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Autore: Darth Curunir    15/05/2016    1 recensioni
Saruman il Bianco è uno degli Istari, i cinque spiriti celesti incarnati in corpi mortali che nell'anno 1000 della Terza Era furono inviati sulla Terra di Mezzo per combattere l'Ombra. Di tutti gli Istari, Saruman è il più saggio e il più potente, ma presto verrà a conoscenza di un sentimento ben più forte del sapere o della magia: l'amore. E sullo sfondo di un Regno di Gondor vessato dalla guerra civile, lo Stregone capirà che il suo cuore ha sbagliato tutto.
Genere: Drammatico, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Gandalf, Nuovo personaggio, Saruman
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9.
Le bizzarrie dell’amore
 
 
 
 
 
 
Il 4 settembre 1432, Saruman si recò alla Casa delle Stelle per far visita al vecchio re. Quella notte aveva dormito a Isengard, quindi partì di buon mattino per raggiungere Osgiliath.
Lo stregone si era ripromesso di non pensare più a Gandalf. Così, da qualche giorno, il nostro Istar pensava solo più ad Annael, alla sua bellezza, alla sua intelligenza, e sentiva di amarla ogni giorno di più, fino all’infinito. Nessun’ombra di gelosia poteva turbare la purezza di quell’amore.
Saruman era convinto di andare a visitare un Valacar vecchio, sì, un po’ rallentato, certo; ma non avrebbe mai pensato di trovare Valacar nelle condizioni in cui lo vide quel giorno.
Saruman il Bianco salì fino alla camera del re, e qui vide due guardie affianco alla porta chiusa.
“Saruman, piacere di vederti!” disse una delle due guardie.
“Piacere mio,” disse Saruman perplesso; “posso entrare?”
“Re Valacar è molto malato,” disse l’altro, “ma credo che una visita da parte di Saruman il Bianco non gli dispiacerebbe.”
Le due guardie si spostarono di lato e aprirono la porta. Saruman entrò.
La stanza era sempre identica, e sul letto a baldacchino coperto da lenzuola azzurre c’era il vecchio Valacar. Il re aveva ormai barba e capelli bianchi, ed era sdraiato sul letto a occhi chiusi, costretto a letto, con gravi difficoltà di movimento. Re Valacar stava per capitolare.
Saruman aveva paura di disturbare, ma ad un tratto la voce anziana di Valacar si levò, dicendo:
“Saruman, avvicinati.”
Saruman si avvicinò al letto, e Valacar aprì gli occhi, sorridendo.
“Mio re, vi sentite male?”
“No,” disse Valacar. “No. È la vecchiaia, amico mio. So che anche tu sai cosa si prova a essere vecchi. Ma non sai cosa si prova a morire. Io inizio a scoprirlo, e devo dire che la morte, quanto la vita, è piena di sorprese. Ho passato molti anni della mia vecchiaia a interrogarmi su cosa si prova morendo… chissà… tu credi che sia un male, morire?”
“Con tutto il sapere che esiste al mondo, con tutta la cultura che si può aspirare a possedere…” mormorò Saruman; “non credo che mi piacerebbe morire. Inoltre, il mio compito continua, e devo restare su questa Terra per adempiere al volere dei Valar.”
“Capisco,” disse Valacar. Il re girò la testa dall’altro lato, verso la finestra aperta. “Eppure per un Uomo come me non può essere che un dono.”
Il re rimase a osservare la tiepida luce del sole di fine estate che entrava dalla finestra, mentre Saruman, appoggiato al bastone, scrutava di sottecchi gli occhi di Valacar, cercando invano di carpire il segreto dell’immensità che cercavano di conquistare.
“Ad ogni modo,” disse Valacar rigirandosi verso Saruman, “ho un compito per te, mio buon amico… ah, pazzesco da quanto ci conosciamo! Ti ricordi, quand’ero un giovane scapestrato? Non ti piacevo all’epoca, vero? Avevi ragione! Comunque, il compito che ho da affidarti è questo: chiama qui Araphor, il mio segretario.”
