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Autore: aaannacolli    17/05/2016    1 recensioni
E se Draco Malfoy si fosse innamorato durante il suo quinto anno ad Hogwarts di Hermione Granger? E se fosse subito passato dalla "parte giusta" prima della Seconda Guerra Magica voltando le spalle alla sua famiglia?
La storia è ambientata durante la Seconda Guerra Magica. E' la mia prima fanfiction (ovviamente una Dramione), quindi recensite in tante, spero possa piacervi
Dal testo: "Non sento niente, non vedo niente se non lei, che ricambia il mio sguardo. Ma non è il solito sguardo carico di odio e rancore però, è uno sguardo curioso, e in effetti non la biasiamo: che diamine ci faccio tutto sporco e gravemente ferito all'interno della mia stessa casa?"
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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-Draco svegliati, dobbiamo andare.-
-Mmh.-
Una mano mi scrolla leggermente un braccio, ma io la allontano seccato.
-Draco non fare il bambino, dobbiamo andare!-
Sono così comodo tra le soffici lenzuola che mi coprono, cullato dai dolci pensieri della notte precedente, che il fatto di salvare il mondo magico dalla rovina mi risulta piuttosto insignificante.
All’ennesimo scrollata le afferro il braccio e la trascino sul letto di fianco a me, affondando il viso tra i suoi riccioli e inebriando il dolce profumo di lavanda che emanano.
 Comincia a divincolarsi debolmente tra le mie braccia, mentre io ridacchiando la stringo ancora di più a me. Alla fine si arrende e si accoccola sul mio petto puntando i suoi occhioni color nocciola sui miei. Le lunghe ciglia le incorniciano lo sguardo conferendole un’aria dolce ma allo stesso le sue folte sopracciglia sono contratte in un’espressione severa.
Assumo una certa nota di innocenza e sorpresa che le fanno alzare gli occhi al cielo.
-Scusa, hai qualcosa contro di me?-
-Malfoy dobbiamo andare, è una cosa seria!-
Sembra una bambina spazientita a cui i genitori non vogliono dare ascolto. Assumo il mio solito ghigno.
-Okay, d’accordo mi vesto. Però te fa tornare quelle sopracciglia al loro posto, sono inquietanti.-
Per l’ultimo commento mi becco un pugno sulla spalla che mi provoca un leggero solletico, ma se glielo dicessi probabilmente la farei infuriare ancora di più.
Mi limito ad accarezzarle il viso e a posarle un leggero bacio a fior di labbra. Non so cosa ci sia tra noi due, non so se lei provi veramente qualcosa per me o semplicemente non vuole perdersi nulla della vita a causa dell’imminente guerra. So solo che mi ha stregato anima e corpo e che la amo con tutto me stesso.
Mi allontano leggermente da lei e le sorrido, ma subito la sua bocca azzera la distanza che c’è dalla mia e mi bacia, questa volta assaporando il gusto delle mie labbra e della mia lingua. La stringo di più a me ricambiando il bacio con  trasporto e passione, accarezzandole ogni centimetro di pelle con le mani tremanti. Sento le sue dite insinuarsi tra i miei capelli alternando le carezze con leggeri strattoni che mi fanno impazzire. Ho il respiro corto e i piccoli sospiri che emette mi fanno venire la pelle d’oca. Ci dobbiamo stacchiare l’uno dall’altro per reclamare ossigeno.
Ho il fiatone e l’adrenalina in circolo a causa della sua vicinanza. Dannazione a lei e all’effetto che mi fa. Fatico a parlare e ho la voce rauca.
-Okay, forse dobbiamo prepararci.-
Lei si limita ad annuire, ancora con le guance arrossate e i capelli impazziti. Mi chiedo se stia provando le stesse cose che sto provando io in questo momento.
Mi preparo e insieme riponiamo la tenda all’interno della sua borsetta. Poi le afferro la mano.
-Pronta?-
Mi sorride e annuisce convinta.
