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Autore: Blu_Sky    16/05/2016    0 recensioni
"Smetterò di amarti solo quando un pittore sordo riuscirà a dipingere il rumore di un petalo di rosa cadere su un pavimento di cristallo di un castello mai esistito." sussurrò il figlio di Ade al mio orecchio. Mi baciò teneramente e pian piano le sue labbra scomparvero. L' unica cosa che avevo di fronte, era il vuoto. Il mio amato se n'era andato sussurrandomi la mia frase preferita di Jim Morrison.
Genere: Fantasy, Fluff, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 2

Arrivammo a casa, Anthony suonò insistentemente il clacson, e mia madre uscì con addosso solo una vestaglia.

- Anthony, ma perché fai tutto questo casino?- disse infastidita e preoccupata allo stesso momento aprendo la portiera dell'auto - Oddio! Ma cosa vi è successo?- disse guardandoci, - Ti spiego dopo mamma, intanto chiama un medico per Selena!- disse mio fratello, - Mamma!- sussurrai, prima di svenire.

Aprii gli occhi lentamente, e la prima cosa che sentii furono dei: bip, era come uno di quegli apparecchi che si
vedono nei film, attaccati ai pazienti.
Girai la testa dall'altra parte e vidi mia mamma, che mi teneva la mano, attorno a lei vi era una schiera di soldati, che si guardavano l'un l'altro con un' espressione di sollievo sul volto. Ma cosa ci facevano lì? Ma soprattutto cos'è
successo? Dove sono?


Cercai di sedermi sul letto, ma non ci riuscii, e mi lamentai dal dolore, - No, tesoro! Stai ferma!- disse mia mamma
facendomi sdraiare sul letto con gli occhi lucidi.

- Mamma, dov'è Anthony? Sta bene?- dissi, - Si! Adesso sta dormendo! Sai era molto preoccupato per te, pensava
che tu non ce la potessi fare!- disse e scoppiò in lacrime, così le accarezzai la testa, cercando di calmarla, mentre singhiozzava. 


Alzò la testa e si asciugò le lacrime, - Mi sei mancata. Per un momento ho pensato il peggio, ma non ho mai perso la speranza!- disse, accarezzandomi la guancia - Lei non potrà più farti del male, promesso!-

Sorrisi - Ma perché ci sono i soldati? Non ho bisogno di protezione! Alexandra non può farmi stare peggio di così!-
dissi, - Ne parliamo dopo, tesoro!- disse, accarezzandomi il volto - Adesso risposati!- e mi riaddormentai

***

- Papà, papà, vieni! Ti prego. Non lasciarmi. Mi manchi, papà!- gridai. Mi svegliai di colpo, era solo un incubo. Ero sudata, respiravo a fatica, le lacrime uscivano dai miei occhi senza che io potessi fare nulla per trattenerle. - Selena,
ma cos'hai?- mi chiese Anthony terrorizzato, - Ho sognato nostro, padre- risposi a bassa voce

Lui fece una leggera smorfia e mi abbracciò - Non vale la pena pensare a cose inutili come lui! - disse, e si sdraiò accanto a me sul letto, facendomi delle carezze.

Mio padre, io non lo conosco. Non so come si chiama, né dove abita, né come è esteticamente, né che lavoro fa, e
nemmeno come potrei fare per trovarlo. 
In poche parole non so nulla di lui, eppure lui compare spesso nei miei "sogni".
 

Mi sarebbe piaciuto tanto conoscerlo, ma in base a quello che ci ha detto Alexandra, lui non si era voluto prendere le sue responsabilità come padre. Non ci aveva mai voluto, e la cosa mi feriva. Anthony mi ripeteva spesso di non pensare a lui, che era tempo perso, ma so che anche lui vorrebbe scoprire la sua identità.


