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Autore: Artemide BlueMoon    20/05/2016    0 recensioni
Era tutto finito da tempo, Voldemort non spaventava più nessuno e nemmeno i mangiamorte si facevano più avanti, chiusi nelle loro celle ad Azkaban o sottoposti già da tempo al letale bacio dei dissennatori. Eppure non è mai veramente finita finchè non si è alla fine: altre forze lavorano nell'ombra, Voldemort non è stato il primo e di sicuro non sarà mai l'ultimo malvagio del mondo magico. Ci saranno altri ragazzi con un potere enorme tra le mani e troppi pochi anni per poterlo capire a dover fronteggiare qualcosa di più grande di loro, a pochi passi da una storia più vecchia di Hogwarts stessa.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Minerva McGranitt, Pix, Teddy Lupin
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La mattina del primo giorno di scuola è sempre stato, è e sempre sarà un trauma, ma ancora di più se un fantasma dispettoso, infestatore da sempre del castello di Hogwarts, decide di svegliarti a gavettoni in faccia.

-Pix!- urlano in coro Fede e Megan mentre la piccola Beatrice cerca di non affogare nella cascata d'acqua che le ha inzuppato il letto.

Giuliana con un leggero gesto della bacchetta la asciuga subito e si sente meglio con la magia che le scorre fuori dalle vene, su per le dita, fino ad incanalarsi in quel pezzo di legno di ebano fino al nucleo di piuma di fenice per poi sgorgare fuori dal suo corpo; ne ha accumulata talmente tanta durante le vacanze da non riuscire quasi più a tenersela dentro, danni collaterali sono quelle scintille azzurre che ogni tanto le accendono le dita quando prova forti emozioni.

Il fantasma si getta contro la parete, attraversandola in uno sbuffo, la sua risatina diventa sempre più fievole fino a quando non scompare dalle loro orecchie e dalle loro teste ancora per metà addormentate.

Beatrice si guarda intorno spaventata con la faccia pallida così serve tutto il buon cuore di Federica per rasserenarla, di conseguenza la studentessa del quinto anno si prepara in ritardo, facendo tardare la colazione delle altre sue due amiche.

-A che punto sei, F?- chiede Giuliana battendo con le nocche sulla porta di legno del bagno nel quale si è rifugiata l'amica venti minuti prima, mentre infila nella sua tracolla scura il volume di storia della magia.

La ragazza dai capelli più boccolosi del giorno spunta dall'uscio con la gonna tirata più su rispetto alla decenza, la camicia leggermente sbottonata e un maglione nero con un largo scollo, delle calze alte fin sopra il ginocchio con fantasie colorate.

-Sai che stiamo andando a lezione e non in discoteca?- prova a farle notare Megan, mentre ormai Giuliana si è rassegnata all'evidenza.

-Non importa, ora andiamo che siamo in ritardo-

-Appunto e poi oggi all'ultima ora ho erbologia, devo farmi notare dal professor Paciock una buona volta. Deve vedere che non sono più una bambina-

-ma hai anche volo alla prima ora, anche se sei un asso a volare come cavalcherai la scopa con quel pezzo di stoffa a cui fai un complimento chiamandola gonna-

-Farò in qualche modo, non ti preoccupare G-

Fanno appena in tempo a sgranocchiare qualcosa preso a caso dalla grande tavolata per poi correre sui due lati opposti del castello.

Quando Giuliana si fionda dentro l'aula di incantesimi evita per un pelo una casacca rosso oro, la stessa che si è trovata ad incrociare in treno.

-Stai attenta!-

-Ero attenta! Sei tu che ti fermi sempre in mezzo al passaggio-

-Ma se tu stessi più in campana non cercheresti di travolgermi-

-Ehi qui quello suonato sei tu-

I due si bloccano non appena si rendono conto che tutta la classe li sta guardando.

Sono costretti dall'arrivo del professor Vitious ad infilarsi nei primi banchi liberi, per loro sfortuna vicini.

-Comunque dobbiamo smetterla di incontrarci così- sbuffa Giuliana in uno slancio di bonaria pacificità.

-Sì, una cosa che dici è giusta- bonarietà che dura poco.

-Non andrò avanti tutta la lezione ad assecondare i tuoi insulti quindi mettiamoci una pietra sopra-

-Mi sembra un'ottima idea, io comunque sono Matteo Odetti-

-Giuliana Frova-

I due passano la lezione ad ignorarsi, ma, non sanno per quale motivo, si trovano vicini anche l'ora dopo a storia della magia e davvero non si può non stringere un legame se si passa insieme una di quelle barbosissime ore.

