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Autore: Its a beautiful day    11/05/2016    1 recensioni
"Non voglio che tu finisca in carcere" sussura Giorgia, avvolta nella mia felpa
"Non lascerò che quel pezzo di merda, rimanga libero. Ho il video che lo incastra. Devi allontanarti da me, da tutta la merda che mi circonda."
"Non voglio allontanarmi da te" la sua voce è tremante
"Ma devi perché da quando sono entrato nella tua vita, tutto è precipitato. Hai già rischiato troppo, mi sarei dovuto allontanare prima. Prima che mi ci ritrovassi dentro fino al collo, prima che mi innamorassi di te"
"Ti amo anche io. Sei una botta di vita. Una scarica di adrenalina, l'energia e la forza che mi permette di andare avanti"
""La mia energia, prima o poi ti travolgerà. Ciò che ho fatto non si può cancellare e non voglio che ti succeda quello che è successo a lei" stringo il volante
"Non m'importa! Non m'importa, davvero. Amo te, Zayn. Amo questo Zayn, come potrei benissimo amare lo Zayn del passato"
"Non lo diresti se sapessi la verità" riparto, e nella macchina, piomba il silenzio.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La sveglia suona, come ogni mattina.
Mi alzo dal letto, mi lavo la faccia e scendo a fare colazione
"Pancake appena cucinati!" La voce di Zayn mi fa sussulare

"Cavolo Zayn! Che spavento"

"Scusami" ride 
Solo ora noto che, quando ride, la sua lingua tocca i denti, come si nascondesse. È così.. bello.

".. Federico qui?" le sue parole mi fanno tornare alla realtà

"Cosa?" chiedo confusa

"Domani Federico verrà qui?" mi risponde scocciato, data la mia mancanza di attenzione

"Che giorno è domani?"

"Venerdì"

"Oh cazzo. Sì domani Federico verrà qui!" esclamo in preda al panico

"Devo farti il discorsetto?" mi chiede divertito

"Zayn!" mi lamento

"Chi è Zayn?" mi cugina entra in cucina sbadigliando

"Uh, ehm.." mi sono dimenticata del fatto che Giulia non sa nulla del cambiamento di nome di Zayn "Un mio amico" aggiungo mettendomi in bocca l'ultimo boccone di pancake

"A okay" mi sorride Giulia. Da parte di Zayn ricevo un sorriso di ringraziamento. Lo ricambio ed esco dalla stanza
Salgo in camera, mi vesto e finisco d prepararmi.
Nella mia testa analizzo il programma della giornata: dopo la scuola, andrò da Louis. A quanto pare, Zayn ha un debito con lui, e se riuscissi a ricoprire il debito con il bracciale che ho trovato in cassaforte, tutto questo dovrebbe finire.
Almeno spero.
Silenziosamente vado in camera di Giulia, apro la cassaforte e prendo il bracciale: è d'oro, con un incisione sopra ' 2 Giugno 1999', data del mio battesimo. Non è estremamente piccolo, e la taghetta d'oro su cui è incisa la data e parecchio grande. Appesi al braccale, un croce, sempre d'oro, e la lettera G in oro bianco.
Sì e no dovrebbe valere sui quattromilacinquecento dollari. 
Me lo metto in tasca ed esco dalla stanza.
"Giorgia! Federico è fuori" Filippo urla dal piano di sotto, facendomi sussultare

"Arrivo" rispondo.
Metto il braccialetto dentro una scatola, e la metto dentro lo zaino.
"Ehy" mi bacia Federico

"Ciao" ricambio il bacio e sorrido

"Come stai?" mi prende lo zaino per metterlo nel baule

"Bene te?" sorrido e salgo in macchina

"Ora bene" si siede affianco a me, e mi mette una mano sul ginocchio "Pronta per un'altra giornata di scuola?"

