Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: gapsycho    17/05/2016    3 recensioni
Era insopportabile, poco romantico, e sembrava essere sempre nervoso.
Il colore dei suoi occhi era bizzarro, tra il grigio e l'azzurro, sapeva essere inquietante, e qualche volta mi dava anche i brividi, ma allo stesso tempo mi attirava.
Non sono mai stato attirato da un uomo, ma lui era diverso. Cos'ha di speciale?
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Chapter 2
Attimi implacabili
 
Rimango immobile davanti la porta che separa l'aula dal resto del corridoio.
<< Secondo te dove posso andare? siamo costretti a passare il doposcuola qui. >> dico, con tono quasi sarcastico.
Certo che mi fa davvero strano passare del tempo con 'sto tizio qui, nonostante lo abbia rivalutato questo non significa che mi piaccia. Scommetto che è uno di quei bulli che sta solo per presenza, e il lavoro sporco lo farà fare tutto a me, ovviamente.
<< Tsk. >> si limita a dire Mr.Inquietudine
Una risposta che più lunga non si può. Questo tipo mi da seriamente sui nervi, lo conosco da qualche ora e già mi sta portando le palle a terra. Beh okay, mi ha difeso, e proprio per questo che motivo ha di assumere un atteggiamento di superiorità e menefreghismo? 
Lasciamo perdere va.
 Ah, quasi dimenticavo, devo chiedergli il nome, magari riesco a spezzare un po' il ghiaccio.
<< Visto che staremo per qualche ora insieme, che ne dici di presentarci? Io sono Eren Jaeger, tu invece? >> ma che voce del cazzo ho? riesco a dire più di dieci parole senza sembrare impacciato?
<< Levi Ackerman. >> dice, facendolo sembrare quasi un sussurro.
<< Piacere! allora, che ne pensi di iniziare a far qualcosa? >> provo a dirlo con più entusiasmo possibile, ma seriamente, nel pulire la merda per terra non ci trovo nulla di entusiasmante.
<< Va bene, vedi di non stare troppo in mezzo. >> si può essere più arroganti di così?
Finalmente si alza, dio,  sembrava incollato a quella stupida sedia. Solo ora che si è alzato mi rendo conto che è davvero basso, credo che mi arrivi più o meno all'altezza delle spalle. Mi ritrovo a ridere sotto i baffi, non me l'aspettavo.
Credo che l'unico suo difetto sia l'altezza, ha dei lineamenti molto delicati, ed ha una pettinatura davvero bizzarra, però perfetta per lui. Siamo sicuri di star parlando dello stesso Levi Ackerman? Impossibile.
<< Hai intenzione di rimanere lì immobile per il resto della tua vita? Quando hai intenzione di aiutarmi fammi un fischio. >> 
Senza rendermene conto lui era già andato a prendere gli attrezzi per pulire, ma a cosa diavolo penso?
<< Scusa, ero sovrappensiero. >> rispondo, mentre prendo la paletta e la scopa, iniziando a pulire il pavimento.
<< A cosa stavi pensando? >> mi chiede Levi.
Come posso rispondergli? "Oh guarda stavo pensando a te" non mi sembra il caso. Decido di rimanere in silenzio.
Con la coda dell'occhio riesco a vedere che si sta avvicinando a me. Il mio cuore sussulta per un attimo. COSA MI SUCCEDE?
Si mette a pochi centimetri da me, per poi sussurrarmi di nuovo << a cosa stavi pensando? >>, la sua voce è così calma, così sensu--, Eren smettila! Mi sto facendo trascinare troppo dall'atmosfera, è ora di darci un taglio.
<< Stavo semplicemente  pensando a come sbrigarmi qui per ritornare il più presto possibile a casa. >> tento di sembrare il più convincente possibile, spero di esserci riuscito.
<< Non ci credo. >> dice Levi.
Certo, perché ora si trova anche nella mia testa, ovvio.
<< Come vuoi. >>  mi spreco di rispondere, ed ecco che cala improvvisamente il silenzio.
Per fortuna manca solo mezz'ora e questa tortura psicologica finisce.
 
