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Autore: spongansss    12/05/2016    3 recensioni
Emma aveva sempre cercato di controllare la sua vita, nulla era mai riuscito a distruggere i suoi piani, tranne l'arrivo di Henry, finché un incontro le ha fatto capire che le nostre vite non possono essere controllate fino in fondo.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 11
Operazione inseparabili



Un trillo rompe il silenzio di una stanza buia. Erano le sette del mattino, Killian quasi non aveva chiuso occhio. Quel suono fu solo un motivo in più per non addormentarsi. Certo, non dormire di domenica dovrebbe essere un reato perseguibile dalla legge, ma non poteva farne a meno. Si alzò a fatica dal letto, a tastoni raggiunse il cellulare che tutte le notti teneva poggiato sul comodino collegato al carica-batterie e lesse il contenuto di un messaggio inaspettato.

Killian sono Henry. Mia mamma è stata una completa idiota, credo che sia lei sia tu siate stati male a causa di una decisione stupida che ha preso. Dato che, a quanto pare, voi adulti riuscite sempre a rendere tutto più complicato di quanto non sia, ho deciso di prendere in mano le redini della situazione.
Questa sera passi a prendere la mamma e uscite per quella cena ingiustamente saltata. Attenzione, è una sorpresa da parte mia, non dirle nulla. Per dirmi qualsiasi cosa scrivi a Regina, io e lei siamo d’accordo.


Quel ragazzino era incredibile. Sapeva di loro… e Killian era certo che non fosse stata Emma a riferirglielo. Anche Regina sapeva. Le opzioni erano due: O Emma non era stata in grado di stare zitta come aveva richiesto a lui o le persone che la circondano la conoscono meglio di quanto lei non conosca sé stessa.
Il dubbio che l’aveva attanagliato la giornata precedente diventava sempre più una certezza. Dietro l’SMS mattutino di Emma c’era qualcosa di più e a rivelarglielo era stato proprio Henry.
Decise di non porsi domande sulla motivazione per cui Emma aveva deciso di scaricarlo. Aveva, nonostante il poco tempo che aveva avuto a disposizione, imparato a capirla. Non era una donna semplice e, per quanto ne parlasse poco, il suo passato doveva essere stato davvero duro. Forse non ne parlava proprio perché non si sentiva pronta ad affrontarlo, aveva ancora paura di qualcosa che Killian ancora non conosceva. Non voleva forzarla, sapeva non sarebbe servito a nulla. Decise di aspettarla, ma non avrebbe rinunciato alla serata che quel ragazzino geniale stava tentando di organizzare. Il suo momento non era scomparso, era solo stato rimandato.

Ciao Henry, mi fa piacere sentirti. Non ho idea di come tu abbia fatto a scoprire tutto o come ti sia venuto in mente di organizzare un’uscita a tua madre, ma devo ammettere che ne sono davvero felice.
Vorrei sapere cosa debba fare di preciso. Devo prenotare da qualche parte per cena? Quando devo passare da voi? E, soprattutto, sei sicuro che Emma non si arrabbierà?

Killian sono Regina. Stai tranquillo, conosco Emma. Sicuramente all’inizio vorrà prenderci a padellate in faccia, poi sarà contenta. Allora, mentre noi architettiamo un modo per far vestire decentemente Emma senza che si insospettisca, tu potresti prenotare il ristorante, magari quello in cui sareste dovuti andare ieri.
Per quanto riguarda l’orario, credo che a livello organizzativo per noi andrebbero benissimo le 19.45 circa. Per te va bene?

Perfetto tesoro, ci vediamo questa sera.

Il primo ostacolo era stato superato. Killian aveva accettato l’idea della segretezza, senza però evitare di preoccuparsi della reazione di Emma. Regina si stupì di come in poco tempo Killian fosse stato in grado di anticipare le reazioni di Emma… La capiva. In pochi ci riuscivano.
Fortunatamente lei e Ruby non avevano scommesso dei soldi su di loro, altrimenti lei avrebbe sicuramente perso.
Il secondo ostacolo era trovare il modo di organizzare il tutto con Emma. La cosa più difficile sarebbe stata farla vestire da donna, perché Emma non era una di quelle persone che sarebbe potuta uscire a cena come era vestita la mattina, era l’anti-femminilità scesa sulla Terra. Regina doveva assolutamente trovare un scusa plausibile, non dico per farle mettere i tacchi, ma almeno per farle sfilare i jeans.
Aveva bisogno di un’idea, qualcosa di geniale.
Aprì l’armadio nella speranza che i suoi vestiti potessero farle da muse ispiratrici.
Poi lo vide… Un vestito che non indossava da un sacco di tempo, in realtà non ricordava neanche se l’avesse effettivamente mai indossato. Era lilla. Come le era saltato in mente di comprare un vestito lilla? Quel colore non la faceva impazzire, in più non le piaceva come le stava indosso. Davvero non capiva.
Pensò, però, che sarebbe stato perfetto per Emma. Doveva solo trovare un modo per farglielo indossare. Ma come? Aveva bisogno dell’aiuto di un genio, e chi si era dimostrato geniale in quei due giorni? Henry.
Emma aveva il turno all’ora di pranzo alla tavola calda, così Henry sarebbe rimasto a casa con Regina.
Il fato era dalla loro parte. Quello sarebbe stato il momento in cui avrebbero agito.


