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Autore: Rory Drakon    13/05/2016    4 recensioni
Alucard ha alle sue spalle un passato oscuro e doloroso, che l'ha profondamente segnato nel cuore e nell'animo, per tutti gli anni che ha passato al servizio dell'Organizzazione Hellsing.
Che cosa accadrebbe se nella sua vita entrasse qualcuno in grado di penetrare la corazza che ha costruito tra sé e la sua umanità perduta, i suoi sentimenti più profondi?
Anche i mostri hanno un cuore e sono capaci di amare.
Anche il Re Immortale, il Conte.
(ST0RIA SOSPESA)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altro Personaggio, Alucard, Nuovo Personaggio, Seras Victoria
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Violenza
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Quel volo nella notte sembrava stare durando un’eternità. La luna era oscurata dal grigio delle nuvole. Avevano sorvolato praticamente tutta Londra senza fermarsi neppure un istante.
L’orologio sul polso di Luke segnava che ormai era mezzanotte passata.
«Che pizza! Sono stanco!» protestò il ragazzo. «Non mi sento più le braccia! Quanto manca?»
«Saresti tu quello stanco?» sbuffò Alucard pipistrello. «E io che oltre alle tue inutili chiacchiere devo sopportare anche il tuo peso? Dovresti metterti a dieta, mangi troppi hamburger…»
«Smettetela!» sbottò Christ. «È laggiù!»
Luke fissò davanti a sé e vide in lontananza un’ampia spiaggia zeppa di ombrelloni e col mare mosso. Un cartello che si trovava all’ingresso recitava “Jackson’s Beach”.
«Jackson’s Beach?» domandò Alyssa, leggendo il cartello. «Una delle spiagge più frequentate di Londra?»
«Ha senso» rispose Alucard. «A volte il modo migliore per nascondersi dai propri nemici è mettersi in bella mostra».
«Proprio così» confermò Christ.
Atterrarono sulla sabbia, proprio al centro dell’intera spiaggia. Alucard posò a terra a Luke e poi riacquistò il suo aspetto da vampiro, assieme a Seras. Christ posò a terra Subaru e poi, assieme ad Alyssa, Joshua e Sebastian, fece sparire le proprie ali dalla schiena.
«Be’? E adesso che si fa?» domandò Subaru, guardandosi intorno.
«Io non vedo nessun fottuto castello stile Mordor o stile famiglia Addams da queste parti» commentò Luke.
«Già, solo sabbia, sdraio e ombrelloni, bella roba, proprio adatta a dei geni del male» borbottò Joshua.
«RORY!» Seras accostò i palmi delle mani accanto alla bocca per amplificare la voce. «RORY, DOVE SEI! RORY!»
«Zitta, agente!» la fulminò Sebastian. «Così rischi di farci scoprire!»
«Non osare rivolgerti a lei in questo modo!» la difese Joshua.
«Non osare chiamarla “agente” senza il mio permesso» s’intromise Alucard.
«SILENZIATEVI!» esplose Christ. «Così magari riesco a trovare quella maledettissima entrata!»
Una risata sottile, di gola, pervase l’aria. «E così alla fine siete riusciti a giungere fin qui… ben fatto, Darion».
D’istinto tutti si voltarono nella direzione da dove proveniva quella voce, calda, melodiosa, pastosa, così innocente e gradevole all’udito, così bugiarda…
«Chi c’è!?» gridò Joshua, all’oscurità.
«Fatti vedere!» intimò Alyssa.
Dalle tenebre emerse una magra, inquietante ed alta figura che sembrava essere fatta della stessa tenebra dalla quale stava venendo fuori con eleganza sinistra. Aveva un viso allungato, strano ma affascinante, capelli corti e neri lucidi, grandi occhi gialli, denti bianchi e appuntiti, una pelle grigio scuro ammantata d’una veste nera e lunga con una scollatura a V sul petto.

