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Autore: cin75    17/05/2016    6 recensioni
Jared è un artista molto particolare e unico nel suo genere.
Jensen è un critico molto apprezzato e unico nel suo genere.
Entrambi hanno un passato alle spalle. Entrambi capiranno che devono vivere il presente. Entrambi faranno di tutto per avere un futuro insieme!!!
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jared Padalecki, Jensen Ackles, Richard Speight Jr.
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“…..per il reato di aggressione aggravata e sui cui ci sono forti sospetti per altre aggressioni ai danni non solo di….
 

La voce della speaker giornalista si affievolì quando Rich abbassò il volume della televisione e esclamò un sonoro e soddisfatto “Finalmente!!”
“Andiamo Rich, lascia stare quell’affare. Tocca a te muovere!!” fece Jensen seduto al tavolo con davanti la scacchiera.
“Arrivo!” fece l’amico raggiungendolo.
“La pizza è arrivata!” gridò Jared dall’ingresso mentre si richiudeva la porta dell’appartamento di Jensen alle spalle.
“Magnifico!!” fece Rich. “Mia Regina…dovrai aspettare che il tuo cavaliere mangi se vuoi continuare la guerra!!” disse rivolgendosi al pezzo degli scacchi.
“Ehi…non vale. Io stavo vincendo!” si lamentò Jensen.
“Jensen, a scacchi, avere più pezzi sulla scacchiera non significa vincere. Il tuo Re è messo maluccio da quello che vedo!” lo provocò Rich.
“Il mio Re è un fottuto William Wallace.” disse guardando la scacchiera e raggiungendo gli altri due.
 
Pensieroso accanto al bancone della cucina, Jared, era silenzioso. Forse turbato e lo era ormai da qualche giorno.
“Ehi, Jared. Tutto a posto?!” fece Jensen, passandogli il braccio “buono” intorno alla vita per tirarselo vicino.
“Certo!!”, ma non lo era. Non era tutto a posto.

Nei giorni in cui Jensen era potuto tornare a casa, Jared aveva visto le difficoltà del compagno nel fare anche le cose più semplici, come prendere la stupida scatola dei croccantini per Angel, che teneva sul ripiano alto. O magari vestirsi. O solo sistemarsi da solo quel maledetto tutore.
Sapeva che era una cosa temporanea, che quel tutore rigido sarebbe sparito in poche settimane. Ma non poteva negare che Jensen era provato, era stanco, e gli antibiotici che gli erano stati prescritti sia per la ferita al volto che quelli del post operatorio lo mettevano decisamente a terra.

E si dava la colpa. Jared si dava la colpa di tutto.

Ma si sforzò di sorridergli. Cercava in tutti i modi di stare dietro alle battute di Rich così da sviare l’attenzione dai suoi pensieri e dal suo stato d’animo.
Poco dopo , Jensen, andò in camera da letto, dove aveva lasciato “la farmacia” come la chiamava lui.

“Si può sapere che hai!?” fu il richiamo di Rich che ormai conosceva bene quando il suo giovane protetto rimuginava su qualcosa.
“Niente!”
“Balle!”, lo ammonì Rich fissandolo negli occhi decisamente turbati. “Sputa il rospo, ragazzino, o lancio la bomba quando lui torna di qua!” riferendosi a Jensen.
“Rich…” lo riprese spaventato.
“Allora dimmi che cosa c’è?!” insistette con più decisione.
“E’ colpa mia!” tirò fuori, alla fine, Jared.
“Cosa è colpa tua?”
“Lui…quello che gli è successo…quello che gli ho fatto io…che Gil…” indicando la direzione di Jensen.
“Ok! Stop! Basta!!”, lo fermò immediatamente, l’amico, agitando le mani furiosamente davanti ai loro volti. “Non voglio sentire altro. Ora ascoltami. Hai già fatto un gran casino con Jensen e lui te l’ha perdonata. Non ne fare un altro , Jared. Buttati tutto alle spalle e lascia perdere ogni stupido senso di colpa che adesso pensi di provare!” fu il rimprovero deciso.
“Ma l’hai visto, Rich?!”
“Sì, io sì, l’ho visto. E tu? Lo hai visto?” domandò retorico. “E’ felice!”
“E’ stanco, è ferito. È stato quasi ammaz..” replicò sibilando invece Jared, amareggiato.
 
 “Ehi, che avete da confabulare voi due!?” esclamò  Jensen di ritorno con un flacone di medicine vuoto in mano, interrompendo senza volerlo, quello scambio tra i due.
 
“Chiacchiere. Niente di che!!” si affrettò a rispondere Rich.
“Senti, Rich. Mi scoccia chiedertelo, ma ti dispiacerebbe andare in farmacia e prendermi un’altra confezione di queste. Ho già chiamato e sanno che andrai a prenderle tu!” disse il ragazzo mostrando il flaconcino vuoto.
“Hai già chiamato!!?”,  fece ironico. “Quindi non posso rifiutarmi!”
“Lo sapevo. Sei un amico!” rispose con aria innocente Jensen.
“Sì. Amico / assistente/ schiavo…” e tirò via dalle mani del ragazzo il flacone vuoto e prima di andare via si avvicinò discretamente a Jared. “Non …fare….stronzate!” lo ammonì sottovoce e uscì.

Jared per un attimo guardò Jensen al di là del bancone della cucina.
Lo vide massaggiarsi la spalla e stringere gli occhi , forse, per il , comunque, persistente dolore. Rob , infondo, aveva detto che ne avrebbe provato, date le condizioni in cui erano le ossa e che anche la riabilitazione che Jensen avrebbe dovuto seguire lo sarebbe stata. E questi pensieri, forse, stupidamente, cancellarono il  monito di Rich.

Jensen tornò da Jared , che era ancora nel soggiorno. Lo vide fermo, come se aspettasse qualcosa.
“Ehi, piccolo. Tutto bene?!” fece sorridendogli.
“Io…io avrei...ho bisogno di parlarti, Jensen!” rispose timoroso.
“Ok!..mi prendo un caffè e parliamo.” fece, dando le spalle al compagno, dal bancone prendeva una tazza. “Ne vuoi uno anc….”

“Ti lascio , Jensen! Tra noi deve finire. Adesso!” disse senza pensarci e senza troppi giri di parole
.
   
 
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