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Autore: emma95    23/05/2016    2 recensioni
Dal 2° capitolo: "La porta d’ingresso si aprì improvvisamente e una folata di vento gelido annunciò l’arrivo degli originali. Elijah, Rebekah, Kol e Niklaus erano disposti quasi in fila davanti a loro. Elijah serio in volto. Rebekah irritata. Kol ghignante. Niklaus diffidente.
“Damon volevi forse fare un party? È per questo che ci hai invitati tutti qui?” chiese scocciata Rebekah.
“Perché siamo qui?” chiese Elijah.
Damon rimase in silenzio e Caroline capì che quello era il momento della sua entrata in scena.
“Per me…” disse la bionda girandosi lentamente. Caroline vide lo stupore sui loro volti. Erano così cambiati si ritrovò a pensare la vampira. Gli originali non accennavano a parlare e piccata Caroline fece un passo avanti. Sembravano così sconvolti come se avessero visto un…
“Sei un fantasma…” il sussurro debole di Rebekah raggiunse immediatamente Caroline lasciandola esterrefatta. " Caroline Forbes si risveglia grazie a Katerina Petrova dopo quasi 500 anni, confusa e stordita ma decisa a ritrovare il suo compagno e la sua famiglia, perchè lei è una Mikaelson nonostante tutto! Tra riconciliazioni, litigi e ricordi Caroline cercherà di riprendere il suo posto accanto all'uomo della sua esistenza.
Genere: Commedia, Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Elijah, Klaus, Rebekah Mikaelson, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sempre e per sempre
Always and forever
 
   Capitolo due

“I suppose it’s  family trait. Everything we love, we
turn to ash.”

 Rebekah Mikaelson. 
 

Stava fissando incantata le fiamme che ardevano all’interno del cammino nel soggiorno di casa Salvatore. Quel cammino in pietra le ricordava quello che si trovava nella stanza da letto della loro residenza in Inghilterra. Un luogo magico situato nelle meravigliose campagne verdeggianti inglesi, la residenza era stato il regalo di Niklaus per il loro quattrocentesimo anniversario. Un castello medievale che si ergeva sopra un piccola collina, attorniato da una folta vegetazione e circondato da leggende che gli abitanti del villaggio vicino fomentavano. Nani, folletti, fate, spiriti…tutte favole che avevano reso quel castello magico ai suoi occhi. Non era stato difficile considerare quel luogo come il loro rifugio, solo suo e di suo marito. Sfortunatamente però avevano passato ben poco tempo in quelle mura sempre a causa di Mikael. Quell’uomo era una vera piaga, era riuscito a distruggere ogni speranza di felicità e serenità che lei cercava di trasmettere a Niklaus. Ogni volta che il suo sposo ritornava ad essere quello di un tempo, ogni volta che iniziava a vivere serenamente, arrivava la notizia che Mikael era sulle loro tracce e allora dovevano scappare. Vivevano nell’incertezza. La legna nel cammino scricchiolava e strideva, un suono così vivo alle sue orecchie che le venne spontaneo sorridere. Ora Mikael era morto e loro potevano finalmente vivere.                                                                               
“Ecco tieni, credo che tu ne abbia bisogno” disse Elena porgendole gentilmente un bicchiere per poi sedersi nel divano difronte a quello dove era seduta lei.                                                                                                                                        Caroline bevve un sorso, sentendo la bevanda scendere lungo la gola e infiammare il suo corpo.
“è troppo forte, biondina?” chiese Damon sarcastico sedendosi vicino all’umana.                                                               Caroline gli sorrise maliziosa e per nulla colpita dalla frecciatina. Alcool, anche di quello aveva sentito la mancanza. I due la guardavano attentamente mentre lei continuava a fissare le fiamme, quando Elena aveva sganciato la bomba era stata prontamente portata in un’altra stanza da Damon, mentre lei era rimasta lì. Caroline li aveva sentiti chiaramente mentre discutevano di lei. Damon chiedeva spiegazioni ad Elena, questa non ne aveva, anzi ribadiva di essersi fidata del suo istinto e basta, l’umana ribadiva la forza del patto che aveva stipulato con la vampira, Damon abbastanza sconvolto sussurrava che era stata una pazza ad invitare quella che era –testuali parole del moro- ‘la regina degli ibridi’.                                                                                                                     Caroline sorrideva mentre li sentiva discutere, erano una bella coppia quei due. La discussione era andata avanti per qualche minuto, poi i due erano ritornati in soggiorno e mentre Elena preparava un drink, Caroline vide Damon lanciarle un’occhiata diffidente.
