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Autore: Nene_92    16/05/2016    5 recensioni
PSEUDO-INTERATTIVA [completa]
Alcuni di voi hanno già letto le avventure di Eleonore Grimm e dei suoi amici ad Hogwarts, ma cosa è successo prima?
Come si sono conosciuti ed innamorati Brian Grimm e Talisia Black? Come hanno agito durante e dopo la Seconda Guerra Magica? Come è nato Hansel? ... Entrate per scoprire questo e molto altro! 
(si tratta di una sorta di prequel della storia "Grimm | Jager der Dunkelheit" che a sua volta fa parte della serie "Grimm") 
Genere: Dark, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Black, Maghi fanfiction interattive, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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- Questa storia fa parte della serie 'Grimm'
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12 - Ritorno a casa
Sono sicura che questo capitolo farà molto felice FuriaBianca. XD

- Ritorno a casa? -

Gennaio 1998, Salem, Casa Grimm


Image and video hosting by TinyPic Alice McFoster  Image and video hosting by TinyPic  Edward Fuler

Image and video hosting by TinyPic Brian Grimm e Talisia Black Image and video hosting by TinyPic
 

"Siete pazzi! Voi due siete una coppia di pazzi!" Esclamò Brian, guardando storto sia Alice che Edward. "Siete appena scappati da là, avete attirato un Mangiamorte qui e adesso volte tornare in Inghilterra?" Chiese con tono incredulo. "No, non vi appoggerò in questa follia!"
"La mia famiglia è rimasta là!" Gli rispose Edward. "Li ho nascosti, prima di aiutare Alice a scappare, ma se hanno trovato lei possono trovare anche loro, sempre se non l'hanno già fatto! ... No, non ci voglio neanche pensare!" Continuò cercando di rimanere calmo. Era preoccupato a morte per loro.
"Affari tuoi." Borbottò Brian. "Vi ho ospitato volentieri qui, ma non aspettatevi altro aiuto da me." Chiuse il discorso.
"Ed, ha ragione." Intervenne Alice, poggiando una mano sulla spalla del suo ragazzo per cercare di calmarlo. "Non possiamo chiedergli anche questo. Arrivando qui, abbiamo già messo in pericolo Lis. Non voglio creare altri danni."
Edward si girò incredulo verso di lei. "Ah, quindi se devo salvare te va bene tutto, ma se si tratta della mia famiglia che si arrangino? E' così che la pensi Alice?" Ringhiò sentendosi tradito.
"NO!" Boccheggiò lei "Ed, non è così! Lo sai che non è così!"

Dopo qualche secondo di silenzio imbarazzato, Talisia si schiarì la voce.
"Brian... potresti... potresti almeno fornirgli un passaggio fino là? Solo quello, senza intervenire... poi una volta là si arrangerranno..." Cominciò titubante. Non voleva che la sua migliore amica se ne andasse. Ma al contempo sapeva che non sarebbe potuta rimanere lì per sempre.
Il ragazzo, a quell'affermazione, sgranò gli occhi. "Un passaggio? Black, sei impazzita? Sono scappati a fatica e vuoi ributtarli nella gabbia dei leoni? Pensavo stessimo parlando della tua migliore amica!"
"Proprio perchè sono la sua migliore amica - iniziò a ribattere Alice - ce ne dobbiamo andare. Abbiamo attirato qua mio padre, un Mangiamorte, e potrebbero arrivarne altri. Se facciamo in modo che vengano a sapere che siamo in Inghilterra, non mi cercheranno più qui. E voi due sareste lasciati in pace."
"E come vorresti fare per farglielo sapere? Vai davanti a casa e gli fai 'ciao ciao' dalla finestra? E voi sareste dei Corvonero?"  Commentò ironicamente il Grimm.
"Questo ancora non lo so." Ammise Alice, abbassando la testa sconfortata.
"Ho rimosso e modificato personalmente la memoria a tuo padre, quindi di certo non tornerà qui. Così come non verrà nessun altro." Affermò Brian. "E se dovessero arrivare... sarei pronto ad accoglierli." Aggiunse in tono di sfida.
"Resta il fatto che non possiamo restare qui a vita." Borbottò Edward. "Potremmo... tornare in Inghilterra e unirci all'Ordine." Propose con tono incerto.
L'altro ragazzo, a quelle parole, emise uno sbuffo a metà tra l'esasperato e il divertito. "Ma certo! Come abbiamo fatto a non pensarci prima? Dovete soltanto tornare in Inghilterra, trovare l'Ordine Fantasma e unirvi alle sue file! Senza contare che prima, durante e dopo dovrete scappare dai Mangiamorte che vi daranno la caccia come se non ci fosse un domani." Disse ironico.
"Brian la pianti?" Intervenne Talisia a quel punto "Non solo non li stai aiutando, ma stai anche demolendo senza pietà tutte le loro proposte!" Proclamò incrociando le braccia al petto
arrabbiata, gettandogli un'occhiataccia.
Il Grimm, per tutta risposta, soffocò un'imprecazione nascondendo il viso tra le mani. "Come diamine fai a dire che non li sto aiutando? Dopo tutto quello che ho fatto per loro?" Chiese con voce soffocata. Non ci si poteva mettere anche lei! "Mi state facendo venire il mal di testa voi tre." Commentò esasperato, iniziando a massaggiarsi le tempie.