-“Henry, dobbiamo trovare una scusa per far vestire tua madre da donna. Ho già trovato un mio vestito che per lei sarebbe perfetto. Hai qualche idea?”
-“Ehi mamma, facciamo un gioco? Posso farti vestire e truccare, sarò il tuo personal stylist.”
-“Henry, hai mai fatto qualcosa del genere con tua madre? No. Capirebbe subito che c’è qualcosa sotto.”
-“Allora dille che stavi sistemando l’armadio e hai trovato un vestito che tu non metti, credi che a lei possa stare bene ma per esserne certe hai bisogno che lo provi. Per truccarla, non so, diventa make-up artist per un giorno.”
-“L’idea per il vestito è geniale, e credo che per il trucco userò una scusa simile. Tipo: ‘Oggi ho sistemato l’armadio e il bagno, oltre al vestito ho trovato anche un ombretto che sarebbe perfetto, ma c’è solo un modo per sapere se io abbia ragione o meno: provarlo.”
-“Non so quanto sia credibile, ma spero che dopo la nottata che ha passato e la giornata di lavoro non sia sufficientemente sveglia e in forze per sottrarsi.”

Killian era in uno stato di ansia estremo. Tentò prima di tranquillizzarsi stando sdraiato sul divano con la tv accesa, ma niente riusciva a interessarlo, cambiava continuamente canale, lo schermo sembrava in preda ad un attacco epilettico. Tentò di stare sul letto, al buio, con le cuffiette. Tentò prima con della musica rilassante, Yann Tiersen riusciva sempre a farlo stare tranquillo, in qualsiasi occasione, ma non in quella. Se la magistrale I saw Daddy today, con il suo delicatissimo tocco sui tasti del pianoforte, non riusciva a calmarlo voleva dire una sola cosa: la situazione era davvero grave. Tra l’altro, si aggiungeva il fatto che non capiva con esattezza quale fosse la motivazione di tutta quell’angoscia. All’inizio pensava fosse semplicemente il fatto che tenesse tantissimo a quella uscita, teneva tantissimo ad Emma e sperava davvero che le cose andassero per il meglio. Poi si rese conto che le cose il giorno precedente non erano così, quella voglia di vederla era euforia, non angoscia. Poi capì… aveva paura di un rifiuto, di una brutta reazione da parte di quell’angelo che angelica era solo nella sua mente. Per quanto credesse alle parole di Regina, che sicuramente la conosceva meglio di lui, temeva davvero che Emma, invece che essere felice, esplodesse di rabbia. Nel loro periodo di silenzio aveva capito che forzarla non era il modo in cui prenderla, che quella donna aveva bisogno dei suoi tempi e bisognava accettarli, per quanto lunghi potessero essere.
La comprensione dei suoi problemi fece allentare la presa a quella morsa che gli attanagliava lo stomaco, ma di certo non la fece sparire.  Fu sul punto di scrivere a Regina che avrebbe rinunciato. Ma lui non era Emma, lui seguiva il suo cuore, sempre. Era assurdo come due anime così diverse potessero essere così simili, così vicine. Come provassero le stesse sensazioni, come avessero lo stesso passato deragliato e come agissero, invece, in modo totalmente opposto.
 
-“Ragazzino, ehi, sono tornata” disse Emma tentando di simulare un minimo di entusiasmo, quello che la notte precedente le aveva strappato. Era totalmente sopraffatta dagli eventi, a stento aveva la forza di reagire ai suoi naturali impulsi fisiologici, il sistema nervoso era andato in tilt. Temeva davvero per la sua integrità mentale e psicologica.
-“Ciao mamma, come è andata la giornata?”
-“Tesoro, sono davvero distrutta, ma solo vedere il tuo sorriso mi fa sentire meglio.”
Si strinsero forte. Quel bambino era davvero la sua forza ed era grata di averlo nella sua vita.
“Okay mamma, tu riposati, io vado in camera mia a studiare.”
L’idea di Emma di riposo corrispondeva all’acqua calda che la accarezzava, così andò a farsi una lunga doccia.

