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Autore: _E r i s_    20/05/2016    6 recensioni
{FICTION AD OC - Iscrizioni aperte fino al 25 aprile}
/crossover con Tokyo Ghoul/
"Esistono alcune creature che considerano gli umani, ritenuti al vertice della catena alimentare, come cibo e danno loro la caccia.
Questi mostri che vanno alla ricerca di carne umana vengono chiamati "ghoul".
[...] Porta lo sguardo sul corpo disteso a terra in una pozza di sangue cremisi. Non è quello ad incuterle timore, il sangue lo scruta giornalmente. E' casa sua, quella.
Il subbuglio allo stomaco è dovuto a quegli occhi, quelli dell'ennesima vittima, spalancati anche dopo la morte. Il bulbo è erroneamente color pece, l'iride rossa e attorno ad essa miriadi di vene vermiglie si espandono fino alle ciglia nere.
- Cannibalismo. - asserisce con finta calma; avverte il cuore cominciare a pulsare furiosamente. Quella circoscrizione non è mai stata sicura."
Hope you like it~
{aggiornamenti irregolari}
Genere: Angst, Drammatico, Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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 { in the night, the shadow walks slowly and emits a feeble laugh }




Lasciò che la penna cadesse sulla scrivania con un tonfo sordo; strinse le labbra rosse. La treccia castano chiaro solleticava la sua spalla, mentre la frangetta copriva fastidiosamente gli occhi  a causa del capo chino in avanti. La superficie di legno era ricoperta da scartoffie di qualunque genere; da fogli di giornali a documenti della CCG - Commission of Counter Ghoul.
Roteò gli occhi verdi e spostò lo sguardo stanco sulla porta, la quale stava per essere timidamente aperta.
- Avanti. - sibilò solamente, inducendo Clara - perché l'unica persona in quello stabile che rimaneva cinque minuti buoni davanti alla porta, indecisa se aprire o meno, era sempre Clara - ad entrare nell'ufficio.
Detestava il comportamento di quella ragazzina: era sempre timida e silenziosa, sempre comprensiva, sempre fifona, sempre noiosa e imbranata. A molti avrebbe fatto tenerezza, ma a lei no; com'era che la giovane dai capelli turchini fosse stata promossa ad Investigatrice di terzo grado era un mistero.
- Fumariko-san... - solo quel lieve sussurro, mormorato con evidente timore, bastò alla castana per sentire i nervi contorcersi sotto la pelle. La ragazzina dalla pelle diafana si fece lentamente spazio nell'ufficio, quello generalmente riservato alla Classe Speciale; in volto un'espressione di puro terrore.
- Si, Kurakake? Ti manda il direttore? - vagò con lo sguardo fino a giungere a quello titubante della sottoposta, la quale, rossa in volto - era una dall'imbarazzo facile, quella Clara - , le porse un fascicolo, che a prima vista sembrava esser composta da biliardi di pagine.
"Altro lavoro, uh."
Si alzò a malavoglia in piedi e, avvicinandosi alla giovane, afferrò con poca grazia i fogli, provocando l'immediata reazione sorpresa di Kurakake, che, come da copione, squittì spaventata.
- Omicidio? - si risedette di peso sulla sedia girevole cremisi, cominciando pian piano a leggere i dati trascritti sulla cartellina e non prestando particolarmente attenzione alla turchina.
Clara la guardò per qualche attimo spaesata, per poi scuotere energicamente il capo. Rekane spostò lo sguardo sull'orologio da polso, il quale indicava le otto di sera.
Trattenne uno sbuffo - il lavoro non le dava mai tregua! - e si rivoltò verso la ragazzina.
- R-rieducazione. - replicò la più piccola, scrollando di poco le spalle e cercando in tutti i modi di evitare lo sguardo magnetico della superiore. Rekane rammentava che le avevano detto in tanti che i suoi occhi incutevano un certo timore, forse per quella sfumatura di grigio che contornava la pupilla - non di certo per la nota di sadismo che albergava in essi.