La Fenice, con un sorrisetto, gli si avvicinò. In modo dolce, ma deciso, sostituì le mani del ragazzo con le proprie.
"Non sto dicendo che tu non li abbia aiutati... Alice non sarebbe neanche viva, se non fossi intervenuto tu!" Sostenne "Dico solo che, proprio per quello che hai fatto fino ad ora e che so che sai fare... mi sembra davvero impossibile che tu non abbia idee - e soprattutto le capacità - per aiutarli!" Concluse.

Maledetta serpe!
Si ritrovò a pensare lui.
In quel momento avrebbe preso volentieri a testate il muro, piuttosto che subire quella tortura.
Aveva perfettamente capito il giochino portato avanti dalla Black. Ma purtroppo, contro di lei, non aveva armi. E perciò non sarebbe riuscito a dirle di no. Già lo sapeva.
Talisia Black, di fatto, lo teneva in pugno da quando gli era volata tra le braccia la prima volta.

Aspettò comunque un po' di tempo, prima di rispondere.
Se la ragazza era intenzionata a corromperlo in quel modo, gli andava più che bene, ma se la sarebbe dovuta comunque sudare.
Almeno un po'.
Perciò rimase fermo immobile in quella posizione, elaborando per bene l'unica idea che gli era venuta in mente sin dall'inizio, ma che non era certo di poter davvero attuare.

Lei avrebbe potuto anche dirgli di no, avrebbe potuto rifiutare. E allora cosa avrebbe detto a Talisia?


Quando concluse il  ragionamento, alzò gli occhi al cielo, sbuffando come una ciminiera.
"E va bene..." Cedette alla fine.
Immediatamente le mani della ragazza si arrestarono, mentre concentrava tutta l'attenzione su ciò che Brian stava per dire.
"Forse e ripeto FORSE una soluzione ce l'avrei per aiutarvi. Ma non ne sono sicuro. Devo contattare delle persone. E mi serviranno alcuni giorni." Concluse tenendosi sul vago.
La Fenice, a quelle parole, gli buttò le braccia al collo. Poi lo attirò a sè per baciarlo.

"Black... sei in debito."

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Gennaio 1998, Inghilterra


Image and video hosting by TinyPic Gretel Grimm ed Erin Burckart Image and video hosting by TinyPic



Gretel Grimm stava riempiendo un vaso di vetro con dell'acqua, quando un patronus si materializzò davanti a lei.
Ancora prima di ascoltare la voce che ne uscì, riconobbe la tigre come quella di suo nipote.
"Ciao zia! Scusa il disturbo!" Rimbombò la voce imbarazzata del ragazzo nella stanza. "Sono qui fuori, a qualche centinaio di metri della casa. Ho visto le protezioni che sono attive, quindi mi stavo chiedendo se posso entrare in casa tua senza finire squartato in mille pezzi. Rimango in attesa."
La ragazza si accorse troppo tardi che, per l'agitazione, aveva rovesciato buona parte dell'acqua.