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Pitch Black tese una mano e dal palmo scaturì un raggio di sabbia nera che colpì Alyssa in pieno, facendola svenire.
«Mia signora!» gridò Sebastian, sorreggendola con le braccia prima che cadesse a terra.
L’Uomo Nero rivolse un elegante inchino agli otto amici.
«Chi sei!?» domandò Seras, altera, mentre il suo braccio sinistro mutava, trasformandosi in una massa di materia ombrosa dal colore nero-arancio, vagamente somigliante ad una frusta.

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«L’Uomo Nero, Pitch Black… la vostra nemesi» replicò Pitch con un ghigno.
«Nemesi è un parolone, direi. E hai dimenticato una cosa: se non ci porti da quello schifoso del tuo socio, aggiungerai l’appellativo “Uomo Morto”» sibilò Alucard.
«Aspetta, aspetta! Tu sei Boogymen? Il famoso wrestler?» esclamò Luke tutto elettrizzato. «Minchia, che figata!»
«Chiudi quella bocca, umano» ribatté secco Sebastian, mentre si accertava che le condizioni di Alyssa non fossero gravi. «Tu e il tuo cervello da rimbambito».
«Uffa, Seby, pure tu!» borbottò Luke. «Stavo scherzando! Non sono uno stupido!»
«No, solo un emerito coglione» sbottò Subaru.
«Ehi!»
«Taci» lo zittirono all’unisono Pitch e Alucard guardandosi poi in cagnesco.
«Pitch! Sputa il rospo!» intervenne Christ. «Dov’è Rory?»
«So per certo che è con Aion, ragazzina, ma non so dirti cosa volesse fare…» sogghignò Pitch, e a quelle parole gli occhi di Alucard si accesero come fiamme infernali.
«CHE INTENDI!?»
«Parla, brutto bastardo rognoso, o ti spezzo le ossa ad una ad una» sibilò Subaru.
«Quanta baldanza… se il vostro intento è servirvi ad Aion su un piatto d’argento… prego!» Pitch fece un ampio gesto con la mano e accanto lui apparve un buco nel terreno lungo circa cinque metri. «Ma purtroppo ho l’ordine di non lasciare passare di qui coloro che non sono Apostoli… Il vostro viaggetto termina qui, miei cari…»
«Ah, temo di no, mio caro Uomo Nero» disse Sebastian. «Hai osato fare del male alla mia Alyssa. Credi davvero di passarla liscia così?»
«Mi stai sfidando, demone?» sibilò Black.
«Bene, vedo che il cervello ti funziona a dovere quando si tratta di queste cose» sogghignò il demone.
Pitch ringhiò, e alla sua destra comparve una nuvola di sabbia che si tramutò in un incubo purosangue.
«Alucard». Sebastian si alzò in piedi, prendendo in braccio Alyssa e rivolgendo uno sguardo al vampiro. «Tu va’ avanti. Con questo scellerato me la vedo io. Non posso abbandonare la mia signora…»
“…Esattamente come tu non abbandoneresti mai Rory” finì di dire Sebastian, nella mente di Alucard.
“Vedi di non morire, Michaelis” rispose telepaticamente Alucard. “O te la farò pagare cara”.
Sebastian gli sorrise. “Lo stesso vale per te, Dracula”.
«Coraggio, ragazzi, andiamo». Alucard si gettò nella buca con un gesto, seguito da Seras, Subaru, Christ e Joshua, e tutti e quattro scivolarono lungo un ripido e tortuoso scivolo.