Tutto comincia con degli scarabocchi su una pergamena che l'un l'altro si divertono a trasformare in figure strane da animare sulla carta e da lì l'ora passa veloce con in sottofondo la voce monocorde di Ruf.

Le lezioni di volo non sono condivise con nessuna casa quindi Serpeverde ha il dominio dei cieli di Hogwarts.

Il tempo autunnale colora tutto il paesaggio di ocra, rosso ed arancione, l'aria frizzante sferza i giovani volti degli studenti della casa degli astuti.

Madama Bumb ordina un paio di giri del perimetro del castello in scopa, per riprendere la mano dopo la staticità delle vacanze.

Giuliana non ha mai avuto problemi a governare la scopa, come Federica del resto, tuttavia da una brutta caduta risalente all'anno prima ha iniziato ad avere una non esigua paura di salire a cavalcioni del legno levigato della sua Nimbus 2015.

Una volta essersi forzata a salire in alto, partita per il primo giro, ogni preoccupazione si dirada.

La maga parte subito in velocità per poter superare i compagni e rimanere in testa sicura di non avere impicci durante il volo.

Passando sopra la serra numero 2 vede il bonaccione professor Paciock fare lezione alla classe del settimo anno di Grifondoro.

Di nuovo sente su di sé lo sguardo della sera precedente, cosa che la inquieta leggermente, ma non riesce proprio a fermarsi per poter studiare meglio l'ambiente e cercare chi la stia scrutando perchè i suoi compagni arrivano e la trascinano via.

Finita poi l'ora dopo incontra Federica nella serra di erbologia, intenta a chiacchierare amabilmente con il professor Paciock. Quando la riccia è con quell'uomo perde ogni tipo di malizia e diventa di miele, cosa alquanto strana a dirsi di una tale persona, ma lei si trova perfettamente a suo agio con il professore dei miracoli.

-Ciao F, che fai già qui? Non avevi storia della magia?-

-La lezione era troppo noiosa, così sono sgattaiolata fuori dalla classe e ho pensato di venire a trovare il nostro sublime professore-

-Troppo buona Castelli, purtroppo il tuo è un comportamento scorretto-

-Lo so prof, ma non può neanche mandarmi dalla preside perchè non c'è-

-Ah no? Dov'è?-

-Vitious ha accennato al Ministero della Magia, poi non saprei, c'era di mezzo una questione complicata con la Germania-

-Durmstrang che rompe?-

-Durmstrang che rompe-

-Penso anche io-

-Va bene, basta voi due! Ora devo fare lezione a Castelli e tu Frova, se non sbaglio, hai lezione con Hagrid quindi volatilizzati-

-Sì certo, arrivederci professore-

Uscendo Giuliana si imbatte in Matteo così, involontariamente, si affianca a lui senza farne una piega diretta verso il retro della casa del professor Hagrid. Purtroppo la scorge da lontano qualcuno alle prese con cesoie e terra dal carattere infuocato, che in seguito si ripromette di far notare apertamente il suo disappunto.

Per la prima lezione di cura delle creature magiche Hagrid ha preparato una veloce attività all'aperto con le puffole pigmee, a Giuliana ne capita una chiazzata di blu e viola, mentre Matteo, accanto a lei, si appropria di una puffola celeste.

Sono incaricati, a fine lezione, di prendersene cura per tutta la settimana e il primo voto dell'anno sarebbe stato sulla salute delle puffole pigmee il lunedì seguente.

Ovviamente a nessuno sta bene, ma i compiti sono compiti.

-Non riesco a non far morire i fiori di mia madre badandoci per tre giorni, figuriamoci se mai potrei tenere in vita questa … cosa- sbuffa Megan rigirandosi la palla di pelo tra le mani.

Accanto a lei Giuliana e Matteo si sono subito piazzati l'animaletto in spalla per tenerlo sempre con sé, ma facilitandone il trasporto.

-Ma come fate a tenerle buone? La mia è agitatissima!-

-Penso dipenda dalla indole di chi le tiene, l'ho letto una volta in un libro-

Megan sbuffa per l'ennesima volta e in quel frangente un tornado di capelli mossi piomba sul trio.

-Tu! Come osi stare vicino alla mia G?!- urla Fede indicando con aria accusatoria Matteo.

-Prima di tutto abbassa la voce, non sei sola qua, per secondo indicare è maleducazione, infine cosa la tua cosa?- ma la ragazza già non lo ascolta più, abbracciata com'è a Giuliana.

-Ti ha traviata? Povera piccola innocente G, tranquilla ora ci sono io, quel Grifonschifo non ti starà appiccicato-

-Ma di che parli?- la ragazza si libera in uno sbuffo dalle braccia soffocanti dell'amica per guardarla con aria stranita -C'era almeno un metro fra noi, e comunque Matteo non è così male …-

-Matteo? Chi è Matteo?-

Giuliana indica il ragazzo che le sta guardando con aria piuttosto scocciata, data dal suo essere ignorato, Megan accanto a lui è ancora alle prese con la puffola esagitata.