“Immagino che tu abbia sentito tutto…” disse imbarazzata Elena abbassando un po’ le spalle e assumendo una posizione che la faceva apparire goffa e piccola. Caroline la fissò limitandosi ad annuire. Elena le sorrise timidamente mentre Damon guardava la vampira attentamente pronto a cogliere ogni particolare che potesse essere un pericolo per lui, e soprattutto per Elena.
“è arrivato il momento delle spiegazioni bionda” disse risoluto alla fine il vampiro.
“Gradirei che tu la smettessi di chiamarmi bionda. È maleducazione. Io non ti chiamo moro, quindi…gradirei che usassi il mio nome” disse estremamente pacata Caroline fissando Damon.Damon ed Elena rimasero sbalorditi, il linguaggio e il modo di porsi della vampira erano alquanto antiquati. Ad Elena ricordavano un po’ i modi delle attrici nei film storici, in particolare di quelli sui nobili inglesi del 700. Damon, invece rivide in una sorta di flash, le galanterie che si usavano quando lui era umano. Quella vampira sembrava essere una dama d’altri tempi.
“Quindi…vi ringrazio per la vostra ospitalità, ma ora vorrei trovare Niklaus, vi saluto” disse la vampira interrompendo i loro pensieri e alzandosi di scatto dal divano. Elena si riprese dai suoi pensieri e prima che la vampira potesse uscire dalla porta d’ingresso urlò:
“Aspetta!”
Caroline si bloccò per poi voltarsi interdetta, osservando curiosa l’umana.
“Noi possiamo chiamare Klaus” disse Elena più piano “cioè possiamo chiedergli di venire qui, senza che tu vada a cercarlo a caso…”
Caroline non capiva la difficoltà. Quella cittadina non le sembrava così grande e lei non era una sprovveduta quindi non si sarebbe persa o ferita se fosse andata personalmente a cercarlo, tuttavia l’umana voleva che lei rimanesse, forse voleva assistere all’incontro dopo che le aveva raccontato la sua storia. Pensandoci era meglio che Niklaus fosse andato da lei, sarebbe stata un’entrata in scena più d’effetto, pensò Caroline mentre si risiedeva nel comodo divano.
“Damon chiama Klaus e digli di venire qui” disse Elena
Il moro rimase immobile.
“Puoi dirgli di portare qui tutta la famiglia?” chiese Caroline rivolgendosi al vampiro.
Damon continuò a rimanere immobile. Caroline lo guardava stupita mentre Elena scocciata gli tirò una leggera gomitata. Il vampiro parve riprendersi ma non aveva la minima intenzione di chiamare Klaus, almeno finché…
“Io chiamerò Klaus ma prima mi devi raccontare la tua storia” disse perentorio.
Caroline sbuffò.
“Per quanti ami raccontare storie, ho già detto tutto ad Elena qualche ora fa…”
“Lo so, Elena me lo ha accennato. Ma io non la conosco, come non conosco te, non so se fidarmi, capisci?” chiese il vampiro “Chi mi assicura che non sia una trappola? E che tu in realtà non voglia ucciderci?”
Caroline lo fissò ghignando.
“Quindi se vuoi rivedere il Big Bad Hybrid devi parlare bionda!” continuò a metà tra una minaccia e una battuta.
Caroline stavolta rise apertamente, ma non una risata calda e piacevole, questa era sinistra e fredda. Elena cominciò ad agitarsi inquieta sul posto.
“Tu credi di potermi minacciare? Sono più vecchia di te,  se volessi ti strapperei il cuore dal petto prima che tu ti renda conta che mi sono alzata” disse malevola avvicinandosi a Damon “Tuttavia se avessi voluto la vostra morte vi avrei ucciso prima e senza problemi, mi capisci moretto?” chiese la vampira sfiorando lentamente il petto del vampiro, soffermandosi con la mano sopra il suo cuore. Caroline vide l’espressione agitata di Damon e orgogliosa di sé stessa, orgogliosa di riuscire ancora a far paura si risedette elegante e disinvolta. Damon ed Elena la fissavano non più imbarazzati o diffidenti adesso nei loro occhi c’era solo inquietudine e paura.
