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Autore: steffirah    17/05/2016    0 recensioni
Che sia un momento di sconforto, solitudine, dolore, ci sarà sempre. Che sia la prima esperienza, una bella, una spiacevole, una inaspettata, l'amore li accompagnerà in questa crescita. Perché c'è speranza, in qualsiasi mondo o universo alternativo, e non dovrebbe mai andare perduta.
[one-shots basate sulla Rinshi week dal 7 al 13 novembre 2015]
Genere: Comico, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Rin Okumura, Shiemi Moriyama
Note: AU, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Erano già trascorsi dei mesi da quando avevano cominciato a frequentarsi.
Shiemi si sentiva più felice che mai, al sicuro, protetta, avendo una persona forte e gentile come Rin al suo fianco. Era sempre altruista, dolce, schietto, diretto. Le diceva tutto quello che pensava, tutto ciò che desiderava, faceva quel che gli passava per la testa senza curarsi delle conseguenze. Era istintivo, e forse ciò era anche dovuto alla sua natura mezza demoniaca.
Shiemi pensava di sapere quasi ogni cosa di lui, di essere a conoscenza di ogni ombra e ogni sfumatura di Rin.
Aveva scoperto che leggeva manga, che gli piacevano le storie drammatiche e strappalacrime - non se lo aspettava, ma ne era stata felicemente sorpresa -, i film d’azione e d’avventura, cucinava alla pari di uno chef di primo livello, adorava ovviamente mangiare, dormire (per ben 11 ore al giorno!), passeggiare e stare in compagnia, che si trattasse di animali, amici, Yukio o di lei. L'importante era che non restasse mai solo, perché se c'era qualcosa che odiava era proprio la solitudine.
Poteva affermare di conoscerlo ormai come le sue tasche, ma non era convinta; doveva pur nasconderle qualche segreto. Lei, ad esempio, non gli aveva rivelato che non aveva mai imparato ad andare in bicicletta. Forse non era poi così importante, ma se ne vergognava tantissimo. Così come del fatto che fosse lievemente allergica al polline. Proprio lei, che amava le piante! O pure peggio, di quante volte avesse pianto quando suo padre era sparito all'improvviso, lasciandola sola con sua madre. Di quando, preda dei sensi di colpa per la morte di sua nonna, avesse tentato più volte il suicidio, senza però riuscire a trovare il coraggio di compiere un atto tanto drastico e affidandosi ogni giorno alla speranza. Non gli aveva spiegato come lui avesse travolto la sua vita, come l'aveva cambiata, rendendola una persona migliore, che accettava e apprezzava l'esistenza in tutte le sue cromature.
Quel giorno era decisa a raccontarglielo. Doveva fargli capire quanto fosse follemente innamorata di lui. Quello che non si aspettava fu la rivelazione che ricevette in cambio.
«Non sono mai stato il bravo ragazzo che conosci, Shiemi. Da bambino ero ribelle, facevo a botte per ogni pretesto, e più volte ho rischiato di uccidere, anche se non lo volevo. Ma era come se una forza più grande di me mi dominasse, prendesse il controllo del mio corpo ed esplodesse, distruggendo tutto ciò che incontrava sul suo cammino. Parve scomparire solo quando ruppi delle costole a mio padre; da allora decisi che avrei cessato di essere una testa calda e avrei cominciato a fare del bene, come desiderava lui. Partendo dalle piccole cose, per esempio cucinando per lui e Yukio. Ricevendo i loro complimenti mi sentivo felice, così è diventato una sorta di sfogo creativo grazie al quale ho affinato anche le mie papille gustative. Non nego che un giorno mi piacerebbe divenire un cuoco rinomato, conosciuto in tutto il mondo», ridacchiò.
Lei lo ascoltava ammutolita mentre stavano lì, seduti su una panchina, all'ombra di un olmo.
«Ero felice durante la mia infanzia, e anche se non avevo una madre riuscivo a crearne una nella mia mente. Tra l'altro Yukio si è sempre comportato come se fosse lui la mamma, quindi non mi sono mai sentito totalmente triste e solo... Almeno non fino al giorno in cui ho scoperto che tutto ciò per cui e con cui avevo vissuto non era altro che una bugia. Mio padre non era il mio vero padre, nostra madre è morta dandoci alla luce e io e Yukio... È come se fossimo figli di nessuno. Sono dannato, maledetto, ma ciò nonostante ho deciso che avrei lottato per i miei ideali, per raggiungere i miei obiettivi, per realizzare i miei sogni.
