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Autore: getsomeSleep    13/05/2016    0 recensioni
Dove una ragazza incontra un ragazzo in modo troppo bizzarro per far evolvere la loro storia in maniera normale.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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2 - My bike is stupid
Sul posto di lavoro ci possono essere due tipi differenti di capo.
Il primo è quello che legge attentamente il curriculum, che ti fa domande sulle tue aspettative future e via dicendo. Nella maggior parte dei casi ha un ufficio proprio e pretende un comportamento formale, che gli si dia del lei e che si venga vestiti da cerimonia al lavoro. Insomma, il primo è un capo che si fa rispettare e sa di avere una posizione più alta e più pagata rispetto ai poveri idioti seduti alle scrivanie poco fuori dal suo ufficio.
«Agnes, vuoi un biscotto?»
Poi c'è Brian, il mio capo.
Curriculum? Non sa neanche come si scrive. L'unica competenza che devi avere per lavorare al Game Over è l'essere un po' nerd. Se qualcuno provava a dargli del lei, a lui prudevano le mani, che poi, siamo seri, chi darebbe mai del lei a quel bamboccio di Brian? Andiamo, lui mi ha insegnato che Dungeons and Dragons è sacro ai livelli della Bibbia. E questo è il motivo per cui Brian è il capo migliore del mondo.
«Ti ho mai detto di no?» gli rispondo io prendendo un biscotto al cioccolato dalla confezione.
Mi appoggio con i gomiti sul bancone e mi guardo attorno. Il Game Over è l'unico negozio di fumetti e videogiochi della zona. È davvero un bel posto, e non lo dico perché ci lavoro. È accogliente, le pareti azzurre con manifesti di eventi o locandine appesi a queste, gli scaffali pieni di fumetti e videogiochi. Sì, è il più bel negozio del mondo.
«Ciao, bimba» mi saluta Blake venendo verso di me. È appena entrato.
«Oddio, sei cresciuto così tanto dall'ultima volta che ti ho visto» gli dico mentre vado ad abbracciarlo.
«Ci siamo visti un'ora fa.»
«Lo so.»
Lui ride e mi bacia la testa.
Blake è mio cugino. Ha tre anni più di me, e questo gli da il potere di chiamarmi bimba, cosa che fa da sempre. Non che mi dispiaccia.
Viene a scuola con me, ma lui è dell'ultimo anno. Ho un ottimo rapporto con mio cugino, mi aspetta fuori dalle classi finite le lezioni, mi porta a fare dei giri in macchina, mi accompagna ai concerti. È la mia persona preferita subito dopo Billie Joe Armstrong.
«Ciao Brian, che hai oggi di nuovo?»
«Action figure di Captain America nella versione nuova, il nuovo numero di Batman e una XBOX usata» gli risponde Brian indicando a mio cugino i nuovi arrivi. Gli occhi di Blake si illuminano quando sentono le parole 'nuovo numero' e 'Batman' nella stessa frase.
Ritorno dietro il bancone e inizio a preparare le carte per gli ordini da fare nei prossimi giorni e pensando al brutto idiota che stanotte era entrato nella mia stanza e al CD che mi aveva preso. Sì, ho controllato.