-Pronta.-
Penso con precisione alla località suggerita da Potter e in un attimo siamo entrambi catapultati in un vortice confuso di colori e figure, ed è solo per abitudine se alla fine del viaggio non vomito.
Una volta atterrati Hermione tira fuori la scatoletta blu per contattare i babbei. Io intanto mi guardo attorno e un moto di malinconia si impossessa di me.
Riconosco le verdi campagne nei quali ero solito passeggiare durante le uscite mensili ad Hogsmead. In lontananza scorgo la Stramberga Strillante, e lo stesso magico paesino ricco di ricordi, spesso piacevoli.
I pomeriggi passati con Blaise da Mielandia o ai Tre Manici di Scopa, con un bel boccale di burrobirra in mano, la corse per prendere l’ultima passaporta al tramonto per riuscire a tornare al castello o anche solamente passeggiare in quelle stradine piacevolmente familiari.
La quotidianità di quelle giornate è tutto ciò mi che manca di quel periodo della mia vita, ma fa pur sempre male ricordare come era prima che Voldemort e i Mangiamorte sconvolgessero l’esistenza di tutto il mondo magico.
Hermione intanto è riuscita a contattare lo Sfregiato e l’altro scemo.
-Okay, Dobby dovrebbe raggiungerci a momenti, dobbiamo rimanere dove siamo.-
Faccio un cenno d’assenso, poi mi volto di nuovo a guardare quei luoghi tanto familiari, immergendomi di nuovo in un altro mondo fatto di ricordi.
Sento le sue braccia che mi circondano la vita e il suo viso affondare tra le mie scapole, cerca di stringermi il più forte possibile e posa piccoli baci sulla mia schiena.
-Lo so che fa male, ma noi combattiamo per riprenderci la felicità che ci hanno tolto, combattiamo tutti insieme e in qualunque modo questa cosa finirà io ti prometto che non sarai mai più solo, capito?-
Mi volto sempre nel cerchio delle sue braccia e la stringo a me, lei affonda il viso nel mio petto e io sospiro. Ho gli occhi umidi, e dannazione, lei mi fa sentire vulnerabile e forte allo stesso tempo, ogni volta, ogni dannato secondo che sto con lei è come vivere un’altalena di emozioni dall’effetto più devastante di uno Schiantesimo.
Mi ricordo che una volta, quando ero ancora piccolo, mio padre mi disse che un uomo non doveva mai innamorarsi perché l’amore equivale alla privazione della virilità, alla perdita della facoltà di giudizio. Mi disse che l’amore rende gli uomini stupidi, ciechi e deboli e che se mai mi fosse capitato di provare un tale sentimento sarebbe stato peggio che ingerire il veleno più potente al mondo.
Sorrido ripensando a tutta quella montagna di stronzate, sorrido pensando che almeno non commetterò i suoi stessi sbagli e che sono un uomo diverso da lui adesso.
Rimaniamo stretti così, io non voglio lasciarla andare e lei neppure, intanto il sole cala piano piano all’orizzonte, tra le colline verdi e gli alberi attorno a noi creano un leggero fruscio causato da una delicata brezza. Vorrei dirle che la amo, anzi vorrei urlarlo al mondo intero, a mio padre, al tramonto, a tutti quelli che hanno perso la speranza quando in realtà una speranza c’è ancora, dentro ognuno di noi.
Sto per pronunciare quelle due fatidiche parole quando sento un schioppo alle mie spalle. Io ed Hermione ci separiamo immediatamente allarmati, ognuno con le mani sulle proprie bacchette. Ci rilassiamo non appena riconosciamo la minuta figura di Dobby che ci sorride felice.
-Oh eccovi qui! Dobby è così felice che voi siate ancora vivi!-
Squittisce entusiasta e saltella verso di noi.
-Presto, presto non c’è tempo da perdere Harry Potter ha detto a Dobby di fare in fretta, presto!-
Afferra le mani di entrambi e senza neanche darci il tempo di respirare veniamo di nuovo risucchiati in un vortice confuso e caotico che ci porta, come previsto, al pub “Testa di Porco”.