Annuì, per poi arricciare le labbra e sbottare un secco "smamma", immediatamente captato dalla turchina, che, come sempre, si catapultò fuori dall'ufficio con una velocità sovrumana, probabilmente squittendo terrorizzata o trattenendo le lacrime.
Rekane osservò per qualche attimo la porta per assicurarsi che quella testa turchese non ritornasse mormorando frasi come "Ho scordato quello", "Volevo dirle che...", "Domani c'è una riunione" o le solite scuse che utilizzava.
Scosse il capo, svuotando la testa dai pensieri. Non era di certo il momento di pensare a quella ragazzina e alla sua innaturale ingenuità. Solo in quel momento tirò fuori i fogli dalla cartellina e lesse le prime parole, scritte a caratteri cubitali: "Rieducazione Nagumo Haruya. Classificazione: ghoul."
Storse il naso, mordendosi le labbra piene.
"Sarà una nottata davvero lunga..."
Lesse le prime righe del rapporto, accavallando le gambe e sospirando poco dopo.
"Mai denunciato." storse il naso, incurvando di poco la schiena. "Nemmeno un omicidio. Ma come diamine si ciba? E, piuttosto, come diamine faremo noi a procuragli del cibo?!"
Chiuse gli occhi e serrò le labbra nel tentativo di mantenere la calma; non era una ragazza molto paziente, lei.
"Se domani proverà a toccarmi con un dito, giuro che prenderò a calci il direttore."


{ One day later }


- Che combini, Mori? E' appena arrivata una segnalazione.
- Da dove? - la giovane si sporse con la sedia all'indietro, dondolando pericolosamente su essa, mentre le due codine al lato del capo penzolavano leggere.
- A largo della tredicesima è' stato identificato qualche ghoul, ma ancora non sappiamo i nomi. - l'uomo si chinò in avanti, trattenendo le mani salde sui fianchi. - Al posto di star qui ad oziare, potresti anche dare un'occhiata, sai? Sei un'investigatrice di primo grado, maledizione!
Gli occhi della ragazza, di quel colore tra il turchese e il verde acceso, saettarono su di lui, mentre un sorriso s'increspava sul suo volto infantile.
- Allora vado immediatamente, sir! - replicò con enfasi, portando una mano lattea all'altezza della fronte e riproducendo il tipico saluto militare, per poi chiudere di scatto il pc - sul cui screensaver svettava una foto molto fraintendibile: Justin Bieber in tutto il suo splendore, così lei asseriva; "ha solo sedici anni" dicevano tutti, giustificandola inutilmente per quella sua assurda fantasia fanciullesca - , stiracchiandosi energetica, alzarsi e infine dirigersi trotterellando verso la porta.
Il ragazzo dagli occhi argentei, ancora perplesso dalla recente visione di quella fotografia, seguì con lo sguardo, mutatosi improvvisamente da severo a preoccupato - c'era sempre e comunque mestizia, nei suoi occhi - , i movimenti della ragazzina dai folti capelli castani, per poi schiudere le labbra esangui per proferire parola.
- Shizuka. - la chiamò talmente piano che dubitò che la giovane l'avesse udito, eppure lei si voltò ad osservarlo; il sorriso infantile dipinto in viso. Era troppo ingenua, avrebbe finito per scottarsi. - Fa attenzione, va bene? E' solo una perlustrazione, ma non sappiamo chi e se troverai qualcuno. Vuoi che la mia squadra-?
- Non si preoccupi, Fubuki-senpai. - squittì interrompendolo lei, socchiudendo un occhio e sorridendo sorniona, riproducendo poi il simbolo della vittoria con le dita. - In fondo, ha detto che sono un'investigatrice di primo grado, no?
Il giovane dai capelli argentati la scrutò per qualche attimo, indeciso se replicare o meno. Poco dopo, la sua voce limpida e cristallina si espanse nel piccolo ufficio sotto forma di una lieve risatina ingenua, mentre egli si dirigeva a veloci falcate verso la porta, vicino la ragazza.