                                    ***

«Brian, io vado a casa. Ci vediamo domani» dico mentre metto il giubbotto e lo zaino.
«Ciao Agnes » dice scompigliandomi i capelli rossicci.
Fuori dal negozio c'è la mia bici legata, e dopo aver messo le cuffiette parto verso casa.
Canticchio una canzone mentre pedalo per strada, ma a metà la bici inizia a fare la difficile.
Scendo con il nervoso che inizia a salire.
Ecco, la catena è caduta. Perfetto direi.
Rimango a fissare quell'ammasso di ferraglia inutile ricoprendolo di insulti.
Mi tolgo lo zaino e lo appoggio a terra, mentre cerco di girare al contrario la bicicletta, e dopo tre tentativi ci riesco.
Mi tiro su le maniche. Quella stronza è andata a incastrarsi.
«Oh, andiamo!» grido alla bicicletta.
E dopo qualche altra imprecazione, riporto la bici con le ruote per terra e inizio a camminare verso casa.
Mentre lancio tutte le maledizioni possibili al mio ridicolo mezzo di trasporto, il suono di un clacson mi fa spaventare. Ci manca anche questa.
«Guarda un po' chi è rimasto a piedi.»
Mi volto verso la strada e vedo Jeremy sopra un vecchissimo pick-up giallo.
Alzo gli occhi facendo un lamento a voce troppo alta e facendolo ridere.
«Vuoi un passaggio?»
«No, sto bene qua» dico. E intanto il pedale della bici mi fa lo sgambetto facendomi cadere.
Perché a me? Perché?!
Sento la portiera chiudersi e in pochi istanti lo vedo davanti a me e mi guarda con un'espressione seria. Ma solo per i primi tre secondi, perché nel giro di pochi istanti ha le lacrime agli occhi dal ridere.
«Hai finito?» esclamo dopo averlo visto ridere a lungo cercando di trattenere il sorriso che sta spuntando.
«Certo, scusa. Vieni» mi dice e mi prende le mani tirandomi su.
Rimane a guardare la mia bici e me.
«Mi dai un passaggio o no?» gli dico dopo la quarta volta che mi guarda.
Sorride.
Prende la mia bici e la carica nel cassettone del pick-up. Io cerco di aprire la portiera per entrare in macchina, ma non si apre.
«Ehm, Jeremy, puoi sbloccare la portiera?»
«Quella non si apre, devi salire di qui» dice indicandomi il lato del conducente.
Dopo aver avuto qualche difficoltà a sorpassare la leva del cambio senza cambiare marcia, riesco a sedermi sul sedile.
Un secondo dopo sento lo sportello chiudersi.
«Allora, dove ti porto?»
«Cooper Boulevard.»
E mette in moto. Parte subito il cd che mi ha preso ieri, cioè, stamattina.
«Agnes, hai bei gusti, te lo concedo» mi dice dopo che la prima canzone finisce.
«Compenso i tuoi che sono pessimi» gli rispondo io indicando con un cenno della testa i dischi di musica house. L'unico che si salva era il cofanetto di Eminem.
«Se questo è il tuo ragionamento, io compenso la tua personalità scadente con la mia perché sono favoloso» dice con un gesto di mano parecchio da ragazza.
'Non pensare a Jeremy che indossa una coroncina e un boa di piume' mi ripeto. Ma è una cosa troppo bella per non pensarci.
Scoppio a ridere e le mie risate non finiscono vedendolo fare una faccia confusa come poche.
«Che c'è?» chiede lui con un sorriso che aleggia sulle sue labbra.
«Oh, niente. Mi è balenata nella mente un'immagine di te con boa rosa e coroncina in testa.»
Silenzio.
«Tu non sei tutta regolare» dice facendomi ghignare.
Dopo altre due canzoni, arriviamo davanti a casa mia.
«Sai, quando sono entrato in camera tua ho pensato fosse la stanza di un ragazzo» mi dice.
«Sta' zitto, la mia stanza è femm... Okay, hai ragione, ma a me piace così.»
Parte la suoneria del mio telefono.
«Ciao papà. Sì, sono appena arrivata. Papà verso che ora torna a casa? Uhm, okay.. Papà è capace si aggiustare una bici? Sì, sono caduta perc- papà, non ridere di me. Va bene, ciao.» E detto questo, chiudo la telefonata.
Jeremy mi guarda chiaramente confuso.
«Okay, te lo devo chiedere. Perché parlavi di tuo padre in terza persona?»
Inizio a ridere. A ridere rumorosamente.
«Io ho due papà.» Lo vedo aggrottare le sopracciglia.
«Due papà?»
«Sì, sai, quando due uomini si vogliono tanto bene...»
«No, quello l'ho capito. Solo, tu da dove salti fuori?»
Sorrido.
«Magia. Devo andare» dico e sgattaiolo fuori dal finestrino del pick-up anche se con parecchie difficoltà.
Tirando un sospiro di sollievo per essere stata capace di evitare l'argomento "adozione", entro in casa accolta dal familiare miagolio dei gatti più belli del mondo, Zeke e Trevor.
 

   
 
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