***


Sebastian posò il corpo inerme di Alyssa a terra, quindi fissò il suo avversario dritto negli occhi.
«Ciò che hai fatto è stato davvero deplorevole: hai osato fare del male alla mia signora. La sua vita appartiene a me, ed io non gradisco che venga toccato ciò che è mio di diritto. Mi dispiace, ma non posso lasciarti continuare a vivere, Black».
«Che paura… mi dispiace per te, mio caro, ma io sono uno spirito, non puoi uccidermi» disse Pitch.
«Oh, davvero?» Sebastian sorrise. «Sai, ho incontrato molti come te che hanno detto una cosa del genere… e be’, ora non posso garantire che siano ancora vivi, dopo che gli rimosso qualche arto…»
«Invece, tutti quelli che incontro io, scappano come bambini di fronte alle loro peggiori paure». Pitch sogghignò e accarezzò il dorso dell’incubo purosangue, che si agitava e ansimava dilatando le narici in direzione di Sebastian. «Calma, bellezza mia… mmm, a quanto pare Onyx sembra molto ansiosa di assaggiare i tuoi timori più profondi, Sebastian Michaelis…»
«Creature forti e astute, gli incubi purosangue» commentò Sebastian con una smorfia. «Tuttavia, niente affatto tra le mie preferite. I gatti sono molto meglio».
«S-Seby…» Alyssa era rinvenuta, e protendeva la mano verso di lui.
Sebastian si inginocchiò accanto a lei e le prese la mano. «Stai bene, Alyssa?»
«S-Sì…» Alyssa si sollevò seduta e gli si strinse al petto. «Coraggio, facciamo a pezzi questo bastardo…»
«Prego?» Sebastian ridacchiò. «Sono io quello che deve battersi con lui. Sono un diavolo di maggiordomo, dopotutto.»
«Non ti lascio lottare da solo! È anche la mia battaglia, Seby!»
«Ed io non ti lascio mettere la tua vita in pericolo». Sebastian le prese il mento con le dita. «Se fossi stata Ciel Phantomhive, ti avrei lasciato fare, mi sarei divertito e fatto quattro risate. Ma tu sei Alyssa Phantomhive. E non permetterò che ti accada nulla di male».
«Se è per questo nemmeno io permetterò che accada qualcosa a te!» sbottò Alyssa.
«Davvero?» A Sebastian brillarono gli occhi di rosa.
Alyssa si rese conto di aver detto una parola di troppo. Arrossì imbarazzata e chinò lo sguardo.
«Sì, davvero» bofonchiò Alyssa, per poi sentire le labbra del demone posarsi di nuovo sulle sue e il turbine di emozioni annegarla di nuovo in un vortice di passione. Poi le loro bocche si separarono.
«Non combatterai senza di me, Sebastian Michaelis» dichiarò Alyssa, sbottonandosi il primo bottone della sua camicetta, lasciando scoperto il collo: sul lato destro della gola vi era impresso in nero il simbolo del loro contratto, che subito s’illuminò di una luce azzurrina. «Questo è un ordine».
«Sì, mia signora». Sebastian addentò un lembo del guanto della mano sinistra e lo sfilò con un rapido gesto.

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«Oh, ma che cosa dolce! Non ho mai visto due innamorati così teneri!» commentò Pitch, in tono derisorio. «Immagino che vi farà piacere cadere insieme in battaglia…»
Alyssa si guardò intorno e vide che adesso l’Uomo Nero era in sella all’incubo purosangue chiamato Onyx, e che attorno ad essi era letteralmente apparso un intero esercito di neri cavalli scheletrici.
«Sono veramenti osceni questi cosi…» commentò la ragazza. Chiuse gli occhi, si concentrò, e sulla sua schiena comparvero le grandi e candide ali d’angelo. Poi estrasse dalla tasca la sua pistola.
Sebastian sollevò il braccio, mettendo in evidenza il simbolo del contratto sul dorso della mano sinistra. Gli occhi color rubino avevano acquisito una sfumatura rosea.

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«Insieme?» Alyssa fissò dritto negli occhi l’uomo che amava.
«Insieme» ripeté Sebastian, ricambiando lo sguardo con altrettanto sentimento. Sulla sua schiena apparvero le nere ali da pipistrello demoniache.
E si scagliarono insieme contro l’Uomo Nero e i suoi incubi.


   
 
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