L’interno del locale è piuttosto squallido e abbandonato. L’atmosfera lugubre è smorzata dai numerosi quadri appesi alle pareti circostanti, strati di polvere sono bel visibili sui numerosi tavolini vuoti e diversi vasi contenenti fiori appassiti conferiscono al tutto un non so che di trasandato.
Ad accoglierci viene quella che potrebbe essere la copia sciupata di Silente: la stessa barba e gli stessi occhi azzurri ricordano il vecchio preside della scuola, anche se in lui scorgo una certa vena di tristezza e abbandono che mai si sarebbe potuta vedere sul fratello.
-Voi dovete essere Draco e Hermione.-
Annuiamo entrambi.
-Si siamo noi.-
Gli tendo la mano.
-Aberforth, giusto?-
Lui mi guarda per qualche secondo, poi sospira e la stringe.
-Già. Venite su, non c’è tempo da perdere.-
Si gira per entrare in un’altra stanza e noi lo seguiamo. Non è molto diversa dalla precedente ad eccezione dell’enorme dipinto raffigurante una esile ragazza. Ci guarda e sorride, noto che poi dietro di lei è disegnata una lunga galleria.
Ad un cenno di Aberforth il quadro scatta in avanti mostrandoci un vero e proprio tunnel, non ne scorgo la fine, ma noto che è illuminato a tratti dalla luce fioca di piccole torce appese alle pareti.
-Dovete semplicemente seguire la strada, è un tunnel unico ma alcuni pezzi sono piuttosto ripidi e scivolosi, quindi fate attenzione.-
E’ totalmente diverso da Silente. Il suo tono è burbero e aspro. Sembra che non gliene importi niente di ciò che accade attorno a lui, come se vivesse in un mondo a parte e mi rendo conto che tutto quello che sta facendo, in un certo senso, gli costa molto.
-Grazie per il tuo aiuto, sul serio, non so come avremmo fatto.-
Sembra un attimo spiazzato dalle mie parole, ma poi annuisce e scorgo un leggero sorriso tra la sua folta barba.
Anche Hermione lo ringrazia con sorriso poi, aiutata da me, entra all’interno del tunnel. La seguo e una volta all’interno cominciamo ad incamminarci.
Nel tragitto che ci separa da Hogwarts afferro istintivamente la sua mano e sento che lei ricambia con una stretta. Non so cosa accadrà una volta lì, non son come mi comporterò nei suoi confronti o come si comporterà lei, so solo che se ci sarà un futuro in cui entrambi saremo vivi spero lo voglia passare con me.
Dopo circa venti minuti di cammino arriviamo finalmente davanti ad una pesante porta. Sciolgo la mia mano dalla sua per spostarla e una volta aperta ci troviamo di fronte ad una Stanza delle Necessità mai vista prima: numerose amache sono appese ovunque rendendo l’ambiente circostante caotico e vivace, a coprire le pareti vi sono gli arazzi delle diverse case di Hogwarts, eccetto ovviamente quello dei Serpevrede, e ai muri sono fissati scaffali su scaffali ricchi di libri, pergamene, calamai e penne. Nonostante la Stanza sia priva di finestre, l’ambiente è piuttosto confortevole.
Al nostro ingresso scoppiano applausi e grida di trionfo. Centinaia i volti sono rivolti verso di noi e ciò che sgorgo nei loro sguardi mi stupisce: non mi guardano come se fossi un Mangiamorte o un Serpeverdde, mi guardano come se fossi uno di loro, mi guardano con rispetto ed ammirazione ed bello sentirsi parte di qualcosa di grande.
Ad accoglierci vengono Potter e Weasley, sono eccitati ma allo stesso tempo tesi. Un’espressione grave aleggia sui loro volti.
E' Potter a parlare.
-Chiamate più rinforzi possibili o chi riuscite. Preparatevi, stiamo andando in guerra.-  
   
 
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