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Autore: spongansss    20/05/2016    2 recensioni
Emma aveva sempre cercato di controllare la sua vita, nulla era mai riuscito a distruggere i suoi piani, tranne l'arrivo di Henry, finché un incontro le ha fatto capire che le nostre vite non possono essere controllate fino in fondo.
Genere: Angst, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 12
Guarire




 

Occhi spalancati.
Labbra serrate.
Respiro affannoso.
Cosa succede?
Cos’è l’equilibrio?
Cosa sono le certezze?
Anni anni e anni per costruire qualcosa per cercare di trovare il proprio spazio per mantenere un minimo di stabilità per non crollare da quel filo sottile che è la nostra vita. E poi? Tutto ti cade addosso il filo si spezza inciampi mi ero costruita un angolino, il mio pezzo di stabilità, ero riuscita a trovare il mio modo di stare al mondo rimanendo immobile con i piedi rinchiusi in quella piastrella che era l’unica certezza che avevo nella mia vita ho faticato così tanto per non farmela sfuggire per non finire nelle fughe delle piastrelle le fessure infuocate che temono i bambini e che temo anche io. Per una volta una sola dopo anni ho tentato di sporgermi ho fatto uscire le braccia dai confini ho provato ad ascoltare il soave canto delle sirene che mi chiamava fuori dal mio spazio e voleva tentarmi ad affrontare la ricerca di qualcosa di più. Mi sono sporta ma non ne sono mai uscita perché io ho bisogno di certezze non è vero non mentirmi anche tu con quel tuo sguardo ceruleo hai bisogno di certezze tutti noi abbiamo bisogno anche solo di un’unica certezza a cui rimanere aggrappati perché non sappiamo vivere librandoci in aria o saltando da una piastrella all’altra necessitiamo il nostro posticino sicuro, l’ancora salvavita. La mia intera vita è stata un’inutile ricerca di stabilità invece no basta un leggero soffio di vento e tutto ti crolla addosso. Ho tentato di sporgermi lo giuro io ho provato ad uscire con qualcuno ma poi sono sempre tornata nel mio quadrato sicuro e non so cosa fare non so cosa sia giusto e cosa no e ora tu mi guardi così e non so come abbiano fatto le mie ginocchia a non cedere e non so se debba rimanere qui nel mio piccolo quadrato o se la cosa migliore sia davvero cominciare a correre cercando di evitare le fughe per allargare il mio spazio sicuro per smettere di rimanere in bilico su un filo ma io ho paura di cadere e di quel filo ho bisogno o forse no non lo so. Ecco, lo vedi, mi togli tutte le certezze mi fai venire voglia di buttarmi ma io non voglio bruciarmi di lava nella mia vita ce n’è stata fin troppa e come faccio a lasciare il mio dolore e la mia mente nelle tue mani quando tutta la mia vita è stata una bruciatura? Come puoi assicurarmi che davvero esistono cose che durano? Come posso abbandonare il mio filo quando ogni volta che l’ho fatto sono caduta? Non mi mentire con quello sguardo limpido io lo so che nulla dura perché l’ho provato sulla mia stessa pelle e l’unico modo per riuscire a sopravvivere è cercare di non cadere ed io non so se voglio rischiare di precipitare. Anzi no lo so a me il rischio non piace perché il rischio diventa sempre realtà e a me non va più di cadere ma poi ti guardo e sento che mi stai leggendo dentro secondo me stai capendo tutto ciò che mi passa per la testa o forse no non lo so non so più nulla come faccio a non baciare quelle tue labbra inarcate in quel meraviglioso sorriso come faccio a rimanere qui da sola nel mio quadrato. Potresti entrare anche tu nella mia piastrella se solo fosse più larga invece no per due non c’è posto ci sono solo io e il mio filo che è talmente sottile da non poter sopportare il peso di un’altra persona e non so più cosa voglio e forse non l’ho mai saputo ma più ti guardo e più mi sento sciogliere e più vorrei tentare di lasciarti tra le mani tutto il mio passato i miei peccati i miei dolori e le mie paure perché forse davvero esistono cose che durano o forse no io non lo so ti prego guardami e dimmi che alcune cose durano solo che non so se mi stai capendo non so cosa stia succedendo quanto tempo è passato da quanto ti fisso come un pesce lesso da quando non riesco ad aprire bocca da quanto i tuoi occhi mi stanno facendo venire sempre più voglia di guarire?







-Sono disposto ad andarmene, anche ora, mi basta che tu mi dica la verità. Non trovare una scusa perché io lo so che sei combattuta, lo so che hai paura.
-Come lo sai?
-Te lo leggo negli occhi.








Angolo dell'autrice
Oggi più che mai ho bisogno di questo spazio. Lo so che aspettavate la vera reazione di Emma, l'eventuale cena o la possibile porta in faccia. Lo so, ed è esattamente ciò che volevo fare: infatti questo capitolo non era previsto, è nato per caso. Vi spiego - perché è inutile negarlo, un minimo di spiegazione è necessaria e anche dovuta - io faccio danza da tanti anni, è il mezzo che io uso per stare al mondo. Oggi credo di aver partecipato ad una delle lezioni più belle della mia vita. Si parlava proprio di certezze e di equilibrio. Quando l'insegnante ha spiegato il senso della coreografia e l'interpretazione che aveva dato alla canzone, oltre a pensare a come interpretare il tutto e fare mio il messaggio (non so se sia chiaro), ho pensato che la questione fosse inquietantemente aderente al personaggio di Emma e alla sua situzione. La coreografia non era meravigliosa solo concettualmente ma anche a livello emotivo. Ho scritto il capitolo di notte non perché sono pazza ma perché non volvevo perdere quell'emozione. Ho ricreato l'ambiente ascoltando la canzone mentre scrivevo (se vi interessa è Heal di Tom Odell) ripensando alla coreografia, tentando di rivedere davanti a me chi la eseguiva e ho buttato giù tutto di getto. La punteggiatura non è quasi inesistente perché sono impazziata o perché ho sonno, in realtà volevo ricreare i pensieri nel modo più veritiero possibile. Avete presente quando il cervello è talmente affollato e incasinato che i pensieri si accavallano l'uno sull'altro. Ecco, il senso voleva essere questo.
Io lo so che leggendo questo breve capitolo non proverete mai ciò che ho sentito io oggi, ma spero di essere riuscita in parte a ricreare in voi quell'emozione che oggi ha fatto piangere me. E sì, sto ancora ascoltando la canzone e tentando di spiegare l'inspiegabile ho riaperto il cassetto delle emozioni ancora di più di quando stavo scrivendo il capitolo ed ora gli occhi bruciano di pianto, di nuovo.
Smetto di sproloquiare, giuro.
Spero davvero che questo caos vi sia piaciuto e che non siate troppo delusi per le risposte che cercavate e che non vi ho dato.
Alla prossima
Erika
   
 
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