- Non combinare guai, ok? - indossò quel sorriso timido che ormai tutti alla CCG riuscivano a figurarsi in mente tant'era usuale, mentre scompigliava affettuosamente la chioma scura della ragazzina. - Sai, non vorrei trovarti sbranata da qualche mostro!
Shizuka, pelle diafana e corporatura da ragazzina, sorrise lievemente, ignorando la stranezza di quell'affermazione e facendo per uscire dalla stanza.
Appena provò solo a mettere piede fuori, si vide arrivare addosso un colosso - almeno per lei, che era soprannominata da tutti "tappetta", lì - e si bloccò sulla soglia della porta, annaspando e tentando di non andare a sbattere contro il ragazzo - e tanto meno contro il senpai alle proprie spalle.
- Oh. - fece quest'ultimo, squittendo. - 'Giorno, Kuromori-san.
Gli occhi verde petrolio del diciassettenne - ormai la sede della CCG sembrava essere diventata un luogo di ritrovo per ragazzini - si posarono sulle due figure e le scrutarono qualche secondo perplesse, prima che il soldato dai tratti androgini chinasse di poco il capo in segno di saluto, mormorando un placido "Fubuki-san, Mori" e riprendendo tranquillamente a camminare. I capelli corvini mediamente lunghi danzarono a ritmo dei passi veloci e costanti del giovane, lasciando intravedere parte del collo, il quale presentava diverse cicatrici dalle tonalità violacee, particolare reso ancor più evidente dalla pelle candida. In contrasto con essa, i piercings nero pece che aveva sia sulle labbra rosse che sul lobo.
Mori l'osservò curiosa, ma venne ripresa dal superiore che la riportò alla realtà con una leggera pacca sulla spalla.
- Vai, su, che se il capo scopre che nessuno s'è occupato del caso come minimo ci butta fuori dal primo all'ultimo. - ridacchiò nuovamente, spingendola debolmente verso fuori.
Nella sala riunioni...
- Non penso sia una buona idea.
- Infatti non è una buona idea.
- E allora perché diamine l'hai proposta? - Kidou incrociò scettico le braccia al petto. - Sai che comporterà ancor più guai e noi già ne siamo sommersi.
L'uomo dai capelli scarlatti lasciò che il palmo della mano sostenesse il viso pallido. Il gomito, fasciato dalla costosa giacca scura, era poggiato sul tavolo dalle tonalità chiare, lo stesso tavolo su cui il capo dipartimento si poggiava stanco.
Kira fece roteare la penna tra le dita candide, prima di rivolgere il proprio sguardo di vetro sul proprio superiore.
- Quel ragazzino non partecipa nemmeno alle lezioni. - asserì, non smuovendosi dalla propria posizione. - E' costretto ad andare in accademia dalla madre.
- E che dovremmo farci? Chiamare gli assistenti sociali? - il tono di Yuuto era vagamente sarcastico, particolare che tradiva la sua figura seria. - Non possiamo promuoverlo ad investigatore.
Hiroto corrugò la fronte; la penna cadde improvvisamente sul tavolo. - E non possiamo nemmeno continuare a costringerlo, no? Se non vuole andare in accademia, ha il diritto di non presentarsi.
- E se non vuole andare non può nemmeno essere promosso, no? - replicò atono il capo, scrutandolo avverso.
- Ma sua madre lo costringe!
- E allora chiamiamoli seriamente, ''sti assistenti sociali. 
Kira alzò gli occhi acquamarina sul direttore, schiudendo poi le labbra lattee proferire parola. - M-ma, Kidou-san-!
- Ascolta. - lo interruppe serio, protendendosi verso di lui. - Quel ragazzino è orfano di padre ed è psicologicamente instabile a causa di ciò. L'accademia è l'unico modo che ha per essere rieducato e se si rifiuta d'andarci ma è costretto dalla madre a presentarsi, beh, noi non possiamo far nulla. E' una loro questione familiare. Di certo non lo posso promuovere perché raccomandato da te. - concluse; in viso un'espressione gelida.