"Mai pronta" mi lamento. Ride, accende la macchina e parte.
Arriviamo a scuola cinque minuti prima del solito: il nostro gruppo di amici, infatti, non c'è.
Ci sediamo su una panchina a aspettare
"Domani allora vieni da me?" gli chiedo mentre stringo la sua mano

"Sì" sorride

"Perfetto, ho alcune voglie che voglio soddisfare" gli sussurro nell'orecchio provocandolgi dei brividi sulla pelle.
Sorrido accarezzandogli le braccia, e ricambia un sorriso.
Poi comincia a biciarmi, proprio come fece dentro la jacuzzi. Sto per mettermi di nuovo sopra di lui, ma le voci dei nostri amici richiamano la nostra attenzione. Ci dirigiamo verso il bar per fare colazione.
Mi isolo ben presto dal gruppo immersa nei miei pensieri. 
Nella mia testa c'è un vortice i pensieri: ripenso a venerdì sera, le emozioni che Federico mi ha fatto provare. 
Mi giro a guardarlo, mentre parla con i suoi amici: è davvero perfetto. Mi piace il modo in cui si morde il labbro dopo che ha finito di ridere, oppure come si accarezza l'accenno di barba mentre parla. Ma ciò che più mi piace è il modo in cui i suoi occhi ti guardano mentre parla. 
È come se ti catturassero.
Sorrido, e poi torno ai miei pensieri. Continuo a pensare a ciò che ho scoperto su Zayn: deve parecchi soldi a quei ragazzi e corre in moto per mantenersi. Perché allora non da semplicemente i soldi che deve a Louis?
Ed ecco che i miei pensieri vanno a finire su Zayn, di nuovo.
Com'è possibile che io pensi sempre a lui? Non provo alcun interesse verso di lui.
Però lo sto aiutando, dando a Louis il mio bracciale. 
Beh, lo faccio solo perché così terrei tutti i suoi 'amici' lontani da casa mia. Da Gulia, da Filippo. 
Da lui. 
Dio che confusione.
"..Terra chiama Giorgia!" Chiara mi schiocca le dita davanti alla faccia cercando di attirare la mia attenzione

"Eh? Cosa? Scusa non stavo ascoltando, dicevi?" 

"Ho notato" sbuffa "Vieni a fare shopping con noi oggi pomeriggio?"

"Ehm, no non posso devo studiare per storia" mento

"Ma l'interrogazione è la prossima settimana" 

"Mi porto avanti. Sai com'è. Io e la storia siamo due cose completamente diverse" rido

"Va bene" sbuffa
Tiro un sospiro di sollievo quando suona la campanella delle otto e siamo costretti ad entrare in classe. Analizzo per la centesima volta il piano per il pomeriggio: secondo mia cugina sono con le mie amiche, mentre per le mie amiche sono a casa. In teoria nessuno dovrebbe scoprirmi.
Uscita da scuola, mi farò portare fino a casa da Federico, come ogni giorno, poi andrò a prendere il pullman che mi porterà nella zona nord della città dove incontrerò Louis e risolverò questa dannata storia. Così che Zayn - cioè - tutti noi, potremmo stare tranquilli e Giulia non verrà a sapere nulla del passato di Zayn e di gli spettri che si porta dietro.