Ma se non si è fatto vivo duramente 17 anni, per quale motivo dovrebbe farlo adesso? Ma conservo ancora la
speranza che lui possa tornare da noi. Devo riconoscere però che sono solo un' illusa. Spero che accadano cose
che non accadranno ma

La mattina seguente, cercai Anthony ma non lo trovai, così feci un cenno ad un soldato e lui si avvicinò: era alto,
aveva i capelli castani e occhi marroni, muscoloso. 
Era molto bello.


Lui si chinò su di me e gli chiesi - Dov'è la mia famiglia?-, - Sono andati a pranzo.- disse, - Perfetto, mi sapresti dire dov'è il bagno?- chiesi, e lui m'indicò una porta, sedendomi sul letto feci una smorfia di dolore - Ti accompagno io!- si offrì lui, ed io alzai un sopracciglio - Non ti faccio niente, tranquilla
Scesi dal letto, e camminammo lentamente fino al bagno, - Se hai bisogno, chiamami sarò qui ad aspettarti!- disse e chiuse la porta. 
Feci scivolare lentamente i vestiti lungo il mio corpo fino a rimanere in mutande. Spalancai gli occhi davanti all'orrore

Una lacrima scivolò lungo la mia guancia, lasciandomi quel sapore salato sulle labbra.

Mi rimisi il vestito verde che avevo addosso, aprii la porta e mi scontrai con lo stesso ragazzo di prima, - Scusami, ti ho fatto male?- mi domandò, - Tu no... Ma altra gente, si. Ed anche tanto!- dissi, e un'altra lacrima scivolò lungo la mia guancia - Senti, non voglio più stare chiusa qui, mi porti fuori?-, - Certo - sorrise - Ma sarebbe meglio che tu restassi a risposo!-, - Beh potresti portarmi su quella!- indica una carrozzina messa in un angolo, - Dai andiamo.- mi sedetti e lui mi coprì con una coperta rossa



- Allora come ti chiami?- dissi, mentre ammiravo delle rose rosse, - Max!- rispose, - Io sono Selena piacere!- dissi - Questa clinica é molto strana, non ci sono molti pazienti?-, - Quale clinica?- disse, non capendo, - Beh...questa! Dove siamo adesso!-, - Ma chi ti ha detto che questa é una clinica?-, - Nessuno. Immagino che lo sia. Perché, non é così?-, - Ehm... Non proprio!- disse - Ecco, più che una clinica è un palazzo!- sorrisi divertita - Un palazzo?!-, - Si, ti sembrerà un po' folle, ma è la verità! Io non sono la persona più adatta a spiegarti per quale motivo sei qui... È una situazione un po' complessa!-, - Se provi a spiegarmelo magari capisco!- dissi, ma lui non ripose. 
Ricominciò a spingere la carrozzina, portandomi dentro al palazzo, in effetti non somigliava per niente ad una clinica. Ma cosa ci faccio qui? E dove sono mia madre e mio fratello?
- Max!- urlò una donna, venendoci incontro. Era bionda con gli occhi marroni come Max - Portala, in salotto, lui è pronto per vederla!- disse, e poi si rivolse a me - Ciao Selena! Io sono Era, la madre di Max!-, - Piacere!- dissi, sorridendole - Chi mi sta aspettando?-, - Adesso lo vedrai! Max, tesoro vai pure, mi occupo io di lei!- lui annuì e se ne andò.

Era... Si chiamava come la dea greca, la moglie e sorella di Zeus. 
Mi portò in una stanza, dove c'erano altre persone assieme a mio fratello e a mia mamma. Anthony aveva gli occhi rossi e la testa appoggiata sulle gambe di nostra madre. Lui non piange mai.


