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Autore: reggina    28/05/2016    2 recensioni
Ci sono famiglie che a volte si separano, come succede nei film. Altre che, invece, restano unite nella fatica, nella stanchezza, nello sconforto; che non si arrendono alla paura che la parola cancro porta sempre con sé.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Nora, Vale
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ha iniziato a tenere lezioni all’università, quattro anni fa, soprattutto per ottenere il rimborso dei viaggi conferenza. Le prime volte, per farsi rispettare ,c’è voluta un po’ di energia ma, adesso, il rapporto con i suoi studenti lo arricchisce e lo stimola a fare di meglio.

Il professor Maggi è severo al punto giusto: approfondisce un problema finché tutti lo hanno compreso, offre spiegazioni molteplici. È anche un uomo attraente e perciò le sue aule sono affollate e i suoi seminari pomeridiani pieni zeppi di matricole e ammiratrici che fantasticano e parlano di lui per tutto il tempo.

Insomma è un docente che è entrato nella testa degli studenti, e anche molto bene.

Questa mattina nell’Aula Magna si è svolta la seduta di laurea pre-estiva e lui è stato ben felice ed orgoglioso di essere il relatore di almeno un paio di tesi tra i trenta laureandi. Per quei ragazzi sarà un vero e proprio mentore e guiderà i loro primi passi nella vita reale: firmando lettere di presentazione, consigliando scuole di specializzazione o indirizzando verso un dottorato…

Dopo la proclamazione, nel chiostro dell’ateneo è stato organizzato un piccolo buffet per i neo dottori che vengono accolti da applausi scroscianti e spara-coriandoli.


Marco, da spettatore esterno, si sofferma su quei due angeli che spesso sono dietro ad ogni studente che ce l’ha fatta. Sa che dietro ai giovani universitari, che poco fa si sono seduti su quella sedia da cui prenderà il via il proprio futuro, ci sono un papà che lavora duro e una mamma che accudisce, accoglie gli sfoghi, consola e consiglia.

E all’improvviso una fantasia, dispettosa come un bambino capriccioso, si insinua nei suoi pensieri. Vede lui e Nora con i fazzoletti e le lacrime agli occhi, rossi in viso, fieri e orgogliosi. E, soprattutto, vede Vale bellissimo ed impettito con toga e corona d’alloro.

Il presente lo travolge prepotente ed emozioni e domande che ha evitato finora di porsi martellano nel suo cuore arrabbiato.

Cosa gli accadrà? Sentirà dolore?

Come cambieranno le nostre vite?

Vivrà?

Torna a casa, ad affrontare la loro esistenza messa a soqquadro, in quell’incubo da cui fugge volentieri e per cui si sente anche un po’ in colpa: un genitore dovrebbe sempre sapere, in qualche modo, se in suo figlio c’è qualcosa che non va; se sintomi come un semplice gonfiore e un dolore che peggiora durante la notte siano solo sciocchezze o qualcosa in più.

Lui ha sperato fino all’ultimo di sbagliarsi.

Sua moglie è bellissima, addormentata sulla sedia a dondolo in vimini con una trapunta bianca distesa in grembo. Per un momento rivede la Nora, futura giovane mamma, nella nursery su quella stessa sedia; il suo orecchio poggiato sulla pancia tonda per emozionarsi ad ogni movimento e una voce dolce ad intonare you are my sunshine

Valentino è stato davvero il loro raggio di sole. Finché il destino non li ha colti di sorpresa costringendoli a modificare la vita che sognavano.


Nora si ridesta bruscamente dal suo sonno leggero, appoggia la mano sul piccolo tavolinetto che è davanti a lei, e squadra suo marito con aria di rimprovero.

“Ti ho…Ti abbiamo aspettato per tutta la mattina. Pensavo saresti venuto!”

“Oggi è stato giorno di lauree, te lo avevo detto no? Iniziamo alle nove ma non si sa mai a che ora si finisce!”

La verità è che non si sente ancora pronto ad affrontare quel mondo fatto di ambulatori, medici, risonanze e TAC.

Sua moglie balza come una molla e batte rabbiosamente il piede sul pavimento in linoleum.

“Sei sempre bravo a trovare qualche capro espiatorio o a costruire una fabbrica di giustificazioni!”

“Vale è di sopra?”

Cerca allora di svicolare Marco. È stanco e non ha voglia di litigare. La rabbia di Nora, invece, sale dallo stomaco fino al cervello: finalmente ha qualcuno contro cui sfogare tutto ciò che tiene dentro da settimane e non riesce a trattenersi.


“Vuoi sapere cosa sopportava tuo figlio mentre tu ti congratulavi con i tuoi ragazzi? Lo hanno rivoltato come un calzino; ha ascoltato paroloni spaventosi di cui ignora il significato. Non sa cosa gli stia accadendo e mi ha chiesto cento volte dove tu fossi. Tuo figlio ti vuole con lui, Marco. Ha bisogno che tu gli tenga la mano quando non starà bene!”

Scappare non è mai la risposta ma, senza alzare la voce, come un codardo che sa di non potersi allontanare dalla propria ombra Marco articola soltanto l’ennesima scusa.

“Vado in ufficio. Ho del lavoro arretrato!”

Afferra la ventiquattrore e sorpassa Nora senza stamparle sulla guancia quel bacio che è diventato un rituale. Lei ingoia tutta l’amarezza e, mentre il portone si chiude, i suoi occhi incrociano lo sguardo perplesso di Vale immobile sulle scale.

Allora cerca di elargire un sorriso convincente perché deve essere forte per due.

   
 
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