Non sentiva nessuno dei Grimm da... da secoli. 

Velocemente, appellò a sè il mantello. Poi uscì nel cortile.
Da lì potè vedere chiaramente Brian - che era sempre stato il suo nipote preferito - con le braccia incrociate, appoggiato ad un tronco d'albero, mentre guardava fisso nella sua direzione.

Com'era cresciuto dall'ultima volta che l'aveva visto! Era diventato un uomo. 


Con un colpo di bacchetta, annullò tutte le protezioni presenti. Almeno per lui.
"Passa pure." Commentò facendogli un cenno con la mano. "Ma sappi che se ci sono altri Grimm in giro, non potranno fare altrettanto." Aggiunse con tono di sfida.
"Sono solo." Le rispose il ragazzo con tono serio. "E nessuno dei Grimm sa che sono qui." Per rafforzare la sua tesi e dimostrare che veniva in pace, le allungò la bacchetta. "Questa prendila tu."
Gretel lo scrutò per qualche secondo.
"No" Decise alla fine. "Tienila. Ho già deciso di fidarmi di te nel momento in cui ti ho fatto entrare."
Senza aggiungere altro, lo condusse dentro casa.

Quando raggiunsero il salotto, lo invitò ad accomodarsi sul divano
con un cenno del capo.
"Cosa ti porta qui Brian?" Domandò arrivando dritta al punto. "Le ultime notizie che avevo di te ti davano negli Stati Uniti... cosa ti conduce qui in Inghilterra?"
Dopo qualche secondo di silenzio, lui domandò stupito "Come fai a sapere che sto lavorando a Salem?"
Gretel, con un gesto della mano, appellò una teiera e due tazze. "Anche se non sono più in contatto con i Grimm, ho comunque le mie fonti." Rispose tranquilla, riempiendone una e passandogliela. "Ma tu non hai ancora risposto."
Il ragazzo, dopo aver preso un enorme respiro, trovò il coraggio di confessare. "Mi servirebbe il tuo aiuto. Ma è una cosa complicata, perciò sei libera di rifiutare. Capirò."

Aveva appena finito di dirlo, quando una bambina entrò come un tornado nella stanza ridendo.
Si bloccò alla vista dello sconosciuto.
"Chi è, mamma?" Chiese fissandolo, mentre la madre si irrigidiva impercettibilmente. Un conto era lei, che sapeva difendersi. Un altro la figlia.
Ma i suoi peggiori timori vennero disattesi quando al ragazzo scappò un sorriso: adorava i bambini, li considerava l'unica cosa davvero pura al mondo. Se erano bambine poi, la sua simpatia immediata poteva solo aumentare.
Allungando una mano nella sua direzione, le rispose dolcemente, "Brian Grimm al tuo servizio, piccola principessa. Con chi ho l'onore di parlare?"
"Grimm come la mia mamma?" Chiese lei osservandolo meglio, mentre si avvicinava lentamente, divorata dalla curiosità.
Un leggero rossore le imporporò le guance. Non aveva mai conosciuto dei parenti di sua madre. 
"Comunque io sono Erin. Erin Burckart." Si presentò come le era stato insegnato.
"Direi proprio di sì." Confermò lui. "Tua mamma è mia zia... e io sono tuo cugino." Commentò lui, sempre più divertito. "Sai che hai davvero dei bellissimi occhi?" Aggiunse scrutandoli.
Erano di un colore indefinito, un misto tra il grigio, il verde e l'azzurro.
"Anche tu." Sussurrò lei in risposta, arrossendo furiosamente.
Poi, di punto in bianco, scappò via.