La giornata sembra non finire mai, e le due ore di matematica non aiutano a far passare il tempo. Quando finalmente anche l'ultima campanella suona, controllo ancora una volta che il bracciale sia nel mio zaino e poi raggiungo Federico.
Il mio stomaco è in subbuglio per ciò che sto per fare. Ciò che mi spaventa di più è il fatto di tornare dal ragazzo che ha tentato di violentami, e stavolta non ci sarà Zayn a salvarmi.
Saluto Federico, e lentamente mi incammino lungo il viale di casa, per predere tempo mentre Fede si allontana da casa mia. Appena gira l'angolo, in fondo alla via, mi dirigo verso la fermata del pullman.
Riesco a capire dove scendere solo guardandomi intorno, osservando le case popolari e le botteghe fatiscenti che ho superato quando ero in macchina con Zayn.
Salgo su pullman, e mi siedo, mentre osservo la città passarmi accanto; percorrendo la città si possono notare le varie sfumature che la compongono: le case di periferia, dalle tinte marroni o biege, sono piccole villette con giardino. Nulla di estramemente lussuoso, ma nulla di estramente degradato. 
Superata la periferia troviamo il centro: le case sono ben tenute con grandi finestre che spesso danno su enormi terrazzi. Sono molto colorate, anche se nel centro storico, dove ci sono le case più antiche, i colori rimangono sulle tonalità del beige. 
Ho sempre sognato di vivere in una cosa come queste: grandi vetrare, che rendono la cucina più luminosa e un enorme salotto moderno in cui leggere un bel libro, oppure prendere il sole sul terazzo mentre sotto di me, l'intera città, vive e si muove.
Prepare la cena a mio marito, che improvvisamente ha la faccia di Zayn. Scuoto la testa, cercando di cancellare quello strano pensiero che è affiorato nella mia mente.
Ma affiancata al lusso del centro città, abbiamo la parte più povera. 
Lunghe file di case popolari si estendono per qualche chilometro. Enormi caseggiati che contengono circa un centinaio di case ciascuno compongono una delle zone più malfamate della città.
L'intonaco è caduto da gran parte degl edifici riveldano i mattoni sottostanti. A differenza delle case del centro, molte case popolari sono ricoperte di graffiti nella parte bassa.
Scendo dal pullman, e mi dirigo verso il primo bar per chiedere di Louis.
Sono costretta a girare tre bar prima di trovare una persona in grado di aiutarmi.
Dall'altra parte del bancone, un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri sta servendo dei clienti. Ha una faccia dolce, gentile quasi angelica che stona con tutte le altre facce tatuate che sono prensenti nel bar.
"Ciao, scusa stavo cercando un certo Louis, Louis Tomlinson, se non sbaglio. È altro circa una spanna in più di me, a degli occhi azzurri simili ai tuoi, e dei capelli scompigliati marroni. Sapresti dirmi dove posso trovarlo?" chiedo cercando di descriverlo nel modo più dettagliato possibile, rifacendomi al quel pomeriggio in cui lo incotrai per la prima volta

"Louis Tomlinson?" sorride mentre pulisce un bicchiere "Una ragazzina come te non dovrebbe andare da lui da sola. Comunque, dista circa un isolato da qui. Esci da questo bar, vai a destra fino al primo incrocio. All'incrocio gira a sinistra. Il primo caseggiato che ti trovi davanti, è il suo"

"Grazie" sorrido e lui ricambia il sorriso, poi esco dal locale e mi dirigo verso casa di Louis.
Esaminando il viso del ragazzo del bar, capisco che anche lui era un componente della band: quindi lui dev'essere Niall. Lui è l'unico che, ad apparenza, non è cambiato nel tempo. Le braccia non mostravano tatuaggi, e il viso angelico è uguale a quello che aveva tre anni fa.
Arrivo all'incrocio e giro a sinistra. Davanti mi trovo un enorme caseggiato, completamente graffittato nella parte bassa. Uno di questi è 'Loui$ xx'
Capisco immediamente di essere arrivata a casa sua.
"Chi non muore si rivede eh" la voce di Louis mi fa gelare il sangue

"Ca-ciao" alzo lo sguardo: è affacciato al balcone, mentre fuma una sigaretta.

"Sali?" mi chiede

"Preferirei rimanere giù"

"Immaginavo" ride ed entra in casa.
Due minuti dopo lo vedo uscire dal portone e venirmi incontro. Sento il cuore martellare, e lo stomaco chiudersi

"Come mai qui? Tutta sola tra l'altro?" mi chiede stupito, guardandosi intorno

"Sono venuta a portarti una cosa" tiro fuori il bracciale e glielo mostro. Un lampo gli attravarsa gli occhi "Vale circa quatromilacinquecento dollari" aggiungo

"Cosa dovrei farmene di questo?" chiede predendolo in mano e osservandolo bene, come fosse un gioielliere che valuta un gioiello

"Quello che vuoi, è tuo. Zayn ha saldato il suo debito"

"Adesso manda te a saldare il debito?" ride

"Lui non sa che sono qui" dico e smette di ridere

"Ah no? Non gli farà piacere sapere che qui da sola. Con me" sottolinea le ultime parole, poi sorride

"Non verrà a saperlo, tu limitati a dirgli che non vuoi più i suoi soldi"

"D'accordo" aggiunge, senza troppe storie. C'è qualcosa che non va. Perché non dice nulla?