Sono le 18.00, questo significa che il doposcuola è finito, giusto? Quasi non ci credo, sembrava non finire mai.
<< Mi dai una mano a portare 'sti attrezzi nello sgabuzzino? da solo non ci riesco. >> in realtà ci riesco benissimo, solo che non ne ho voglia.
<< Certo, non ci riesci. >> mi risponde Levi, con tono più seccato che mai.
Prendiamo gli attrezzi che abbiamo usato per pulire e ci dirigiamo verso lo sgabuzzino. Ecco fatto, abbiamo sistemato, credo sia ora di andare.
<< Ci si vede >> dico, accennando un sorriso.
Mi avvio verso l'uscita della scuola, finché non vengo fermato da lui. Che vuole ora?
<< Ti sei scordato questo. >> dice.
Si avvicina di scatto, ed ecco che è successa la cosa che più temevo. Mi bacia.
 
                                
Sono scappato via, ma che cazzo ha al posto del cervello? Il cuore non smette di battere.
Mi rifiuto di pensare che questo sia amore, non ho provato mai attrazione per la gente del mio stesso sesso. Domani cercherò di chiarire la situazione.
Non ho voglia di fare nulla, non riesco a togliermi quell'episodio dalla testa, non faccio altro che pensarci. Devo fare qualcosa. Decido così di prepararmi qualcosa da mangiare, non sono mai stato bravo a cucinare, ho dovuto imparare quando mia madre se ne andò, lasciando soli me e mio padre.
Mio padre di conseguenza passava molto tempo fuori casa, e lo passa tutt'ora, ho perso il conto di quante ore o giorni sono che non lo vedo.
Una volta finita la cena, mi preparo la cartella , imposto la sveglia e me ne vado dritto al letto, spero di riuscire a dormire.
                                                           ***
 
 
 
Mi sveglio all'improvviso, l'orologio segna le 5.45.
Questa notte non sono riuscito a chiudere occhio, rimango per qualche minuto sopra il letto. Decido di alzarmi, forse è meglio farsi una doccia.
Mi dirigo verso il bagno, la prima cosa che faccio è guardarmi allo specchio, sono ridotto uno straccio. Ho delle borse gigantesche sotto gli occhi, sono inguardabile.
Mi infilo sotto la doccia, è così piacevole sentire questo getto d'acqua caldo addosso, mi sento più leggero.
Tra una cosa e l'altra si sono fatte le 6.30, ho deciso di mettermi una semplice felpa grigia, dei jeans neri e un paio di scarpe anch'esse nere. Prima di scordarmi invio un SMS a Mikasa per dirle che oggi non sarà necessario fermarsi sotto casa mia, non voglio ripetere l'episodio della scorsa volta.
Esco di casa verso le 7.30.
Arrivo in perfetto orario davanti scuola, saluto Mikasa, Armin e altri ragazzi della mia classe. Mi guardo intorno per vedere se riesco ad individuare Levi, ma niente, non c'è.
Suona la campanella, entro in classe, eccolo. Per un attimo ho creduto che fosse assente, forse mi sarò distratto. Il professore è già arrivato, quindi mi conviene aspettare la pausa pranzo per chiedergli spiegazioni riguardo il senso di quel bacio.
Passano le prime due ore, non mi degna nemmeno di uno sguardo, non riesco proprio a capirlo 'sto ragazzo. Evitami finché puoi.
 
"DRIIIN"
Il rumore che stavo attendendo con ansia da almeno tre ore. Senza pensarci mi dirigo verso di lui, oggi è ancora più inquietante di ieri, però devo ammettere che ha stile. Indossa una camicia blu, è leggermente sbottonata, insieme a dei jeans neri, non molto diversi dai miei. Forse lo sto osservando troppo.
<< Devi dirmi qualcosa? E' da mezz'ora che mi stai guardando. >>
<< Voglio sapere per quale motivo mi hai baciato ieri. >> rispondo, cercando di apparire sicuro di me.
   
 
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