D’un tratto ero completamente svuotato, privato di quell'affetto a cui ero tanto legato, e durante i momenti più malinconici, in cui mi sentivo più perduto che mai, pensavo a tutte le persone che mi erano accanto: i miei amici, i miei superiori, quel che resta della mia famiglia – che per me è tutto. Ero deciso a proteggere queste persone ad ogni costo, e lo sono ancora.
Poi ho cominciato a capire che qualcosa mi mancava. Una figura da amare e custodire, con cui un giorno, magari, avrei potuto costituire una nuova famiglia, crescere dei bambini. Avremmo avuto una grande casa accogliente, con un grande giardino, in cui ci saremmo divertiti un mondo. E proprio quando ho cominciato a meditare su ciò tu sei apparsa nella mia vita, Shiemi. Se quel giorno al giardino botanico non avessi trovato il coraggio di farmi avanti e chiederti di uscire probabilmente me ne sarei pentito per tutta la vita.»
Le rivolse un goffo sorriso sbilenco, grattandosi dietro la nuca.
Lei arrossì, riportando alla memoria il loro primo incontro e la sua baldanza nell'avvicinarla per chiederle se per quella serata aveva impegni. Seppure avesse già compiuto da tempo 18 anni non aveva mai avuto esperienze simili prima di allora, quindi era stata totalmente presa contro piede. Lo stesso aveva scoperto di lui, e infatti si era chiesto più volte se fosse una buona idea, ma alla fine aveva deciso di cogliere l'attimo per non sprecare quella che si era successivamente rivelata un'ottima occasione.
Si erano amati sin dal primo istante, e nel momento in cui lei aveva scoperto la sua vera natura non era scappata via urlando, rifiutandolo, come lui si aspettava; bensì gli ripeté le stesse parole che gli disse anche quel giorno.
«Rin, lo sai. Io ti amo perché sei Okumura Rin, e il fatto che tu sia mezzo demone, o mezzo umano, o un ribelle scapestrato senza regole, o un ragazzo dal passato disastroso, non può far scomparire quello che io provo per te. Anzi, semmai lo può accrescere. Perché più tu mi rendi partecipe dei tuoi problemi, dei tuoi lati oscuri, delle tue paure, dei tuoi desideri più reconditi, più io capisco che ti fidi di me. Sapere questo mi scalda il cuore e rafforza il dolce sentimento che provo per te. Dovresti esserne consapevole, ormai.»
Posò la testa sulla sua spalla e lui la strinse a sé, lasciandole un leggero bacio tra i capelli. Chiusero gli occhi e, stretti l'uno all'altro, stettero ad ascoltare il corale dell'oceano che gorgheggiava alle pendici del monte su cui si trovavano.
«Shiemi?»
«Si?»
«Grazie di esistere.»
Bastò questo, affinché tutte le ombre dissipassero.
Alzò lo sguardo su di lui, incontrando i suoi sereni occhi blu. Gli sorrise, scaldata dalle sue parole, e posò le sue labbra sulle sue. Contenta che dopo tanto errare avessero entrambi trovato una ragione per cui valesse la pena vivere.



Spazio autrice:
Salve a tutti!
Finalmente questa raccolta è giunta alla fine (anche se ciò - in parte - mi rattrista...). Fortuna che si tratta di one-shot, o immagino voi lettori mi avreste quasi sicuramente sepolta lanciandomi pomodori (o peggio), considerando il ritardo con cui aggiorno ^^" 
C'è poco da dire su questa storiella, come avrete potuto capire è in parte AU e in parte fedele all'originale. Spero sia di vostro gradimento.
Ringrazio chi ha letto tutte le storie (anche se non era necessario), ma anche chi ne ha letto soltanto una. Mi auguro le abbiate trovate piacevoli e siano riuscite a farvi rilassare, se non a strapparvi un sorriso <3
Ora vi saluto, augurandovi tante buone cose nella vita :3
Un bacio,
Steffirah
  
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