“Tranquilli, ripeto non voglio uccidervi!” disse leggera Caroline “Ma se Damon ha bisogno di sentire tutta la storia per tranquillizzarsi sarò lieta di raccontarla… poi però chiamerai Niklaus!” concluse sorridendo dolcemente.
Dalla paura i due passarono all’incertezza per poi lasciar spazio all’apparente tranquillità che quella vampira trasmetteva.
“Te lo prometto! Chiamerò Klaus!” disse serio Damon.
“Fantastico!” esultò Caroline felice “Allora vediamo da dove posso cominciare?” chiese quasi a sé stessa.
Damon si mise sull’attenti pronto a soddisfare la sua curiosità mentre Elena si rilassò contro il divano pronta a riascoltare quella storia che doveva ammetterlo la incantava. Le ricordava la storia di un’ amore epico come Romeo e Giulietta, Tristano e Isotta… una storia che ti sconvolgeva e ti attirava, o almeno l’avrebbe adorata se uno dei protagonisti non fosse stato Klaus.
“Io sono nata nel vecchio mondo, più precisamente in Inghilterra intorno al X secolo d.C., la mia famiglia era una delle più ricche del paese. I ricchi e fortunati Forbes, ci chiamavano. Mio padre era un grande proprietario terriero e insieme a mia madre possedeva i più vasti e fruttuosi campi inglesi. Sono nata e cresciuta in quel mondo, in quel villaggio, coccolata e vezzeggiata come una bambola di cristallo. La più bella, la più fortunata, la più amata. Il giorno del mio diciassettesimo compleanno fu il giorno della rovina della mia famiglia.                                                 Mia madre morì quel giorno, quattro ladruncoli la sorpresero mentre camminava lungo la strada per raggiungere una delle campagne dove si trovava mio padre. Volevano derubarla. Finirono per picchiarla a morte abbandonando il suo corpo martoriato ma ancora vivo sul ciglio della strada.                                                                     Lei rimase li per ore. Morì dissanguata.  Venne ritrovata da uno dei braccianti di mio padre e il suo corpo freddo e morto venne trascinato e trasportato fino a casa nostra…”
Il racconto di Caroline si interruppe e una lacrima solitaria e lucente scese sul suo viso, rigandole la guancia destra. Elena trattene il fiato mentre Damon sparì velocemente per poi riapparire con in mano una bottiglia di rhum. Con calma il moro versò un po’ di quel liquido nel bicchiere vuoto della vampira.                                      Caroline lo fissò, mormorò un rauco Grazie e si asciugò velocemente la lacrima.
“Mio padre ne fu devastato. Ben presto perdemmo tutte le nostre terre, le nostre ricchezze…lui non riusciva più a vivere senza sua moglie. Nel giro di qualche mese ci ritrovammo esclusi dal villaggio, non eravamo più ricchi e di poveri che ne erano già tanti!” disse amaramente bevendo un lungo sorso dal suo bicchiere. “Io e mio padre non sapevamo cosa fare, dove andare, eravamo persi, io ero persa. Fortunatamente per noi il destino aveva in serbo una vita diversa. Decisi che era arrivato per me il momento di cambiare. L’Inghilterra non mi voleva più bene allora sarei andata via, lontano da quel mondo…Costrinsi mio padre a scegliere…o venire con me o restare lì a marcire” Caroline sputò fuori quell’ultima parola con risentimento.
“Lui scelse di venire con me, lui scelse di vivere…non mi ha mai spiegato cosa lo spinse a uscire dal baratro in cui era caduto e io non glielo ho mai chiesto; questo è uno dei miei rimpianti più forti.”
Elena ascoltava rapita, quando aveva ascoltato la storia per la prima volta, Caroline non si era lasciata sfuggire tanti commenti come adesso, non aveva lasciato trapelare niente di più. Forse l’alcool l’aveva sciolta.