"Che cazzo ci fai qui?" Zayn è dietro di me

"Cazzo" sussurro

"Ops" Louis ride

"Io.. Io.."

"Louis ridammi il braccaletto. Adesso prendi i soldi da una cazzo di ragazzina?"

"Mi dispiace, ma questo vale quattromila e fischia dollari" fa spalluccie Louis

"Te ne porterò cinque mila, ma ridami il bracciale"

"Cinque mila? Mi dispiace piccola, tieniti il tuo gioiellino" mi lancia la scatola

"Ma.." cerco di parlare

"Sali in macchina Giorgia, non farmelo ripetere due volte" Zayn sembra parecchio incazzato, quindi decido di fare quello che mi ha detto.
Salgo in macchina e aspetto che finsica di parlare con Louis, e sembra davvero fuori di sè. Mi pento di aver provato a risolvere un suo problema, e so che li me la farà pagare.
"Perché stavi dando quella merda di braccialetto a Louis?" esclama mentre sbatte la portiera. Sussulto appena quest'ultima si chiude

"Volevo solo che ti lasciasse in pace" - "Che ci lasciassero in pace. Volevo saldare il tuo debito, o almeno una parte" mi correggo

"Avevo già finito di saldarlo. Con i soldi che si sono fottuti quel pomeriggio e la busta che ho dato a Louis, avevo finito. Prima che a te venisse la brillante idea di fare la prima donna. Ora devo cinque mila dollari a quel pezzo di merda" sbatte le mani sul volante

"Cosa? Io, io sono mortificata, io volevo aiutarti" mi limito a dire

"Ti avevo detto di restarne fuori, cristo" stringe il volante 

"Come hai fatto a trovarmi?" chiedo dopo qualche minuto di silenzio

"Magari la prossima volta che fai una merda di ricerca assicurati che il computer sia il tuo" borbotta

"Cosa?" chiedo

"Hai usato il mio computer per la tua stupida ricerca" 

"Merda" dico

"Già" Zayn chiude la conversazione.
Il viaggio verso casa prosegue in silenzio e per l'intera serata, Zayn non mi rivolge la parola.
Durante la cena non mi ha nemmeno rivolto lo sguardo, ed è rimasto parecchio silenzioso, rispondendo unicamente a ciò che Giulia e Filippo gli chiedevano.
Io ho evitato di rivolgergli la parola, per evitare che mi sbottasse ancora addosso.
L'ho sentito poi uscire, verso le otto in sella alla sua moto. 
Ed ora sono qui, sdriata sul mio letto, ad immaginarlo correre lungo le parti più desolate della città. 
Immaginarlo tagliare il traguardo per primo, battendo tutti gli altri motociclisti. 
Dio quanto vorrei essere lì, poterlo vedere correre. Dev'essere davvero eccitante.. 
Cosa? Non l'ho detto davvero, giusto? Scuoto la testa, ritornando ai miei pensieri.
Ad ogni modo, lui è incazzato con me. Non ha tutti i torti ad essere arrabbiato, ma io volevo solo aiutarlo.
Vero che alla fine ho solo peggorato le cose, ma quello che ho fatto, l'ho fatto in buona fede.
È tutto così complicato con lui, non sai mai se stai facendo la cosa giusa o quella sbagliata. 
Anzi, in effetti lo sai: qualsiasi cosa tu faccia sarà sempre sbagliata.
'Rassenati Giorgia. Tu, per lui, sbaglierai sempre ' mi ricorda il mio subconscio.

   
 
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