-“Swan, vieni un attimo in camera! Emma, ti sbrighi?!”
-“Regina, sono a pezzi, c’è davvero bisogno di urlare?”
-“Oh, scusami. Comunque, oggi ho sistemato l’armadio, sai, per quanto io sia ordinata, ogni tanto c’è davvero bisogno di tenere sotto controllo al situazione. Ho trovato questo vestito che credo di non aver mai messo ed ho pensato che a te potesse piacere. Sarebbe anche un’occasione dato che il tuo armadio conterà si e no tre vestiti da donna.”
-“È davvero carino, ti ringrazio.”
-“No no, non hai capito. Te lo devi provare. In caso non ti stesse bene lo darei a qualcun altro. Non ho intenzione di buttare un abito così bello.”
-“Proprio ora?”
-“Ora. Certo. E quando se no?”
-“Va bene, d’accordo.”
Emma non stava tanto lì a discutere, ciò significava che era stanca e non sarebbe stato troppo difficile per Regina tentare di farle fare ciò che desiderava.
Altro colpo di fortuna, l’abito le cadeva a pennello.
-“Wow Swan, sei una donna, chi l’avrebbe mai detto?!”
-“Ah ah, simpatica.” La canzonò con la risata più finta della storia.
-“Però, ti posso dire una cosa? Non si capisce se un abito così stia bene o meno senza trucco e tacchi, quindi ora ti sistemerò come si deve.”
-“Regina, ma sul serio?”
-“Ho l’aria di una che sta scherzando?”
Emma era pongo nelle sue mani, il tutto stava riuscendo con una facilità incredibile. Erano stati talmente fortunati che Regina si aspettava che da un momento all’altro qualcosa andasse storto.
Iniziò a truccarla alle 19.30. I tempi stretti erano necessari perché se avessero finito in anticipo Emma si sarebbe cambiata e tutta quella fatica sarebbe stata inutile.
Finì di truccarla per le 19.45 in punto, doveva solo indossare le scarpe ed era pronta.
Killian le aveva scritto poco prima un messaggio dicendo che era già davanti alla loro porta, aspettava solo il via libera per suonare.
-“Emma va in camera tua, indossa le decolté nere e fatti ammirare.”
Approfittò della distrazione di Emma, quindi, per avvisare Killian che dentro era tutto pronto, poteva suonare.
Emma arrivò in camera, era una visione.
-“Bimba*, questo è un miracolo! Non solo sei una donna, sei anche strafiga.”
Emma non ebbe il tempo di rispondere che il campanello suonò.
-“Vedi Emma, sei tutta in tiro per andare ad aprire alla porta! Pronta a far svenire quello che probabilmente sarà John alla ricerca di qualche ingrediente che gli manca?”
John era il loro vicino, sarà stato sulla sessantina, che spesso passava da loro a chiedere un po’ di sale, un po’ di zucchero, un uovo. Aveva la passione per la cucina, un po’ meno per il controllare se avesse tutto il necessario in casa.
-“Perché ogni volta che suonano a quest’ora devo andare io ad aprire alla porta?”
-“Perché John ti adora.”
Emma, invece, non lo adorava per nulla. Detestava quel suo modo di squadrarla dalla testa ai piedi da lurido maniaco. Era per questo che Regina di solito mandava lei, per evitare gli sguardi di quell’uomo.
Aprì la porta.
Al posto del solito paio di pantaloni larghi e consunti trovò un paio di pantaloni neri eleganti. Al posto del solito maglioncino azzurrino, verdino, giallino trovò una camicia nera ed una giacca di pelle. Due gemme azzurre al posto degli occhi.
-“Wow…”
-“Killian, cosa ci fai qui?”






*Volevo fare una citazione non-sense da Lilli e il Vagabondo, così, per il gusto di sentirmi bambina.


Angolo dell'autrice
Finally, torno a farvi compagnia. Scusate, ci ho messo una vita a scrivere questo capitolo. Non sono molto fantasiosa e trovare un modo vagamente decente per far organizzare il tutto a Regina ed Henry è stato davvero difficile.
Ho deciso di citare il mio amato Yann Tiersen facendo diventare Killian un radical-chic, cosa che non vedo molto vicina a lui, perché mi piace inserire nelle storie qualcosa di me, come feci nel capitolo in cui Emma legge uno dei libri di una delle mie autrici preferite.
Se vi interessa trovate il brano qui: https://www.youtube.com/watch?v=kN3FBR7yL6Q
A parte questo, non vi assicuro nulla per il prossimo capitolo poiché mi aspettano due settimane di inferno. (season finale compreso)
Spero come sempre che il capitolo vi sia piaciuto. Vorrei anche ringraziare le mie lettrici e recensitrici abituali che riescono semrpe a strapparmi un sorriso con le loro dolci parole.
Ci sentiamo, spero presto.
Erika

P.s. Se qualcuno volesse sclerare con me per il Season finale, questo è il mio profilo twitter (imbottito da una buona dose di disagio) https://twitter.com/Spongansss
 
   
 
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