“Ci imbarcammo nella prima barca disponibile, cioè nella prima barca in cui non serviva pagare per salpare” continuò ridendo di gusto la vampira “La nostra destinazione era ignota e a me andava bene così. Dopo alcuni giorni di navigazione ci eravamo aggregati a un gruppo di famiglie che ci dissero che eravamo diretti verso una nuova terra inesplorata e abitata da uomini forti ma giusti. Giungemmo in una terra selvaggia qualche giorno dopo, ero entusiasta. Io, mio padre e la mia nuova amica Lucy con la sua famiglia, una di quelle salpate con noi ci dirigemmo verso un villaggio preciso situato nell’entroterra. Solo poi scopri che la madre di Lucy era una strega, una strega che conosceva il villaggio in cui erano diretti.” Caroline sospirò “Venimmo accolti da tutto gli abitanti di quel piccolo posto rurale. Tutti con la pelle ambrata e i tratti scuri, indiani. Tutti tranne il capo villaggio e la sua famiglia. Quella fu la prima volta che vidi i Mikaelson al completo.”

Eravamo circondati, le persone ci guardavano curiose e per nulla intimorite. All’improvviso tutto il coraggio che avevo tirato fuori in quel viaggio si era volatilizzato e per la paura mi nascosi dietro le spalle di mio padre. Lucy con i suoi occhi ambrati mi lanciò uno sguardo divertito, lei non aveva paura, lei era forte.
“Chi siete, voi altri?” la voce roca e forte di un uomo mi costrinse a sbirciare da dietro la schiena di mio padre. Vidi un uomo diverso dagli altri, la pelle bianca, gli occhi chiari che ci fissavano rabbiosi. Lo sguardò dell’uomo incrociò il mio e io in fretta ritornai nel mio nascondiglio sempre più timorosa.
“Mikael, ti prego…” disse una voce gentile e supplichevole.
La mia curiosità superava la paura e ritornai a fissare la scena. La voce gentile che aveva parlato era quella di una donna dai lunghi capelli chiari e dalla pelle bianca. La donna si rivolgeva all’uomo che li aveva accolti, questo Mikael, sembrava impaurita come lo era Caroline.
“Noi veniamo in pace, siamo poveri uomini in cerca di tranquillità…” la madre di Lucy parlò facendo un passo avanti e scandendo le sue parole con enfasi. Mikael la fissava ora diffidente.
“Tranquillità? Dovrete lavorare duro per esseri accolti nel villaggio!” disse Mikael duro.
Tutti i nuovi arrivati, anche suo padre annuirono seri mentre la madre di Lucy sorrise. A quanto pare le ultime parole di Mikael equivalevano a un ‘potete restare e vivere qui’. Caroline si sbilanciò dal suo nascondiglio e si pose al fianco del padre. Mikael incrociò nuovamente i suoi occhi ma lei questa volta sostenne il suo sguardo finché lui non se andò entrando in una capanna li vicino.
La donna che aveva parlato a Mikael si avvicinò alla madre di Lucy e le due si abbracciarono. Evidentemente si conoscevano. La mano di Lucy venne presa dalla madre che voleva presentarla alla donna. Ma Lucy stringeva già una mano a Caroline. Quindi anche lei venne trascinata nelle presentazioni. La donna fissò a lungo Lucy per poi rivolgere a Caroline uno sguardo dolce. Caroline rimase stupita da quella donna, le ricordava gli sguardi pieni d’amore di sua madre.
“è bello avervi qui…” disse la donna.
“è bello essere qui, Ester” ricambiò la madre di Lucy.
“Due nuove fanciulle ci aiuteranno molto” disse serena Ester “Mia figlia ne sarà entusiasta… a proposito, figlioli venite a conoscere le nostre nuove arrivate.” Ester alzò leggermente la voce.
“Madre” i tre nuovi arrivati dissero quella parola quasi in sincronia. Caroline sorrise leggermente attirando su di se inconsapevolmente lo sguardo di uno dei nuovi arrivati.
“Questi sono solo tre dei miei figli, gli altri sono occupati in altre faccende, li incontrerete comunque presto” parlò Ester trasudando con ogni parola l’orgoglio e la soddisfazione che ogni madre ha verso i propri figli.
“Lui è Elijah il secondogenito” lo presentò la madre. Un giovane uomo dai capelli scuri e dai tratti decisi fece un elegante inchino alle tre donne accennando un sorriso. L’inchino venne ricambiato ma solo Caroline riuscì ad eseguirlo senza apparire goffa. Sua madre l’aveva educata come una nobile.