- Cos'hai?- dissi ad Anthony con un filo di voce, ma non rispose, intanto mia madre lo accarezzava - Ehy, ma che succede?-, - Tesoro, dovresti sapere una cosa...- disse mia madre, - No, mamma deve essere lui a dirglielo, non tu! Vediamo se ha il coraggio necessario, per dirle la verità guardandola negli occhi!- disse Anthony, interrompendola, indicando l'uomo seduto difronte a lui, - Anthony, io non sono la persona adatta. É meglio che lo faccia tua madre!- rispose l'uomo, - No, fallo tu! Mia madre l'ha fatto con me! Adesso tocca a te! Avanti, coraggio!- 

Sospirò dispiaciuto e disse: - Potete uscire tutti, per favore- disse l'uomo con voce tremante, e la stanza si svuotò.
- Cosa deve dirmi?- chiesi, ma non mi rispondeva.L'unica cosa che faceva era guardami dritto negli occhi. Stava per piangere, i suoi bellissimi occhi verdi erano lucidi, non so per quale motivo, ma mi avvicinai a lui e gli accarezzai la guancia, mi prese la mano e la baciò. - Mi dispiace!- disse con la voce spezzata inginocchiandosi - Ti prego perdonami!-, - Ma cosa mi hai fatto?-, - Ti giuro che io non sapevo nulla di voi all'inizio. Non sapevo che Alexandra
fosse incinta!- disse - Se l'avessi saputo sarei rimasto, ma io non lo sapevo, però adesso siete qui, e non mi separerò più da voi!-, - Ma chi sei?- chiesi confusa, - Io sono tuo padre!- rispose guardandomi negli occhi che erano uguali ai miei, lo stesso colore. Non poteva essere vero. Lui non poteva essere lì, doveva essere un incubo, sbattei diverse volte le ciglia, sorpresa. Avevo sognato tante volte che lui potesse tornare da me, chiedendomi scusa per non esserci mai stato e io senza pensarci due volte l'avrei perdonato, ma lui non si è fatto vivo per 17 anni.
- Non ti credo!- dissi, - È la verità! Ma prima che tu dica o faccia qualcosa devo spiegarti tante cose!-, - No, non voglio ascoltarti!-, - Selena ti prego! -, - Perché sei tornato? Cosa ci fai qui?-, - Selena ascoltami! Dammi la possibilità di spiegarti!- disse, - Cosa mi devi spiegare! Che non mi hai mai voluto conoscere? Che te ne sei andato
lasciandoci da soli? Eh?! Che non ti sei voluto prendere le tue responsabilità?!- urlai, - Ti prego dammi la possibilità
di spiegarti!-, - Perché dovrei? Cosa otterrei in cambio?-, - Ti prometto che se non riesco a convincerti di essere tuo padre, non mi vedrai più! Sparirò dalle vostre vite! Promesso!-, - Hai 3 minuti, per convincermi!- dissi guardando l'orologio appeso al muro, - Quando ho conosciuto tua madre-, - Alexandra non è mia madre! Non m'importa se a te piace andare con le puttane come lei, ma non dire più che lei è mia madre!- dissi, - Come vuoi... Quando ho conosciuto Alexandra... Abbiamo avuto una storia, ci siamo visti diverse volte e lei deve essere rimasta incinta. Magari ti racconterò un altro giorno tutta la storia, se vorrai! Dal momento che mi hai dato solo 3 minuti! Però per me l'importante è che tu sia qui. Non voglio che te ne vada. Per favore, resta qui con me!- disse, accarezzandomi il volto.