L'uomo dai capelli scarlatti lo fissò per qualche secondo angosciato da quella smorfia terrificante, poi deglutì e sussultò lievemente.
- Non lo sto raccomandando... ma se lo promuovessimo, magari la madre smetterebbe di assillarlo...
- Hiroto, ti ripeto che la loro situazione familiare non ci riguarda affatto.
- E se quella pazza lo aggredisse fisicamente? Forse è per questo che ha disagi psicologici! - si alzò dalla sedia, rischiando di far cascare essa a terra.
- Hiroto... - lo richiamò debolmente il maggiore, pigolando. Storse le labbra in un'espressione sbieca, ma il minore non parve prestare attenzione al particolare, troppo infervorato.
- Ma, capo, lei non capisc-!
- Hiroto! - e improvvisamente il rosso ammutolì. - Sei un insegnante e capisco la tua devozione verso gli alunni, ma noi promuoveremo Kariya quando darà buoni risultati in accademia.
- Ma se si rifiuta di andarci-!
- Hiroto-!
- Ok, ok, tutto chiaro.
Interrompendo i due, in quel momento una testa fece capolino da dietro la porta.
- Permesso?
- Fure, vieni! - ricevendo un'occhiata poco amichevole da Yuuto, Hiroto si sporse in avanti, verso la porta, allungando le labbra in un sorriso pacato.
- Che fai qui? - borbottò invece il direttore, incrociando le braccia al petto. Quella ragazza gli aveva sempre destato sospetti.
La giovane dai capelli corvini, abbastanza lunghi e ricci, fece un breve inchino, per poi ritornare dritta ed avanzare di qualche passo verso i due uomini. Li squadrò per qualche attimo con i suoi magnetici occhi verdi, per poi posare essi sui documenti che stringeva tra le mani.
- Ho i risultati.
- Di che? - Yuuto le si avvicinò fino ad arrivarle di fronte. La corvina lo scrutò freddamente, ignorando il fulvo che, accanto al direttore, le stava sorridendo - o almeno ci provava.
- Il sangue del cadavere. - replicò seriamente Kareyama, stringendo le labbra sottili. - So la sua identità, ma non l'assassino.
- E' stato un ghoul ad ucciderlo? - si intromise poi Kira, squadrando la ragazza oltre gli occhiali.
- Suppongo di sì, solo che non presenta segni di morsi o cicatrici e ciò risulta inusuale, data la natura dei ghoul.
Kidou si lasciò sfuggire un sospiro, improvvisamente nervoso. - E chi è la vittima? Aveva il volto deturpato.
Furanchesuka non lo guardò dritto negli occhi; il suo sguardo era placidamente posato su un punto indefinito dietro di lui.
-Kageyama Reiji  

***

- Andiamocene. Ora. - la sua voce risultò eccessivamente autoritaria in quel vicoletto. - E' giorno e sai che cacciamo di notte. E poi dovresti essere a scuola.
- Perché fai così, Kyoki-chan? - la più giovane sorrise sorniona; un rivolo di sangue cremisi sulle labbra. - Lo sai che non mi piace andarci. Sono tutti umani, lì, finirei per impazzire.
- Asami. - replicò freddamente la diciannovenne, scostando con eleganza una ciocca di capelli candidi, anch'essi marchiati di liquido rosso come quelli dell'altra ragazza. I suoi occhi, uno azzurro ghiaccio e l'altro nero come la pece, brillarono. - Le colombe potrebbero arrivare da un momento all'altro, sai? Quelle urla non penso siano passate inosservate. E se arrivassero qui gli investigatori, che faresti, mh?
La ragazzina dai capelli arancio scuro la fissò per qualche secondo, ancora china sul corpo privo di vita. - Li ammazzerei tutti.
Negli occhi porpora - precedentemente rosso sangue - della quindicenne parve passare un lampo, un'illuminazione. Solo follia.