“Loro invece sono Rebekah…” disse Ester mentre una giovane e bellissima ragazza dai lunghi e fluenti capelli biondi si fece avanti sorridendo allegramente “… e Niklaus”. Caroline incrociò per la prima volta gli occhi di quel ragazzo che non aveva abbandonato la figura della fanciulla fin da quando l’aveva scorta vicino sua madre. Niklaus aveva dei capelli riccioluti, biondi e occhi azzurri e luminosi. Occhi che la fissavano attentamente. Caroline si senti in imbarazzo e inevitabilmente arrossì. Niklaus si avvicinò facendo prima un elegante ma veloce baciamano a Lucy e poi tornò a concentrarsi sull’altra ragazza. Le sue labbra sfiorarono la pelle della mano della fanciulla per qualche secondo e un brivido di pura adrenalina scosse il suo corpo. Stupito ritorno al suo posto fissando la ragazza che era graziosamente arrossita. Un sorriso gli sorse spontaneo sul viso. Ester fissava la scena meravigliata. Forse finalmente le cose avrebbero trovato la giusta via.

“Fu quel che si dice un colpo di fulmine…” disse Caroline sorridendo ai due che la ascoltavano imbambolati. Davanti le loro espressioni le scappò un risolino.
“Chi l’avrebbe mai detto, il vecchio Klaus innamorato…” parlò Damon guadagnandosi un’occhiataccia da Elena. Caroline, invece lo fissò inclinando il capo.
“Voi non conoscete Niklaus, non come lo conosco io… non potete giudicarlo” disse la vampira.
“Si che possiamo…lo giudichiamo per quello che ci ha fatto vedere fino ad adesso!” ribatté Damon.
Caroline lo fissò spazientita e batté nervosamente le mani sulle sue cosce.
“è inutile…posso continuare la storia?” chiese volutamente pungente.
Senza aspettare risposta la vampira continuò il suo racconto.
“Passarono i giorni, i mesi e io e mio padre in quel piccolo villaggio riuscimmo a ricostruire la nostra famiglia. Eravamo felici, lui lavorava con gli altri uomini come agli inizi della sua gioventù. Io invece mi occupavo insieme alle donne dei lavori domestici, cucinavo, lavavo, raccoglievo la frutta. Ero così lontana dall’agiatezza inglese ma non potevo esserne più contenta. Avevo stretto un legame profondo con tutti i Mikaelson, eccetto il padre –Mikael”. Il modo in cui Caroline sibilò Mikael fece venire i brividi freddi ad Elena.
“In Elijah avevo trovato un fratello maggiore meraviglioso, in Rebekah la sorella che avevo sempre desiderato, lei divenne mia amica e confidente. Ester mi aveva accolta sotto la sua ala materna e mi trattava come fossi sua figlia, fu facile per me considerarla come mia madre. E poi c’era Niklaus.” Caroline sorrise dolcemente “Aveva iniziato a corteggiarmi dal giorno dopo il mio arrivo, mi ascoltava attento, si interessava a me, con tutte le ragazze che poteva avere lui voleva me. Quello che successo dopo tra di noi fu naturalmente ovvio per quell’epoca…”

Osservava il tramonto, i colori caldi del cielo si riflettevano nel piccolo fiume colorando l’acqua di rosso, giallo, arancione. Spesso si ritrovava li sulla riva del fiume, la tranquillità del luogo la rilassava e poi era l’unico luogo in cui lei e Niklaus potevano vedersi senza occhi indiscreti. Due calde braccia circondarono la sua vita sottile, percepì un forte odore maschile e un respiro fresco le solleticò le pelle del collo lasciata scoperta dalla treccia che raccoglieva i suoi capelli biondi.
“Sei in ritardo…” disse Caroline sbuffando infastidita.
L’uomo che l’abbracciava rise. Caroline poteva immaginare il suo sorriso. Mentre questi rideva, le braccia la strinsero ancora più forte.
“Sei sempre così impaziente, tesoro…” disse l’uomo prendendola in giro.
Ancora più infastidita, Caroline cercò di liberarsi da quella dolce prigione delle sue braccia ma lui era più forte e senza problemi la girò verso di se. Vedendo quegli occhi azzurri, il fastidio di Caroline scemò e con le braccia circondò il collo di lui, infilando una mano nei suoi ricci biondi. Lui sorrise felice di quell’abbraccio così intimo, sentiva i loro corpi toccarsi quasi volessero fondersi. Si osservarono negli occhi per alcuni minuti, poi lui inaspettatamente si staccò da lei. Caroline rimase interdetta.