-Così ha anche un nome ora? G io pensavo che noi lo odiassimo!-

-No, F, non iniziare a fare queste storie, lo sai che sei tu quella che ha un problema con lui e non io- anche se la Serpeverde cerca di parlare con delicatezza per non ferire l'amica Federica sembra prendersela comunque.

-Molto bene. Non mi vedrai finchè starai vicina a quello lì! Sappi che mi sento tradita-

-Non essere così tragica, dai ...-

Ma Fede è già scappata via e la presenza di lacrime sul suo volto scava nel petto di Giuliana un profondo buco sanguinante di dolore.

-Matte scusala, non è cattiva, anzi è una ragazza stupenda … quando fa così-

-Tranquilla, ti capisco. Anche se si è comportata davvero male-

-Lo so … è che ...-

-Basta, non ne parliamo più e andiamo a mangiare-

Si separano solo all'altezza della Sala Grande, dove Matteo si ricongiunge con il suo amico biondo.

Giuliana cerca Federica con lo sguardo, sperando di trovarla per poterle parlare, ma non la trova da nessuna parte e neanche le loro compagne pettegole sanno dove possa essere andata.

Il primo giorno tendenzialmente i compiti sono pochi, l'unico che la ragazza si ritrova è quel peso invadente sulla spalla, quindi la Serpeverde dagli occhi cerulei ne approfitta per girare la scuola alla ricerca della migliore amica.

Come luogo iniziale parte dal campo di quidditch e ancora una volta dimostra di conoscere Federica alla perfezione perchè la trova là, a girare fra gli anelli a cavallo della sua scopa.

-Mia madre quest'estate ha cercato di pulire il pavimento del suo terrazzo con la mia Nimbus 2014-

-Povera scopa, surclassata, ma buona- sbuffa Federica scendendo a terra, il viso ancora corrucciato e arrossato dal vento che spira con forza in quel giorno.

-Non ti ho vista a pranzo-

-Sono passata dalle cucine prima di venire qui e ho mangiato due piatti di pasta-

Per poco le due streghe se ne stanno in silenzio a scrutarsi, è Giuliana la prima a rompere il silenzio.

-Vuoi continuare a tenermi il broncio ancora a lungo?-

-G, tu lo sai che io sono gelosa di te-

-Lo so-

-E che quel tipo non mi sta simpatico neanche un po'-

-So anche questo-

-Allora perchè pensi che ti lascerò a lui?-

-Perchè non sei mia madre e poi perchè scommetto che voi due potreste trovare molti punti in comune su cui essere d'accordo--

-Assolutamente no, mai-

-Ma sai che non smetterò di frequentarlo e che non sarà onesto da parte tua nei miei confronti impedirmi di passare del tempo con lui, anche se sai di avere potere assoluto su di me-

-Come tu ce l'hai su di me, ma io non so … sono preoccupata ...-

-Non mi porterà via da te, nessuno può strapparmi a metà-

Federica ha gli occhi che brillano, ma l'incertezza che la tormenta si legge dal modo in cui tortura un laccetto di cuoio della divisa di quidditch.

-Ehi, me lo dai un abbraccio?-

-Oh ma sì certo! Vieni qui G!-

Giuliana si lascia stringere e stringe a sua volta la sua metà a sé in un caldo abbraccio, al centro del campo da quidditch, con il vento che scompiglia i capelli lisci e screziati di blu dell'una e ricci e sfumati di rosa dell'altra.

Un fischio acuto le riscuote dal loro mondo.

Fuori dagli spogliatoi si sta riunendo la squadra di Grifondoro bardata di tutto punto, Federica si è dimenticata che quel giorno avrebbero avuto le eliminatorie per il ruolo di capitano tra la nuova squadra appena formata.

Giuliana tra tutti quei ragazzi vede gli occhi chiari di Leonardo scrutarla per poi passare subito oltre, come se fosse stato beccato a fare qualcosa di sbagliato o irrispettoso.

L'amica se la tira dietro fino a bordo campo, ma con la coda dell'occhio la ragazza vede che al nuovo studente è appena scivolato giù dalla tasca un piccolo orologio attaccato a una catenella verde ed argento. Non riesce a raggiungerlo per avvertirlo prima che spicchi il balzo per il cielo, così recupera l'oggetto di pregiata fattura e se lo infila nella tasca della gonna nera a pieghe, ripromettendosi di restituirlo quanto prima.

   
 
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