- Prima devo pensarci un attimo e parlane con mia madre!- dissi, lui annuì ed uscì dalla stanza dicendo che ci avrebbe lasciato parlare in privato. - Tu lo sapevi mamma?- chiese mio fratello e lei abbassò lo sguardo - Mamma tu sapevi che lui era nostro padre e non hai detto nulla?!- , - Si. Io l'ho sempre saputo.-, - E perché non hai mai detto nulla? Mamma tu sapevi benissimo quanto ci tenessimo a conoscerlo! E tu ce l'hai nascosto?!-, - Anthony, amore, ascoltami... Per voi era già difficile passare del tempo con Alexandra che che vi trattava male... così io le ho proposto un accordo.-, - Che tipo di accordo, mamma? È questo cosa centra con lui?- domandai confusa, - C'è una
cosa che non vi ho mai detto. Non vi siete mai chiesti perché mi chiamate "mamma"? Perché avete sempre abitato
con me e non con lei?-, - No. Per noi era importante stare con te, tu ci hai sempre dato l'amore che lei ci ha negato. Per noi, sei tu nostra madre.-, - Esatto sono io. Come voi ben sapete Alexandra é più grande di me di alcuni anni. Una sera lei arrivò a casa dei nonni, e mi chiese se fossero in casa ma risposi che ero da sola, loro erano usciti a cena fuori. Alexandra entrò in casa, e dietro di lei c'erano due uomini e ciascuno teneva tra le braccia una coperta. Lei durante i primi 15 minuti mi squadrò, non siamo mai state molto legate, ma ci sopportavamo. Io mi sentivo poco a mio agio, ero nervosa, sentivo che sarebbe successo qualcosa, lei mi voleva chiedere qualcosa. Così iniziai a parlare a chiederle dove fosse stata in quell'ultimo anno, i posti che aveva visitato, le persone che aveva conosciuto, qualsiasi cosa era migliore di quel maledetto silenzio; stranamente mi rispose in maniera cortese ed educata, mi fece i complimenti per il mio diploma con il massimo dei voti e mi chiese, i miei gusti, i miei hobby... Insomma voleva
una descrizione dettagliata della mia vita. Io non ci vidi nulla di male e risposi. Sapete é difficile entrare a far parte di una famiglia che non é sempre stata la tua. Quando i vostri nonni mi hanno adottata, io avevo 6 anni, ero molto timida, non parlavo quasi mai, invece Alexandra ne aveva 15. Lei si divertiva a mettermi in ridicolo, spesso mi diceva che non avevo nulla a che fare con la famiglia Evans, che mi avevano adottato solo perché avevo fatto pena ai vostri nonni, ai miei genitori. Io mi rinchiudevo in camera e piangevo. Questa storia andò avanti per un anno, io non mangiavo ed ero spesso malata, solo che un giorno mio padre tornò prima dal lavoro e sentì Alexandra darmi della buona a nulla e della stupida, avevo solo 7 anni e sapete, sentirsi dire certe cose a quell'età non é stato per niente bello. Papà entrò nella mia stanza di colpo e vide Alexandra distruggere la mia camera. C'erano vestiti strappati e sparsi dappertutto, il letto era disfatto, lo specchio rotto e i pezzi di vetro erano sparsi ovunque, le lenzuola erano bagnate perché lei ci aveva buttato sopra tutti miei profumi. Io avevo cercato di fermarla ma lei mi aveva chiuso in bagno. - si fermò. Nessuno dei due era a conoscenza di quella storia, e mi sentivo molto male. - E poi che successe?- chiese Anthony, - Lui la cacciò. Lei se ne andò a casa di una sua amica, dopo una settimana tornò, chiese perdono a papà, mamma e a me. Mi promise che un giorno mi avrebbe fatto un regalo che non avrei potuto rifiutare. E fu così, quella troia mantenne la sua promessa. - rimanemmo in silenzio - Che cosa successe quella sera mamma? Dopo che lei ti fece quell'interrogatorio?