“Cosa…?” chiese preoccupata Caroline osservando il volto diventato improvvisamente ansioso di Niklaus. Caroline non ebbe nemmeno il tempo di elaborare una domanda completa che rimase paralizzata da quello che le si presentava difronte. Niklaus, in piedi davanti a lei con il braccio destro leggermente piegato, teneva tra le dita della mano un anello. Caroline in un primo momento non comprese. Poi capì. Niklaus le stava porgendo l’anello. Era una proposta di matrimonio. Lei rimase immobile, troppo sorpresa per fare nulla. Più i secondi di silenzio della bionda aumentavano più Niklaus si faceva ansioso e irrequieto. La ruga sulla fronte dell’uomo era sempre più marcata.
“Io volevo chiederti di farmi l’onore di diventare la mia sposa…” Niklaus interruppe quel silenzio e nonostante il suo stato d’animo riuscì a pronunciare quella frase con forza, vigore, amore, speranza e possesso.
Caroline si riscosse e osservò il suo innamorato. Niklaus era un guerriero forte, sapeva cacciare, combattere ma era anche dotato di un animo sensibile. Un poeta guerriero, quasi. Caroline in quei secondi vide tutta la sua paura, temeva un suo rifiuto, temeva di essere respinto, di non essere accettato, di non essere amato. Temeva a causa di Mikael che lo detestava. In quel momento, Caroline capì, lei era destinata a stare con quell’uomo. Lei era sua adesso e per sempre. Solo lei sarebbe riuscita  con il suo amore a guidarlo nella sua vita, come una luminosa stella, una luce che gli indicasse la strada. Così tra le lacrime e i sorrisi, lei gli lanciò le braccia al collo e sussurrò al suo orecchio:
“Ne sarei onorata…”
 
Caroline interruppe il suo racconto. Raccontare e ricordare quegli eventi, la loro storia le aveva sempre messo nostalgia. Anche adesso provava un leggero malessere. Ricordare di quando erano umani, di quando erano felici senza nessuna maledizione, senza nessun fantomatico ‘distruttore’, ricordare il loro amore era per lei al tempo stesso epico e triste. Lei era ancora innamorata di lui, ma lui? In tutti questi 500 anni passati divisi, di certo lui non aveva fatto voto di castità, avrà avuto numerose donne, qualcuna l’avrà addirittura ritratta, forse si era innamorato di qualche sua nuova musa, e aveva dimenticato lei.                                                                                                   Caroline a quei pensieri sentì un’ondata di gelosia, rabbia e paura scuoterle il corpo. Aveva bisogno di bere. Aveva dannatamente sete.
“Mi duole interrompere la storia sul più bello ma…ho sete!” parlò con tono leggermente irritata.
Damon capì subito il tipo di sete e con un po’ di riluttanza le porse una delle sacche di sangue che aveva preso dallo scantinato prima che Elena e quella vampira arrivassero.                                                                                         Damon era riluttante, se quella vampira era davvero parte della famiglia degli Originali, avrebbe accettato così facilmente la sacca o seguendo le orme della famiglia avrebbe preferito uccidere un umano per dissetarsi?. Non che lui avesse qualcosa in contrario ma non voleva perdere di vista la biondina nemmeno per un secondo, non si fidava di lei come d’altronde non si fidava di tutti gli altri Originali.
Caroline inclinò il capo basita. In quegli anni il sangue era confezionato in buste? Se ci fosse stato anche nei primi anni in cui era diventata una vampira, quando non era ancora in grado di controllarsi, molte vite umane non sarebbero state spezzate dai suoi canini.
La bionda prese in mano la sacca, stupita e la osservò come qualcosa di anomalo. Scoppiò in una risatina lasciando di stucco gli altri due.



Buondì!
Per prima cosa ringrazio chi ha recensito, messo tra le seguite, tra le ricordate e tra le preferite! Grazie davvero:) Veniamo al capitolo ... Caroline inizia a raccontare la sua storia e per rendere tutto più interessante ho aggiunto dei flashback, che ne pensate di questi tuffi nel passato? Inoltre volevo sottolineare come Caroline in questa storia sia diversa da quella dello show, dopotutto è cresciuta tra i Mikaelson, è una di loro, quindi ha già affrontato la sua natura e non è la super moralista della situazione!
Scusate per gli errori, ovviamente involontari! :)
Se vi è piaciuto recensite:)
A presto!
Emma95
   
 
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