“In cosa vi sarà utile?”
“Nel redigere il mio testamento,” disse Valacar sorridendo. “Ormai è tempo che il mio regno sia affidato a chi di competenza.”
“Cosa posso fare d’altro?” chiese Saruman.
“Di’ a tutti che sto scrivendo le mie ultime volontà,” disse Valacar. “Poi, quando Araphor verrà da te con la lettera, leggila davanti alla corte. Voglio che Gondor sappia chi dovrà governare.”
“Sarà fatto, maestà,” disse Saruman. Lo stregone uscì e si diresse verso la sala del trono.  Qui, Araphor parlava con Castamir, il cugino di Eldacar. Castamir pareva particolarmente irato, e parlava con veemenza al segretario. Saruman chiamò Araphor, dicendo:
“Il re Valacar ti attende nelle sue stanze per una questione particolarmente importante.”
“Vado subito!” disse Araphor, un ometto piuttosto gracile e scarno.
“Araphor!” lo trattenne Castamir osservandolo con gli occhi bui; “Ricordati della mia raccomandazione!”
Araphor annuì impercettibilmente, poi corse verso le stanze del re. Intanto, Castamir si rintanò in un angolo della sala, dietro una colonna, con le braccia conserte e gli occhi persi nel vuoto.
Saruman salì la corta scalinata che conduceva al trono vuoto, e da lì disse a gran voce:
“Posso avere la vostra attenzione? Principi, cortigiani e dignitari, ho un messaggio da consegnare!”
“Parla, Saruman!” esclamò Eldacar, che era in sala e parlava con alcuni cavalieri.
“Ebbene,” disse Saruman, “re Valacar ha chiamato il suo segretario per redigere il suo testamento.” Un brivido percorse l’uditorio, e dall’ombra dietro la colonna in fondo alla sala emerse Castamir. “Fra breve riceverò l’ordine di leggere il testamento ad alta voce, e sapremo chi sarà l’erede di Valacar.”
Saruman scese dagli scalini, e si diresse verso Eldacar. Il principe disse a Saruman:
“Tu credi che mio padre mi nominerà ufficialmente suo successore?”
“Immagino di sì,” disse Saruman, “del resto è questa la tradizione di Gondor; e se sarà così, Eldacar, ti dico subito che sarò per te un consigliere fidato e un amico.”
Eldacar pose una mano sulla spalla di Saruman, dicendogli:
“Grazie, saggio Saruman.”
L’Istar si diresse in un angolo appartato della sala. Voleva controllare da vicino Castamir: il comportamento del Capitano della Flotta era davvero strano. Tuttavia, Saruman non lo vide: pareva sparito. Allora, lo stregone si sedette su una panca che era sul lato destro del grande salone, e rifletté.
All’inizio pensò al testamento di Valacar, e a come sarebbe stato Eldacar una volta re. Di certo sarebbe diventato lui sovrano di Gondor: il padre lo amava, e il giovane principe era molto capace e molto forte.
Ma poi, le riflessioni di Saruman caddero di nuovo su Annael. Non la vedeva dal giorno della cena, e si ripromise di andare a trovarla subito dopo aver letto il testamento di Valacar. Ah, chissà come sarebbe stata contenta di rivederlo!
Dopo un po’, da una porta laterale entrò Araphor. Il segretario aveva una faccia preoccupatissima e, restando nell’ombra, disse a Saruman:
“Tieni, Saruman. Leggila da… davanti a tutti. Io re… io resto qui.”
Saruman prese in mano il rotolo di pergamena che Araphor gli porgeva, poi si alzò e tornò a salire gli scalini verso il trono. Man mano che i presenti vedevano l’Istar salire le scale, tutti tacevano. Quando ci fu silenzio, Saruman tolse il sigillo raffigurante l’emblema di Gondor. Lo stregone srotolò lentamente la pergamena, si schiarì la voce, e lesse:
Io, Re Valacar figlio di Minalcar Rómendacil II, re di Gondor e Signore degli Uomini del Sud, con il presente testamento nomino il mio successore e il futuro possessore dei miei beni. Dichiaro, dunque, che il Regno di Gondor spetterà a mio figlio Vinitharya Eldacar: egli sarà il re di Gondor mio successore. Tutte le mie ricchezze andranno a lui e alla sua famiglia. In ultimo, dichiaro che il comando della Flotta Reale Gondoriana andrà a Castamir, mio nipote. Valacar di Gondor vi rende omaggio, in attesa della propria fine.
All’istante, la maggior parte dei presenti andò verso Eldacar per congratularsi col futuro re, visibilmente contento. Saruman cercò con lo sguardo Castamir, e lo vide che usciva correndo dalla sala, assieme ad alcuni ammiragli e capitani.
Saruman scese le scale e andò da Eldacar, congratulandosi col futuro re. Ma furono felicitazioni affrettate: lo stregone intendeva anzitutto trovare Castamir.
Saruman uscì dalla sala e girò un po’ per il palazzo, ma non vide né Castamir né i suoi collaboratori. Chissà cosa stava macchinando quella mente: gli occhi di Castamir erano così impenetrabili e la sua mente tanto complessa da impedire persino a un Saggio quale Saruman di leggerla e scoprirne i segreti.
L’Istar, allora, decise di andare a trovare Annael. Saruman uscì dalla Casa delle Stelle, e percorse l’ormai nota strada verso Piazza di Turambar. Arrivato, lo stregone bussò alla porta. Nessuno rispose.
Saruman pensò che Annael fosse nell’orto sul retro. L’Istar costeggiò la casa e arrivò davanti allo steccato che circondava il giardino: Annael non era lì. Saruman pensò che Annael sarebbe potuta essere al mercato, ma quello non era un giorno di mercato.
Dov’era Annael? A quell’ora del mattino la donna non era solita fare passeggiate. Istanís, infatti, preferiva passeggiare all’alba o al tramonto, quando “il giorno e la notte si fondono nel sublime”, come era solita dire.
Saruman iniziava a preoccuparsi. Lo stregone decise di cercare la donna per tutta Osgiliath, per tutta Gondor, per tutta la Terra di Mezzo, se fosse stato necessario. Saruman si incamminò verso sud, in direzione della Piazza del Mercato: forse Annael si era recata in una delle bancarelle fisse della Piazza per acquistare qualcosa. Lo stregone si aggirò per alcuni minuti per la Piazza, cercando Annael, ma non la trovò.
Saruman, allora, si incamminò verso ovest, diretto alla Piazza di Narmacil. Essa era una delle piazze più grandi e frequentate di Osgiliath, e forse Annael era lì per qualche ragione particolare. Saruman girò per circa mezz’ora per la grande piazza porticata, senza trovare Annael.
Saruman allora tornò verso est, per cercare Annael dall’altro lato della città. Attraversò l’Iant Rómendacil, costeggiando la Casa delle Stelle, e gli venne in mente Tol Gilthoniel, l’isolotto alberato molto gettonato come luogo di riposo dagli abitanti di Osgiliath. Annael poteva essere lì.
Saruman giunse al limitare dell’isola, costellata di querce e in riva al fiume. Era in un angolo piuttosto tranquillo, libero dal traffico navale che di solito si faceva intenso in corrispondenza dei ponti, e libero dal trambusto del centro di Osgiliath.
Saruman correva come un disperato da un albero all’altro in cerca di Annael, ma non la trovava. Tutt’a un tratto, vide una donna vestita di blu e con i capelli neri liberi al vento in riva all’Anduin. La donna era a piedi scalzi, e con un ramoscello stava disegnando sulla sabbia bagnata.
Saruman corse verso Annael. Com’era bella, vestita esattamente come il giorno in cui l’aveva vista per la prima volta sull’Iant Rómendacil!
“Annael!” esclamò Saruman inginocchiandosi affianco alla donna, “Finalmente ti ho trovata! Come mai sei qui?”
“Ne avevo voglia,” disse Annael degnando a mala pena di uno sguardo Saruman.