L'interlocutrice la scrutò imperturbabile, scostante.
- Asami, tornatene a casa. - sibilò; il volto contrito in un'espressione indifferente. - O sarò direttamente io a denunciarti alle colombe.
- Ma poi prenderanno anche te, Kyoki-chan~.
- Mi chiamo Kori, idiota. - strinse i pugni lungo i fianchi, sentì il sangue affluire al capo. - Vattene.
Come fosse stata terrorizzata dal tono gelido della più grande, Raicho Asami si issò meccanicamente sulle gambe; i capelli arancioni si mossero lievemente a causa del vento.
Nei suoi occhi non c'era più nulla; né la fame di poco prima, né qualche soddisfazione, tanto meno pentimento, solamente uno spesso strato gelido che la proteggeva.
- Come dici tu, Kyoki-chan. - mormorò come un automa, indifferente, neutra, osservando con finta concentrazione le ciglia bianche dell'altra. - Ma se ti comporterai male con me di nuovo, nemmeno io mi farò scrupoli a denunciarti alle colombe. Sappilo, Kyoki-chan.
Kori strinse la mascella e strinse i pugni fino a far sbiancare ulteriormente le nocche, ma non ebbe il tempo di ribattere, poiché qualcosa -                          qualcuno - la interruppe bruscamente.
- Che fate voi due qui?
Entrambe le ragazze sussultarono; Asami si voltò di scatto verso la fonte della voce e rilassò i muscoli incontrando lo sguardo vispo e chiaro della figura a qualche metro da loro. Kori, al contrario, rimase in allerta; i nervi a fior di pelle.
- Sei la persona meno adatta a chiederlo, dato che te ne vai in giro per tutte le circoscrizioni combinando casini. - replicò ostentata la maggiore, scrutando avversa il sorriso mellifluo che si dipinse sul volto del ragazzo. Egli avanzò di qualche passo; il volto oscurato dal cappuccio grigio.
- E' rimasto qualcosa? - chiese poi, ignorando l'affermazione precedente della fanciulla dalla chioma candida. - E' da un po' che sono a digiuno, sai?
- Fudou-san, non è sicuro mangiare a quest'ora. Me l'ha detto Kyoki-chan!
Arashi si morse lievemente le labbra rosa pallido, per poi voltarsi irata verso la più giovane, che sorrideva sorniona come nulla fosse. - Ti ho detto che mi chiamo Kori.
- Ma Kyoki è più grazioso~ - miagolò, voltando di poco il capo verso l'albina al proprio fianco. Quest'ultima scorse gli occhi di Raicho socchiudersi in un'espressione sinistra, mentre si ciondolava avanti e indietro.
Corrugò la fronte chiara e osservò scettica i due ragazzi, prima di scuotere violentemente il capo e volgere un'occhiata fredda ad entrambi.
- Io me ne vado. E quando le colombe vi troveranno, sappiate che ne sarò molto felice. - solo un sibilo; notò Akio indossare un sorriso di scherno.
- E' la prima volta che ti sprechi in due parole per farci la ramanzina, quale onore~! -  la sua voce era talmente carica di ilarità che per poco Kori non cedette al desiderio di prenderlo a pugni in viso per cancellargli quel dannato ghigno dalle labbra, ma, mantenendo a stento al propria compostezza, sibilò un debole "tsk", per poi cominciare ad incamminarsi.
- E comunque sappi che ne hanno fatte a bizzeffe. - Fudou voltò di poco il capo verso il corpo disteso a terra; il sangue era ormai incrostato alla pelle bianca. - Di denunce, dico. Anche noi siamo stati denunciati, sai? Una maschera a mezzo volto non è stata la tua idea più geniale, cara Arashi. - strinse le labbra in un sorriso sbieco, cattivo. - Ma chissà perché quella mandria di investigatori da quattro soldi non ci viene mai a cercare... che fifoni! O forse te li sei già mangiati, eh, Kori?
