi, perché lo erano le sensazioni che risvegliavano. Non l'odio e il tradimento che sentivo con il senno di poi, non il gelido rancore a cui ero abituata. Non verso Ward per lo meno.
Ero arrabbiata con me stessa, perché avevo ricordato come mi sentivo con lui, come lui mi faceva sentire: importante, preziosa, ma soprattutto protetta. Sapevo, ne ero certa, non mi sarei fermata neanche un momento a rifletterci, che accanto a lui non mi sarebbe accaduto niente di male, che mi avrebbe fatto scudo con il suo corpo piuttosto che permettere che qualcuno potesse ferirmi.
E sapevo, allo stesso tempo, che era pericoloso, che poteva essere letale, ma non per me, mai per me.
E amavo prenderlo in giro e vederlo sorridere solo a me, o flirtare con lui mentre ci allenavamo.


"Ho dovuto imparare a proteggerci, così come cerco di proteggere te."


Il tutto senza tener conto della chimica straordinaria che avevamo.
Dio! Avevo fatto un mucchio di missioni in cui dovevo sedurre qualcuno, mi ero divertita in questi anni, ma anche prima di conoscerlo non ero mai stata una santarellina, nemmeno una poco di buono, ma la chimica che avevo con lui... Era come sentire la sua presenza pizzicare direttamente sotto la pelle, un brivido fresco e piacevole e allo stesso tempo insidioso e inevitabile come una folata di vento fresco mentre passeggi al sole, che ti accarezza l'addome riuscendo ad insinuarsi sotto la T-shirt.
E quella sensazione l'avevo sentita di nuovo mentre mi allenavo e lui mi girava intorno. Era ancora tutta lì, anche se avevo provato ad ignorarla fino ad ora.
Che fossi o meno una delle migliori specialiste dello S.H.I.E.L.D. quella sensazione c'era e non potevo mentire anche a me stessa. Ma potevo continuare a tenere le distanze da lui.
Forse, con questa consapevolezza, ancora più di prima.






* (Ordina al  mio sangue di scorrere), Bring me to life , Evanescence




   
 
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