Ma sia Brian che Gretel percepirono i suoi passi arrestarsi in un punto imprecisato poco in là. Probabilmente dove pensava di poter ascoltare senza essere vista.
"Quanti anni ha?" Chiese a quel punto lui, incuriosito.
"Sette." Gli rispose sua zia con un sospiro. "E ha fatto la sua prima magia involontaria due anni fa." Aggiunse in tono cupo. Avrebbe quasi preferito che lei non li ereditasse, i poteri.
"La stessa età di Celia e James." Commentò il ragazzo, mentre un'ombra scura gli passava sul volto.

Sua cugina Celia. La stessa che, secondo le regole della famiglia Grimm, lui avrebbe dovuto sposare.
Come diamine avrebbe potuto sposare una bambina che aveva dodici anni in meno di lui? Una bambina della stessa età di quella che aveva avuto di fronte fino a pochi minuti prima?


Facendogli segno di attendere, Gretel si alzò in piedi, dirigendosi verso il punto dove i passi della figlia si erano arrestati. Cinque secondi dopo, Brian sentì nuovamente un rumore di corsa e la voce della donna intimare alla figlia di raggiungere il padre.

"Allora... perchè sei qui?" Gli chiese nuovamente la donna, quando tornò.
Brian tentennò un momento.
Adesso che aveva visto quella bambina, non era più sicuro di volerglielo veramente chiedere.
Gretel aveva già i suoi problemi. Ripudiata dalla famiglia, cresceva in Inghilterra una figlia avuta da un nato babbano nell'era di Lord Voldemort.
Per un solo attimo, fu tentato di chiedere a sua zia di seguirlo negli Stati Uniti, anzichè di aiutarlo da lì.
"Avanti!" Lo incitò però la donna. "Qualsiasi cosa tu mi voglia chiedere non potrà essere peggio di quello che ho dovuto affrontare con Jakob."

Fu così che il ragazzo sputò il rospo. "Dovresti aiutarmi a nascondere un nato babbano, la sua famiglia e la sua fidanzata purosangue, il cui padre è un Mangiamorte."
Ammise tutto d'un fiato, facendosi piccolo piccolo.

Si aspettava qualsiasi reazione da parte di Gretel.

Che lo cacciasse, che urlasse, che si rifiutasse.
Tutte, tranne quello che effettivamente fece.
Scoppiò a ridere.

"Ah ecco, lo dicevo che avevi un'aria diversa." Commentò divertita quando fu in grado di parlare di nuovo. "Di' un po'... di chi ti sei innamorato?" Chiese senza giri di parole, facendogli andare di traverso il the. "Perchè se sei passato dall'essere un Grimm al voler nascondere una famiglia di babbani, c'è per forza di mezzo una donna. Spero non la stessa ragazza che vuoi nascondere!"
"Io non sono innamorato proprio di nessuno." Borbottò subito, di riflesso.
Davanti allo sguardo penetrante della donna, però, fece parziale marcia indietro. "Okay, sono fortemente attratto da una ragazza - che tra parentesi non è quella che pensi tu ma la sua migliore amica. Però non sono assolutamente innamorato di nessuno." Decretò cercando di mantenere un tono sostenuto. 
"Raccontamene un'altra Brian."
Lo prese in giro lei. "Non ci vediamo da anni, ma ti conosco ancora come le mie tasche."
Ma lui non aveva alcuna intenzione di arrendersi. Perciò sostenne per tutto il tempo lo sguardo di sua zia, mentre un leggero rossore gli imporporava le guance.
"In ogni caso okay. Sarò pazza, ma ti aiuterò." Commentò alla fine del lungo scambio di sguardi Gretel. "Però..." Aggiunse mentre il ragazzo si alzava dal divano, con uno sguardo vittorioso negli occhi. "Voglio conoscerla."

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* Per saperne di più su Erin qui --> http://www.efpfanfic.net/viewstoryv.php?sid=3404436
e qui --> http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=3439582

ebbene sì, sono tre storie collegate XD

A presto!


  
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