Asami si strinse lievemente nelle spalle, scrutando di traverso il maggiore. Notò la figura dell'altra ragazza procedere a passo rapido e costante, ma non prestò attenzione al particolare.
Probabilmente non l'aveva nemmeno udito, quel commento, o forse stava solo fingendo.
Il profilo della giovane dai capelli candidi svoltò poi velocemente strada, impedendo così agli altri due ragazzi di osservarne i movimenti.
Akio infossò le mani in tasca, scrollando lentamente le spalle. Il suo sguardo tagliente si posò nuovamente sul cadavere, scrutandolo minuziosamente. Poco dopo, un verso di disgusto scivolò via dalle sue labbra.
- Che schifo. - sibilò con freddezza, indossando un'espressione inorridita. - Ma quanti giorni fa l'hai ucciso?
Raicho, sviando il suo sguardo penetrante, gonfiò di poco le guance, inarcando scettica le sopracciglia. - Era già qui.
- E allora non l'hai mangiato tu?
- Si, ma era già morto. - fece una pausa, scrutando un punto lontano oltre lo sbocco del vicolo. - Aveva un taglio profondo sulla schiena. Sembrava essere stato fatto da una kagune, ma non penso che un ghoul ucciderebbe e poi scapperebbe.
- Forse non l'ha ucciso per fame. - ipotizzò ad alta voce il castano, con finto interesse. - O forse non l'ha ucciso un ghoul. Che c'importa?
La giovane dagli occhi color porpora lo scrutò a lungo, indugiando. - Ma la ferita è stata inferta da una kagune. Ne sono sicura.
Fudou sospirò, arrendendosi all'interesse della quindicenne e alzando gli occhi al cielo. - E allora, se non è stato un ghoul, sarà stata una quinque. Che vuoi che ti dica? - continuò poi, sbuffando.
- Ciò implicherebbe che sia stato un investigatore ad ucciderlo. Ed è un umano.
- Allora sarà stato un investigatore assassino, ok? A chi importa, ormai? Prova a chiederlo a lui, tanto è solo morto. - ridacchiò beffardo, ricevendo un'occhiata gelida dalla giovane.
- Ha la carta d'identità.
- Non m'importa.
- Si chiamava Someoka.
- Buon per lui. E ora mi lasci mangiare in pace? - voltò nuovamente lo sguardo sul corpo smembrato. - Ma anche no. Preferisco uccidere. E poi non mangio gli uomini, le donne hanno la carne più tenera, come la scorsa investigatrice; com'è che si chiamava?
Raicho lo scrutò per qualche attimo impassibile. - Hitomi. E poi non l'hai nemmeno uccisa. L'hai lasciata andare, alla fine fai sempre così.
Fudou le lanciò un'occhiata sbieca, per poi darle le spalle.
 



My corner:
Yep, ecco il secondo capitolo che fa altamente schifo!
Mi scuso per la lunghezza... in realtà non so se è corto, ma...  sostanzialmente non volevo  presentare tutti gli oc in una volta, più che altro perché in tutto sono 14 e non ci sarei riuscita a prescindere. Beh, alcuni però sono stati nominati, dai. Ma non so quando compariranno...
E boh, so che fa schifo, ma non volevo introdurre parti cruente - che non so scrivere - o roba del genere perché... insomma, siamo al vero primo capitolo!
Quindi ho presentato un po' a cavolo la situazione e alcuni personaggi... diciamo che  dopo un mese volevo pubblicare ed è venuto fuori ciò.
Comunque comunque, già alcuni personaggi di IE sono schiattati. Someoka perché si. Mi dispiace, ma io lo odio <3
Per eventuali errori... l'html di nvu è leggermente impazzito e mi ha cancellato alcune parole, quindi se qualcosa non va ditelo pure.
O anche errori di battitura, di coniugazione o quello che è, si.
E niente, ora me ne scappo e spero che a qualcuno questo schifo capitolo sia piaciuto!


-Naru
  
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