-, - Mi fece una domanda che mi sorprese moltissimo, mi domandò se avessi un ragazzo ed io risposi di no, la verità. Alexandra sorrise e disse che era venuta a mantenere la sua promessa, che mi aveva portato due doni. I due uomini si avvicinarono a me, tra le loro braccia tenevano due bambini appena nati, fu la prima volta che vi vidi, avevate 4 giorni. Mi raccontò che aveva conosciuto un uomo, si erano frequentati per 3 mesi e che lei era rimasta incinta, ma lui non ne sapeva nulla. Le chiesi il motivo di tanto mistero con vostro padre e lei mi spiegò che lui aveva altre storie amorose con altre donne dalle quali poi stava per avere dei figli e che era abitudine di lui portare a vivere i suoi figli a casa sua, e non voleva che a voi succedesse la stessa cosa. Lei vi ha nascosti. Sosteneva che voi due non avreste mai avuto l'amore necessario per avere una bella infanzia dal momento che lui sarebbe stato occupato con i suoi altri figli, e voi dovevate avere un padre tutto per voi o almeno una madre. In quel momento ero molto confusa e lei mi schiarì le idee, mi spiegò che non rientrava nei suoi piani una gravidanza e il suo sogno era sempre stato quello di vistare tutto il mondo e conoscere molti uomini e voi due la ostacolavate. Mi disse che vi avrebbe dato in adozione, io mi opposi, dissi che era una follia, voi due non avevate nessuna colpa. Alexandra disse che non avrebbe dato a chiunque voi due, i figli di una divinità dovevano stare con qualcuno che se ne prendesse cura, cioè io. Lei aveva scelto me per crescervi, in pratica lei vi ha regalati a me. All'epoca avevo 19 anni, ero molto giovane, non sapevo nulla sui bambini, ma nonostante tutto la ringraziai per i doni. È per questo che voi mi chiamate mamma, io non mi sono mai separata da voi. Nel primo istante in cui vi ho visti sentivo di amarvi, ma con il tempo lei divenne gelosa e si pentì di ciò che aveva fatto e vi rivoleva, così dopo vari litigi siamo arrivate ad un compromesso: lei mi avrebbe permesso di essere vostra madre, a patto che io non vi dicessi nulla su vostro padre, e quando lei vi avrebbe voluto vedere voi sareste dovuti andare a trovarla altrimenti avrebbe dato inizio ad una causa legale e avrebbe fatto di tutto per portavi via da me.
Accettai, ma alla condizione che questo compromesso durasse fino al compimento dei vostri 17 anni, quando sareste stati completamente miei. Era per quello che tempo fa' vi dicevo che non l'avreste più vista.- concluse il suo racconto. - Mamma, ma perché dici che siamo figli di una divinità?- chiesi, - Perché lo siete! Lui non te l'ha detto vero?-, 
-  Cosa?-, - Chi é lui!-, - Mamma sii più chiara! Di cosa stai parlando?! Perché tutto questo mistero su di lui?- dissi, - Vostro padre é una divinità greca!- ripose e entrambi la guardammo attoniti, - Che cosa?!- chiesi riprendendomi dalla notizia.

Bussarono alla porta ed entrò lui, - Scusatemi, ma non ho potuto fare a meno di sentire che l'oggetto della discussione ero io. Per quanto riguarda l'affermazione di vostra madre... Si, sono Poseidone, ragazzi!- ripose lui, - Quindi tu saresti un dio?- chiesi e lui annuì, sedendosi accanto a mia madre - Quello che governa il mare?-, - Si. Ti ricordi che da piccola dicevi di vedere le sirene?- chiese - Si, ma era frutto della mia immaginazione.-, - Sbagliato.Tu puoi vedere quelle creature perché sei mia figlia, così come le vedeva anche Anthony, anche se non lo voleva ammettere.- sorrise e rimanemmo in silenzio per vari secondi.

- Allora, vi piacerebbe rimanere a vivere qui con me?-, - Si, mi piacerebbe. Tu cosa ne pensi Anthony?-, - Qualsiasi cosa tu decida per me andrà bene, basta che tu sia felice!- disse, - E tu mamma che ne pensi?- dissi, - Io so bene, so quanto abbiate voluto un padre, e adesso lui è qui, e vi chiede un'opportunità... E se magari lui non vi piace tornate da me! Quindi dategli una chance! Al massimo lo mandate a fanculo e basta.- 
   
 
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