“Annael, ho grandi notizie da riferirti!” disse Saruman. “Vengo adesso dalla Casa delle Stelle, e Valacar ha appena scritto il proprio testamento.”
“Ah, sì?” fece Annael guardando Saruman. “Cosa ha scritto?”
“Ha nominato suo erede Eldacar, e Castamir resterà Capitano della Flotta,” disse Saruman.
“Prevedibile,” disse Annael continuando a scrivere sulla sabbia. “Valacar non ha mai apprezzato molto Castamir, preferendo il proprio figlio Eldacar. Tuttavia, questa decisione forse si porterà dietro una serie di eventi poco piacevoli…”
“È quello che credo anch’io…” disse Saruman.
Lo stregone osservò quello che Annael disegnava sulla sabbia. La donna continuava a disegnare una linea verticale, dalla cui cima partivano obliquamente due linee più piccole parallele fra di loro. In poche parole, la runa elfica per la lettera G.
Non appena Annael terminava di disegnare la runa, l’acqua del fiume arrivava e la cancellava. Ma Annael continuava a disegnarla, imperterrita, come un animale in gabbia che continua a percorrere la stessa strada, pur sapendo che non lo porterà in alcun luogo.
“Annael,” disse Saruman, “mi ascolti?”
“Sì,” disse la donna. Ma il suo sguardo era basso, e osservava la runa che continuava a disegnare.
Saruman iniziava a stancarsi. Perché Annael aveva quel comportamento? Di solito avrebbe accolto con curiosità la sua notizia esclusiva! E perché continuava a disegnare sulla sabbia la G?
“Bene,” disse Saruman, “ora… devo andare.”
“Va bene, a presto,” disse con aria distratta la donna.
Saruman se ne andò, e uscì da Tol Gilthoniel, diretto verso la Casa delle Stelle. Perché Annael si comportava in quel modo? Era dal giorno della cena con Gandalf che Saruman aveva notato un decisivo cambio di comportamento della donna. Da quel giorno, Annael sembrava più insofferente e più schiva.
Soprattutto, Annael badava sempre meno a Saruman. Insomma, pochi giorni prima avrebbe ascoltato con grande piacere le notizie di Saruman, e adesso non lo considerava neppure.
Ma soprattutto, perché Annael continuava a disegnare quella runa sulla sabbia? Saruman rifletté: quella runa era molto usata da una persona, ma non ricordava quale. Pensò che fosse un simbolo di Galadriel, ma la Signora di Lothlórien non usava quella runa per identificarsi. Saruman pensò che fosse il simbolo usato da Glorfindel, uno degli Elfi di Gran Burrone: ma non era lui a usarla.
E improvvisamente, la risposta gli balenò in mente: Gandalf!
Era proprio il Grigio che usava spesso quella lettera per firmarsi o per segnalare il suo passaggio in qualche luogo! Ma perché Annael disegnava quel simbolo?
E se… e se Annael fosse innamorata di Gandalf? In effetti durante la cena Annael aveva parlato solo a Gandalf, dandogli sempre ragione e cercando in ogni modo di attirare la sua attenzione. E poi… quegli sguardi intensi che gli aveva scambiato, quelle parole, quei complimenti…
Annael era innamorata di Gandalf! Questo pensiero martellante assillava lo stregone. L’Istar scacciava prontamente questo pensiero: “Annael è troppo intelligente per amare un idiota di tal fatta!” Ma questo pensiero tornava, tornava e tornava. E Saruman sapeva benissimo che non poteva liberarsene, per quanto lo tentasse inutilmente.
 
 
 
 
 
SPAZIO AUTORE
Non mi dilungherò molto. Voglio solo precisare che il personaggio di Araphor, segretario di Valacar, è da me inventato, e il nome è preso da un sovrano di Arnor. Sarà nel corso della storia un personaggio marginale, per non dire terziario, anche se la sua morte (non me ne vogliate per questa anticipazione) sarà importante fra poco.
 
 
   
 
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